Domenica IV

Dio ci ama gratuitamente non come conseguenza della buona volontà ma per renderla possibile: il suo amore fino al perdono è gratuito e lo ha scritto nel cuore di tutti gli uomini collegando Verità-Amore
Il Vangelo di questa domenica è la continuazione di quello che abbiamo ascoltato come Parola di Dio domenica scorsa. Gesù nella sinagoga di Nazareth legge un passo di Isaia e poi lo commenta con queste parole: "Oggi si è adempiuta la Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi" (Lc 4,21).
I suoi concittadini rimangono meravigliati, perché egli pronuncia parole di grazia. Poi però si chiedono: "Non è il
figlio di Giuseppe?". "Sì, è uno dei nostri. E' uno del nostro paese".
Gesù, il Figlio del Padre che ha assunto un volto umano con uno sguardo penetrante, capisce ciò che i suoi concittadini pensano: "Se sei il figlio di Giuseppe, sei uno dei nostri, devi metterti a servizio solo del tuo paese. Tu appartieni a noi. Perciò quanto abbiamo udito che accadde a Cafarnao, dove hai fatto miracoli, devi farlo anche qui, nella tua patria. E' un tuo dovere metterti a servizio della tua patria".
Gesù denuncia questo atteggiamento dei concittadini: un atteggiamento possessivo, che non corrisponde all'amore gratuito di Dio. Spiega che un profeta non è mandato da Dio per fare miracoli a beneficio dei suoi parenti e concittadini, ma è mandato per una missione più grande. E porta l'esempio di due profeti antichi: Elia ed Eliseo.
Abbiamo ascoltato come Parola di Dio Paolo nella Lettera ai Corinti. Tutti sono entusiasti della glossolalia cioè pregando sentirsi ispirati a parlare in modo originale e dalla profezia. Ma avere anche carismi, doni sensazionali, se non ho l'amore gratuito di Dio non ho nulla. Anche se avessi una fede da trasportare le montagna, ma "non avessi la carità, non sono nulla" ( 1 Cor 13,1-2). Ciò che non avrà mai fine è quello che il Creatore ha scritto, il Redentore ha riscritto come profezia nel cuore di tutti gli uomini: puntare a fare tutto sempre con amore gratuito.
Per Paolo tre le cose essenziali: la fede (in Dio che ha assunto un volto umano in Gesù e risorto si fa presente e agisce sacramentalmente nel Suo Corpo che è la Chiesa), la speranza nella vita veramente vita con l'al di là anche del corpo e l'amore gratuito di Dio in noi. Dicendo "rimangono", e non "rimarranno" (nell'altra vita) dice che sono stabili, devono essere continuamente presenti tutte e tre nella nostra esistenza.
Ma poi specifica: "Ma di tutte più grande è l'amore gratuito cioè la carità!" (! Cor 13,13).L'amore gratuito è più grande anche della fede, perché questa è soltanto il fondamento, la base per vivere nell'amore gratuito. Il fine di ogni uomo è vivere nell'amore gratuito, in unione con Dio, che è amore realizzando nell'uomo che ama la sua più grande profezia: quella che il Creatore ha scritto nel cuore di tutti gli uomini. Non si può arrivare all'"agape" cioè a un amore gratuito, un amore non per motivo di sesso, di possesso, di successo, senza l'originaria spinta erotica a uscire dal proprio io per il tu ma fare dell'erotismo lo scopo non è amore.
L'Apostolo fa l'elogio dell'amore gratuito, che viene dal cuore di Dio, passa per quello di Cristo e giunge con lo Spirito nella storia dei nostri amori. Paolo mostra che l'amore gratuito è paziente, benigno, non invidioso, non orgoglioso, non interessato; l'amore gratuito non si adira, non tiene conto del male ricevuto, ma si compiace della verità-amore, e tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.
Che la Regina dell'Amore ci faccia vivere la gioia dell'amore gratuito nella Verità-Amore che non finirà mai.


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