DOMENICA DI PASQUA NELLA RISURREZIONE DEL SIGNORE

 

È la notte di questa Pasqua; è la notte che, da un sabato santo che ci sembra infinito, ci consegna la certezza di un Dio vivo, risorto, vicino.

 

È la notte di questa Pasqua. I discepoli sono chiusi dentro. Hanno paura perché sono testimoni del virus dell'odio che ha ucciso il loro Maestro. Hanno paura del virus della sofferenza di cui hanno visto patire Gesù. Hanno paura del virus della violenza che abita il cuore degli uomini. Temono che i tentacoli lunghi e pericolosi del virus della cattiveria possano raggiungerli. Sono terrorizzanti perché percepiscono intorno a loro il virus portatore di morte. Sono timorosi del fatto che questo virus gli abbia portato via la certezza dell'esistenza di Dio.

 

È la notte di questa Pasqua. È ancora presto e alcune donne si preparano ad uscire, anche se il loro cuore è abitato dagli stessi sentimenti dei discepoli. Non si sa quale tipo di autocertificazione abbiano, ma trovano il coraggio di uscire. Eppure, giunte al sepolcro, hanno la sensazione che il virus dell'incertezza prenda il sopravvento su di loro, perché ignorano, non capiscono, non sanno descrivere ciò che sta succedendo: la pietra è rotolata e il corpo di Gesù non c'è.

 

Oh, quanto ci sentiamo solidali con questi discepoli e con queste donne! Forse come mai ci è capitato prima! Noi, che siamo chiusi nelle nostre case da più di un mese e facciamo i conti con un virus che ci porta sofferenza, incertezza e morte.

 

Potremmo anche azzardarci a dire che il nostro Sabato Santo si è dilatato nel tempo.

 

Eppure il Vangelo ci consegna una certezza salda, un annuncio potente di vita nuova, un messaggio di luce sfolgorante:

 

Non abbiate paura! Gesù è risorto!     

È la veglia di questa Pasqua e il buio della notte che abitava il nostro cuore è rischiarato dall'aurora. Come però accade ai discepoli e alle donne, facciamo fatica a crederci, dubitiamo, l'annuncio sembra non bastarci. Ancora il Vangelo ci rassicura con la certezza di Dio vicino, anche se noi non sappiamo riconoscerlo: è il Signore risorto che per primo ci si avvicina e si fa presente nella nostra vita. Come accade a Maria di Magdala, Gesù ci chiama ancora per nome per inviarci e annunciare ai fratelli la vita eterna in Dio. Come capita ai discepoli di Emmaus, Cristo risorto si fa nostro compagno di strada, cammina con noi e condivide la mensa. Come succede agli undici riuniti insieme, il Signore passa il muro del timore e la porta sbarrata della paura e si fa presente in mezzo ai suoi, gli regala la sua pace e dona loro il suo Spirito.

 

 

Ora siamo più sereni e il cuore è riscaldato: il buio della notte e le nuvole dei nostri dubbi pian piano lasciano lo spazio alla certezza del sole di Pasqua, perché sappiamo che non solo la morte è vinta, che non solo la paura, l'incertezza, il male possono essere sconfitti, ma anche che, nonostante la nostra incredulità, il Signore ci è vicino, il Signore cammina con noi, il Signore risorto è presente in mezzo a noi.

 

Con tutto questo nel cuore, auguro a tutti una Pasqua di gioia e di certa speranza!

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