Messaggio di Fatima

E proprio di speranza è carico l’impegnativo e consolante messaggio di Fatima, incentrato sulla preghiera, sulla penitenza e sulla conversione

“Oggi desidero ripercorrere insieme a voi le varie tappe del Viaggio apostolico che ho compiuto nei giorni scorsi in Portogallo, mosso specialmente da un sentimento di riconoscenza verso la Vergine Maria, che a Fatima ha trasmesso ai suoi veggenti e ai pellegrini un intenso amore per il successore di Pietro…
Lungo tutto il viaggio, avvenuto in occasione del decimo anniversario della beatificazione dei pastorelli Giacinta e Francesco, mi sono sentito spiritualmente sostenuto dal mio amato predecessore, il venerabile Giovanni Paolo II, che si è recato tre volte a Fatima, ringraziando quella “mano invisibile” che lo ha liberato dalla morte nell’attentato del tredici maggio, qui in piazza san Pietro…
Mi sono recato a Fatima, cittadina caratterizzata da un’atmosfera di reale misticismo, nella quale si avverte in maniera quasi palpabile la presenza della Madonna. Mi sono fatto pellegrino con i pellegrini in quel mirabile Santuario, cuore spirituale del Portogallo e meta di una moltitudine di persone provenienti dai luoghi più diversi della terra. Dopo aver sostato in orante e commosso raccoglimento nella Cappellina delle Apparizioni nella Cova da Iria, presentando al Cuore della Vergine Santa le gioia e le attese nonché i problemi e le sofferenze del mondo intero, nella chiesa della Santissima  Trinità ho avuto al gioia di presiedere la celebrazione dei Vesperi della Beata Vergine Maria. All’interno di questo grande e moderno tempio, ho manifestato il mio vivo apprezzamento ai sacerdoti, ai religiosi, alle religiose, ai diaconi e ai seminaristi venuti da ogni parte del Portogallo, ringraziandoli per la loro testimonianza spesso silenziosa e non sempre facile e per la loro fedeltà al Vangelo e alla Chiesa. In quest’Anno sacerdotale, che volge al termine, ho incoraggiato i sacerdoti a dare priorità al religioso ascolto della Parola di Dio, all’intima conoscenza di Cristo, all’intensa celebrazione dell’Eucaristia, guardando al luminoso esempio del Curato d’Ars. Non ho mancato di affidare e consacrare al Cuore Immacolato di Maria, vero modello di discepola del Signore, i sacerdoti di tutto il mondo. Alla sera, con migliaia di persone che si sono date appuntamento nella grande spianata davanti al Santuario, ho partecipato alla suggestiva fiaccolata. E’ stata una stupenda manifestazione di fede in Dio e di devozione alla sua e nostra Madre, espresse con la recita del Rosario. Questa preghiera tanto cara al popolo cristiano ha trovato in Fatima un centro propulsore per tutta la Chiesa e il mondo. La “Bianca Signora”, nell’apparizione del 13 giugno, disse ai tre Pastorelli: “Voglio che recitiate il Rosario tutti i giorni”: Potremmo dire che Fatima e il Rosario siano quasi un sinonimo.
La mia visita in quel luogo così speciale ha avuto il suo culmine nella Celebrazione eucaristica del 13 maggio, anniversario della prima apparizione della Madonna a Francesco, Giacinta e Lucia. Rieccheggiando le parole del profeta Isaia, ho invitato quell’immensa assemblea raccolta, con grande amore e devozione, ai piedi della Vergine a gioire pienamente nel Signore (Isaia 61,10), poiché il suo amore misericordioso, che accompagna il nostro pellegrinaggio su questa terra, è la sorgente della nostra grande speranza.
E’ proprio di speranza è carico il messaggio impegnativo e al tempo stesso consolante che la Madonna ha lasciato a Fatima. E’ un messaggio incentrato sulla preghiera, sulla penitenza e sulla conversione, che si proietta oltre le minacce, i pericoli e gli orrori della storia, per invitare l’uomo ad avere fiducia nell’azione di Dio, a coltivare la grande Speranza, a fare esperienza della grazia del Signore per innamorarsi di Lui, fonte dell’amore e della pace…
A Fatima, la Vergine Santa invita tutti a considerare la terra come luogo del nostro pellegrinaggio verso la patria definitiva, che è il Cielo. In realtà tutti siamo pellegrini, abbiamo bisogno della Madre che ci guida. “Con te camminiamo nella speranza. Sapienza e Missione” è il motto del mio Viaggio apostolico in Portogallo, e a Fatima la beata Vergine Maria ci invita a camminare con grande speranza, lasciandoci guidare dalla “sapienza dall’alto”, che si è manifestata in Gesù, la sapienza dell’amore, ad unirvi alla mia preghiera, chiedendo al Signore di benedire gli sforzi di quanti, in quella amata Nazione, si dedicano al servizio del Vangelo e alla ricerca del vero bene dell’uomo, di ogni uomo” (Benedetto XVI, Udienza Generale, 19 maggio 2010).

Alla sera dell’arrivo a Lisbona, nell’incantevole scenario del Terriero do Paco Benedetto XVI ha ricordato tanti missionari salpati per portare il vangelo in molti Continenti e ha incoraggiato le varie componenti della Chiesa locale ad una vigorosa opera evangelizzatrice nel diversi ambiti della società, per essere seminatori di speranza in un mondo spesso segnato da sfiducia, Si tratta di farsi annunciatori della morte e risurrezione di Cristo, cuore del cristianesimo, fulcro e sostegno della fede e motivo di gioia.
Al centro culturale di Belém ha posto in evidenza il patrimonio di valori con cui il cristianesimo ha arricchito la cultura, l’arte e la tradizione del Popolo portoghese, sottolineando che in questa Terra, come in ogni altro Paese segnato profondamente dal cristianesimo, è possibile costruire un futuro di fraterna intesa e di collaborazione con le altre istanze culturali, aprendosi reciprocamente ad un dialogo sincero e rispettoso.
Nell’appuntamento con le organizzazioni della pastorale sociale ha indicato lo stile del buon samaritano per andare incontro alle necessità dei fratelli più bisognosi rispondendo così all’amore di Cristo e per il bene comune. Il Papa ha constatato che molti giovani apprendono l’importanza  non solo del voler bene ma soprattutto dell’amore gratuito proprio a Fatima, che è diventata una scuola di fede e di speranza, perché è anche scuola di carità e di servizio ai fratelli.

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