Diventare santi

Una buona scuola cattolica aiuta i suoi studenti a diventare santi

“Non capita spesso ad un Papa – in verità nemmeno a qualsiasi altra persona – l’opportunità di parlare contemporaneamente agli studenti di tutte le scuole cattoliche d’Inghilterra, del Galles e della Scozia. E dal momento che ora io ho questa possibilità, c’è qualcosa che mi sta davvero a cuore di dirvi. Ho la speranza che fra voi che oggi siete qui ad ascoltarmi vi siano alcuni futuri santi del ventunesimo secolo. La cosa che Dio desidera maggiormente per ciascuno di  voi è che diventiate santi. Egli vi ama molto di più di quanto voi possiate immaginare e desidera per voi il massimo. E la cosa migliore di tutte per voi è di gran luna crescere in santità.

Forse alcuni di voi non ci hanno mai pensato prima d’ora. Forse alcuni pensano che essere santi non sia per loro. Lasciatemi spiegare cosa intendo dire. Quando si è giovani, si è soliti pensare a persone che stimiamo e ammiriamo, persone alle quali vorremmo rassomigliare. Potrebbe trattarsi di qualcuno che incontriamo nella nostra vita quotidiana e che teniamo in grande stima. Oppure potrebbe essere qualcuno di famoso. Viviamo in una cultura della celebrità ed i giovani sono spesso incoraggiati ad avere come modello figure del mondo dello sport  o dello spettacolo. Io vorrei farvi questa domanda: quali sono le qualità che vedete negli altri e che voi stessi vorreste  maggiormente possedere? Quale tipo di persona vorreste davvero essere?
Quando vi invito a diventare santi, vi sto chiedendo di non accontentarvi di seconde scelte. Vi sto chiedendo di non perseguire un obiettivo limitato, ignorando tutti gli altri. Avere soldi rende possibile essere generosi e fare del bene nel mondo, ma, da solo, non è sufficiente a renderci felici. Essere grandemente dotati in alcune attività o professioni è una cosa buona, ma non potrà mai soddisfarci, finché non puntiamo a qualcosa di più grande. Potrà renderci famosi, ma non ci renderà felici. La felicità è qualcosa che tutti desideriamo, ma una delle grandi tragedie di questo mondo è che così tanti non riescono mai a trovarla, perché la cercano nei posti sbagliati. La soluzione è molto semplice: la vera felicità va cercata in Dio. Abbiamo bisogno del coraggio di porre le nostre speranze più profonde solo in Dio: non nel denaro, in una carriera, nel successo mondano, o nelle nostre relazioni con gli altri, ma in Dio. Lui solo può soddisfare il bisogno più profondo del nostro cuore.
Dio non solo ci ama con una profondità e intensità che difficilmente possiamo immaginare: egli ci invita a rispondere a questo amore. Tutti voi sapete cosa accade quando incontrate qualcuno interessante e attraente, come desiderate essere amici di quella persona. Sperate sempre che quella persona vi trovi a sua volta interessanti ed attraenti e voglia fare amicizia con voi. Dio desidera la vostra amicizia. E, una volta che voi siete entrati in amicizia con Dio, ogni cosa nella vostra vita inizia a cambiare. Mentre giungete a conoscerlo meglio, vi rendete conto di voler riflettere nella vostra stessa vita qualcosa della sua infinita bontà. Siete attratti nella  pratica delle virtù. Incominciate a vedere l’avidità e l’egoismo, e tutti gli altri peccati, per quello che realmente sono, tendenze distruttive e pericolose che causano profonda sofferenza e grande danno, e volete evitare di cadere voi stessi in quella trappola. Incominciate a provare comprensione per quanti sono in difficoltà e desiderate fare qualcosa per aiutarli. Desiderate venire in aiuto al povero e all’affamato, confortare il sofferente, essere buoni e generosi. Quando queste cose iniziano a starvi a cuore, siete già incamminati sulla via della santità.
C’è sempre un orizzonte più grande, nelle vostre scuole cattoliche, sopra e al di là delle singole materie del vostro studio e delle varie capacità che acquisite. Tutto il lavoro che fate è posto nel contesto della crescita nell’amicizia con Dio, e da quella amicizia tutto quel lavoro fluisce.. In tal modo apprendete non solo ad essere buoni studenti, ma buoni cittadini e buone persone. Mentre proseguite con il percorso scolastico dovete compiere delle scelte circa la materia del vostro studio e iniziare a specializzarvi in vista di ciò che farete nella vita. Ciò è giusto e conveniente. Ricordate sempre però che ogni materia da studiare si inserisce in un orizzonte più ampio. Non riducetevi mai ad un orizzonte ristretto. Il mondo ha bisogno di buoni scienziati, ma una prospettiva scientifica diventa pericolosamente angusta, se ignora la dimensione etica e religiosa della vita, così come la religione diventa angusta, se rifiuta il legittimo contributo della scienza nella nostra comprensione del mondo. Abbiamo bisogno di buoni storici, filosofi ed economisti, ma se la percezione che essi offrono alla vita umana all’interno del loro specifico campo è centrata su di una prospettiva troppo ristretta, essi possono seriamente potarci fuori strada.
Una buona scuola offre una formazione completa per l’intera persona. Ed una buona scuola cattolica, al di sopra e al di là di questo, dovrebbe aiutare i suoi studenti a diventare santi. So che vi sono molti non cattolici che studiano nelle scuole cattoliche in Gran Bretagna e desidero rivolgermi a tutti con le mie odierne parole. Prego affinché anche voi vi sentiate incoraggiati a praticare la virtù e a crescere nella conoscenza e nell’amicizia con Dio, assieme ai vostri compagni cattolici. Voi siete per loro il richiamo all’orizzonte più vasto che esiste fuori della scuola ed è fuor di dubbio che il rispetto e l’amicizia per membri di altre tradizioni religiose debba essere  tra le virtù che si apprendono in una scuola cattolica. Spero anche che vorrete condividere con chiunque incontrerete i valori e gli insegnamenti che avrete appresi medinate la formazione cristiana ricevuta” (Benedetto XVI,Alle scuole e ai collegi del Regno unito, 17 settembre 2010).

Benedetto XVI ha fatto una descrizione del cammino esistenziale giovanile tra il bisogno di piccole e grandi speranze che giorno per giorno mantengono in cammino verso la santità cioè verso la grande speranza. Senza, però, la grande speranza esse non bastano e questa grande speranza può essere solo l’amicizia non per runa qualsiasi idolatria ma per quel Dio che possiede un volto umano e che ci ha amati e ci ama sino alla fine, senza misura: ogni singolo e l’umanità nel suo insieme. E quali sono i segni di questa amicizia? Il desiderio di riflettere nella propria vita qualcosa della sua infinita bontà. Si è attratti dalla pratica delle virtù. Si incomincia a vedere l’avidità e l’egoismo e tutti gli altri peccati, per quello che realmente sono cioè tendenze distruttive che causano profonda sofferenza e grande danno perché non rendono elici e tutti desideriamo la vera felicità. Per non cadere in questa trappola si incomincia a provare compassione per quanti sono in difficoltà e si desidera fare qualcosa per aiutarli. Si desidera venire in aiuto al povero e all’affamato, a confortare il sofferente, ad essere buoni e generosi. Quando tutto questo comincia a starci a cuore si è già pienamente incamminati sulla via della santità cioè felici sempre, anche in tutte le tribolazioni. E questo è garanzia che esiste ciò che solo vagamente intuiamo e tuttavia, nell’intimo, in una coscienza vera, aspettiamo: la vita veramente vita, la felicità.

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