Preghiera 77

Se Cristo non fosse risorto, se non si facesse presente nel nostro conveniredavanti a Lui solennemente esposto, se non avessimo questa fede, vana sarebbe la preghiera di liberazione, di  
guarigione, di consolazione ma invece“Davvero il Signore è risorto” (Lc24,34) ed qui davanti e con noi
Madonna della Salute Dossobuono lunedì 8 maggio 2017 18,30 – 20,30
Canto di esposizione (67) Hai nascosto in Croce la divinità sull’altar veli pur l’umanità; Uomo – Dio la fede ti rivela a me, come al buon ladrone dammi un giorno il ciel.
Anche se le piaghe non mi fai toccar grido con Tommaso: “Sei il mio Signor”; cresca in me la fede, voglio in te sperar pace trovi il cuore solo nel tuo amor.
Sei ricordo eterno che morì il Signor pane vivo, vita, tu diventi in me. Fa che la mia mente luce attinga a te e
della manna porti il usto in sé.
Come il pellicano nutri noi di te; dal peccato grido: “Lavami, Signor”. Il tuo sangue è fuoco, brucia il nostro error, una sola stilla, tutti può salvar.
Ora guardo l’Ostia, che ti cela ame, ardo dalla sete di vedere te: quando questa carne si dissolverà, il tuo viso, luce, si disvelerà. Amen
Nel Nuovo Testamento ci sono due tipi diversi di testimonianza della risurrezione: in forma di professione e in forma di narrazione.
La tradizione in forma di professione sintetizza l’essenziale in brevi formule che vogliono conservare il nucleo essenziale. La risurrezione è un fatto avvenuto nella storia, di cui gli Apostoli sono stati testimoni e non certo creatori. Nello stesso tempo essa non è affatto un semplice ritorno alla nostra vita terrena; è invece la più grande “mutazione” mai accaduta, il “salto” decisivo verso una dimensione di vita profondamente nuova, l’ingresso in un ordine di vita veramente vita decisamente diverso dal già del dono di questa vita, un di più che in Gesù Cristo è già avvenuto attraverso il suo darsi fino a lasciarsi crocefiggere per amore, ma con Lui è il di piùanche per noi, per tutta la famiglia umana, la storia e l’intero universo verso cieli nuovi e terra nuova, un di più per me senza il quale la vita non avrebbe senso. Si tratta di un grande mistero, certamente, il mistero della nostra salvezza, che trova nella risurrezione del Verbo incarnato, di Dio che ha assunto un volto umano come noi, che ci ha amato sino alla fine, il suo compimento e insieme l’anticipazione e il pegno della nostra speranza per l’anima e anche per il corpo, come pure per il mondo.
234. Nei cieli un grido risuonò: alleluia! Cristo Signore trionfò! Alleluia! R) Alleluia, alleluia, alleluia!
Morte di croce egli patì, allleuia! Ora al suo cielo risalì, alleluia! R) Allleuia
Cristo ora è vivo in mezzo a noi, alleluia! Noi risorgiamo insieme a lui, alleluia! R)..
Tutta la terra acclamerà: alleluia! E tutto il cielo griderà: alleluia! R) Allleuia
Gloria alla santa Trinità, alleluia! Ora e per l’eternità, alleluia! R) Alleluia.. 
Con l’intelligenza ogni uomo è capace di cogliersi nel proprio e altrui essere, come del mondo che lo circonda, dono del Donatore divino cioè la verità che libera dalla schiavitù dell’ignoranza sul da dove veniamo, a cosa siamo destinati, c’è un al di là anche del corpo Ogni uomo, in privato e in pubblico, può e deve essere quindireligioso cioè umano ma l’uomo non è solo intelligenza, volontà, verità.  Fatto ad immagine del Donatore divino coglie nell’Incarnazione storica del Donatore divino che Dio si rivela non solo verità ma amore, addirittura un amore più grande di ogni peccato, perfino dell’uccisione del suo Figlio, risuscitandolo e rivelando così che Dio non è solo per l’intelligenza, la ragione la verità dell’Essere che tutto fa esistere ma che è Amore, liberazione dal peccato fino al momento terminale della vita e della storia e dalla morte per cui nessuno fino alla morte è definibile dal bene o dal male che fa, può essere giudicato come persona, non solo c’è quindi un già che con la sua continua presenza  ci impedisce di soccombere nella tentazione, ci libera dal Male ma un di più con la risurrezione anche per il corpo e non solo per l’anima, per il  cosmonell’al di là. E’ la speranza affidabile, in virtù della quale noi possiamo affrontare il nostro presente: il presente, anche un presente faticoso, può essere vissuto ed accettato se conduce verso una meta e se di questa meta noi possiamo essere sicuri, se questa meta è così grande da giustificare la fatica del cammino.
La sua risurrezione è stata dunque come una esplosione storica di luce, un’esplosione dell’amore che scioglie le catene del peccato e della morte. Essa ha inaugurato una continua presenza sacramentale del Dio con noi dell’incarnazione, quindi una nuova dimensione della vita, dalla quale emerge un mondo nuovo, che penetra continuamente nel nostro mondo con tutti i suoi limiti, lo trasforma e lo attira a sé. Il Maligno, uniti alla presenza di Cristo, non è imbattibile, possiamo non soccomber nella tentazioni e liberati da tutti i suoi mali.
132 – R) Cristo risorge, Cristo trionfa. Alleluia.
1. Al Re immortale dei secoli eterni, al Signor della vita che vince la morterisuoni perenne la lode e la gloria. R) Cristo…
2. All’Agnello immolato che salva le genti, al Cristo risorto che sale nei cieli risuoni perenne la lode e la gloria. R) Cristo…
3. Pastore divino, che guidi il suo gregge ai pascoli eterni di grazia e di amore, ricevi perenne la lode e la gloria. R) Cristo…
4. Nei cori festanti del regno dei cieli, nel mondo redento dal Figlio di Dio risuoni perenne la lode e la gloria. R) Cristo…
La Tradizione sulla risurrezione in forma di professione sintetizza l’essenziale in brevi formule che vogliono conservare il nucleo dell’avvenimento della risurrezione. Esse sono l’espressione dell’identità cristiana, la “professione di fede” grazie alla quale ci si riconosce a vicenda e ci si fa riconoscere davanti a Dio e agli uomini.
Questa sera riviviamo nella preghiera di liberazione, guarigione, consolazione, la forma narrativa dei due discepoli di Emmaus che si conclude  che i due a Gerusalemme trovano gli undici discepoli radunati e da loro vengono salutati con le parole: “Davvero il Signore  è risorto ed è apparso a Simone!” (Lc 24,34). In base al contesto, questa è anzitutto una specie di breve narrazione, ma è già destinata a diventare un’acclamazione e una professione in cui è affermato l’essenziale: l’avvenimento stesso e il testimone che ne è il garante. Una combinazione di due formule la troviamo nel capitolo 10 della Lettera ai Romani: “Se con la bocca proclamerai: ’Gesù è il Signore!’, e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo” (v.9). Qui – analogamente al racconto sulla professione di Pietro presso Cesarea di Filippo (Mt 16,13ss) – la professione ha due parti: si afferma che Gesù è  ‘il Signore’  e con ciò, in base al significato veterotestamentario della parola “Signore” cioè (Donatore di ogni bene), viene evocata la sua divinità. Vi si associa poi la professione del fondamentaleavvenimento storico: Dio lo ha risuscitato dai morti per una continua presenza sacramentale. Qui già si dice anche quale significato la professione abbia per il cristiano: essa opera in continuità dinamica la salvezza, la liberazione. Ci pone all’interno della verità che in connubio con l’amore è salvezza. Abbiamo qui una prima formulazione delle professioni, del credo battesimale, in cui l’essere Signore di Cristo viene ogni volta connesso con la storia della sua vita, della sua passione e della sua risurrezione, attualizzate in continuità nella celebrazione eucaristica. Nel battesimo, l’uomo si consegna, si innesta alla nuova esistenza del Risorto, vincitore del Maligno. La professione diventa nella preghiera vita, liberazione, guarigione, consolazione.
133 . R) Cristo risusciti in tutti i cuori. Cristo si celebri, Cristo si adori. Gloria al Signor!
1. Cantate o popoli, del regno umano, Cristo sovrano! Cristo si celebri, Cristo si adori, Gloria al Signor! R) Cristo…
2. Noi si risorgiamo in te, Dio Salvatore, Cristo Signore! Cristo si celebri, Cristo si adori. Gloria al Signor! R) Cristo risusciti…
3. Tutti lo acclamino, angeli e santi, tutti i redenti. Cristo si celebri, Cristo si adori. Gloria al Signor! R) Cristo risusciti…
4. Egli sarà con noi nel grande giorno, al suo ritorno. Cristo si celebri, Cristo si adori. Gloria al Signor! R) Cristo risusciti…
5. Cristo nei secoli! Cristo è la storia! Cristo è la gloria! Cristo si celebri, Cristo si adori. Gloria al Signor! R) Cristo risusciti …
Le professioni presuppongono le narrazioni. Matteo, oltre all’apparizione del Risorto alle donne presso il sepolcro vuoto, conosce soltanto un’apparizione in Galilea agli Undici. Luca conosce solo tradizioni gerosolomitane. Giovanni parla di apparizioni sia in Gerusalemme che il galilea. Nessuno degli evangelisti descrive  la resurrezione stessa di Gesù: essa è un processo svoltosi nel segreto tra Gesù e il Padre, un processo che per noi non è illustrabile e che per natura si sottrae all’esperienza umana. Ecco la narrazione di Luca con i discepoli di Emmaus. Vi si narra di due seguaci di Cristo i quali, nel giorno dopo il sabato, cioè il terzo dalla sua morte, tristi e abbattuti lasciarono Gerusalemme diretti ad un villaggio poco distante chiamato Emmaus. Lungo la strada si affiancò ad essi Gesù risorto, non certo con la visibilità del suo corpo trasfigurato dalla risurrezione ma attraverso la visibilità sacramentale di un volto umano e quindi loro immediatamente non lo riconobbero. Sentendoli sconfortati, egli spiegò, sulla base profetica delle Scritture, che il Messia, l’Attesodelle Scritture con tutto il suo essere di perfetta e intima unione con Dio che è l’amore davvero più forte della morte, una cosa sola con la Vita indistruttibile, poteva pertanto donare la propria vita lasciandosi uccidere, ma senza soccombere definitivamente alla morte. Entrato poi con loro in casa, sedette a mensa e come aveva fatto nell’Ultima Cena anticipando e accettando allora la propria morte in croce, trasformandola così nel dono di sé, benedisse il pane e lo spezzò rendendo sacramentalmente presente in quel momento, senza spargimento di sangue, quello che era avvenuto soprattutto il venerdì sul calvario, e a quel punto essi lo riconobbero cogliendo il dono che da vita, libera e salva. Ma Lui sparì dalla loro vista, lasciandoli pieni di meraviglia dinnanzi a quel Pane spezzato, nuovo segno della sua continua presenza dato a noi in ogni celebrazione eucaristica almeno domenicale, come di tutto vissuto terreni, come l’anno liturgico ce lo fa rivivere. E il più importante segno del suo continuo rendere presente il sacrificio della Croce dopo la risurrezione è la celebrazione eucaristica almeno di ogni Domenica in ogni tempo e in ogni luogo con la possibilità di incontrarlo fraternamente insieme per cui siamo trasformati in Lui, viviamo la Verità e l’Amore in Lui e di Lui, proprio come tralci alla vite. La risurrezione è un’esplosione di luce cioè di verità anche per la ragione, un’esplosione di fede per il cuore cioè di quell’amore che scioglie le catene del peccato e della morte con una nuova dimensione della vita e della realtà, dalla quale emergono segni dun mondo nuovo che permea continuamente questo nostro povero mondo ancora combattuto dal Maligno, lo libera, lo trasforma e lo attira a Sé. Chi è l’Essere a fondamento di ciò che viene all’esistenza, Dio che è Amore non può dircelo l’intelligenza, la ragione pur cogliendo la necessaria sua esistenza dalle cose create, ma la Rivelazione storica nel Dio che possiede un volto umano, che ci ha amato sino alla fine, l’umanità nel suo insieme e ogni persona del suo amore.
129 – R) Cristo nostra Pasqua è immolato, alleluia! Celebriamo il banchetto con purezza e verità. Alleluia.
1. O terra tutta, acclamate a Dio, inneggiate alla gloria del suo nome: tutta la terra si prosterni a te, inneggi a te, inneggi al tuo nome. R)  Cristo nostro Pasqua…
2. Venite e vedete le opere di Dio, terribile nelle sue imprese per l’uomo. Per questo rallegriamoci in lui: nella sua forza domina per sempre. R) Cristo nostra Pasqua…
3. O popoli, benedite il nostro Dio, fate udire la voce della sua lode: ha collocato la nostra anima tra i vivi, non ha lasciato vacillare il nostro piede. R) Cristo nostra Pasqua…
4. Chi teme Dio venga e ascolti: racconterò ciò che ha fatto all’anima mia. A lui ha gridato la mia bocca: mi ha innalzato sopra quelli che mi odiano. R) Cristo nostra Pasqua…
5. Se nel mio cuore guardavo al male, il Signore non avrebbe ascoltato. Invece Dio ha ascoltato, è stato attento alla voce della mia preghiera. R) Cristo nostra Pasqua..
La località di Emmaus non è stata identificata con certezza. Vi sono diverse ipotesi, e questo non è privo di una suggestione, perché ci lascia pensare che Emmaus rappresenti in realtà ogni luogo in cui almeno ogni Domenica conveniamo peincontrare sacramentalmente Lui Crocefisso risorto: la strada che vi conduce è il cammino settimanale di ogni cristiano bisognoso di sentirsi amato e di amare come Lui ama, anzi, anzi questo desiderio, anche senza esserne ancora coscienti, è originariamente in ogni uomo che Dio ama fino al perdono
Sulle nostre strade Gesù risorto, dopo l’Ascensione si fa sacramentalmente presente in ogni tempo e luogo fino al compimento della storia, unito in qualche modo con ogni uomo, compagno di viaggio per riaccendere nei nostri cuori il calore d’amore della fede e della speranza affidabile e spezzare il Pane della vita veramente vita. Nel colloquio dei due discepoli con l’ignoto viandante colpisce l’espressione che l’evangelista Luca pone sulle labbra di uno di loro: “Noi speravamo…” (24,21).Questo verbo al passato dice tutto: abbiamo creduto che fosse Lui il liberatore dal dominio di Satana e dei Romani, l’abbiamo seguito per una vita veramente vita, abbiamo sperato di raggiungere in questa vita ogni bene senza più alcun male senza attendere il di più attraverso la passione, la morte, la  sepoltura, nonostante Lui ci ricordasse continuamente che doveva essere rigettato, crocefisso per risorgere .., ma ormai tutto è finito crocefisso come un delinquente fuori dalla porta. Gesù di Nazareth, che si era mostrato profeta potente in opere e parole, Signore, ha fallito, e noi siamo rimasti delusi.
Questo dramma dei discepoli di Emmaus appare come uno specchio della situazione anche di molti cristiani del nostro tempo tentati di ridurre la stessa speranza di vita, tutto, al già di questa vita: sembra che la speranza della fede nell’al di più della vita veramente vita da risorti sia dimenticata come coloro che non credono. Certo oggi la stessa fede in Lui è divenuta più difficile, anche perché viviamo in un mondo che si presenta come opera nostra, nel quale, per così dire, Dio, la sua provvidenza non compare più direttamente, sembra divenuto superfluo ed estraneo, quindi non più necessaria la preghiera, attendendo tutto dal lavoro. Ma anche questa strada per Emmaus, sulla quale camminiamo tristi anche con tutti i beni, bisognosi di sentirci amati e di amare cioè di fede, può divenire via di purificazione e di maturazione del nostro credere in Dio e nella sua speranza affidabile. Anche oggi, nonostante il secolarismo, ci è data la possibilità di entrare ogni giorno in colloquio con Gesùanche ascoltandolo nelle letture bibliche del giorno con il telefonino, ascoltando la sua Parola e amando con il suo amore gratuito tutti coloro che incontriamo pensando a Lui. Anche oggi Egli nella celebrazione eucaristica spezza il Pane per noi e dà se stesso come nostro Pane di vita veramente vita. E così il continuo incontro con Cristo, sempre possibile, ci converte continuamente donandoci una fede più profonda, temprata, una speranza affidabile, una carità senza misura, per così dire, attraverso il fuoco d’amore dell’evento pasquale che celebriamo in questi quaranta giorni; una fede robusta perché si nutre non di idee umane, ma della Parola di Dio e della sua presenza reale nell’Eucarestia, agisce nei suoi Sacramenti e nei sacramentali della Chiesa come l’unzione, facendoci amare come Lui tutti, a cominciare dai più poveri, dai più bisognosi.
Questo stupendo testo evangelico della narrazione del Risorto in quella prima Domenica della storia contiene già la struttura della Santa Messa: nella prima parte l’ascolto della Parola di Dio, di Dio che ci parla attraverso le Scritture; nella seconda la liturgia  eucaristica del sacrificio e la comunione con Cristo presente nel Sacramento del suo Corpo e del suo Sangue, attualizzazione sacramentale del Sacrificio del Calvario. Nutrendoci a questa duplice mensa, la Chiesa si edifica incessantemente e si rinnova di giorno in giorno nella fede, nella speranza affidabile e soprattutto nella carità che unica non verrà meno nell’al di più dell’al di là. Per intercessione della Regina di questo Amore divino, preghiamo affinché ogni cristiano e ogni comunità, rivivendo l’esperienza dei discepoli di Emmaus, riscopra il dono di amore, di liberazione di ogni incontro trasformante con il Signore risorto che anticipa in un già l’al di più dell’al di là.
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Madonna della salute: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta. 
Consolatrice degli afflitti, prega per noi.
Fa che io possa lodarti, o Vergine santa, e tu dammi la forza per combattere i tuoi nemici.
Madre mia, fiducia mia, Vergine Madre di Dio, Maria, prega Gesù per me.
Gloriosa regina del mondo, sempre Vergine Maria, tu che hai generato Cristo, Signore e Salvatore, intercedi per la nostra pace e la nostra salvezza in questo momento drammatico.
Maria, Madre della grazia e Madre della misericordia, proteggici dal nemico e accoglici nell’ora della morte.
Vieni in mio aiuto, santissima Vergine Maria. In tutte le mie tribolazioni, angustie e necessità: implora per me il tuo amatissimo Figlio, perché mi liberi da ogni male e pericolo dell’anima e del corpo.

Benedizione eucaristica
Benedizione dell’acqua
Unzione sacramentale con l’olio benedetto
Celebrazione eucaristica

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