Omelia per Domenica alla Madonna della salute di Dossobuono

Omelia della XXXIII Domenica
nel Santuario della Madonna della salute sabato
12 novembre alle ore 20

In questo secondo giorno della novena della Madonna della Salute con la porta giubilare aperta, in questa penultima Domenica dell’Anno liturgico, san Luca l’evangelista della misericordia che ci ha accompagnato in tutto quest’anno, ripropone alla nostra riflessione biblica la buona notizia, o Vangelo, sulla storia riattualizzando oggi le parole dei Gesù, che invita i discepoli di allora e noi di questa sera a non aver
paura non perché le cose vanno sempre bene, ma ad affrontare difficoltà, incomprensioni, terremoti e persino persecuzioni anche in famiglia, nel nostro ambiente, nella nostra società, con fiducia, perseverando nella fede in Lui che si fa sempre presente soprattutto nell’attualizzazione sacramentale del suo sacrificio nella Messa e agisce nei sacramenti come icona della misericordia del Padre. “Quando sentirete parlare di guerre e di rivoluzioni –  ripete il Signore al nostro ascolto di preghiera che congiunge all’udire la disponibilità ad ubbidire -, non vi terrorizzate. Devono infatti accadere prima queste cose, ma non sarà subito la fine” (Lc 21,9). Memore di questo ammonimento, sin dall’inizio la Chiesa vive nell’attesa orante del ritorno del Signore che porterà a compimento in cieli nuovi e terra nuova la creazione e la redenzione, scrutando i segni dei tempi e mettendo in guardia i fedeli da ricorrenti messianismi, che di volta in volta annunciano come imminente la fine del mondo.  Anche scientificamente con la relativizzazione di Einstein e il bing bang è dimostrato che il cosmo ha avuto un inizio e quindi avrà una fine. La fede mi rivela l’inizio con la creazione, il compimento in cieli nuovi e terra nuova in cui la giustizia, la carità, l’ogni bene senza più alcun male del Paradiso. Ma quando nella storia umana questo avverrà?  hanno chiesto i discepoli. Non è rivelabile dal Padre ha risposto Gesù: siate, però, sempre vigilanti e abbiatelo presente in ogni scelta morale! In realtà, la storia deve fare il suo corso, che comporta anche drammi umani e calamità  naturali, come per esempio il terremoto di questi mesi. Ma in essa si sviluppa un disegno di salvezza, di misericordia verso la vita veramente vita per ciascuno e verso cieli nuovi e terra nuova a cui Cristo ha già dato compimento nella sua incarnazione, morte e risurrezione e dopo l’ascensione con il suo rendere sacramentalmente attuale tutta la sua esistenza terrena, soprattutto il suo Sacrificio in ogni celebrazione della Messa, come in questo momento sta avvenendo. Questo mistero che fonda fiducia e speranza in tutte le tribolazioni la Chiesa continua ad annunciare ed attuare con la predicazione, con la celebrazioni dei sette sacramenti, la testimonianza della carità e i sacramentali istituiti dalla Chiesa come la preghiera di liberazione che faremo alla fine della Messa. Cristo ha vinto Satana e con Lui possiamo non soccombere nella tentazione ed essere liberati, guariti e consolati.
 Con l’indulgenza dell’atto penitenziale attraversando la porta giubilare di questo santuario alle condizioni che conoscete Cristo vi libera anche dalle conseguenze temporali del peccato. I peccati sono sempre atti di ribellione a Dio che vengono perdonati dalla sua misericordia nella confessione, ma le conseguenze necessitano o della purificazione nella sofferenza o delle indulgenze che vivi possiamo ricevere per noi stessi o per le anime die nostri defunti nel dono, sempre di misericordia, della purificazione ultraterrena del purgatorio.
Cari fratelli e sorelle, raccogliamo qui nel Santuario della Madonna della salute, l’invito di Cristo questa sera ad affrontare gli eventi quotidiani e storici confidando nel suo amore che vede e provvede attraverso la preghiera con una onnipotenza più grande delle nostre necessità. Non temiamo per  l’avvenire, anche quando esso ci può apparire a tinte fosche come in questo momento storico, perché il Dio Padre di Gesù Cristo, che ha assunto la storia per aprirla al suo compimento trascendente, ne è l’alfa e l’omega, il principio e la fine (Ap 1,8). Egli ci garantisce, anche attraverso la consolazione e la speranza della sua e nostra madre già giunta con l’assunzione alla meta  e qui particolarmente presente e operante in questo santuario, che in ogni piccolo ma genuino atto di amore c’è tutto il senso  dell’universo, e chi per amore non esista anche a perdere la propria vita per Lui nei fratelli, la ritrova in pienezza (Mt 16,25). 

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