Domenica V Anno C

V Domenica (Lc 5, 1-11)

"Lasciarono tutto e lo seguirono"

 

Oggi la liturgia ci fa rivivere il racconto suggestivo della vocazione di Pietro, preparato dalla prima lettura, che ci riferisce la vocazione del profeta Isaia.  La seconda lettura mostra come gli apostoli sono diventati, lasciando tutto, predicatori della risurrezione di Gesù, e quindi "pescatori di uomini" che ne colgono, accolgono e annunciano l'Oggi della sua presenza sacramentale di salvezza.

Il Vangelo secondo Luca presenta il racconto della chiamata dei primi discepoli, con una versione originale rispetto agli altri due Sinottici, Matteo e Marco (Mt 4,18-22; Mc 1,16-20). La chiamata, infatti, è preceduta dall'insegnamento di Gesù alla folla unita al fatto di una pesca miracolosa, compiuta per volontà del Signore (Lc 5,1-6). Mentre infatti la folla si accalca sulla riva del lago di Genèsaret per ascoltare Gesù, Egli vede Simone sfiduciato per non aver pescato nulla tutta la notte. Dapprima gli chiede di poter salire sulla sua barca per predicare alla gente stando a poca distanza dalla riva; poi, finita la predicazione, gli comanda di uscire al largo con i suoi compagni e di gettare le reti ( v.5). Simone obbedisce, ed essi pescano una quantità incredibile di pesci. In questo modo, l'evangelista fa vedere come i primi discepoli seguirono Gesù fidandosi di Lui, fondandosi solo sulla sua Parola, accompagnata anche da segni prodigiosi. Osserviamo che, prima di questo segno, Simone si rivolge e Gesù chiamandolo "Maestro" (v. 5) di fronte all'insegnamento, mentre dopo il fatto straordinario lo chiama "Signore" (v.7) cogliendone l'elemento divino cui tutto affidarsi. È la pedagogia della chiamata di Dio, che non guarda tanto alle qualità degli eletti, ma alla loro fede, come quella di Simone che dice: "Sulla tua parola getterò le reti" (v. 5). L'esperienza di Pietro, certamente singolare, è anche rappresentativa della chiamata di ogni apostolo del Vangelo, che non deve mai scoraggiarsi nell'annunciare l'Oggi di Cristo anche in chi immediatamente lo rifiuta. I 62 anni di ministero pastorale li ho vissuti soprattutto in quattro parrocchie della diocesi di Verona: Spiazzi, San Fermo, Torri del Benaco, Santi Apostoli. Più significativi i dodici anni a Torri. Fui mandato dopo il servizio dottrinale allo Studio teologico san Zeno e quello culturale al Toniolo. Il "chiacchiereccio politico" dei mezzi di comunicazione avevano provocato nei vivaci parrocchiani un rifiuto per ragioni politiche come parroco per sei mesi. Il Signore mi ha aiutato, anche rifiutato, a non rifiutare facendomi vivere i dodici  anni più belli di sacerdozio.

Alla fine dell'episodio evangelico, Simon Pietro riceve una missione da Gesù. Il Signore gli dice anzitutto: "Non temere!". Così di fronte a una quantità enorme di pesci nelle due barche al punto da affondare sulla parola di Gesù finisce lo spavento. Poi gli promette: "D'ora in poi sarai pescatore di uomini".

La missione di Simone con i suoi compagni sarà analoga a quella del pescatore, ma sarà anche profondamente diversa. Infatti, non si possono prendere gli uomini come si prendono i pesci. Essere pescatori di uomini cioè portarli ad accogliere liberamente l'Oggi della presenza sacramentale di Cristo che salva è in realtà un'attività divinamente umana, e l'uomo, l'apostolo, è soltanto uno strumento nelle mani di Dio: uno strumento che deve rimanere umile, e nello stesso tempo generoso, coraggioso, per far con Cristo l'opera di Cristo, tentando e ritentando senza rispondere al rifiuto rifiutando.

Cristo oggi ci parla, ci fa riflettere, in un momento di crisi drammatica, sulla vocazione al sacerdozio e alla vita consacrata. Essa è opera di Dio. L'uomo non è autore della propria vocazione al sacerdozio da prete, da vescovo, da papa, ma dà risposta alla proposta divina; e la debolezza umana non deve far paura se Dio, con i suoi segni, chiama. Occorre educare fin da ragazzi alla fiducia nella sua forza che agisce proprio nella nostra povertà e nel pericolo terribile oggi dei mezzi di comunicazione; bisogna confidare sempre più nella potenza della sua misericordia, nell'aiuto della Regina della Pace, dell'Amore, della Madre del lungo cammino che sostiene in maniera straordinaria.


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