Una rifiorituta con CL e Giovanni Paolo II

Un momento di rifioritura cattolica con CL e Giovanni Paolo II
Con Antonio Socci in Libero del 24 febbraio vorrei anch'io ricordare un po' di storia da cui è emerso Roberto Formigoni, cui mi ha legato una sincera amicizia.
E lo faccio rivivendo un incontro nel 1979 a Fiumicino  tra il gruppo che si ispirava al magistero di San Giovanni Paolo II, di ritorno da Puebla dove aveva rilanciato la vera Dottrina Sociale della Chiesa avviata con la Rerum Novarum di Leone XIII. Non era e non è una ideologia mediatrice tra
individualismo liberista e collettivismo marxista leninista, ma la testimonianza anche a livello socio-politico della fede ecclesiale cattolica. Nessuna subordinazione ideologica quindi della fede alle analisi sociologiche ed economiche liberiste e marxiste.
Mentre il Papa scendeva dalla scaletta dell'aereo, noi, e tra noi c'era Roberto, entusiasti battemmo le mani per quello che era avvenuto a Puebla di fronte allo sviluppo della Teologia della Liberazione. Siamo stati subito fermati da Giovanni Paolo II: " e voi cosa fate per l'Italia dove o non fa parte della pastorale la Dottrina Sociale o se ne presenta una sbagliata". Si può immaginare cosa ha prodotto in Don Giussani che ha visto fiorire una travolgente esperienza di cattolicesimo vissuto da parte di migliaia di giovani. Già ai tempi della Lettera di monsignor Bettazzi a Berlinguer San Paolo VI aveva chiesto aiuto a don Giussani. Ma don Giussani non voleva impegnare direttamente nella DC il movimento ecclesiale di Comunione Liberazione ed ecco l'iniziativa del Movimento Popolare con la Presidenza di Roberto Formigoni. Anch'io con Padre Macchi e altri abbiamo fatto parte della scuola di Dottrina Sociale. A quante conferenze dal 1979 al 1982 abbiamo partecipato! Comunione e Liberazione è entrata sulla scena fin dal 1969, quando la Chiesa stava precipitando in una crisi spaventosa e l'Italia era letteralmente travolta dall'estremismo ideologico nelle scuole, nelle università nelle fabbriche con la cultura operaia con l'esplosione perfino del terrorismo. Socci riporta una lettera del Cardinale Biffi del 15 settembre 1977 a una suora carmelitana di clausura spiegando cosa stava accadendo dopo l'invito di San Paolo VI a Giussani: " (quelli di CL) sono ragazzi convinti di avere il diritto di fare un'esperienza di vita associata alla luce della loro fede, nel pieno rispetto dei diritti altrui, che non hanno mai tentato di violare una sola volta. In forza di questo diritto essi costituiscono all'interno dell'università l'unico gruppo che – con la sola esistenza – contesta la cultura egemone che ritiene di essere l'unica. Perciò sono insopportabili, perciò sono picchiati a morte. All'infuori di quello di esistere, non hanno mai compiuto nessuna provocazione; ma è la loro esistenza (…) a essere provocatoria. In una società ormai arresa e impaziente di rendere omaggio al nuovo "principe" (che libera il popolo dal suo oppressore alla luce delle analisi sociologiche ed economiche marxiste), sono gli unici" aggiungeva Biffi "a ritenere che la salvezza dell'uomo arrivi da un'altra parte e la sua promozione vada cercata da un'altra direzione. Don Giussani – che non si è mai sognato di occuparsi di politica – da molte settimane vive randagio, dormendo sempre in posti diversi, perché la polizia l'ha avvisato che esiste un progetto preciso di fargli la pelle. Quando gliela faranno, si troverà modo di dimostrare che è stata colpa sua. Del resto, non è CL in gioco, è oggi il fatto cristiano". E' la descrizione di Biffi del fondamento ecclesiale della Dottrina sociale cristiana.
Dopo l'intervento di Giovanni Paolo II a Puebla per tutta la Chiesa e dal 1985 la Cei del cardinale Ruini è avvenuta una rifioritura della Chiesa Cattolica in Italia. Socci scrive che "i ciellini – prima maltrattati dentro il mondo clericale postconciliare che si arrendeva al progressismo – ora avevano piena cittadinanza nella Chiesa e pure la DC attinse a queste inattese e fresche energie. Formigoni fu l'emblema di quella rinascita che poi con Forza Italia diventò esperienza di governo in Lombardia". Pur con limiti è stata una presenza cattolica nella società e fra i giovani che oggi sembra scomparsa.
"Forse – riporto una valutazione di Socci che condivido – non ci sono mai stati così tanti cattolici ai vertici della politica come oggi (…) E' poi curioso (…) che non venga mai considerata la vicenda storica della Dc a cui l'Italia deve la rinascita oltre che la libertà. Nel mese scorso molte celebrazioni, sui media, ha avuto don Luigi Sturzo, per i cento anni dalla fondazione del Partito popolare. Ed è curioso che esaltino Sturzo – che era un ultra liberista – anche cattolici che "in teoria"  si dicono progressisti (d'altronde, nella pratica, è la sinistra che ha assecondato in questi anni la peggiore globalizzazione mercatista). Si dimentica invece la Dc e il connotato Keynesiano della politica Dc, quella che dalla Costituente di La Pira a Fanfani, Moro ed Enrico Mattei, ha messo al centro la "piena occupazione" e – anche attraverso l'intervento dello Stato (si pensi all'Eni) – portò l'Italia, un tempo sottosviluppata, al quarto posto fra le potenze industriali. Paradossalmente oggi questa impostazione di "sinistra keynesiana", totalmente avversata dalla Ue e dal Trattato di Maastricht, è reperibile  nella Lega di Salvini (che si avvicina peraltro alle percentuali di consenso della Dc). Così tutto appare rovesciato. Le coordinate destra/sinistra non dicono più nulla. Tutto è cambiato".


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