Meditazione del Santo Natale di padre Serafino Lanzetta

Fabio Fuiano in "Cultura 1774" – 21 dicembre 2022

Giovedì 15 dicembre scorso, nella sede della Fondazione Lepanto, a Roma, si è tenuto un incontro con padre Serafino Maria Lanzetta, che ha offerto ai presenti una bellissima meditazione sul Santo Natale. Per l'occasione è stato anche presentato un suo nuovo libro, pubblicato con le Edizioni Fiducia, intitolato Super hanc petram. Il Papa e la Chiesa in un'ora drammatica della storia (reperibile qui). L'incontro si è aperto con le parole del professor Roberto de Mattei, che ha condotto una breve presentazione dell'autore e del contenuto del libro, ricordando come questo rifletta in modo critico, ma pur sempre con equilibrio e filiale devozione al papato, sull'insegnamento di Papa Francesco. In questo contributo, padre Lanzetta sottolinea come il problema attuale della Chiesa, risieda in ciò che efficacemente definisce "apostasia liquida", dove si scinde l'aspetto dottrinale da quello pastorale.

 

Successivamente, ha avuto inizio la meditazione che si è incentrata sul luogo della nascita di Gesù. L'argomento potrebbe sembrare di secondaria importanza ma si è mostrato come il tentativo di sovvertire le verità fondamentali della fede cattolica passi anche dal mettere in discussione apparenti dettagli indirettamente legati a tali verità. In particolare, certa esegesi, soprattutto di ambiente protestante, ha messo in discussione la costante tradizione della nascita in una grotta, in base all'analisi interpretativa di alcune parole scelte degli evangelisti per descrivere il rifiuto d'ospitalità opposto a san Giuseppe e alla Santa Vergine prima della nascita del Redentore. Tuttavia, la tradizione della grotta come luogo di nascita di Gesù è tutt'altro che infondata: essa ha inizio con san Giustino Martire, nato a pochi km da Betlemme, vissuto nel I secolo d.C., e viene confermata anche successivamente da Origene e da san Girolamo.

 

Alla luce della Scrittura e della Tradizione, le due fonti della Rivelazione, padre Lanzetta ha dimostrato, con maestria teologica, come l'esegesi protestante, ponendo l'attenzione su singole parole del Vangelo estrapolate dall'intero contesto, non solo è erronea nel metodo, ma anche nei contenuti che veicola: essa arriva infatti a mettere in discussione persino la Verginità perpetua della Santissima Madre di Dio, negando che Gesù sia nato in una grotta isolata e propendendo piuttosto per la stanza di una affollata abitazione, adibita a soggiorno per persone e animali. Uno degli autori protestanti che ha proposto tale ipotesi esegetica è Kenneth E. Bailey (1930-2016), ministro presbiteriano, che nel 2008 scrisse un libro intitolato Jesus Through Middle Eastern Eyes: Cultural studies in the Gospel in cui espresse la sua convinzione che Gesù fosse nato in una normale abitazione del tempo. Questo autore, a sua volta, segue l'interpretazione di un ministro anglicano, Alfred Plummer (1841-1926) che nel suo volume The Gospel according to Saint Luke, propone un'analoga teoria sulla base del fatto che, secondo lui, era impossibile per san Giuseppe, di stirpe regale, non trovare ospitalità nella propria città.

 

A giudizio di padre Serafino, nell'accogliere tale ipotesi, si trascurano alcuni princìpi di fede. Primariamente, l'atmosfera di festa e di gioia non sarebbe dovuta alla nascita di Gesù in sé, ma piuttosto all'ambiente familiare e gioioso in cui nasce. Secondariamente, tale ipotesi stride con la narrazione evangelica in cui i pastori non trovarono alcuno, oltre alla Sacra Famiglia, quando arrivarono a Betlemme (Lc 2, 16). Ma, soprattutto, un contesto familiare e ordinario evoca un parto ordinario, in contrapposizione all'evento straordinario del parto verginale, dogma di fede. Un parto senza dolore, dove Gesù passa attraverso il grembo della Vergine senza intaccarlo, similmente a come farà con la Sindone nella Resurrezione ed entrando a porte chiuse nel Cenacolo, è un mistero che, in quanto tale, si svolge lontano da occhi profani. Un ultimo argomento che padre Lanzetta adduce per rifiutare l'ipotesi di un soggiorno familiare come luogo di nascita di Gesù viene offerto dalla profonda intimità che sussiste tra il Bambino e la Madre. San Matteo, esplicita tale legame al capitolo 2, dove ripete per ben 5 volte che il bambino Gesù è con Maria, sua madre (Mt 2, v. 11,13,14, 20, 21). Padre Serafino ha concluso la sua meditazione con queste bellissime parole: «Il Bambino è indissolubilmente unito a Maria, sua Madre e questo legame non può che essere la perpetua Verginità di Maria […]. Possiamo riassumere il tutto col motto di san Luigi M. Grignion de Montfort: Ad Jesum per Mariam. Nel silenzio della verginità di Maria, nella sua riservatezza divina, troviamo pertanto la vera culla della santa nascita di Gesù che necessariamente riflette e modella quella materiale, l'austera grotta della nascita del divin pargoletto. O il mistero è un'unità di segno e realtà, o semplicemente non è più».

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