Più donne nella riflessione teologica

Il magistero difende la fede apostolica comune, in cui non vi è differenza di classe tra dotti e semplici, tra uomini e donne. La Chiesa con il suo ministero gerarchico pastorale è abilitata all’annuncio e non all’insegnamento della teologia scientifica, ma il ministero dell’annuncio si impone anche per la teologia

Cari fratelli e sorelle,
vi incontro con piacere all’inizio di un nuovo quinquennio – il nono – della Commissione Teologica Internazionale. Ringrazio il Presidente, Cardinale Müller, per le parole che mi
ha rivolto a nome di tutti voi.
La vostra Commissione nacque, poco dopo il Concilio Vaticano II, a seguito di una proposta del Sinodo dei Vescovi, affinché la Santa Sede potesse avvalersi più direttamente della riflessione di teologi provenienti da varie parti del mondo. La missione della Commissione è dunque quella di «studiare i problemi dottrinali di grande importanza, specialmente quelli che presentano aspetti nuovi, e in questo modo offrire il suo aiuto al Magistero della Chiesa» (Statuti, art. 1). I ventisette documenti finora pubblicati sono testimonianza di questo impegno e un punto di riferimento per il dibattito teologico.
La vostra missione è di servire la Chiesa, il che presuppone non solo competenze intellettuali, ma anche disposizioni spirituali. Tra queste ultime, vorrei attirare la vostra attenzione sull’importanza dell’ascolto. «Figlio dell’uomo – disse il Signore al profeta Ezechiele – tutte le parole che ti dico ascoltale con gli orecchi e accoglile nel cuore» (Ez 3,10). Il teologo è innanzitutto un credente che ascolta la Parola del Dio vivente e l’accoglie nel cuore e nella mente. Ma il teologo deve mettersi anche umilmente in ascolto di «ciò che lo Spirito dice alle Chiese» (Ap 2,7), attraverso le diverse manifestazioni della fede vissuta del popolo di Dio. Lo ha ricordato il recente documento della Commissione su “Il sensus fidei nella vita della Chiesa”. È bello, Mi è piaciuto tanto quel documento, complimenti! Infatti, insieme a tutto il popolo cristiano, il teologo apre gli occhi e gli orecchi ai “segni dei tempi”. È chiamato ad «ascoltare attentamente, discernere e interpretare i vari linguaggi del nostro tempo, e saperli giudicare alla luce della parola di Dio - è quella che giudica, la parola di Dio - perché la verità rivelata sia capita sempre più a fondo, sia meglio compresa e possa venir presentata in forma più adatta» (Conc. Ecum. Vat. II, Cost. Gaudium e spes, 44).
In questa luce, all’interno della sempre più diversificata composizione della Commissione, vorrei notare la maggiore presenza delle donne - ancora non tanta… Sono le fragole della torta, ma ci vuole di più! - presenza che diventa invito a riflettere sul ruolo che le donne possono e devono avere nel campo della teologia. Infatti, «la Chiesa riconosce l’indispensabile apporto della donna nella società, con una sensibilità, un’intuizione e certe capacità peculiari che sono solitamente più proprie delle donne che degli uomini … Vedo con piacere come molte donne … offrono nuovi apporti alla riflessione teologica» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 103). Così, in virtù del loro genio femminile, le teologhe possono rilevare, per il beneficio di tutti, certi aspetti inesplorati dell’insondabile mistero di Cristo «nel quale sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della conoscenza» (Col 2,3). Vi invito dunque a trarre il migliore profitto da questo apporto specifico delle donne all’intelligenza della fede.
Un’altra caratteristica della vostra Commissione è il suo carattere internazionale, che riflette la cattolicità della Chiesa. La diversità dei punti di vista deve arricchire la cattolicità senza nuocere all’unità. L’unità dei teologi cattolici nasce dal loro comune riferimento ad una sola fede in Cristo e si nutre della diversità dei doni dello Spirito Santo. A partire da questo fondamento e in un sano pluralismo, vari approcci teologici, sviluppatisi in contesti culturali differenti e con diversi metodi utilizzati, non possono ignorarsi a vicenda, ma nel dialogo teologico dovrebbero arricchirsi e correggersi reciprocamente. Il lavoro della vostra Commissione può essere una testimonianza di tale crescita, e anche una testimonianza dello Spirito Santo, perché è Lui a seminare queste varietà carismatiche nella Chiesa, diversi punti di vista, e sarà Lui a fare l’unità. Lui è il protagonista, sempre.
La Vergine Immacolata, come testimone privilegiata dei grandi eventi della storia della salvezza, «custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore» (Lc 2,19): Donna dell’ascolto, donna della contemplazione, donna della vicinanza ai problemi della Chiesa e della gente. Sotto la guida dello Spirito Santo e con tutte le risorse del suo genio femminile, Ella non ha smesso di entrare sempre più in «tutta la verità» (cfr Gv 16,13). Maria è così l’icona della Chiesa la quale, nell’impaziente attesa del suo Signore, progredisce, giorno dopo giorno, nell’intelligenza della fede, grazie anche al lavoro paziente dei teologi e delle teologhe. La Madonna, maestra dell’autentica teologia, ci ottenga, con la sua materna preghiera, che la nostra carità «cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento» (Fil 1,9-10). In questo cammino vi accompagno con la mia Benedizione e vi chiedo per favore di pregare per me. Pregare teologicamente, grazie.

“Vedo con piacere come molte donne…offrono nuovi apporti alla riflessione teologica” (Eg n. 103). Papa Francesco fa notare che “all’interno della sempre più diversificata composizione della Commissione, vorrei notare la maggiore presenza delle donne – ancora non tanta …Sono le fragole della torta, ma ci vuole di più! – presenza che diventa invito a riflettere sul ruolo che le donne possono e devono avere nel campo della teologia”. E richiamando Maria icona della Chiesa, “maestra dell’autentica teologia, ci ottenga, con la sua materna preghiera, che la nostra carità ‘cresca sempre più in conoscenza e in pieno discernimento’ (Fil 1,9-10)”.

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