Domenica di quaresima I

Misericordia e vera giustizia nel cammino quaresimale nell’Anno giubilare della misericordia

Mercoledì scorso, con il rito tradizionale delle Ceneri unito all’astinenza e il digiuno per la carità, siamo entrati nel cammino quaresimale, tempo di conversione e di penitenza in preparazione al Triduo Pasquale del Signore morto, sepolto e risorto per essere, attraverso la Chiesa sempre,
nella celebrazione e  presenza eucaristica con noi e operare in tutti i sacramenti, soprattutto nei sacramenti pasquali del Battesimo, della Confessione e Comunione pasquale il 27 marzo.
La Chiesa, che è madre e maestra, chiama tutti i suoi membri a rinnovarsi nello spirito, quest’anno a ri-orientarsi decisamente verso la perfezione del Padre cioè alla vera giustizia attraverso la misericordia. Nella giustizia retributiva dei tribunali umani la vittima di un sopruso si rivolge al giudice in tribunale e chiede giustamente che venga fatta giustizia infliggendo una pena al colpevole, secondo il principio che a ciascuno deve essere dato ciò che gli è dovuto. Ma solo questa giustizia non porta alla vera giustizia perché in realtà non vince il male, ma semplicemente lo argina. Ma la giustizia del Padre che  si rivela nel volto umano crocefisso del Figlio, cuore del Venerdì santo e di ogni venerdì di quaresima con la Via Crucis, vediamo la misericordia del perdono con cui lo Spirito del risorto ricrea ciò che il peccato mortale ha distrutto, il peccato veniale  ha rovinato, rendendoci veramente giusti per cui Padre non guarda quante volte cadiamo, ma quante volte con il suo perdono pasquale ci rialziamo, non ci ama solo e quando siamo buoni ma per farci diventare giusti, non definisce nessuno dal male che fa perché fino al momento terminale di questa vita ci si può, fissando l’amore del crocefisso, lasciare perdonare e ricominciare. E di fronte a ciò che riceviamo con la misericordia che ci rende veramente giusti non possiamo non sentire di fare altrettanto come il Padre fa con noi cioè di puntare alla perfezione. E come credenti nel volto misericordioso del Padre che Cristo ci rivela e crocefisso risorto attua nello Spirito Santo puntare alla giustizia vera, completa cioè vincere il male con il bene. Ciò comporta una lotta, un combattimento spirituale, perché il Maligno, come ha tentato Gesù nel deserto, tenta anche noi.
Gesù infatti, dopo aver ricevuto l’”investitura” come Messia – “Unto” di Spirito santo – al battesimo nel Giordano, fu condotto dallo stesso Spirito nel deserto per essere tentato dal diavolo. Al momento di iniziare il suo ministero pubblico, Gesù dovette smascherare e respingere le false immagini del Messia che il tentatore gli proponeva. Ma queste tentazioni sono anche false immagini dell’uomo, che in ogni tempo insidiano la coscienza, travestendosi da proposte convenienti ed efficaci, addirittura buone. Gli evangelisti Matteo e quest’anno Luca presentano le tre tentazioni di Gesù, diversificandosi in parte solo per l’ordine. Il loro nucleo centrale consiste sempre nello strumentalizzare Dio per i propri interessi, dando più importanza al successo o ai beni materiali della misericordia, del perdono di Dio che rende veramente giusti. Il tentatore è subdolo: non spinge direttamente verso il male, ma verso il bene relativo assolutizzando la giustizia attributiva cioè vincere il male solo attraverso il castigo definendo la persona dal male che fa senza possibilità di perdono, di vincere il male facendo il bene cioè misericordiosi. Per fare peccato cioè buttare il proprio no a Dio disobbedendo ai suoi Comandamenti  non basta compiere un’azione peccaminosa, ben  valutabile, ma occorre anche piena avvertenza e deliberato consenso che solo Dio e la propria coscienza vedono con l’esame di coscienza da ravvivare in quaresima. Il peccato lo confessa chi lo compie. E chi ha la grazia di riconoscerlo e si lascia perdonare disposto a perdonare diventa completamente giusto perché Dio Padre vince il male con il bene del Crocefisso che ci viene dato con il Battesimo, nel Sacramento pasquale della Riconciliazione, incarnato nel nostro vissuto con relazioni quaresimali misericordiose. E per questo si rivolgiamo alla comune Madre, Maria: invochiamola se in noi c’è qualche persona che escludiamo per motivi anche giusti per poter realizzare la giustizia attraverso la misericordia cioè vincere il male con il bene, la misericordia come Dio fa con noi: rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori. 

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