III Domenica anno C
III domenica (Lc 1,1-4; 4,14-21) "Oggi si è compiuta questa Scrittura": attraverso i Vangeli il Crocefisso-Risorto ci parla oggi come ha parlato allora
La liturgia odierna ci presenta, uniti insieme, due brani distinti del Vangelo di Luca. Matteo nell'anno 40° d.C. ha posto per iscritto ebraico ispirato fatti e le stesse parole di Gesù che gli apostoli memorizzavano. Nel 45° Marco soprattutto la memorizzazione di Pietro e Luca attingendo da Matteo e Marco nel 55° e dagli Apostoli aggiungendo nel 62° quello che la Chiesa tramandava soprattutto attraverso Paolo.
Dei due brani di Luca ascoltati il primo (1,1-4) è il prologo, indirizzato ad un certo "Teofilo"; poiché questo nome in greco significa "amico di Dio", possiamo vedere ogni credente, noi, che si apre a Dio e vuole ascoltare e conoscere il Vangelo cioè lo stesso Signore che ci parla oggi.
Il secondo brano (4,14-21), invece ci presenta Gesù che "con la potenza dello Spirito" si reca di sabato nella sinagoga di Nazareth: quanto sarebbe importante seguire l'ascolto di fede con lo scritto evangelico biblico liturgico! Da buon osservante, il Signore risorto presente non si sottrae al ritmo liturgico settimanale della domenica e si unisce all'assemblea dei suoi parrocchiani nella preghiera e nell'ascolto della Scrittura.
Il rito prevede la lettura di un testo della Torah o dei Profeti in preparazione di Cristo nei Vangeli, seguita da un commento ecclesiale. Gesù terminata la lettura, in un silenzio carico di attenzione, disse: "Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato" (Lc 4,21). San Cirillo d'Alessandria afferma che l'"oggi", posto tra la prima e l'ultima venuta di Cristo, è legato alla capacità del credente di ascoltare con fede e ravvedersi.
Ma, in un senso ancora più radicale, è Gesù stesso risorto "l'oggi" della salvezza nella storia, perché porta a compimento la pienezza della redenzione.
Il termine "oggi", molto caro a Luca (cfr 19,9; 23,43), ci riporta al titolo cristologico preferito dallo stesso Evangelista, cioè "salvatore". Già neri suoi racconto dell'infanzia esso è presentato nelle parole dell'angelo ai pastori: "Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, Cristo Signore" (Lc 2,11). Questo brano interpella "oggi" anche noi.
Anzitutto ci fa pensare al nostro modo di partecipare alla Messa e di vivere la domenica: giorno del riposo e della famiglia, ma prima ancora giorno da dedicare al Signore, partecipando all'Eucaristia, nella quale ci nutriamo del Corpo e Sangue di Cristo e della sua Parola di vita.
In secondo luogo, nel nostro tempo dispersivo e distratto, questo Vangelo ci invita ci invita ad interrogarci sulla nostra capacità di ascolto cioè di congiungere all'udire la disponibilità amorosa aubbidire.
Prima di poter parlare di Dio e con Dio, occorre ascoltarlo, e la liturgia della Chiesa è per tutti, fin da bambini, la "scuola" di questo ascolto del Signore che ci parla "oggi".
Infine, ci dice che ogni momento della settimana può divenire un "oggi" propizio perla nostra conversione. Ogni girono può diventare l'oggi salvifico, perché la salvezza è storia che continua nella Chiesa e per ciascun discepolo di Cristo.
Questo è il senso ristiano del "carpe diem": cogli l'oggi in cui Dio ti chiama a donarti la salvezza e come Padre, Figlio e Spirito santo ti benedice.
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