Brani sul Ministero dell’Eucarestia dalla “Forza del Silenzio”

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Di Robert Sarah (La forza del silenzio)
Oggi, certi preti trattano l'eucaristia con sovrano disprezzo. Vedono la messa come un rumoroso banchetto nel quale i cristiani fedeli all'insegnamento di Gesù, i divorziati risposati, gli uomini e le donne in situazione di adulterio, i turisti non battezzati che partecipano alle celebrazioni eucaristiche delle grandi folle anonime possono avere accesso al corpo e al sangue del Cristo, senza distinzioni.
La Chiesa deve esaminare con urgenza l'opportunità ecclesiale e pastorale di queste immense celebrazioni eucaristiche composte da migliaia e migliaia di
partecipanti. C'è un grande pericolo di trasformare l'eucaristia, "il grande mistero della fede", in una banale kermesse e di profanare il corpo e il sangue prezioso del Cristo. I preti che distribuiscono le sacre specie e non conoscono nessuno e danno il corpo di Gesù a tutti, senza discernimento tra i cristiani e i non cristiani, partecipano alla profanazione del santo sacrificio eucaristico. Coloro che esercitano l'autorità nella Chiesa diventano colpevoli, per una forma di complicità volontaria, lasciando che si compia il sacrilegio e la profanazione del corpo del Cristo in queste gigantesche e ridicole autocelebrazioni, in cui davvero pochi percepiscono che "voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga" (1 Cor 11, 26).
Dei preti infedeli alla "memoria" di Gesù insistono più sull'aspetto festivo e sulla dimensione fraterna della messa che sul sacrificio di sangue del Cristo sulla croce. L'importanza delle disposizioni interiori e la necessità di riconciliarci con Dio accettando di lasciarci purificare dal sacramento della confessione non sono più di moda oggi. Ogni giorno di più occultiamo il monito di san Paolo ai Corinti: "Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga. Perciò chiunque in modo indegno mangia il pane o beve il calice del Signore, sarà reo del corpo e del sangue del Signore. Ciascuno, pertanto, esamini se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice; perché chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna. È per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi" (cf. 1 Cor 11, 27-30).

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