In favore delle Sentinelle in piedi

Reggio, il vescovo in campo a favore delle Sentinelle in piedi


di Andrea Zambrano 05-12-2014
 
REGGIO EMILIA - Con una forte presa di posizione a favore delle Sentinelle in piedi il vescovo di Reggio Massimo Camisasca è intervenuto sulla polemica nata a seguito della cancellazione di un incontro sul gender nella parrocchia di Regina Pacis (clicca qui). Camisasca è intervenuto per sedare una situazione diventata ormai esplosiva dopo che il vice parroco don Paolo Cugini aveva annullato l'incontro di presentazione dell'attività delle Sentinelle nella battaglia contro l'ideologia gender. Questo anche a seguito delle proteste di un consigliere comunale del Pd, Dario de Lucia che aveva dichiarato che non si potevano concedere spazi della parrocchia agli “omofobi”. Una presa di posizione chiara nel corso della quale il vescovo di Reggio ha espresso la sua vicinanza come uomo e come vescovo alla battaglia delle Sentinelle in piedi che hanno il diritto inalienabile di manifestare le proprie opinioni. 
Secondo Camisasca «la decisione presa da don Paolo Cugini è stata frutto di una valutazione coscienziosa della situazione in ordine al bene dei fedeli». Ma il vescovo ricorda poi che «certamente egli, in futuro, saprà esprimere al popolo cui è mandato la voce della Chiesa e della ragione relativamente ai temi in questione». Un avvertimento dunque, rispetto alle ultime dichiarazioni di don Cugini che aveva detto come le Sentinelle a suo modo di vedere non fossero in sintonia con la Chiesa.
Subito dopo però il pastore reggiano ha detto che «molte delle convinzioni che le Sentinelle in piedi, con umile forza e in modo pacifico, vogliono portare all’attenzione pubblica sono le stesse che anche io, come uomo e come vescovo di questa diocesi, ho più volte sottolineato e che ho riassunto nella nota sul gender (pubblicata nello scorso aprile) e nell’ultimo Discorso alla città, in occasione della festa di san Prospero: la famiglia nasce dall’incontro tra un uomo e una donna; i figli non sono un diritto, né di singoli, né di coppie, ma un dono da accogliere e rispettare; i bambini hanno il diritto ad una madre e ad un padre e i genitori, - con il sostegno degli amici, dei parenti e delle istituzioni pubbliche – devono essere messi nelle condizioni di poter educare liberamente i propri figli».
Camisasca ha chiarito che «questi convincimenti non nascono da una posizione confessionale, ma sono patrimonio comune dell’esperienza umana, fondata sulla ragione. È per questo che anche la Chiesa, da sempre avvocata dell’uomo, si impegna a difenderli. Sono convinzioni che papa Francesco ha espresso più volte dall’inizio del suo pontificato».
Infine un pensiero di «gratitudine e di sostegno della Chiesa per la testimonianza di tanti uomini e tante donne, soprattutto di tanti giovani, appartenenti a fedi e storie diverse – facenti capo ad associazioni laiche o religiose, circoli culturali, ecc… – che si espongono in prima persona a difesa del bene dell’umanità».
«Accolgo con rispetto e attenzione - ha concluso -, perché portatore di una dignità umana uguale alla mia, chi ha posizioni differenti, qualunque sia la sua cultura, il suo credo, il suo orientamento sessuale: ognuno deve avere la possibilità di esprimere, nel rispetto degli altri, ciò di cui è convinto. Proprio in virtù di questo principio di libertà, occorre che da parte di tutti sia riconosciuto anche alle Sentinelle in piedi il diritto inalienabile a far sentire la loro voce».
Con l'intervento di Camisasca, uno dei primi vescovi in Italia a prendere posizione favorevole pubblica sulle istanze delle Sentinelle la vicenda sembra segnare dunque un punto di non ritorno. Le Sentinelle entrano nel consesso dei giusti e non dei paria a cui si può addirittura affibbiare la patente degli omofobi. Ma in parrocchia a Regina Pacis, il vice parroco adesso dovrà digerire il Magistero del suo vescovo e correggere il tiro rispetto a quanto scritto proprio ieri sul sito della parrocchia (clicca qui) dove ha annunciato che l'incontro si farà con le Sentinelle ma anche con «esponenti di gruppi che si riconoscono nel gender». L'Arcigay in parrocchia: ecco la nuova frontiera che ci mancava. 

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