Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria
In occasione del centenario delle apparizioni
della Madonna di Fatima, il vescovo della diocesi di Reggio Emilia ha
proclamato un solenne atto ci consacrazione al Cuore Immacolato di Maria. Si
tratta di un'iniziativa unica nel suo genere, e per certi versi coraggiosa
vista la ritrosia con la quale un'ampia parte di certa intellighentia cattolica ha liquidato in questi ultimi
decenni la devozione mariana. Il vescovo Massimo Camisasca ci pensava da tempo:
vivere il
13 maggio non come un semplice anniversario sul calendario, ma come
un rispondere ad una richiesta che la Vergine aveva espresso a Cova da Iria per
il mondo intero e la Russia in particolare.
"Fin dall'inizio del 2017 ho
espresso il vivo desiderio
di consacrare la nostra Diocesi e la nostra terra al Cuore Immacolato di
Maria" ha scritto Camisasca nella bolla d'indizione del
"giubileo" fatimita ripetendo così le parole espresse nel 1959 dal
vescovo di Reggio Beniamino Socche, che al termine della Peregrinatio Mariae in terra reggiana, consacrò la diocesi al
Cuore Immacolato.
E in processione, sabato 13
maggio, per le vie
di Reggio Emilia sarà proprio una copia di quella statua, portata a spalla
dalle confraternite locali. A testimoniare l'importanza di questo atto di
consacrazione, che va ben oltre la semplice devozione, Camisasca vuole davvero
tutta la diocesi: "Vescovo, sacerdoti, diaconi, religiosi, religiose,
consacrati, fedeli, Case della Carità, aggregazioni laicali e movimenti,
ammalati e volontari dell’Unitalsi e del Cvs, membri dei gruppi di preghiera,
in Piazza Duomo, davanti alla Chiesa madre di tutti i fedeli
reggiano-guastallesi, pronuncerò l’Atto di affidamento a Maria, concluso dal
canto dei fedeli e dal suono delle campane, invocando insieme per
l’intercessione materna della Vergine la pace sul mondo intero".
Ma che cosa significa un atto di
consacrazione? E perchè il
vescovo ha preso questa decisione così importante? E che cosa significa, dunque
perché è ancora decisiva, l'esperienza di Fatima nel mondo di oggi tanto da
apparire a noi come un crocevia decisivo e profetico? La Nuova BQ lo ha chiesto proprio a Camisasca in questa intervista.
L'atto di consacrazione è una
manifestazione pubblica di fede che però nel corso degli ultimi 50 anni ha
faticato ad "imporsi". Perché ha deciso come vescovo di celebrare i
100 anni delle apparizioni non un atto di culto pubblico?
Mi sembra fondamentale che in un’epoca in cui
la fede tende a ridursi a un atto privato, a un rapporto dell’individuo con
Dio, essa possa mostrare il suo volto pubblico: la fede, per sua natura, è
chiamata a trasformare la mente e il cuore delle persone, e perciò i loro
rapporti e il volto della società. L’espressione forse più alta della valenza
pubblica della fede si rivela proprio in quanto è nato dai richiami di Fatima: senza
la conversione dei cuori, non vi sarà la fine delle guerre. Questo
continuamente la Madonna ripete fino a oggi. Al suo richiamo fa eco il
magistero dei Papi, da Pio XII a Francesco.
Ritiene che questa sia una
richiesta della Madonna ancora valida o proprio oggi ancor più valida?
La richiesta della Madonna è più valida che
mai. Consacrare se stessi, la Chiesa, il mondo, al cuore immacolato di Maria,
vuol dire vedere in Maria, nel suo amore purissimo, tutto teso soltanto al bene
dei suoi figli, una forza potente di intercessione presso Dio. Vuol dire
chiedere la grazia della conversione e della vittoria contro Satana e contro
tutte le forze del male che egli scatena nei confronti del regno di Dio.
Si tratta di un atto di devozione
e basta o si inserisce invece in una dimensione ecclesiologica precisa?
Si tratta di un’ecclesiologia ben precisa,
tra l’altro raccolta nella Lumen
Gentium, che vede
in Maria la madre della Chiesa. Essa sostiene la generazione del Verbo e lotta
perché il corpo di Cristo sia difeso nella battaglia quotidiana contro chi
vorrebbe eliminarlo. È anche la visione di Maria e della Chiesa che troviamo
nel capitolo XII dell’Apocalisse.
Alla luce dell'atto di
affidamento qual è il ruolo entro il quale un cristiano deve inserire la
Madonna? Spesso anche in ambito cattolico si fa largo la tesi, tipicamente
protestante, che il culto a Maria non sia lecito o che comunque non sia
salvifico. Che cosa risponderebbe?
Maria è una delle strade fondamentali per
comprendere chi sia il fedele nella sequela di Cristo. Ma anche colei che
avendo generato Gesù di Nazaret nella sua umanità divina, ci aiuta a entrare
nell’umanità di Gesù, che è la porta fondamentale per scorgere la sua divinità.
Lei ha mai conosciuto suor Lucia?
E' stato a Fatima? Se sì quali ricordi ha di queste esperienze?
Non ho mai conosciuto suor Lucia
personalmente, anche se sono stato tentato più volte di andarla a incontrare.
Mi ha sempre trattenuto un senso di rispetto, forse esagerato, per la sua
persona. Sono stato molte volte a Fatima, un luogo che conserva ancora oggi il
clima di una periferia nascosta dell’Europa, il clima del silenzio e del
mistero, del sacrificio e dell’offerta. Forse tutto ciò è accentuato dalle
tombe dei tre veggenti, così semplici e familiari, e dalla corona di Maria in
cui è incastonato il proiettile che ferì san Giovanni Paolo II.
Che cosa pensa del dibattito in
corso nel mondo cattolico sul terzo segreto. E' davvero stato rivelato tutto o
è possibile che alcune parti del terzo segreto, forse di difficile comprensione,
siano state tenute segrete?
Non so assolutamente nulla a questo riguardo.
Penso che la sostanza del segreto sia stata rivelata.
Quali risvolti può avere oggi il
messaggio di Fatima alla luce delle dichiarazioni di Benedetto XVI nel 2007
sull'aereo di ritorno dal Lisbona?
Penso che le parole di papa Benedetto siano
ancora attuali. La Chiesa ha bisogno permanentemente di riscoprire il suo volto
in quello di Cristo, la sua missione in quella del Salvatore e di abbandonare
tutto ciò che intralcia questa missione.
Il cardinal Caffarra ha sempre
ricordato l'episodio dell'incontro con suor Lucia e posto l'accento
sull'attacco alla famiglia. Che cosa possono dire a noi quelle parole?
Certamente la grave crisi della realtà della
famiglia, che ha molte cause, è accentuata dall’attacco ideologico rivolto
contro di essa da tutte quelle forze che preferiscono che l’uomo sia solo, per
poter essere meglio soggiogato dai poteri mondiali che governano la nostra
società capitalista.
La devozione a Fatima si
inserisce nel solco delle devozioni mariane. A questo proposito che cosa
succede a Civitavechia? Lei ha fatto la prefazione di un libro di monsignor
Grillo. In che modo Civitavecchia è collegata Fatima?
Non so rispondere a questa domanda. Sono
stato in quella casa a pregare. So che ci è stato anche Giovanni Paolo II.
Lascio che sia la Chiesa a dire un parere definitivo.
Il terzo segreto di Fatima ci
parla di una condizione di grave sofferenze per la Chiesa. Oltre alle
persecuzioni e alla grave crisi morale di certi uomini di Chiesa, come nel caso
della pedofilia, ci sono anche elementi per pensare a un messaggio che investa
il rischio di apostasia della Chiesa?
Credo profondamente alle parole di Gesù: non prebalebunt, non prevarranno (cfr. Mt 16,18). Se la
condizione di vita della Chiesa è una condizione di lotta, come è la condizione
di vita del cristiano, essa sa che è Cristo stesso al timone della sua nave. I
segni della fede, della speranza e della carità sono molto presenti nella vita
della Chiesa di oggi, attraverso i santi e i martiri più numerosi che nelle
altre epoche della storia.
Che cosa significa alla luce del
messaggio di Fatima leggere la storia e il presente secondo una logica
profetica? Stiamo attraversando tempi profetici?
Il grande profeta è stato Gesù. Maria, con le
sue apparizioni, ci invita continuamente a guardare e ascoltare la profezia che
è suo Figlio. Ci invita alla preghiera, all’ascolto di Dio, alla penitenza,
alla gioia.
Perché ci rivolgiamo a Fatima
pensando che alla fine il Cuore immacolato trionferà? E' una consolazione che
però ci spaventa. Significa che siamo spaventati perché la situazione nella
Chiesa non va come dovrebbe? La fede è in calo in Occidente, le chiese
chiudono, il mondo è sempre più scristianizzato e nemico della fede. Che cosa
dovremmo fare noi per favorire questo trionfo?
Durante la mia visita pastorale trovo molti accenti di
paura nelle persone. Invito tutti, senza un ottimismo vuoto, ma con realismo
cristiano, a guardare con fiducia ciò che ci attende. Dio molte volte ha
provato il suo popolo, ma, quando esso ha ascoltato il suo richiamo alla
conversione, tanti nuovi germogli hanno segnato una nuova nascita, una nuova
epoca.
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