Preghiera 53
13 gennaio 2015
Preghiera di liberazione, di guarigione, di consolazione
Dopo l’incontro di liberazione di Natale non sottometterti di nuovo alla schiavitù del
demonio, vigilando con Cristo e pregando liberaci dal Maligno
Liturgia della terza messa di Natale
(165) Gloria nel ciel
(342) Tu scendi dalle stelle
(354) per l’esposizione, più strofe Venite fedeli
Omelia
Vorrei rifarmi al
“Discorso” di san Leone Magno, papa, nel giorno di Natale dal tema “Riconosci cristiano la tua dignità” e
come allora sono parte integrante della
liturgia le due ultime
richieste del Padre nostro non indurci, non abbandonarci alla tentazione, liberaci dal Male, dal Maligno.
“ Il nostro salvatore, carissimi, oggi è nato: rallegriamoci! Non c’è
spazio per la tristezza nel giorno in cui nasce la vita, una vita che distrugge
la paura della morte e dona la gioia
delle promesse eterne. Nessuno è escluso da questa felicità: la causa
della gioia è comune a tutti perché il nostro Signore, vincitore del peccato e
della morte, non avendo trovato nessuno libero dalla colpa, è venuto per la liberazione
di tutti. Esulti il santo, perché si avvicina al premio; gioisca il peccatore,
perché gli è offerto il perdono; riprenda coraggio il pagano, perché è chiamato
alla vita.
Il Figlio di Dio infatti, giunta la pienezza dei tempi che
l’impenetrabile disegno divino aveva disposto, volendo riconciliare con il suo
Creatore la natura umana, l’assunse lui stesso in modo che il diavolo, apportatore della morte, fosse vinto da quella
stessa natura che lui prima aveva reso
schiava. Così alla nascita del
Signore gli angeli cantano esultanti: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e
pace in terra agli uomini che egli ama” (Lc 2,14). Essi vedono che la celeste
Gerusalemme è formata da tutti i popoli del mondo. Di questa opera ineffabile
dell’amore divino, di cui tanto gioiscono gli angeli nella loro altezza, quanto
non deve rallegrarsi l’umanità nella sua miseria! O carissimi, rendiamo grazie a Dio Padre per
la infinita misericordia, con cui ci ha amati, ha avuto pietà di noi, e, mentre
eravamo morti per i nostri peccati, ci ha fatti rivivere con Cristo (Ef 2,5)
perché fossimo in lui creatura nuova, nuova opera delle sue mani.
Deponiamo dunque “l’uomo vecchio con la sua condotta di prima” (Ef 4,22) e, poiché siamo partecipi della
generazione di Cristo, rinunciamo alle opere della carne. Riconosci, cristiano,
la tua dignità e, reso partecipe della natura divina, non voler tornare all’abiezione
di un tempo con una condotta indegna. Ricordati che, strappato al potere delle tenebre, sei stato trasferito nella luce del
regno di Dio. Con il sacramento del battesimo sei diventato tempio dello
Spirito Santo”. Non mettere in fuga un ospite così illustre con un comportamento riprovevole e non
sottometterti di nuovo alla schiavitù del demonio. Ricorda che il prezzo
pagato per il tuo riscatto è il sangue di Cristo”.
E Papa Francesco, in
preparazione al sacramento della Riconciliazione di Natale ha richiamato 15
malattie o tentazioni:
1.
La
malattia del sentirsi “immortale, “immune” o addirittura
“indispensabile”…Un’ordinaria visita ai cimiteri ci potrebbe aiutare a veder i
nomi di tante persone, delle quali alcuni forse pensavano di essere immortali,
immuni e indispensabili!
2.
La
malattia del “martalismo” (che viene da Marta), dell’eccessiva operosità: ossia
di coloro che si immergono nel lavoro, trascurando, inevitabilmente, “la parte
migliore”: il sedersi sotto i piedi di Gesù (Lc 10,38-42) a pregare.
3.
La
malattia dell’”impietrimento mentale”…coloro che strada facendo, perdono serenità
interiore, la vivacità e l’audacia….non
più uomini di Dio. E’ pericoloso perdere la sensibilità umana necessaria per
farci piangere con coloro che piangono e gioire con coloro che gioiscono!
4.
L’eccessiva
pianificazione e funzionalismo…lo Spirito santo è freschezza, fantasia, novità.
5.
La
malattia del cattivo coordinamento….Quando il piede dice al braccio: “non ho
bisogno di te”, o la mano alla testa: “comando io”, causando così disagio e
scandalo.
6.
La
malattia dell’”alzheimer spirituale”: ossia la dimenticanza della “storia della
salvezza”, della storia personale con il Signore, del “primo amore” (Ap 2,4).
7.
La
malattia della rivalità e della vanagloria.
8.
La
malattia della schizofrenia esistenziale. E’ la malattia di coloro che vivono
una doppia vita, frutto dell’ipocrisia tipica del mediocre e del progressivo
vuoto spirituale..
9.
La
malattia delle chiacchere, delle mormorazioni e dei pettegolezzi…Guardiamoci
dal terrorismo delle chiacchere!
10. La malattia di divinizzare i capi: è la
malattia di coloro che corteggiano i superiori, sperando di ottenere la loro
benevolenza. Sono vittime del carrierismo e dell’opportunismo, onorano le persone
e non Dio.
11.La malattia dell’indifferenza verso gli
altri…Si prova gioia nel vedere l’altro cadere invece di rialzarlo e
incoraggiarlo.
12.La malattia della faccia funerea. Ossia
delle persone burbere e arcigne…trattano gli altri con rigidità e arroganza.
13.La malattia dell’accumulare…
14.La malattia dei circoli chiusi..
15.La malattia della mondanità degli
esibizionismi
Preghiera - catechesi
Vorrei
in questa preghiera – catechesi affrontare una questione che sta diventando
sempre più problematica: il maleficio cioè l’azione del demonio di nuocere fisicamente,
psichicamente, in relazione a una
persona, con disastri familiari e fallimenti, con impedimenti nel matrimonio,
allo studio, nella carriera, nel lavoro, nella salute in una modalità
preternaturale, attraverso un essere umano che prende il nome di “operatore malefico” in quanto si presta a
collaborare con il demonio stesso.
Il maleficio non consiste in una mera credenza superstiziosa, tra l’altro molto
diffusa e provocatrice di gravi divisioni, credenza fondata su racconti
popolari, ma è una possibilità le cui dinamiche, oltrepassando i limiti della
natura umana, sconfinano nel mondo demoniaco. I malefici sono di molteplice
forma e fatti per mezzo di oggetti opportunamente preparati e confezionati a questo scopo con
dei riti che si tramandano da secoli.
L’operatore
malefico assume una forte funzione strumentale nelle mani del demonio, il quale
si serve di persone come “satelliti” che si prestano ai suoi sinistri disegni,
per provocare sulla vittima designata, uno straordinario e diretto influsso,
caratterizzato dalla comparsa di fenomeni effettivamente inspiegabili in
termini puramente naturali. Dunque, non è l’operatore malefico che usa il demonio, ma è il demonio stesso
che si serve di lui, sempre ovviamente per mezzo del libero arbitrio dell’operante
malefico. I malefici sono una testimonianza drammatica della possibilità a cui
può giungere l’azione del demonio quando l’uomo
si presta a collaborare volontariamente
con lui per fare del male agli altri anziché vivere in comunione
ecclesiale con Cristo, vincitore del
principe di questo mondo. Tra i peccati è uno dei più gravi.
(156) 1. E’ nato il Salvatore, Dio ce lo
donò. E’ nato da Maria, Ella ce lo portò. Egli è nato in mezzo a noi: Gesù Signore
nostro, noi crederemo in te.
2 Appare nella notte la nostra povertà.
Appare, ed è un bambino, uomo che soffrirà. Un bambino in mezzo a noi: Gesù,
fratello nostro, noi spereremo in te.
3. Angeli del tuo cielo cantano gloria a te;
cantano: pace in terra, per chi ti accoglie in sé. Ti accogliamo in mezzo a
noi: Gesù, che vivi in cielo, fa che viviamo in te.
La mia
esperienza di tredici anni di esorcista la verifico innanzitutto alla luce del Catechismo della Chiesa Cattolica che al
n.° 2117, valutando le pratiche di magia e di stregoneria da un punto di vista
morale, afferma testualmente descrivendo che cos’è il maleficio senza usare
l’espressione: “Tali pratiche sono ancor
più da condannare, quando si
accompagnano a una intenzione di nuocere o quando si ricorre all’intervento dei
demoni”. In una Nota Pastorale
della Conferenza Episcopale Toscana del 23 febbraio 1997 si dice: “Tra la nostra
gente è molto diffusa l’idea della “fattura”
eseguita a danno di qualcuno. Essa viene generalmente intesa come un atto
di maledizione, un gesto di condanna o un fenomeno di suggestione in grado di
arrecare del male a coloro ai quali è rivolto, senza che si pensi – almeno in
modo diretto o esplicito – ad un atto di natura demoniaca. Nonostante il suo
carattere di ingenuità, tale atto è da considerare come inaccettabile dal punto
di vista cristiano nella misura stessa in cui si pone come un agire contrario
alla virtù di religione, alla giustizia e alla carità. Non si può accettare che
qualcuno desideri e operi per il male di
qualcun altro. Ben più grave è il “maleficio”
che ha la presunzione di consegnare ciò che ne è l’oggetto (elementi
inanimati, animali e soprattutto persone) al potere o comunque all’influsso del
demonio. In simili casi, in quanto è attuato con questa specifica presunzione,
assume la forma della magia “nera” e costituisce un agire gravemente
peccaminoso. Alcuni fedeli si domandano: è vera la “fattura”? Ha effetti reali?
Il demonio si può servire di persone cattive e quindi di gesti come la
“fattura” o il “malocchio” per fare
del male a qualcuno? La risposta è certamente difficile per i singoli casi, ma non si può escludere, in pratiche di questo
genere, una qualche partecipazione del gesto malefico al mondo demoniaco e
viceversa”. E’ vero che il mondo dell’occultismo è pieno di
millantatori, il cui unico potere è la chiacchera e la furbizia: però, non ogni
esercizio di pratiche occulte è sempre riconducibile a sfruttamento di
credulità popolare. Alcuni operatori dell’occulto che a differenza dei semplici
imbroglioni sono realmente collegati, satelliti con il mondo demoniaco,
ricorrono all’intervento del demonio e possono talvolta attivare realmente nei confronti
di altre persone quella sua particolare azione “straordinaria”, dalla quale ci
si può difendere con una vita di grazia, di preghiera, di carità,
l’appuntamento eucaristico di ogni domenica, la confessione mensile, i
sacramentali come l’acqua benedetta, e nei casi più gravi si può richiedere
anche l’aiuto degli esorcismi della Chiesa. Il maleficio rientra tra
gli interventi straordinari del demonio, come la vessazione, l’ossessione, la
possessione, l’infestazione diabolica: tutte realtà sulle quali gli esorcisti
sono autorizzati a intervenire. Tuttavia al momento del discernimento di ogni
singolo caso gli esorcisti non si basano esclusivamente sulle parole di chi li
interpella, ed è magari convinto di essere vittima di maleficio: esaminano,
piuttosto se vi sono segni preternaturali inequivocabili – che non siano cioè
frutto di frodi né siano generati dalla sprovvedutezza della persona che sembrano
indicare la reale necessità di intervenire. Dio che possiede un volto umano,
Gesù Cristo è Emmanuele, Dio con noi, che ha vinto e continua a vincere, a
liberarci dal Demonio.
(143) 1. Dio s’è fatto come noi, per farci
come Lui. R) Vieni Gesù, resta con noi. 2. Viene dal grembo d’una donna, la
Vergine Maria. R) Vieni Gesù, resta con noi. 3. Tutta la storia lo aspettava:
il nostro Salvatore. R) Vieni Gesù, resta con noi. 4. Egli era un uomo come noi
e ci ha chiamato amici. R) Vieni Gesù, resta con noi. 5. Egli ci ha dato la sua
vita, insieme a questo pane. R) Vieni Gesù, resta con noi. 6. Noi, che mangiamo
questo pane, saremo tutti amici. R) Vieni Gesù, resta con noi. 7. Noi che
crediamo nel suo amore, vedremo la sua gloria. R) Vieni Gesù, resta con noi. 8.
Vieni, Signore, in mezzo a noi: resta con noi per sempre. R) Vieni Gesù, resta
con noi.
Siamo
ancora nel clima natalizio nel quale risuona la decisione dei pastori: andiamo
a Betlemme dove Dio da 2014 anni si è fatto bambino come si lascerà uccidere
sulla Croce limitando la sua onnipotenza per darci la possibilità di un
rapporto libero, cioè di amore con Lui, rischiando l’opera del Maligno con il nostro no anziché “sì Padre la tua volontà”,
ma sapendo trarre il bene anche dal male e manifestando la sua onnipotenza nel
perdono, ricreando ciò che il Maligno nel soccombere dell’uomo distrugge. Per
noi Betlemme è la Messa almeno di ogni Domenica, è la confessione mensile, è la
preghiera di ogni giorno come il Padre nostro al mattino e alla sera, è il
rosario, è il comandamento nuovo dato da Gesù di amare con il suo amore che
arriva al perdono, fino a non definire chi fa il male dal male che fa. Vivendo
così c’è una corazza di fronte al Maligno. Diventando bambino, Lui onnipotente,
ci propone di dargli del tu, di diventare suoi amici nella concretezza del noi
fraterno della Chiesa, di amicizie umane. Ha abbandonato ogni lontananza da
ogni uomo della sua benevolenza e manifesta la sua onnipotenza nel perdono,
ricreando ciò che il peccato mortale distrugge, ciò che il peccato veniale
ferisce, libera, guarisce, consola, questa sera ci tocca con il sacramentale dell’olio
benedetto, dopo averci eucaristicamente benedetto. E’ un vissuto sicuro contro
gli agguati del Maligno a meno che non cadiamo nella tentazione di porci,
nonostante peccatori perdonati o bisognosi di perdono, superbamente,
satanicamente al di sopra degli altri, non perdonare come Lui ci perdona: è il
modo più comune per esporci al Maligno. Con questi atteggiamenti di superbia
non si riesce a cogliere ed accettare Dio che nasce bambino, in una stalla,
avvolto in fasce, che si fa pane – vino rendendo attuale il sacrificio
liberatorio della Croce nella Messa, ricevendolo nella comunione per assimilarci
a Lui, vittorioso sul Maligno.
(140) 1.Di quale immenso amore Iddio ci ha
amati, da darci il Figlio suo e far di
noi suoi figli. R) Godiamo ed esultiamo per noi il Cristo è nato, andiamo al
Redentor.
2Il Re dell’universo in un presepe nasce:
Colui che regna in cielo vagisce in una grotta. R) Godiamo ed esultiamo…
3. I vigili pastori dall’Angelo avvertiti,
accorrono al presepe, adorano il Bambino. R) Godiamo ed esultiamo…
4.Il Sole di giustizia s’eleva sopra il
mondo: la Luce dell’Eterno risplende sulla terra. R) Godiamo ed esultiamo…
5. Nel Verbo fatto uomo la Trinità lodiamo:
al Dio uno e Trino sia lode sempiterna. R) Godiamo ed esultiamo…
La vita
del cristiano è una milizia e ci
vogliono forza e coraggio per
resistere all’azione ordinaria, quotidiana del Maligno cioè la tentazione la
più tremenda perché ci coinvolge nel male, per essere sempre pronti all’azione
straordinaria malefica cioè vessazioni, ossessioni, possessioni, infestazioni,
malefici su persone e cose, quindi annunciare,
come facciamo questa sera, la verità che libera dalla paura nell’accogliere
il farsi presente del Risorto con cui poter vincere il principe di questo
mondo.
Papa
Francesco, in una meditazione mattutina, ha detto che questa lotta è bellissima, perché quando il Signore vince in ogni passo, in
ogni tentazione della nostra vita, ci dà gioia, una felicità grande: è
questa la lieta notizia di fronte al male che viene dal Maligno attraverso
l’uomo che soccombe e viene liberato. Riflettendo sulle parole di Paolo nella Lettera
agli Efesini (6, 10 -20) e sul linguaggio militare da lui adoperato,
Papa Francesco ha definito lotta
spirituale cioè lotta per sentirci
sempre amati da Dio e per amare come Lui ci ama in rapporto all’azione
ordinaria più terribile del maligno cioè la tentazione quotidiana: per andare avanti nella vita spirituale, per
crescere nell’amore di Dio in noi e attraverso di noi, si deve combattere il nemico
pregando “non permettere che soccombiamo, non abbandonarci nella tentazione,
liberaci dal male, dal Maligno che è l’azione straordinaria.
Ricordati, o Vergine Maria, che non si è
mai udito che alcuno sia ricorso al tuo patrocinio, abbia implorato il tuo aiuto,
chiesto la tua protezione, e sia stato abbandonato. Sorretto da tale confidenza
ricorro a te, Madre, Vergine delle vergini, e mi umilio davanti a te, peccatore
pentito. Madre del Verbo di Dio, accetta le mie preghiere e propizia
esaudiscimi.
Venite
processionalmente, incominciando da quelli in fondo alla Chiesa, per il tocco
dell’Unzione con l’olio benedetto ed esorcizzato: è il sacramentale cioè
l’essere anche questa sera raggiunti, attraverso il segno sacramentale, dalla
presenza invisibile del Risorto e dalla sua azione ecclesiale mentre, con
questa fede, abbiamo presenti quelle speranze di liberazione, di guarigione, di
consolazione per cui siamo qui convenuti come Chiesa con sempre all’orizzonte
la grande speranza, la grande e sicura meta ultraterrena che giustifica anche
la fatica del vivere.
(67) O Gesù ti adoro, ostia candida, sotto
un vel di pane, nutri l’anima, solo in te il mio cuore si abbandonerà. Perché
tutto è vano se contemplo Te.
Ora guardo l’Ostia, che si cela a me, ardo
dalla sete di vedere Te: quando questa carne si dissolverà, il tuo viso luce,
si disvelerà. Amen.
Preghiamo.
Infondi nel nostro spirito la tua grazia, o Padre, Tu, che nell’annunzio dell’angelo
ci ha rivelato l’incarnazione del tuo Figlio nel cuore immacolato di Maria, per
la sua passione e la sua croce guidaci all’amore del Risorto che, in questo momento, ci benedice. Per
Cristo nostro Signore.
Amen
Dio sia benedetto…
Ed ora il sacramentale dell’acqua benedetta
ed esorcizzata
Preghiamo.
Signore Dio onnipotente, fonte e origine dell’anima e del corpo, benedici + quest’acqua e fa che ce ne
serviamo con fede per implorare il perdono dei nostri peccati e la grazia di
essere sorretti in ogni infermità e difesi da ogni insidia del nemico. La
tua misericordia, o Padre, faccia scaturire per noi l’acqua viva della salvezza, perché possiamo accostarci a
Te, con cuore puro e fuggire ogni pericolo dell’anima e del corpo. Per Cristo
nostro Signore.
Amen
Prossimo incontro martedì 10 febbraio 2015
(238) 1. C’è una terra silenziosa dove
ognuno vuol tornare…una terra e un dolce volto con due segni di violenza,
sguardo intenso e premuroso, che ti chiede di affidare la tua vita e il tuo
mondo in mano a lei. R)Madonna, Madonna Nera, è dolce esser tuo figlio!...Oh,
lascia, Madonna Nera, ch’io viva vicino a te!
2. Lei ti calma e rasserena, lei ti libera
dal male, perché sempre ha un cuore grande per ciascuno dei suoi figli; lei
t’illumina il cammino se le offri un po’ d’amore, se ogni giorno parlerai a Lei
così. R) Madonna….
3. Questo mondo in subbuglio cosa all’uomo
potrà offrire? Solo il volto di una Madre pace vera può donare. Nel tuo sguardo
noi cerchiamo quel sorriso del Signore che ridesta un po’ di bene in fondo al
cuor. R) Madonna…
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