XXXIII Domenica
XXXIII Domenica (Mc 13,24-32) "Il Figlio dell'uomo radunerà i suoi eletti dai quattro venti"
"Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno" (Mc 13,3) [ … ] L'espressione "il cielo e la terra" è frequente nella Bibbia per indicare l'universo, il cosmo intero. Gesù dichiara che tutto è destinato a "passare". Non solo la terra, ma anche il cielo, che qui è inteso appunto in senso cosmico, non come sinonimo di Dio. La Sacra Scrittura non conosce ambiguità: tutto il creato è segnato dalla finitudine, compresi gli elementi divinizzati dalle antiche mitologie: non c'è nessuna confusione tra il creato e il Creatore, ma una differenza netta. Con tale dichiarazione, Gesù afferma che le sue parole "non passeranno", cioè stanno dalla parte di Dio e perciò sono eterne. Pur pronunciate nella concretezza della sua esistenza terrena oggi a rischio anche della bomba nucleare, esse sono parole profetiche per eccellenza, come afferma in un altro luogo Gesù rivolgendosi al Padre celeste: "Le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato" (Gv 17,8).
In una celebre parabola, Cristo si paragona al seminatore e spiega che il seme è la Parola (Mc 4,14): coloro che l'ascoltano congiungendo all'udire l'ubbidire nello Spirito Santo, l'accolgono e portano frutto di amore (Mc 4,20) fanno già parte del Regno di Dio che non finirà mai, cioè vivono sotto la sua signoria di speranza; rimangono nel mondo, ma non sono più del mondo, non lo idolatrano, non temono la fine terrena che avverrà; portano in sé un germe di speranza, di eternità, sia per l'anima che non muore e sia del corpo che risorgerà, un principio di trasformazione eucaristica che si manifesta già ora in una vita moralmente buona con la messa almeno della Domenica, animata dalla carità fraterna, e alla fine produrrà la risurrezione della carne come è giù avvenuto nella corporeità del Verbo incarnato, della sua e nostra mamma assunta: domenica prossimaultima dell'anno liturgico celebreremo Cristo Re dell'Universo. Ecco la potenza della Parola di Cristoche ci mette in relazione al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo cioè all'unico Dio in tre persone.
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