Non contrapporre forma ordinaria e forma straordinaria dell'unico rito romano

Il Concilio non desiderava rompere con le forme liturgiche ereditate dalla Tradizione ma valorizzarle migliorando la partecipazione
Da "Messa in Latino", 24 settembre 2019.
Il cardinale Sarah, prefetto della Congregazione per il culto divino, ha concesso un'ampia intervista a Edward Pentin, del National Catholic Register .  

Richiamiamo la vostra attenzione sulle sue parole forti in merito alle manovre di chi vorrebbe vietare la Messa latina tradizionale o sospettare su di essa.
Perché Lei pensa che sempre più giovani sono attratti dalla liturgia tradizionale o nella cosiddetta forma straordinaria? Lo vedo e ne sono testimone: i giovani mi
hanno confidato la loro assoluta preferenza per la forma straordinaria, più educativa e più insistente sul primato e centralità di Dio, sul silenzio e sul significato della trascendenza sacra e divina. Ma soprattutto, lo comprendiamo facilmente, come non possiamo essere sorpresi e profondamente sbalorditi per il fatto che quella che ieri era la regola oggi è vietata? Non è forse vero che proibire o nutrire dei sospetti nei confronti della forma straordinaria della Messa può essere ispirato solo dal demonio che desidera il nostro soffocamento e la nostra morte spirituale?  Quando la forma straordinaria viene celebrata nello spirito del Concilio Vaticano II, rivela la sua piena fecondità: perché ci sorprendiamo che una liturgia che ha donato così tanti Santi continui a sorridere alle giovani anime assetate di Dio?  Come Benedetto XVI, spero che le due forme del rito romano si arricchiscano a vicenda. Ciò implica uscire da un'ermeneutica di rottura. Entrambe le forme hanno la stessa fede e la stessa teologia. Contrapporsi è un profondo errore ecclesiologico. Significa distruggere la Chiesa strappandola alla sua Tradizione e facendole credere che ciò che la Chiesa considerava santo in passato è ora sbagliato e inaccettabile: un grande inganno e un insulto a tutti i Santi che ci hanno preceduto! Che visione della Chiesa!Dobbiamo allontanarci dalle opposizioni dialettiche. 
Il Concilio non desiderava rompere con le forme liturgiche ereditate dalla Tradizione, ma, al contrario, valorizzarle migliorando la partecipazione. La Costituzione conciliare stabilisce che "le nuove forme scaturiscano organicamente, in qualche maniera, da quelle già esistenti. (Art.23 N.d.R.) Sarebbe quindi sbagliato opporre la Tradizione della Chiesa al Concilio (e viceversa).
In questo senso, è necessario che coloro che celebrano la forma straordinaria lo facciano senza uno spirito di opposizione e quindi nello spirito della Costituzione Sacrosanctum Concilium. Abbiamo bisogno della forma straordinaria per discernere anche in quale spirito celebrare quella ordinaria. Al contrario, celebrare nella forma straordinaria senza tener conto delle indicazioni del Sacrosanctum Concilium rischia di ridurre questa forma a un residuo archeologico senza vita e senza futuro. Sarebbe auspicabile includere nell'appendice di una futura edizione del Messale (riformato N.d.R.) anche il Rito penitenziale e l'Offertorio della forma straordinaria al fine di sottolineare che le due forme liturgiche si illuminano a vicenda, in continuità e senza opposizione. Se viviamo in questo spirito, allora la liturgia cesserà di essere il luogo delle rivalità e delle critiche e ci condurrà infine nella grande liturgia celeste.

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