VI Domenica

L'annuncio delle "beatitudini" approfondendo le situazioni storiche e dei "guai" per chi si ferma alle apparenze e resta a livello delle constatazioni superficiali non cogliendo che quelle situazioni che a noi sembrano sfavorevoli possono essere in realtà favorevoli e quelle che a noi sembrano favorevoli possono essere in realtà sfavorevoli
L'anno liturgico è un grande cammino di fede in Lui risorto che ci fa rivivere fatti e detti storici dell'incarnazione che il Vangelo ci memorizza. Nelle domeniche del Tempo
Ordinario, tale itinerario è scandito quest'anno dalla lettura del Vangelo di Luca, che oggi ci accompagna "in un luogo pianeggiante" all'inizio del suo ministero  (Lc 6,17), dove Gesù sosta con i Dodici all'inizio del Nuova Storia di Amore, della Nuova Alleanza e dove si raduna una folla di altri discepoli e di gente venuta da ogni parte per ascoltarlo. Porta a compimento quello che con Mosè è avvenuto già nell'Antica Storia di Amore, nell'Antica Alleanza con i Comandamenti. In tale cornice, che oggi ci fa rivivere, si colloca l'annuncio delle "Beatitudini" (Lc 6,20-26); Mt 5,1-12). Gesù, alzati gli occhi verso i suoi discepoli e oggi risorto verso di noi qui convenuti, dice:  "Beati voi, poveri …beati voi, che ora avete fame … beati voi, che ora piangete …beati voi, quando gli uomini … disprezzeranno il vostro nome" per causa mia, perché con l'egemonia culturale secolarizzata vogliono ridurmi solo a una brava persona del passato da imitare, un fratello e un amico, un profeta e un esempio di vita morale. Io sono la Parola che è con Dio e sono Dio, il Figlio del Padre, che ha preso la natura umana per redimervi, risorto sono sempre con voi attraverso la mia Chiesa e che verrò a giudicare i vivi e i morti, da adorare in unità con il Padre e lo Spirito Santo come unico vero Dio. Perché lì allora , ora ci proclama beati già in questo mondo, pur tra tante sofferenze? Perché consapevoli che la giustizia di Dio  ci accoglie  fin d'ora nel suo regno che non è un aldi là immaginario, posto in un futuro che non arriva mai; il suo regno è presente là dove Egli è amato e dove il suo amore ci raggiunge con le beatitudini. Le beatitudini si basano sul fatto che esiste una giustizia divina, che rialza chi è stato a torto umiliato e abbassa chi si è esaltato (Lc 14,11). Infatti, l'evangelista Luca, dopo i quattro "beati voi", aggiunge quattro ammonimenti: "guai a voi, ricchi …guai a voi, che ora siete sazi, … guai a voi, che ora ridete" e "guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi", perché come afferma Gesù, le cose si ribalteranno, gli ultimi diventeranno primi, e i primi ultimi (Lc 13,30).
Questa giustizia e questa beatitudine si realizzano completamente nel "Regno dei cieli, o "Regno di Dio", che avrà il  suo compimento alla fine dei tempi ma che è già presente nella storia. Dove i poveri sono consolati e ammessi al banchetto della vita veramente vita, lì si manifesta già ora la giustizia di Dio. E' questo il compito che i discepoli del Signore sono chiamati a svolgere nella società attuale. Il Vangelo di Cristo risponde positivamente alla sete di giustizia dell'uomo, ma in modo inatteso e sorprendente. Egli non propone una rivoluzione di tipo sociale e politico, ma quella dell'amore, che ha già realizzato con la sua Croce e la sua Risurrezione, la sua continua presenza tra i suoi per tutti e tutto. Su di esse si fondano le beatitudini, che propongono il nuovo orizzonte di giustizia, inaugurato dalla Pasqua, grazie al quale possiamo diventare giusti e costruire un mondo migliore.
Dopo aver celebrato l'11 febbraio la memoria della apparizioni di Lourdes a Santa Bernardette, rivolgiamoci alla Vergine Maria, all'Immacolata. Tutte le generazioni la proclamano "beata", perché ha creduto nella buona notizia di Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, incarnato nel suo seno per opera dello Spirito Santo. Lasciamoci guidare da Lei per essere liberati dall'illusione dell'autosufficienza, riconoscere che abbiamo bisogno di Dio, di obbedire ai suoi comandamenti, della sua misericordia, ed entrare così nel regno di giustizia, di amore e di pace.

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