V Domenica di Quaresima

Col Perdono sacramentale di Pasqua  riscopriamo il significato e la bellezza di essere risanati dall'amore misericordioso del Padre che si spinge fino a dimenticare volontariamente il peccato, pur di perdonarci
Siamo giunti alla Quinta Domenica di Quaresima, nella quale la liturgia ci propone, quest'anno, l'episodio evangelico di Gesù che salva una donna adultera dalla condanna a morte (Gv 8,1-11) rivelando con un fatto cosa significa
puntare ad essere perfetti come è perfetto il Padre con il suo amore fino al perdono.
Mentre sta insegnando nel Tempio il Vangelo, il Nuovo comandamento cioè la possibilità di divenire perfetti come è perfetto il Padre con un amore più grande di ogni peccato, gli scribi e i farisei conducono a Gesù una donna sorpresa in adulterio, per la quale la legge mosaica, l'Antico Testamento, prevedeva la lapidazione. Quegli uomini chiedono a Gesù di giudicare la peccatrice con lo scopo di "metterlo alla prova sull'annuncio della Nuova Alleanza, sulla Nuova Storia di amore del Padre che ama fino al perdono e di spingerlo, alla luce dell'Antica Alleanza, a fare un passo falso, una smentita. La scena è carica di drammaticità: dalle parole di Gesù dipende la vita di quella persona, ma anche la verità della sua stessa vita, del suo Vangelo. Gli accusatori ipocriti, infatti, fingono di affidargli il giudizio, mentre in realtà è proprio Lui che vogliono accusare e giudicare il suo Vangelo, il Nuovo comandamento di puntare ad essere perfetti come il Padre amando fino al perdono. Gesù, invece è "pieno di grazia e di verità" (Gv 1,14): Egli sa che cosa c'è nel cuore di ogni uomo con il libero arbitrio cioè la possibilità di amare ma anche il rischio di odiare, vuole condannare il peccato ma salvare il peccatore, e smascherare l'ipocrisia di vantarsi non peccatori, giusti. L'evangelista san Giovanni dà risalto ad un particolare: mentre gli accusatori lo interrogano con insistenza, Gesù si china a scrivere con il dito per terra Osserva sant'Agostino che quel gesto mostra Cristo come il legislatore divino: infatti nell'Antica Alleanza, nell'Antica Storia di amore, Dio scrisse la legge col suo dito sulle tavole di pietra. Gesù dunque è il Legislatore, è la Giustizia in persona. E qual è la sua sentenza perfetta come è perfetto l'Amore del Padre venuto a rivelare? "Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei". Queste parole sono piene della forza disarmante della verità, che abbatte il muro dell'ipocrisia e apre le coscienze ad una giustizia più grande, quella dell'amore del Padre più grande di ogni peccato, in cui consiste il pieno compimento di ogni precetto (Rm 13,8-10), la Nuova Alleanza, la Nuova Storia di amore, il Vangelo. E' la giustizia che ha salvato anche Saulo di Tarso, trasformandolo in san Paolo (Fil 3,8-14).
Quando gli accusatori, scoprendosi peccatori "se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani", Gesù, assolvendo la donna dal suo peccato, la introduce in una nuova vita, orientata al tentare, ritentare il bene: Come la perfezione dell'amore del Padre più grande di ogni peccato "Neanch'io ti condanno; va e d'ora in poi tenta e ritenta di non peccare più e se cadi lasciati riconciliare e ricomincia" E' la stessa grazia che farà dire all'Apostolo: "So soltanto questo: dimenticando ciò che mi sta alle spalle e proteso verso ciò che mi sta di fronte, corro verso la meta, al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù" (Fil 3,14)Il Padre desidera per noi soltanto il bene e la vita, è appassionato di ognuno; Egli provvede alla salute della nostra anima per mezzo dei suoi ministri, liberandoci dal male col Sacramento della Riconciliazione pasquale con Dio e i fratelli, affinché nessuno vada perduto, ma tutti si sentano peccatori bisognosi di convertirsi. Nel Perdono sacramentale attraverso il Confessore i fedeli riscoprono il significato e la bellezza del confessare al Padre i propri peccati e ricevere  dalla perfezione del suo amore il perdono: si spinge fino a dimenticare volontariamente il peccato, pur di perdonarci.
Impariamo dal Signore Gesù a non giudicare  e a non condannare mai  la persona, il prossimo. Impariamo ad essere intransigenti col il peccato – a partire dal nostro! Ma poiché ci sfugge la piena avvertenza e il deliberato consenso giudichiamo il comportamento del prossimo ma non la presenza del peccato perché ci sfugge la piena avvertenza e il deliberato consenso presenti solo a Dio, al Padre il cui amore, tra l'altro, è sempre più grande di ogni peccato! Ci aiuti in questi casi la santa Madre di Dio che, essente da ogni colpa, è mediatrice di grazia per ogni peccatore pentito.

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