Solennità dell'Assunzione della Beata Vergine Maria

L'Assunzione della Beata Vergine Maria rende possibile condividere un giorno anche noi per sempre il suo medesimo destino per l'anima e per il corpo: segno sicuro di speranza e di consolazione imitandola nella sequela di Cristo, nel generoso servizio ai fratelli che incontriamo, pregustando già nel pellegrinaggio terreno la gioia e la pace di chi arriva alla vita veramente vita in Paradiso

Celebriamo quest'oggi la solennità dell'assunzione della Beata Vergine Maria, Madre di Dio, Concepita senza peccato e viva in anima e corpo. Si tratta di una festa antica, che ha il suo fondamento ultimo nella Sacra Scrittura: questa infatti presenta la Vergine Maria strettamente unita al suo Figlio
divino e sempre a Lui solidale. Madre e Figlio appaiono strettamente associati nella lotta contro il nemico infernale fino alla piena vittoria su di Lui. Quest vittoria si esprime, in particolare, nel superamento del peccato e della morte, nel superamento cioè di quei nemici che san Paolo presenta sempre congiunti (cfr Rm 5,12.15-21; 1 Cor 15,21-26). Perciò, come la narrazione gloriosa di Cristo fu il segno definitivo di questa vittoria, così la glorificazione di Maria anche nel suo corpo verginale costituisce la conferma finale della sua piena solidarietà femminile col Figlio tanto nella lotta quanto nella vittoria. E in questo orizzonte nacquero fin dal medioevo composizioni poetiche e sacre rappresentazioni per celebrare la Dormizione, nella sequenza dei momenti narrati dagli antichissimi apocrifi e recepiti nella Liturgia bizantina: l'annuncio a Maria da parte di un angelo del suo prossimo transito, l'arrivo di tutti gli apostoli per assistere come testimoni della sua dipartita, la discesa di Gesù a prendere nelle sue mani divine l'anima immacolata della Madre, la placida Dormizione della Vergine, la sepoltura del  suo corpo al Getsemani con gli eventi e i miracoli che l'accompagnarono, la sua  misteriosa assunzione alla Gloria, il sepolcro vuoto come quello di Gesù…
Di tale profondo significato teologico del mistero si fece interprete il Servo di Dio Papa Pio XII nel pronunciare, il 1 novembre 1950, la solenne definizione dogmatica di questo privilegio mariano. Egli dichiarava: "In tal modo l'augusta Madre di Dio, arcanamente unita a Gesù Cristo fin da tutta l'eternità con uno stesso decreto di predestinazione, Immacolata nella sua Concezione, Vergine illibata nella sua divina maternità, generosa Socia del  Divino Redentore, che ha riportato un pieno trionfo sul peccato e sulle sue conseguenze, alla fine, come supremo coronamento dei suoi privilegi, ottenne di essere preservata dalla corruzione del sepolcro e, vinta la morte, come già suo Figlio, di essere innalzata in anima e corpo alla gloria del Cielo, dove risplende Regina alla destra del Figlio suo, Re immortale nei secoli" (Munificentissimus Deus, 768-769).
Assunta in Cielo, Maria non si è allontanata da noi, ma ci resta ancor più vicina e la sua luce si proietta sulla nostra vita e sulla storia dell'intera umanità, sempre unita con la presenza e l'azione del Suo figlio. Attratti dal fulgore, dalla femminile bellezza celeste della Madre del Redentore, ricorriamo con fiducia a Colei che dall'alto ci guarda e ci protegge in ogni momento. Abbiamo tutti bisogno del suo aiuto e del suo conforto per affrontare le prove e le sfide di ogni giorno; abbiamo bisogno di sentirla madre e sorella nelle concrete situazioni della nostra esistenza. E per poter condividere un giorno anche noi per sempre il suo medesimo destino per cui siamo stati creati, imitiamola ora nella docile sequela di Cristo e nel generoso servizio ai fratelli che incontriamo. E' questo l'unico modo per pregustare, già nel nostro pellegrinaggio terreno, la gioia e la pace che vive in pienezza chi giunge alla meta immortale del Paradiso.

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