In preparazione del pellegrinaggio a Medjugorje

In preparazione del pellegrinaggio alle presunte apparizioni della Regina della Pace di Medjugorje, dal 21 al 25 aprile 2018, organizzato da Raffaella Tezza (340 2407859), accompagnato da don Gino Oliosi 
Se il nostro pianeta non si è ancora dissolto nell’autodistruzione nucleare o per una catastrofica calamità naturale storicamente lo dobbiamo anche a tante manifestazioni mariane, nelle quali la Vergine non ha lesinato preannunci di rilievo: dal 1830 con la medaglia miracolosa c’è una sequenza di apparizioni con le quali non ha lesinato preannunci di rilievi con i relativi messaggi, che si presentano
come un mosaico. Presi da soli, i tasselli non sono altrettanto significativi: una stella non esiste per se stessa, ma ha senso se la si  vede in quell’insieme che è la costellazione.
In ogni apparizione il primo passaggio è un Avvertimento, che Dio offre alla libertà degli uomini per un prossimo futuro che mette tutti a nudo dinnanzi alla propria coscienza, alla propria responsabilità,  un continuo appello per la conversione dei cuori al Vangelo. Successivamente avviene qualche segno straordinario che, per chi ne fa esperienza, diventa ragionevole la fiducia nell’origine soprannaturale dell’apparizione e del messaggio. L’apparizione potrà avere Segni indistruttibili, continui, visibili da chiunque: in una modalità umanamente misteriosa e chi si ostinerà a non credere resterà nella possibilità di farlo, senza che “il libero arbitrio”, cioè la capacità personale di scegliere senza impedimenti, sia in alcun modo violato.
“Fra i momenti – ricorda Saverio Gaeta in Le Veggenti[i]più importanti di questi straordinari richiami divini si inseriscono i ’Tre giorni di buio’, settanta due ore durante le quali il sole sembrerà spegnersi e i demoni infesteranno la Terra e tormenteranno le anime. E se proprio tutto ciò, cioè la prova di Dio, non riuscirà a stimolare in ravvedimento globale, la conclusione sarà il disvelamento di una sequenza di drammatici Segreti, fino al terribile Castigo - forse una devastante tempesta magnetica solare, oppure il terrificante impatto di un asteroide – con lo sterminio di due terzi dell’umanità”.
Sono rischi che anche la scienza oggi non esclude ricordando gli effetti attuali del ripetersi delle cosi dette tempeste magnetiche solari già avvenute nel 1859, nel 1938 e 1939 . Se infatti la “palma di plasma” creata dalle esplosioni sul Sole prendesse la direzione della Terra con la potenza di quella che colpì il pianeta nel 1859, distruggerebbe le reti elettriche e i sistemi di comunicazioni digitali e analogiche, portando il mondo alle condizioni dell’era-preindustriale: Resteremmo al buio per anni. Senza internet. Ferme le industrie, bloccati i trasporti. Finito il petrolio e magari anche l’ultima benzina nelle cisterne delle pompe che funzionavano ad elettricità. Il cibo non arriverebbe a negozi o case. Ha poca importanza sapere se quanto descritto possa realmente accadere in un futuro prossimo. Quel che importa sottolineare è la vulnerabilità del nostro sistema tecnologico e la fallacia del mito del progresso. L’uomo non ha in sé le risorse per opporsi agli sconvolgimenti naturali. E il Signore si serve spesso delle forze della natura per guidare i destini della storia. Le sei apparizioni comunitarie di Fatima riconosciute ai tre veggenti e quelle personali presunte a Lucia cioè non escluse, suggellate dallo straordinario miracolo del sole del 13 ottobre 1917, ci ricordano l’esistenza di un rapporto, anche fisico, tra terra e cielo, più stretto di quanto possiamo immaginare. I castighi predetti dalla Madonna di Fatima si accompagneranno a sconvolgimenti atmosferici, come è accaduto in tutte le epoche di grandi crisi della storia e dobbiamo essere pronti a scrutare i segni del Cielo.
 Nonostante queste immagini terrorizzanti,  la garanzia di fede nel Creatore è che tutto sarà funzionale a un’eternità di vita veramente vita anche per il corpo, già avvenuta nel Gesù di Nazareth e nella sua e nostra mamma viva in anima e corpo, per quanti decideranno di aprire l’intelligenza e il cuore nella prova. Nella Spe salviBenedetto XVI, rifacendosi alla prima Corinti, ricorda che il Padre, nella sua infinita misericordia, al termine della vita di ogni persona presenterà tutti i peccati non perdonati sacramentalmente per un’ultima libera, consapevole e irrevocabile scelta di Paradiso o nel rifiuto di inferno. Le comunicazioni profetiche avvengono solo allo scopo di favorire la crescita del bene comune spirituale della Chiesa e del mondo, hanno come oggetto l’aiuto a non rendere idolo il bene temporale diventandone schiavi impauriti dei limiti, soprattutto delle prove e quindi l’invito alla conversione cioè al cambiamento di mentalità e di vita, alla preghiera “, come ha fatto Gesù nel Getzemani: “Padre se possibile allontana questa prova, però non la mia ma la tua volontà sia fatta” .
Come i genitori illustrano ai figli i pericoli suggerendo come affrontarli senza rischio eccessivo prima del castigo, come spiegava ai suoi discepoli San Giovanni Bosco con il metodo preventivo nell’educazione: è bene mostrare da prima i vantaggi dell’obbedienza e soltanto successivamente gli svantaggi della disobbedienza.
Nella logica divina, c’è comunque un misterioso legame fra tutti gli uomini, sia nel bene e sia nel male, pur restando ferma e prioritaria la personale responsabilità. Lo ha spiegato con chiarezza suor Lucia, la veggente di Fatima, che in una conversazione privata contravvenne insolitamente all’abitudine di non esprimere opinioni, affermando: “Per il peccato di un singolo individuo paga la persona che ne è responsabile, ma per il peccato di una nazione (oggi diremmo per una deriva globale) paga tutto il popolo (paga tutto il mondo). Perché i governanti che promulgano leggi inique lo fanno in nome del popolo che li ha eletti”[ii]
L’adeguata comprensione di tutto ciò è possibile unicamente per chi attende la venuta visibile e solenne di Cristo, il suo Giudizio finale e la vita veramente vita senza gli attuali limiti biologici, che finiranno in polvere, e questa vita fuori del tempo e dello spazio è paradiso o inferno. 
C’è oggi una strana tendenza ad esaltare la misericordia senza la giustizia divina del Giudizio finale e del rischio infernale che richiede vigilanza per cui non c’è meta finale di salvezza senza ciascuno di noi, senza la nostra responsabilità, senza il rischio. Sin dal finire dell’Ottocento, dopo la prima apparizione moderna della medaglia miracolosa, il Concilio Vaticano I ha proclamato come verità di fede che “Dio ha voluto che agli aiuti interiori dello Spirito Santo si unissero gli argomenti esterni della sua Rivelazione, cioè concreti e continui interventi divini, come sono principalmente i miracoli, le apparizioni private e le profezie che dimostrano luminosamente l’onnipotenza e la scienza infinita di Dio, e sono segni certissimi della continua divina Rivelazione e adatti all’intelligenza di tutti”. Molto più recentemente, nel 1992, il Catechismo della Chiesa cattolica ha precisato che “lungo i secoli ci sono state delle rivelazioni chiamate ‘private’, alcune delle quali sono state riconosciute dall’autorità della Chiesa (sono 16, più di 2000 le presunte cioè non riconosciute e non escluse). Esse tuttavia non appartengono al deposito della fede. Il loro ruolo non è quello di ‘migliorare’ o di ‘completare’ la Rivelazione definitiva di Cristo, ma di aiutare a viverla più pienamente in una determinata epoca storica. Guidato dal magistero della Chiesa, il senso dei fedeli sa discernere e accogliere ciò che in queste rivelazioni costituisce un appello autentico a Cristo o dei suoi santi alla Chiesa”. Pur difficile, alle volte, il discernimento su quali siano le apparizioni e i messaggi realmente provenienti dal Cielo e quali ispirati da Satana o inventati da persone disturbate, occorre vigilare per non cadere nel pregiudizio secolarizzante di una mancanza di fiducia nel fatto che il Divino possa continuare a manifestarsi concretamente nella storia umana,  cosicché si preferisce lasciarle in un “limbo indefinito”.
In ogni caso a tutto ciò che riguarda i fenomeni soprannaturali, come le profezie e le apparizioni, può essere data unicamente la fiducia umana privata in chi ne ha fatto una esperienza positiva e non una fede pubblica, in conformità ai decreti di Papa Urbano VIII e con le direttive del Concilio Vaticano II e in obbedienza al giudizio della competente autorità ecclesiastica che può riconoscerle o non escluderle, come nelle tante presunte come Medjugorje, la Regina dell’Amore di Schio, la Madre del lungo cammino. Non come atto ministeriale petrino, ma sua opinione personale Papa Francesco ha lodato la Commissione su Medjugorje presieduta dal Cardinale Ruini istituita nel 2010 da Benedetto XVI e che ha terminato il suo lavoro nel 2015: tra i quindici membri tredici hanno espresso giudizio positivo sull’origine soprannaturale delle prime  sette comunitariamente vissute senza condizionamenti dai sei ragazzi di Medjugorje come sono state riconosciute nel 1930 solo le prime sei comunitarie di Fatima senza escludere le altre personali a Lucia come presunte.
Occorre ricordare sempre la vicenda di Noè, gli sberleffi che dovette subire da parte dei suoi contemporanei quando costruiva la famosa arca, mentre il sole splendeva nel cielo azzurro. Ma sappiamo poi come andò a finire, quando cominciò il diluvio… Come prete, come don Gino devo sempre dire attualmente presunte le apparizioni di Medjugorje, come persona ho avuto tanti segni che mi hanno aiutato e per questo da tanti anni accompagno con entusiasmo, non organizzo, pellegrinaggi a Medjugorje. Come metodo preventivo vi descrivo le prime sette apparizioni in  modo che a Medjugorje riandiate continuamente nei luoghi concreti delle apparizioni a cominciare dal con mente e cuore pensando a Lei cioè in preghiera continua senza distrarvi da tutto l’inevitabile sviluppo, a quei momenti e luoghi(nel settembre del 1981 sono andato la prima volta e c’era solo la Chiesa, la canonica e le scuole e nel prato dove oggi ci sono  i confessionali, 42 frati che confessavano loro sulla sedia e i penitenti inginocchiatoi sull’erba). Poi cercheremo di comprendere anche i dieci segreti.
Le prime sette apparizioni comunitarie dei sei[iii]
Cari figli, se lo desiderate venite qui ogni giorno, chiamatemi spesso con la preghiera del rosario insieme
Sono le 17,45 di mercoledì 24 giugno 1981. Siamo a Medjugorje (pronuncia Megiugorie), paesino dell’Erzegovina sperduto e sconosciuto da tutti, è diventato uno dei luoghi più visitati della terra. Dal 1981 più di cinquanta milioni di persone sono andate là pellegrine, nonostante le difficoltà del viaggio, i problemi (a quel tempo 1981) del regime comunista. E il maggior movimento di masse cattoliche e non solo del post concilio[iv]:”Medjugorje è il centro spirituale del mondo” disse san Giovanni Paolo II.
Una giovane donna bellissima, che afferma di essere da 2018 anni la madre di Cristo cioè del suo Gesù, il Figlio del Padre concepito verginalmente per opera dello Spirito Santo nel suo grembo verginale, crocefisso, sepolto, risorto presente nella e attraverso la Chiesa cioè il Cristo nel suo vero corpo datole dalla mamma, appare a sei ragazzi di questo villaggio dicendo: se lo desiderate venite qui ogni giorno, chiamatemi spesso con la preghiera del rosario insieme.Darà anche dieci segreti che vedremo dopo le prime sette apparizioni e i messaggi e che riguardano il destino del mondo nei prossimi anni, segreti in continuità con quelli di Fatima.
I vescovi dell’Oceano Indiano che il 24 novembre 1993 furono ricevuti da San Giovanni Paolo II e si intrattennero con lui a cena, riferirono l’opinione personale del Papa: “Questi messaggi sono la chiave per comprendere ciò che avviene e ciò che avverrà nel mondo”.
Dunque in continuità dal 1830 a Rue de Bac, 1846 alla Salette, 1858 a Lourdes, 1917 a Fatima,  riconosciute nell’origine soprannaturale, e altre oggi presunte, da Medjugorje arriva qualcosa di enorme e di decisivo per il nostro futuro prossimo e remoto. Vorrei richiamarvi il messaggio della Salette. Con lo sviluppo della scienza e della tecnica, culturalmente della secolarizzazione, si imponeva il lavoro per sette giorni e chi non accettava non aveva lavoro, dissolvendo la Domenica come giorno del Signore. La Madonna appare alla Salette piangendo. Don Bosco, con quel messaggio, avvia l’associazione di chi non accetta sette giorni di lavoro ma insieme, sindacalmente 6, salvaguardando la Domenica.
Il mondo, tutta l’umanità nel suo mito progressista secolarizzato è oggi in pericolo, un pericolo mai vissuto dal genere umano nella sua storia, un pericolo che neanche riusciamo a immaginare. Ma la sua presenza ci garantisce che è così grande e sicura la meta, la speranza affidabile da affrontare il presente, anche un presente difficile, in certi omenti drammatico, senza disperare della continua Provvidenza anche di fronte alle difficoltà più grandi. Certamente abbiamo bisogno anche delle speranze temporali di progresso, speranze più piccole che, giorno per giorno, ci mantengono in cammino, senza farne un tutto che solo la grande speranza ci garantisce. Un aiuto rivivere quel mercoledì 24 giugno 1981.
Bijakovici, frazione  di Medjugorje, comune di Citluk, provincia di Mostar: queste notizie ci impediscono la gnosi cioè fermarci alla conoscenza senza pellegrinare sui luoghi concreti e la salita al Podbrdo non può mai mancare. Ore 17,40. “Sveglia! Svegliati Vicka, corri dormigliona, o farai tardi a scuola!”. Grida sua sorella. Ma è un caldo pomeriggio di giugno e le scuole sono già chiuse e la sorella della sedicenne Viska, che ogni giorno va a Mostar a scuola, scherza. Ivanka e Mirjana sono già passate per la passeggiata e la aspettano da Jakov.
Viska e Jakov di nove anni sono di qui mentre le due amiche hanno radici familiari a Bijkovici, ma vivono altrove. Mirjana, sedici anni, bionda, occhi azzurri, bellissima, è di Serajevo, dove frequenta il liceo e abita con i genitori e un fratello: viene in compagna con i nonni per trascorrere le vacanze. Ivanka, quindici anni, alta, un volto bello e dolce, capelli lunghi, abitava a Mostar fino a due mesi prima, quando è morta improvvisamente la giovane mamma, cosicché è dovuta venire a vivere dalla nonna, con il fratello più grande e la sorella più piccola, perché il padre Ivan, operaio, è emigrato in Germania.
Dunque Viska scorge subito le sue amiche più avanti che stanno ferme sul ciglio della strada. Fissano intensamente qualcosa e sembrano impaurite. “Ma che cosa state guardando?” Forse una vipera, ce ne sono tante sul Podbrdo. Un’altra amica, che non ci sarà il giovedì 25 con i sei e non avrà più le apparizioni, grida: “Sbrigati! Vieni a vedere: c’è la Madonna!”.
Viska terrorizzata non sa che fare ”Non dicono mai cose blasfeme, non sarebbero capaci di essere così volgari”. In quel momento stanno passando due ragazzi che si chiamano Ivan con sacchetti pieni di mele: “Viska, vuoi una mela? Sono buone, assaggiale”. Ma lei se ne infischia delle mele:” Venite a vedere la Madonna!”. Il più giovane, che poi farà parte dei sei dice all’altro. “Lascia stare, questa è pazza, non sa neanche cosa dice…”. Dietro le insistenze la accompagnano e trovano le ragazze ancora incantate e adesso tutti la vedono: è una giovane donna (dopo più di due mila anni!), ha un bimbo in braccio e una corona sulla testa e fa cenno di avvicinarsi, se vogliono: il rispetto della libertà senza la quale non c’è amore è il modo di relazionarsi del Dio di Gesù Cristo, della sua e nostra mamma. Nessuno ha il coraggio di avvicinarsi e l’apparizione scompare. Nessuna di loro, in un regime dittatoriale ateo, ha mai sentito parlare che la Madonna appaia sulla terra, non hanno sentito parlare di Lourdes o di Fatima. Sono circa le 18. Viska di nuovo scappa con Milka sorella di Mirjana che dice a Ivanka: “Chissà cosa succede. Forse è meglio che scappiamo anche noi.” Raggiungono Viska e Ivanka si volta verso la collina: “Ma quella è la Madonna!” che, desiderandolo, fa cenno ancora di avvicinarsi liberamente. Mirjana si accorge che c’è qualcosa di strano: la splendida ragazza indossa un abito lungo non della nostra epoca, ha un velo in testa e poi sta, con un bimbo piccolo, su una collinetta piena di sassi, spine e vipere dove non sale mai nessuno. E infine il suo aspetto. Sembra sospesa nell’aria, ha una corona sulla testa: è il comportamento da risorta, viva. Restano ammutolite e quella notte per tutti e sei  sarà una nottata in bianco.
Giovedì 25 giugno 1981, prima apparizione comunitaria dei sei ragazzi riconosciuta dalla Commissione
Di buon mattino, Ivanka, Mirjana e Viska vanno ad aiutare i loro familiari nel lavoro dei campi: è la raccolta del tabacco. Più tardi avvicinandosi l’ora nella quale ieri è accaduto tutto, si fa forte il loro desiderio di tornare sul luogo. Così si mettono d’accordo e si preparano. Per capire. Per vedere se accade di nuovo: “Se ieri era davvero la Madonna, forse oggi verrà ancora”, si dicono l’una con l’altra. Oppure per rendersi conto se davvero si è trattato di qualche minuto di misteriosa autosuggestione, o di uno scherzo o di uno strano miraggio da dimenticare, come molti dicono da ieri sera.
Le ragazze non hanno pensato ad altro per tutta la notte e in effetti tutti, al mattino di questo giovedì nei campi e per la strada non parlano che di questo avvenimento. Le tre adolescenti, che tornano verso casa stanche dai campi, devono prendersi qualche prevedibile lazzo di alcuni coetanei: “Ehi, guarda: la Madonna!”. Ma ora non pensano che a tornare lassù da Lei.
L’appuntamento è verso le 17,45. Viska passa a chiamare anche Milka, la più piccola  sorella di Marija che aveva visto la sera del 24 e che la madre (Milka ha solo dodici anni) ha allontanato e quindi non farà più parte del gruppo dei sei: lo farà la sorella Marija: “Ora non posso, ma se vedete qualcosa, venite a chiamarmi”. Viska glielo garantisce, accompagnata dal cugino Marinko sempre vicino senza avere l’apparizione.
Anche uno dei due Ivan (il più giovane, sedici anni), scappati la sera prima farà parte del gruppo dei sei. 
Dunque Mirjana, Ivanka e Vicka si incamminano chiacchierando per la strada sterrata, con il piccolo corteo di accompagnatori al seguito. Fanno un breve tratto e vedono un lampo silenzioso visto da tutti. Ancora una volta è Ivanka che la vede per prima, si volta di scatto e dice alle amiche: ”Guardate, la Madonna!”. Anche Ivan la vede e quasi si sente mancare nel suo carattere taciturno: vuole scappare di nuovo, ma qualcosa lo blocca. Vicka si ricorda d’improvviso della promessa fatta a Marija, così corre a chiamarla: “Presto, Marija, la Madonna ci aspetta!”. Corre con lei anche il piccolo Jakov (cugino di Mirijana dieci anni non ancora compiuti) che in quel momento stava in casa con Marija. E quando raggiungono le ragazze Vicka indica lassù, sul colle.
Ecco la giovane donna, bellissima e dolce: i ragazzi la vedono lontana e la sentono vicina, sono rapiti dalla sua incantevole figura. Ora fa cenno con la mano di avvicinarsi  a lei. Ma nessuno dei ragazzi si muove, sono impauriti. Dopo un po’ ripete il suo gesto di invito. E stavolta Mirijana,Ivanka e Vicka, Marija e Jakov, insieme a Ivan, che è in altro punto della collina, partono di corsa, come fulmini, incuranti dei sassi e dei rovi. Corrono per avvicinarsi: sembra che tutti e sei abbiano le ali ai piedi mentre quelli del corteo tentano di correre come loro, ma non riescono  a stare loro dietro.
Arrivati davanti a lei, i ragazzi cadono tutti inginocchiati e restano come incantati dalla bellezza e dalla giovinezza che oggi si presenta loro senza il bambino e  - diranno poi –con un sorriso dolce e un aspetto semplicissimo (una tunica grigia e un velo bianco sulla testa che fa intravvedere i bei capelli neri). E’ felice ed è di una bellezza indescrivibile, mai vista su questa terra, secondo il resoconto successivo dei ragazzi.
Deliziati, ma anche confusi e impauriti, cominciano qualche preghiera. E lei allora prega con loro, eccetto nell’Ave Maria, durante la quale tace, sorridendo ai ragazzi. Poi Ivanka, timidamente, le rivolge una domanda. Sua madre Jagoda è morta proprio in maggio (siamo al 25 giugno) improvvisamente, mentre era ricoverata in ospedale e senza nessuna compagnia. E la figlia ha ancora il cuore a pezzi per il dolore: un’adolescente di fronte a una tragedia improvvisa come questa si sente crollare il mondo addosso. Sussurra: “Come sta la mia mamma?”. La dolce signora la rassicura: “Sta bene la tua mamma, sta bene”. Ancora più confortante per Ivanka è sentirle dire: “E’ con me, è felice, non preoccuparti”.
Allora Mirjana, la più riflessiva, le dice: “Lasciaci un segno, altrimenti penseranno che siamo pazze”. Lei sorride e resta in silenzio, il divino non fa mai spettacolo per cui si può ragionevolmente accoglierlo come pure rifiutarlo. Proprio in quell’istante Viska, la più estroversa, chiede: “Che ore sono?”. A Mirjana, date le circostanze, sembra una domanda bizzarra, tuttavia, quasi inavvertitamente, getta un’occhiata all’orologio e si accorge che è capovolto. Strabiliata che quello è il segno personale lasciatole dalla Madonna per fissare un momento che cambierà per sempre la sua vita. “Tornerai ancora?”, le chiedono i ragazzi mostrando tutto il loro desiderio. Lei mostrando la volontà di essere chiamata liberamente spesso fa cenno di sì e poi li saluta con una espressione che continuerà: “Addio angeli miei”.
In ogni pellegrinaggio a Medjugorje la salita al Podbrdo insieme pregando i rosari e sostando in silenzio nel luogo dell’apparizione dove c’è una sua immagine, non può mai mancare per chi può. Lei è apparsa anche in Chiesa e io, dopo essere salito per tanti anni sul Podbrdo, con quelli che non possono lo rivivremo in Chiesa, dove pure le apparizioni sono avvenuto dopo il blocco della polizia sulla collina. La nonna di Viska, secondo una tradizione locale, consiglia un Credo sette Pater, Ave e Gloria in onore della santa Vergine, una tradizione che continua anche oggi.
Venerdì 26 giugno, seconda apparizione comunitaria dei sei riconosciuta
Alle 18 un’enorme quantità di persone, 1500-2000, stanno salendo sul Podbrdo. “Ma chi sono? Chi li ha portati qui? Come hanno saputo?”. Il Podbrdo, per quanto pieno di sassi e di rovi, è affollato. La gente dice di aver visto pure anche lei  dei lampi con il cielo sereno. Il caldo è asfissiante.
I presenti assistono a una scena significativa, che si ripeterà sempre: tutti e sei contemporaneamente la vedono “Eccola lassù!”. Quindi scattano via a un velocità incredibile, per i sassi e per i rovi, sebbene sia piovuto e il terreno fangoso renda viscide le pietre. Nessuno riesce a tenere loro dietro. Neanche i robusti giovanotti del paese. I primi ad arrivare nel punto e a buttarsi in ginocchio sono Ivan e Jakov. Arrivano poi anche le ragazze. Iniziano a recitare i sette Pater, Ave, Gloria e il Credo, come hanno consigliato le nonne. Mirjana e Ivanka – arrivate ultime, stremate – hanno quasi uno svenimento, mentre la gente sempre più accalcata calpesta il manto della Madonna che scompare.
Giungono frattanto anche i familiari e gli amici dei veggenti che fanno largo attorno ai ragazzi, cosicché Ivanka e Mirjana possono riprendersi. I ragazzi ( ma solo i sei di ieri, perché Milka ha visto i lampi, ma non l’apparizione: che non vedrà più), ricominciano a pregare. La Madonna   riappare. Gli sguardi di tutti e sei sono concentrati in quell’unico punto, l’espressione dei loro volti è indescrivibile. Viska, a questo punto, prende la sua bottiglia di acqua santa che la mamma Zatla le ha preparato, si fa il segno della croce e getta abbondantemente l’acqua sulla Madonna: “Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Se sei la Madonna resta con noi, se non lo sei vattene!”. Risponde a Viska con uno straordinario sorriso. Sembra felice di questo rito campestre come è avvenuto a Lourdes con Bernardette. I ragazzi pregano e cantano insieme a lei. Sono passati circa dieci minuti dall’inizio dell’apparizione. La Madonna premurosamente dice ai ragazzi, ancora inginocchiati sulle pietre, di alzarsi in piedi per stare meglio.
A questo punto Mirjana si fa forza e le chiede: “Come ti chiami?”. La giovane donna risponde lentamente “Io sono la Beata Vergine Maria”. L’altro titolo con cui in seguito si presenterà a Medjugorje è “Regina della pace”. Un prevedibile brivido di emozione attraversa il cuore dei ragazzi di fronte a quell’esplicita dichiarazione. Mirjana allora osa chiedere, anche lei come – ieri – Ivanka, di una persona che le sta particolarmente a cuore: suo nonno, morto nel 1980. “Sta bene”, le viene risposto dolcemente.
Ivanka torna a domandare ancora di sua madre morta da sola all’ospedale e se ha un messaggio da darle. La Vergine, con la consueta tenerezza risponde: “Dice che obbediate alla nonna e siate bravi con lei perché è anziana. Aiutatela perché non può lavorare”.
I ragazzi prendono coraggio. Le chiedono: “Perché hai scelto proprio noi che non abbiamo niente di speciale?”. E lei sorridendo: “Non scelgo i migliori” . Lei ama non solo quando e perché siamo buoni ma per farci diventare migliori.
Ivanka esprime un altro importante interrogativo che i ragazzi si erano posti: “Perché sei venuta proprio qui?”.
La giovane donna guarda la gente convenuta lassù da dove si vedono anche i minareti musulmani e poi guarda uno per uno i ragazzi: “Perché qui ci sono ancora buoni credenti nonostante tanti limiti morali”. E’ tipico degli interventi straordinari di Maria scegliere i pochi, i piccoli per i molti indifferenti alla fede. Sempre nella Chiesa si è data priorità alla fede sulla morale diversamente dal tempo moderno che con Kant la priorità viene data alla morale provocando un terribile moralismo cieco.
A questo punto Marinko dice ai ragazzi: “Chiedete alla Madonna che faccia un segno anche per noi”. Lo chiedono. Dopo pochi secondi tutti insieme si voltano verso Marinko per riferire la risposta: “Beati quelli che non videro, ma credettero”. I presenti stupiti si dicono l’un con l’altro che i ragazzi, non indirizzati se non dalla Madonna, non possono essersi inventata questa risposta da soli, tutti insieme. In questi anni quante persone non praticanti hanno recuperato la fede qui a Medjugorje e sono venute a confessarsi.
“Cosa aspetti da noi?” chiedono ancora.
“Sono venuta per convertire e riconciliare il mondo intero. Dite a tutti di convertirsi finché si è ancora in tempo”.
“Tornerai ancora?” “Sì, allo stesso posto di ieri”. La Vergine conclude l’incontro con i ragazzi con un suo congedo toccante: “Andate nella Pace di Dio”.
L’agile e silenziosa Marija, anche per sfuggire all’assedio della gente, scende un po’ più velocemente degli altri cinque, da sola. D’un tratto, verso la fine della discesa, si trova tutta a sinistra della strada, come se qualcosa ce l’avesse spinta e d’improvviso – nel punto della discesa chiamato Lokvetina (Pozzanghera) – si vede di nuovo davanti la Madonna che ha dietro di sé una grande croce di colore scuro. Marija cade in ginocchio. La Vergine stavolta ha un’espressione molto triste e in lacrime ripete: “Pace, Pace, Pace! Soltanto Pace! Riconciliatevi con Dio e tra di voi! L’umanità si trova in un grande pericolo, c’è il rischio che vi distruggiate con le vostre mani. Riconciliatevi!”.
Marija è scioccata da questa inattesa apparizione e spaventata da quell’espressione così addolorata della Vergine, dalle sue parole. Dieci anni dopo 1991, proprio il 26 giugno è scoppiata la guerra del Cossovo.
Sabato 27 giugno 1981 terza apparizione ai sei comunitariamente riconosciuta
I 6 ragazzi vengono portati dalla polizia a Citluk, distante 5 chilometri. Vengono condotti nella stazione di polizia dove devono dare mille spiegazioni ripetendo dettagliatamente la loro versione dei fatti durante lunghi interrogatori. Da lì vengono portati a un poliambulatorio: si vuole verificare se i ragazzi si drogano o bevono. 
Per tutto il pomeriggio dalla Chiesa di Medjugorje è passato un fiume di gente diretta al Podbrdo. Padre Jozo, tornato, ha pregato insieme a loro, ma ammonendoli severamente a non credere a fenomeni strani, a non lasciarsi imbrogliare, a cercare Cristo nell’Eucaristia, come la Chiesa insegna, e infine invitandoli a tornare a casa, ricordando le parole del Vangelo: “Sorgeranno falsi profeti”. Ma la gente, sconcertata dallo scetticismo del parroco, sale lo stesso verso la collina. Mentre padre Jozo, temendo una macchinazione per screditare pubblicamente la Chiesa, resta deluso e ansioso nella sua chiesa. In quel momento i cinque arrivano, a bordo del pulmino da Citluk. Scende Vicka e col suo sorriso investe Padre Jozo “Ma dove sei stato finora?”. Si aspettano da lui protezione e appoggio.
Ma Padre Jozo risponde freddamente, è troppo preoccupato di questa storia, non si fida di loro. Vuole prima capirli, ascoltarli, osservarli, rendersi conto perché ogni carisma deve essere verificato dalla istituzione ecclesiastica. Li avverte dunque che vuole vederli e parlare con loro, uno ad uno. Si danno appuntamento la sera, dopo l’apparizione.
Anche oggi c’è una gran folla. D’un tratto, la gente che attornia Marija le vede sobbalzare. La ragazzina, rossa in volto, ripete: “Guardate! Guardate! Guardate”” e si mette a correre su per i sassi e i rovi a una velocità – ancora una volta – inspiegabile. Arrivano anche gli altri. Stavolta tra tutta quella gente ci sono anche due frati che hanno concordato con Padre Jozo di venire a vedere, sia pure in abiti borghesi.
In tanti dicono di vedere la luce. Jakov, su suggerimento dei frati, chiede: “Madonna mia, che cosa desideri dai nostri sacerdoti?”. “Che soprattutto siano saldi nella fede e che proteggano la fede degli altri”.
I ragazzi pregano e cantano “Tutta bella sei”. Lei li guarda con grande affetto, così come guarda la gente e poi alza il suo sguardo osservando la pianura di Medjugorje, dove sono i campi e gli orti degli abitanti del villaggio con la chiesa inspiegabilmente costruita grande a quei tempi proprio nel mezzo, poi guarda l’altro colle che sovrasta il paese, il Krizevac, il monte della Croce.
Vicka le chiede: “Che cosa vuoi da questo popolo?” Lei, guardando ancora la gente convenuta con tanta tenerezza: “Che coloro che non vedono credano come quelli che vedono”. Quanto è importante che sostando nei luoghi delle apparizioni, sul Krizevac per chi può facendo la via crucis, in silenzio, chiudendo gli occhi, invochiamo la Regina della pace vediamo interiormente lei, chiediamo le piccole grazie per cui siamo venuti e la grande grazia per tutti della meta della nostra vita con cui affrontare il presente, anche quando è faticoso come il salire.
Mirijana e Jakov, ricordando quello che è accaduto due ore prima a Citluk, chiedono un segno perché si smetta di parlare di loro: “Ci accusano di essere drogati, epilettici, bugiardi.” La Vergine premurosamente li conforta dando una indicazione anche per noi nell’attuale persecuzione della cultura secolarizzata, anticristiana: “Fanciulli miei, nel mondo c’è sempre stata l’ingiustizia e così anche qui. Non preoccupatevi, non date importanza a queste cose. Non giudicate mai le persone, ma lasciate giudicare senza preoccuparvi di rispondere. Non c’è più sordo di chi non vuol ascoltare”.
Alla fine li saluta con un sorriso: “Addio, angeli miei, andate nella pace di Dio”.
Domenica 28 giugno 1981, quarta apparizione comunitaria dei sei riconosciuta dalla maggioranza della Commissione
E’ domenica e i ragazzi possono dormire un po’ più degli altri giorni. Ma molti – a cominciare dai frati – vengono svegliati di buon mattino da un traffico insolitamente convulso per quel paesino immerso nei campi con una Chiesa troppo grande per i pochi parrocchiani. Arriva gente da tutte le parti. Padre Jozo intuisce che il caso sta diventando esplosivo e che lui ha una grande responsabilità, rappresentando la Chiesa.
All’ora della Messa arrivano alla spicciolata anche i sei ragazzi, vestiti con l’abito della domenica come tutti, e si siedono qua e là sulle panche con tanti occhi puntati addosso. Per Padre Jozo è la prima vera occasione di parlare al suo gregge da quando sono cominciate le apparizioni. Quando inizia l’omelia c’è molta attenzione fra i fedeli. Il parroco spiega che Dio non abbandona mai l’umanità e interviene continuamente nella vita del suo popolo che ama, che perdona. La Sacra Scrittura narra, per ravvivare questa certezza della sua Alleanza, della sua Storia di amore, tanti interventi divini fino alla Rivelazione definitiva con l’incarnazione del suo Figlio nel grembo verginale di Maria per opera dello Spirito santo. Dopodiché risorto, vivo è attraverso gli apostoli, la Chiesa, suo corpo visibile, che Egli raggiunge tutti gli uomini. E’ attraverso la vita della Chiesa, soprattutto l’Eucaristia e i Sacramenti, illuminati dalla Parola di Dio, che si può approfondire e vivere il nostro rapporto con Dio. Poi Dio può anche elargire grazie speciali di apparizioni come a Lourdes e Fatima, dove si rende vicino in maniera particolare per invitare l’umanità a tornare a Lui, giacché proprio non credere, abbandonare Dio è la più grande tragedia in vita e soprattutto in morte. Ma – fa capire il frate che non ha ancora fatto un’esperienza personalmente positiva - sempre e solo la Chiesa è il luogo di questo rapporto con Dio. Ed è nella Chiesa e nella sua vita e nei suoi sacramenti che Egli va cercato, non su per le colline, a caccia di fenomeni strani.
Padre Jozo conclude dunque con l’accorato invito a un momento di preghiera nel pomeriggio, pur prevedendo che verso le 17,30 tutto il paese sarà catalizzato, come ieri, da quel che accade sul Podbrdo. Finita la Messa, mentre la gente sciama fuori, facendo i suoi commenti, i ragazzi vanno incontro al parroco che li porta in canonica per proseguire i colloqui individuali. A Ivanka il parroco chiede: “Vi pesa che tutti, anche noi sacerdoti vi interroghiamo? Cosa provi quando tu parli alle persone e loro non ti credono?”. “Io”, dice Ivanka,”io le dico che l’ho vista e lei è libero di credere e di non credere. Ma sono certa che tutto sarà confermato”. “Tu” riprende Padre Jozo “hai toccato la Madonna?”. “Sì, le dita scivolano quando la tocco …sì, scivolano”: è la caratteristica del corpo risorto.
Padre Jozo dice al suo cappellano: “io non so se quello che accade è davvero opera di Dio o piuttosto del demonio, ma devo riconoscere che la serenità e la gioia di questi ragazzi stride incredibilmente con la mia tristezza interiore e la mia ansia per questa situazione”. E’ tipico di chi non crede di essere triste, turbato, irritante di fronte a chi crede.
Dopo pranzo c’è gente dappertutto. Curiosi muniti di macchine fotografiche fra le case di Bijakovici, poliziotti in borghese che prendono informazioni, guardano, ascoltano, persone che pregano sulla collina, c’è anche un numero di preti in borghese. Miglia  di  persone, forse 10-15 mila. Mai vista tata folla, qui. La Regina della pace è una donna che attira tanto, soprattutto alla confessione e alla eucaristia.
Al pomeriggio, alla preghiera proposta dal parroco nella messa del mattino arrivano solo 30 persone che verso la fine le panche si svuotano per andare sulla collina.
I ragazzi fanno fatica  a farsi largo tra quelle migliaia di persone. Pregano in piedi con alcuni adulti che contengono la folla attorno a loro. Ancora una volta il miracolo accade: solo loro vedono la Madonna, ma tutti, se riescono ad avvicinarsi, possono vedere i volti di quelli che vedono e ne restano impressionati. Questi sei adolescenti, che tutti in paese conoscono essere ragazzi normali, simpatici, vivaci, da cinque giorni, quando si trovano davanti  a Lei, hanno visi inondati di luce.
Oggi le rivolgono le domande dei giorni scorsi e ricevono le stesse risposte. Davanti a quella folla di 15 mila persone la Madonna, appena è apparsa, ha guardato a lungo la gente sorridendo, contenta. E l’unica domanda di Vicka: “Preferisci che preghiamo o che cantiamo?”. La sua risposta è stata: “L’uno e l’altro”.
Finita l’apparizione è il caos e anche i ragazzi fanno fatica a passare rimanendo molto male quando sentono certa gente, perlo più poliziotti in borghese, camuffati da curiosi, che si mettono a deriderli e soprattutto a insultarli al loro passaggio lanciando volgari offese anche alle loro mamme. Ma la Madonna ha loro raccomandato di non giudicare mai le persone, pur non approvando il loro comportamento.
Durante l’interrogatorio a Citluk hanno sequestrato l’orologio di Mirjana il cui caso aveva colpito tanta gente. La polizia lo porta da un orologiaio perché attesti che è una truffa: ma l’orologiaio sbalordito dice che un orologio fuori centro e con le lancette capovolte non può camminare come invece fa. Lui non sa spiegarsi come. I poliziotti tentano allora di distruggerlo, ma inutilmente, continua ad andare. Restando così com’è.
Le autorità pensano che sia tutta una macchinazione dei frati per alimentare la credulità popolare, i frati sospettano che si tratti di una messinscena del regime per screditare la Chiesa. Ma mentre i frati osservano e chiedono cercando di capire, il regime usa il pugno di ferro  per far cessare tutto. 
Lunedì 29 giugno, quinta apparizione comunitariamente dei sei riconosciuta dalla maggioranza della Commissione
E’ la festa dei Santi Pietro e Paolo, tradizionalmente molto sentita dai croati così legati al papa. Tutti si preparano alla Messa festiva. Anche i ragazzi che devono accettare di essere portati al reparto psichiatrico “Safer Muijc” di Mostar. Vengono trattati brutalmente dentro una squallida stanza mortuaria perché ammettano di aver mentito.
Finalmente la visita per demolirli psicologicamente. Ma non riescono, nemmeno Jakov. Alla fine la dottoressa – che oltretutto è musulmana –fa per tutti una diagnosi positiva e commenta: “Mai visto ragazzi più sani di questi: matto è chi li ha portati qua!”. E racconta, colpita dal piccolo Jakov: “Si sente protetto dalla Madonna in cui rimette tutta la sua fiducia, la sua vita e quindi libero di fronte a tutti e a tutto. Più io lo investivo e lo accusavo di aver inscenato una menzogna, più lui si dimostrava sicuro delle sue convinzioni per le quali sarebbe anche morto. Quel che è certo e inspiegabile, in un bambino di dieci anni, è che noi non siamo riusciti minimamente a spaventarlo. E così gli altri. Se sono manipolati io proprio non sono riuscita a smascherarli”.
Sono le 14 e i ragazzi finalmente se ne tornano a casa. Ma l’arrivo a Bijakovici avviene in una marea di gente. A casa di Vicka ci sono due dottori e la madre dice: “Dimmi la verità, Vicka, lo sai che tuo padre è emigrato per lavoro: lo deporteranno in prigione”. “Mamma, io ho sempre detto la verità sulle apparizioni” e non posso cambiare, qualunque siano le conseguenze.
Alle 17,30 escono per salire sul Podbrdo – e anche i due medici salgono – tra una catena che li protegge. Arrivati si inginocchiano e iniziano a pregare. Quasi subito si bloccano e allo stesso preciso istante, come gli altri giorni, tutti e sei fissano gli occhi, estasiati, sullo stesso punto, dove appare la Madonna che li saluta: “Sia lodato Gesù”. Con lei pregano e cantano. E chiedono se è contenta che tutta quella folla sia lì. Lei sorridente e felice guarda la gente attorno e poi già la pianura  e poi sul monte Krizevac.
“Madonna mia” chiede uno dei ragazzi “fino a quando rimarrai con noi?”. “Quanto volete voi, angeli miei”. “Se lo desiderate chiamatemi spesso”.
I sei giovani volti s’illuminano di entusiasmo (ognuno dentro di sé  dà la sua risposta: per sempre, com’è il vero amore!).
Poi chiedono: “Cosa desideri da tutta questa gente, affamata e assetata, che è venuta fin quassù, e aspetta sudata, fra sassi e cespugli spinosi tante grazie?”.
“Che soprattutto credano fermamente nella mia presenza, senza avere paura di niente. C’è un solo Dio e un’unica fede, un’unica grande meta della vita veramente vita!”.
“Anche oggi” dicono tristemente i giovani “la polizia ci ha portati via. Ci perseguitano perché affermiamo di vederti. Ce la faremo a sopportare tutto?”.
“Certo che con la preghiera ci riuscirete, angeli miei. Non temete: voi sopporterete tutto. Basta che crediate e pregate consentendo a Dio di operare E abbiate fiducia in me: non giudicate mai le persone. Lasciatele giudicare senza preoccuparvi”.
C’è li vicino un papà, venuto da Pofgorje, con un fanciullo in braccio che sembra mezzo morto, si chiama Danijel Setka, ha tre anni ed è stato colpito da setticemia quattro giorni dopo la nascita. I ragazzi l’hanno visto arrivando e si sono commossi per le sue penose condizioni e per le suppliche che il papà rivolge loro (“Chiedete alla Madonna di guarirlo, vi prego!”). Così Vicka implora la Vergine di risanarlo e insieme pregano per questo. La Madonna guarda teneramente il piccolo Danijel e chiede anche lei una cosa: I genitori preghino molto e credano fermamente nella sua guarigione” (Danijel da questo momento migliorerà progressivamente fino alla guarigione completa, primo segno straordinario).
Lì sul Podbrdo c’è anche la dottoressa Darinka Glamusina. Ha assistito attentamente a tutto, facendo dentro di sé mille ipotesi salvo che sia una vera apparizione: “Potrebbe essere un fenomeno cosmico o una autosuggestione. Potrei capire se potessi toccarla veramente io stessa”. Perciò prima di salire sul colle  ha chiesto questo a Vicka. La quale, al momento dell’apparizione, lo chiede alla Vergine che risponde: “Sì, può toccarmi”.
E’ Vicka dunque che guida la mano della donna sulla spalla destra della Vergine. La dottoressa poi si ritira in silenzio e a casa della Vicka riferirà di aver avuto una strana sensazione: come se la mano si fosse intorpidita. Ma subito dopo  questo “contatto” la Madonna sparisce. Ricomparirà e dirà: “Da sempre ci sono stati i fedeli, gli infedeli e Giuda”. Un messaggio che arriverà diritto al cuore della dottoressa che si convertirà da quel pregiudizio di indisponibilità. La Madonna alla fine congeda i ragazzi: “Andate, angeli miei, nella pace di Dio”.
Alla sera i ragazzi vanno da Padre Jozo. C’è molta gente dentro e fuori della Chiesa e uno dei frati investe i cinque  giovani con una dura reprimenda: “Voi, ragazzi senza esserne consapevoli, vi siete cacciati in una folle oscurità. Turbate tutta questa gente state facendo danno a voi stessi e alla Chiesa”. I ragazzi restano silenziosi e calmi come la Madonna aveva suggerito di fronte a chi giudica, e poi Vicka ribatte pacatamente sotto l’azione dello Spirito Santo: “Voi potete dire quel che volete, ma noi non vogliamo ingannare nessuno, perché diciamo quello che vediamo! Se questo provoca reazione e conseguenze immediatamente negative non ci autorizza a mentire!”.
Rimangono in parrocchia solo i frati a scambiarsi opinioni e impressioni. Una macchinazione? Un fenomeno parapsicologico? Un’illusione? E solo come ipotesi secondaria si giunge ad ammettere la possibilità che a Medjugorje stia davvero apparendo la Vergine. Anche in un pellegrinaggio ci può essere chi, non avendo fatto ancora un’esperienza positiva, unico criterio per un giudizio su apparizioni private, ammette questa possibilità come ultima anziché come il desiderio della prima ipotesi cioè che sia una vera apparizioni, una vera presenza per rafforzare la fede. Questo atteggiamento condiziona parecchio la fecondità del pellegrinaggio. Ma a un certo punto arriva un paesano, sui quarant’anni, un uomo semplice, buono, concreto, ma pieno di fede: “Cari frati, sempre presi dai vostri pensieri e teorie teologiche, abbandonate i vostri dubbi. Io avendo tanto il desiderio di vederla e avendo partecipato fin dal secondo giorno delle apparizioni, vi dico che è tutto vero: la Madonna è veramente fra noi e con lei il Risorto! Lo vedrete da voi stessi e ne coglierete i frutti anche per la fraternità tra voi”.  


Martedì 30 giugno 1981, sesta apparizione comunitaria tra i sei, riconosciuta dalla maggioranza della Commissione
Mentre uno dei frati consiglia di far vedere i ragazzi anche da un esorcista, per tutta la mattina si susseguono riunioni: in municipio, alla milizia, al sindacato. Ormai il regime non tollera più quello che sta accadendo a Bijakovici e ha paura della realtà, come sempre. Perciò dichiara che le riunioni di preghiera sono consentite solo in chiesa e bisogna impedire che migliaia di persone continuino ad affluire su quella collina ogni giorno.
Occorre veramente mettere fine a questa commedia che è, secondo il partito, un complotto del nazionalismo croato. Si predispone dunque un duro piano di repressione. Intanto però già oggi bisogna evitare che i ragazzi vadano sul Podbrdo. Due donne, come assistenti sociali, sono incaricate di allontanare i ragazzi dal paese senza che si rendano conto, con un tranello e insieme bloccare l’accesso alla collina.
I ragazzi – che sono già stati molto provati dalla giornata di ieri – non vogliono saperne di nuovi guai e quindi accettano tutti e sei di rilassarsi facendo una bella gita sulla fiammante macchina delle assistenti sociali. A loro non par vero di togliersi di mezzo per qualche ora, vista la tensione che si respira in paese: sono pur sempre degli adolescenti e, specialmente dopo aver vissuto giornate così stressanti e traumatizzanti, sono attratti da qualche ora di spensieratezza. Dunque via in allegria, stipati in sette sull’auto (Ivan all’ultimo momento ha preferito stare a casa). Il piccolo Jacov non è mai andato in gita lontano da Medjugorje ed è il più entusiasta.
La prima meta sono le cascate di Kravica. Poi la comitiva fa rotta verso Caplijna dove il gruppo si ferma a un punto di ristoro e le due donne offrono pasticcini e succhi di frutta a tutti. C’è un’altalena nel parco e non si riparte finché Jakov, elettrizzato, non l’ha provata insieme con Vicka. Però quando si avvicina l’ora dell’apparizione e si continua a stare alla larga da Medjugorje, i ragazzi intuiscono cosa c’è dietro. Chiedono alle donne di fermare l’auto, perché loro vogliono pregare insieme. Le due fingono di non capire e alla fine, essendo già le diciotto, i ragazzi intimano loro di fermarsi, altrimenti salteranno giù dall’auto in corsa. L’autista preoccupata accosta sulla destra non immaginando cosa hanno in testa i ragazzi. I quali scendono, fanno pochi metri verso il bosco, si inginocchiano e cominciano a pregare insieme e a cantare come fanno sempre sul Podbrdo. Appena iniziano le preghiere vedono lassù, sopra quella folla, una nube luminosa e subito vi riconoscono la Madonna: quindi la nube di luce dove è riconoscibile la giovane Donna dal Podbrdo che si sposta fin davanti a loro, vicinissima: “Eccola, è Lei!”. Saluta i suoi “angeli” sempre con le stesse parole: “Sia lodato Gesù”. La sua espressione non è felice come nei giorni precedenti.
“Ti dispiace” chiedono loro “se non siamo sulla collina?”.
“Non ha importanza” risponde lei con un suo bel sorriso.
Mirjana, che ha ben presente la situazione tesissima che hanno lasciato, la mattina, a Bijakovici, e il divieto posto dalle autorità ai raduni sul colle, chiede ancora: “E ti dispiacerebbe se non tornassimo più sulla collina, ma ti aspettassimo in chiesa?”.
“Va bene. Sempre alla stessa ora”, risponde la loro Amica, con una iniziale esitazione. Poi canta insieme a loro e infine li congeda dolcemente: “Andate nella pace di Dio”.
Giunti sul piazzale della chiesa riferiscono a padre Jozo che d’ora in avanti l’apparizione può avvenire in chiesa . Sul Podbrdo tanta gente non sa spiegarsi l’assenza e padre Jozo appena li vede arrivare in canonica e gli dicono di non essere andati sul Podbrdo, ma a fare una gita, li investe con una tempesta di rimproveri: “Ma come avete potuto fare una cosa del genere? Siete degli irresponsabili! Vi rendete conto e ora cosa risponderete a tutta quella povera gente che vi ha aspettato per ore?”.
E poi di nuovo eccolo alla carica per sapere per filo e per segno da ciascuno che cosa è successo, se e dove è apparsa la Madonna, che cosa ha detto e se ha detto che apparirà in chiesa (“ma ormai non si può più avvertire la gente per domani, è tardi” dice il frate). I ragazzi sono angosciati prima per essersi fatti ingannare, poi per avere abbandonato tutta quella gente a se stessa, quindi per questa tempesta di rimproveri e di domande, infine per la stanchezza.
Padre Jozo si rende conto di essere ormai nel mirino del regime, dell’enorme delicatezza della situazione anche a livello ecclesiastico e dei rischi e dei pericoli che gravano su tutti. Si rende conto che stanno vivendo un’esperienza tanto più grande di loro e quindi hanno bisogno del sostegno della chiesa, non dell’indifferenza. Verso le 21, salutati i ragazzi, torna a innalzare il suo grido da solo nella notte verso il cielo: è un momento di preghiera veramente sentito. 
Mercoledì 1 luglio 1981 settima e ultima apparizione comunitaria dei sei riconosciuta dalla maggioranza della Commissione
La polizia oggi arriva di primo mattino: tutti i sei ragazzi con i loro genitori devono presentarsi alla scuola del paese: ci sono delle comunicazioni importanti. Siccome nella notte erano stati disturbati fino alle due, insultati e minacciati, dicono: “Noi non ci andiamo”. Così vanno i genitori da soli. Arrivano, entrano nella caserma della milizia, tesi, preoccupati e le autorità della pubblica sicurezza li aggrediscono verbalmente: “Vi siete cacciati in un grosso guaio, ci saranno conseguenze molto pesanti. Attentare alla sicurezza della Stato è un delitto grave. I Vostri figli sono degli impostori, dei visionari, dei sobillatori, dei ribelli. Finiranno molto male: tanto per cominciare saranno espulsi da tutte le scuole della federazione. E poi ci saranno conseguenze su di voi. Dovete subito metterli a tacere e proibire loro di continuare con questa cospirazione!”.
I genitori e i parenti difendono i loro ragazzi: “Non è vero che sono imbroglioni e ribelli. Sono ragazzi bravi, sinceri e normalissimi. Non si sono inventati niente e non sono loro che vanno a radunare la gente: quella viene di propria iniziativa. Come si fa ad impedire loro di andare sul Podbrdo?”.
Non essendo riusciti con la convocazione mattutina a ottenere dai genitori un impegno per fermare i ragazzi, anche oggi ricorrono a un goffo diversivo che distolga i ragazzi – al momento dell’apparizione – dalla collina. Infatti verso le 17:30, quando i veggenti si preparano ad andare all’appuntamento, arrivano alla casa di  Vicka due funzionari pubblici, i quali dicono: “Dovete seguirci in parrocchia per un interrogatorio”. Sentendo dire “in parrocchia” i ragazzi presenti – che a una convocazione della polizia avrebbero risposto picche come al mattino – non si oppongono: salgono sul furgone Vicka, Ivanka, Marija e Jakov (perché Mirjana e Ivan non sono lì). 
Il furgone però quando arriva davanti alla chiesa, tira diritto e allora i ragazzi, capito al volo l’imbroglio, cominciano a protestare, a urlare, e a battere le mani sui vetri per essere riportati indietro. Ma nel bel mezzo di questo trambusto, mentre il veicolo oltrepassa il ponte e arriva all’altezza dell’ufficio postale, accade un fatto imprevisto e sconcertante: Vicka, Marija e Ivanka tacciono di colpo e restano come imbambolate. Per loro tutto sparisce, niente più furgone, non vedono che Lei, perché d’improvviso è apparsa la Madonna, apparizione imprevista (anche se breve) e non preceduta dalle preghiere. 
La Madonna sorride alle tre ragazze, le invita a non avere paura di niente e aggiunge che è voluta apparire così per far capire loro che non li ha abbandonati. Poi, come sempre, li saluta, sorride e scompare. I due individui, sorpresi da quell’improvviso silenzio, si voltano, intuiscono che deve essere accaduto qualcosa e vedono Marjia e Ivanka come irrigidite e scioccate (per l’inatteso evento e perché l’esperienza di un’apparizione non è qualcosa di facile, anche fisicamente, soprattutto psicologicamente per il rapporto diretto soprannaturale e naturale).
Cominciano a inveire contro le ragazze, le chiamano “streghe”, le deridono e alla fine – pur di continuare a perdere tempo – propongono perfino di fermarsi a bere qualcosa. I ragazzi rifiutano e chiedono a chiare lettere di essere riportati indietro. Essendo già passata l’ora dell’apparizione, i due imbroglioni invertono la marcia e li scaricano sul piazzale della chiesa.
Vicka, Marjia e Ivanka, con fratelli e sorelle, stanno un po’ in chiesa e poi vanno in canonica a raccontare a padre Jozo quest’altra dura giornata. Intanto la gente – che per la seconda volta ha aspettato invano i veggenti sul Podbrdo (perché neanche gli altri tre sono saliti, non sapendo cosa fare da soli) – è stata più raccolta dei primi giorni e ha pregato intensamente. Infine se ne è tornata a casa. Ormai l’accesso alla collina è ostacolato in tutti i modi e i ragazzi sorvegliati a vista. 
I dieci segreti[v]
La Regina della Pace di Medjugorje ha svelato in anticipo diversi avvenimenti. Il 26 giugno 1981, al termine dell’apparizione comune ai sei veggenti, la sola Marija Pavlović vide la Madonna molto addolorata dinnanzi a una grande croce scura “e ripeteva: ‘Pace, pace, pace e solo pace’. E dopo, piangendo, ha ripetuto per ben due volte: ‘La pace deve regnare tra Dio e l’uomo e tra gli uomini’”. Altrimenti è la guerra atroce.
Esattamente dieci anni dopo, il 26 giugno 1991 (subito dopo che Croazia e Slovenia avevano proclamato l’indipendenza senza risolvere il debito contratto da Tito al fondo monetario internazionale), tuonarono i primi colpi di cannone del conflitto nella ex Jugoslavia, con l’avvio di sanguinosi combattimenti etnici che in cinque anni causarono oltre centomila morti.
Un altro preannuncio ci fu il 30 ottobre 1981, mentre la situazione in Polonia si faceva problematica a motivo del movimento operaio di Solidarność che si opponeva al regime comunista: “Là ci saranno presto grandi conflitti, ma alla fine i giusti trionferanno”.
E così accadde: il 13 dicembre successivo il generale Wojciech Jaruzelski, capo del Governo, proclamò la legge marziale, ma poi si avviò un periodo di graduali concessioni, fino a quando il leader dell’opposizione, Lech Wałęsa, divenne nel 1990 presidente della Repubblica polacca.
Il 25 agosto 1991, appena una settimana dopo il tentativo di golpe a Mosca del 18-21 agosto, la Madonna disse ai veggenti: “Anche oggi vi invito alla preghiera, ora come non mai, da quando il mio piano ha cominciato a realizzarsi. Satana è forte e vuole disturbare i miei progetti di pace e di gioia e farvi pensare che mio Figlio non sia forte in ciò che ha deciso. Perciò vi invito, cari figli, a pregare e a digiunare ancora più intensamente. Vi invito a qualche rinuncia per la durata di nove giorni, affinché con il vostro aiuto si realizzi tutto ciò che voglio realizzare secondo i segreti iniziati a Fatima”.
Il richiamo a Fatima, con l’implicito riferimento alla conversione della Russia, divenne comprensibile alla fine del medesimo anno, quando l’Unione Sovietica si dissolse, senza il paventato spargimento di sangue. La Vergine inoltre ha lasciato scorgere il proprio intervento nelle date che, del tutto casualmente, furono scelte dai responsabili comunisti per gli atti conclusivi del regime: l’8 dicembre, festa dell’Immacolata concezione, venne firmato l’accordo con il quale si dichiarò la fine dell’URSS; il 25 dicembre, in coincidenza con il Natale, il presidente Mikhail Gorbačëv si dimise e la bandiera sovietica fu ammainata sul Cremlino.
Nelle apparizioni di Medjugorje si riscontra, questa volta, un riferimento all’Avvertimento circa il mondo intero che stiamo vivendo nell’avvio della terza guerra mondiale. Padre Petar Ljubičić, il francescano che un giorno dovrà rendere noti i dieci Segreti affidati dalla Madonna alla veggente Mirjana Dragičević tra il 1981 e il 1982, ha affermato che “i due primi segreti sono degli avvisi, degli avvertimenti per tutti noi: tutti quelli che verranno qui dopo questi fatti saranno realmente convinti che la santissima Vergine è stata presente in questo luogo e che questi giovani avevano detto la verità. Questo sarà evidente. Tutto indica che questo arriverà, ma non sarà piacevole”.
Mirjana Dragičević, la veggente che a Medjugorje ha, ogni 2 del mese, un’apparizione straordinaria della Regina della Pace, ha confidato che “in rare occasioni, mentre la Madonna scompare, vedo in lontananza qualcosa che fa pensare a un segno. Il 2 agosto 2006, ad esempio, il mare azzurro si è aperto e ho visto la sagoma di una croce davanti al sole. Altre volte ho visto una luce bellissima e calda dietro la Madonna. Il 2 giugno 2009 ho visto una grande croce dorata. Il risplendere della sua meravigliosa luce mi toglieva il respiro. Al centro, all’incrocio dei suoi bracci, c’era qualcosa simile a un cuore luminoso e bello circondato da una corona di spine; il 2 luglio 2011 mentre la Madonna stava scomparendo ho visto un segno particolarmente impressionante: alla sua destra c’era una bellissima croce che splendeva di una luce d’oro, una luce che sembrava emanare un senso di gioia e di vittoria. Ma alla sua sinistra è apparsa una tenebra, diversa da tutto ciò che avevo mai visto, un vuoto oscuro che emanava un senso di desolazione. Vedendola muoversi e ondeggiare mi riempiva di paura. Il suo messaggio, quel giorno, è stato un forte invito alla conversione”.
Nei messaggi la Regina della pace avverte che quando accadranno i Segni, i dieci Segreti molti piangeranno amaramente per aver spreca to il loro tempo per convertirsi alla presenza del Dio con noi, il Risorto. Coloro che non si sono impegnati di fare la volontà di Dio, che non hanno accolto il suo perdono soprattutto sacramentale rischiano di non avere il coraggio, la forza di cambiare vita. Occorre cambiare adesso modo di pensare secolarizzato e quindi modi di vivere e di rapportarsi da fratelli.
Mirjana ha offerto un chiarimento sulla curiosità di conoscere i Dieci Segreti commentando l’invito udito dalla Madonna a proposito della conversione continua prima che sia troppo tardi: ”Alcuni si allarmarono nel sentire le parole ‘troppo tardi’, che la Madonna aveva utilizzato per incoraggiare le persone a non attendere il Segno: quando questo sarebbe arrivato, avvertiva con il rischio di non accoglierlo come sono tutti gli interventi storici di Dio che non annullano mai il libero arbitrio. Ma ora, considerando questo fatto in un’ottica storica, pensiamo quanti sono morti da allora. Se quelli che sono morti avessero aspettato l’arrivo di uno die diesi Segni per convertirsi, per loro sarebbe stato troppo tardi”.
A Medjugorje, dopo i primi due Segreti che dovrebbero essere degli ammonimenti, il terzo è sempre stato descritto come un Segno sul Podbrdo, la collina delle prime apparizioni come luogo privilegiato di tutti i pellegrinaggi. A fine luglio 1981, dopo neanche un mese dall’inizio di questa manifestazione straordinaria, sul Diario di Vicka si legge che “la Madonna, alla domanda; ‘Ci darai un Segno?’ rispose esplicitamente ‘che lo farà’”.
Il terzo Segno“Sarà un dono per tutti noi, perché si veda che la Madonna è qui presente come nostra mamma per portarci alla presenza sacramentale del Figlio risorto preparati dall’ascolto della sua Parola”, ha sottolineato Mirjana, che lo ha definito “bellissimo, ben visibile, che non poteva essere fatto con mani umane, una cosa del Signore che rimane”.
Poiché il momento esatto della comparsa del terzo Segno, come degli altri, verrà annunciato tre giorni prima, chiunque lo vorrà potrà recarsi sul luogo, e “la Madonna ha detto che in quel momento molti si convertiranno e guariranno”.
Vicka “ha visto tre volte “profeticamente” il Segno che si manifesterà sulla collina delle apparizioni come ultimo avvertimento per risvegliare la fede nella presenza di Cristo e ha riferito: ‘Sarà molto bello!” . E la veggente ha precisato: “Quando arriverà il Segno nessuno potrà dire che arriva da un’altra parte, perché sarà evidente che arriva solo da Dio, cosicché la Chiesa sia sicura che la Madonna è stata veramente a Medjugorje per tutti questi anni”.
La conferma è giunta anche dagli altri ragazzi. Ivanka: “Nostra Signora ha detto che lascerà sulla collina delle apparizioni un grande Segno”. Marija: “Nostra Signora ha promesso di lasciare un Segno per quelli che non credono”. Jakov lo ha definito: “un grande Segno”. 
Vicka fornì qualche ulteriore particolare: il Segno sarà sulla Terra, apparirà tutt’a un tratto, lo potrà vedere chiunque andrà a Medjugorje, sarà permanente, nessuno potrà distruggerlo. Ivanka disse ancora più chiaramente che: “tutti gli armamenti e gli esplosivi più terribili non potranno distruggerlo”.
Dal punto di vista teologico, questo Segno rappresenta un enigma, poiché sembrerebbe mettere in dubbio la modalità con cui il Dio cristiano che si fa presente sacramentalmente ama presentarsi, svelandosi fino al punto di poter essere conosciuto con ragionevolezza e nel contempo in modo da non infrangere la libertà di credere o no perché senza libertà non è possibile una risposta di amore, come Dio che è amore si attende: Dio per questa possibilità di una risposta di amore ha accettato e accetta sempre il rischio della libertà in creature di ricevere un no. La logica terrena spingerebbe invece a pensare che, dal giorno in cui questo Segno soprannaturale sarà perennemente visibile, dovrebbe essere impossibile ostinarsi nell’incredulità mentre la Madonna ha assicurato ai veggenti: “Anche quando lascerò il Segno sullacollina, molti non crederanno. Molti si limiteranno a venire a inchinarsi”.
Una spiegazione l’ha tentata Vicka: “Riguardo a quelle persone che vedranno e che non crederanno si può pensare che hanno i cuori troppo chiusi. Ogni persona è responsabile delle proprie scelte: solo quelle persone che sono lontane da Dio e che hanno il cuore di pietra possono restare indifferenti al Segno, le altre di sicuro no. Per quelle che hanno intenzioni buone, ma che fanno fatica a credere o che non riescono a credere, ecco, per loro Il Segno sarà di aiuto. Ma per quelle persone che fanno tutto contro Dio, contro la realtà, la verità il Segno non servirà a nulla”.
Fra le  moderne manifestazioni mariane, è quella di Medjugorje ad avere le coordinate più chiare. Qui la Regina della pace ha precisato: “Tutto quello che vi ho confidato si realizzerà. Anche gli ammonimenti al mondo si verificheranno. Però non dovete pensare per questo che Dio abbia un cuore duro. Guardatevi attorno e vi renderete conto di quanto siano immersi nel peccato gli uomini d’oggi, soprattutto del peccato del silenzio su Dio e con Dio. E così non direte più che Dio ha un cuore duro. Piuttosto, voi dovreste pregare di più cioè innalzare continuamente mente a cuore a Lui per i non credenti e per i peccatori”.
I veggenti di Medjugorje cominciarono a ricevere alcuni Segreti sin dai primi giorni delle apparizioni ( che ebbero avvio il 24 giugno 1981), tanto che già il 25 luglio 1981 il francescano David Zrno poté scrivere in una lettera al confratello Ivo Sivric: “I due ragazzi conoscono cinque messaggi della Gospa, ma devono rimanere segreti”.
Il 13 febbraio 1982 Marija, in presenza di Ivanka: “Abbiamo chiesto alla Gospa se potevamo rivelare i Segreti. Lei ha risposto: ‘Per il momento non ne parlerete a nessuno’. Lei stessa ci farà certamente conoscere il momento nel quale potremo rivelarli perché anche lei attendo l’evolversi della libertà”.
Nell’arco di un anno dall’inizio delle apparizioni, la maggior parte dei Segni venne svelata dalla Vergine. Nell’autunno del 1982, Mirjana affermò di conoscerne nove, Ivanka otto, Vicka sette e Marija sei, mentre i numeri non furono precisati da Jakov e Ivan (probabilmente erano sette per il primo e sei per il secondo).
Sul finire del 1982, quando ancora i veggenti offrivano qualche spiegazione in merito ai Segreti, così risposero sul loro contenuto: “”Ivanka: ‘Gli uni ci riguardano personalmente; altri la Chiesa e il mondo’; Jakov :’Concernono la nostra vita, le persone’; Marija: ‘Riguardano noi stessi, la Chiesa, le persone in generale. Tutti i Segreti concernono il mondo’; Mirjana: ‘Hanno per oggetto noi stessi, il Segno, il mondo intero e anche Medjugorje; Vicka: ‘Il primo Segreto riguarda la nostra chiesa a Medjugorje, il segno permanente, l’umanità intera e ogni uomo’. I Segreti parlano della Chiesa in generale. Ci sono quelli che riguardano noi’”.
All’interrogativo se i Segreti abbiano aspetti positivi o negativi, i veggenti rispondono in sintonia: “C’è del bello e del nocivo ‘Vi è del bene, vi è anche del male’’ Ce ne sono di buoni e ce ne sono di spiacevoli’. Ma questi Segreti non sono tutti tristi o gravi? No, ma la maggior parte”.
Mirjana ha commentato: “Bisogna annunciare al mondo la speranza, ma nello stesso tempo la realtà. Cioè la serietà degli avvenimenti che sono davanti a noi; però “se noi amiamo Dio nostro Padre e la nostra Madre, è chiaro che non ci può accadere nulla di veramente brutto”.
Occorre comunque tenere presente che le profezie cristiane sono ‘condizionate’: possono, cioè verificarsi oppure no perché non sono mai una descrizione cinematografica anticipata di quello che verrà, in relazione alle preghiere e ai sacrifici fatti dai fedeli per scongiurarle. Lo documenta quanto è avvenuto riguardo al settimo Segreto  di Medjugorje. Quando Mirjana ricevette, per prima, tale rivelazione, ne fu così traumatizzata da implorare la Madonna che almeno una parte dell’evento preannunciato venisse cambiata. La sua risposta fu che era necessario pregare per rendere possibile a Dio di intervenire senza costringere. La ragazza allora formò dei gruppi di preghiera con gli amici di Sarajevo. Dopo qualche tempo, la Regina della Pace “ha detto che è stata modificata una parte, ma che ora non si può più cambiare, perché è volontà del Signore che si debba realizzare. Non è possibile che venga abolito del tutto. E’ stata tolta una parte e basta”.
In seguito, qualche importante indizio sulla serietà di questi presagi è giunto nelle circostanze in cui la Madonna ha rivelato gli ultimi tre Segreti, i più terrificanti per le conseguenze del male storico che può accadere, ai veggenti. “Il 15 agosto 1982 una parte dei veggenti ricevette l’ottavo Segreto e disse che era molto grave”.
L’8 dicembre successivo anche Vicka ebbe questa ottava rivelazione: “Si sa che la Madonna ha annunciato qualcosa di terribile per l’uomo. E’ veramente così?” la provocò Janko Bubalo: di rimando la ragazza indirettamente confermò: “Se tu dici che lo si sa, che cosa vuoi ancora?”. Il 29 novembre il nono Segreto venne affidato a Ivanka e a Jakov (con loro c’erano pure Vicka e Marija). Ha testimoniato padre Bubalo, parlando con Vicka: “Sul volto di Ivanka e Jakov si vedeva che c’era qualcosa che li faceva soffrire. Sul volto di Ivanka ho visto addirittura come un irrigidimento; come se volesse piangere. Poi le cose mi sono diventate un po’ più chiare quando vi siete alzati e il piccolo Jakov vi ha domandato a una a una: ‘La Madonna ti ha lasciato qualche Segreto’? Ivanka ha risposto di sì; tu e Marija avete detto di no. Ho chiesto a Ivanka più tardi anche un’altra cosa: se la Madonna le ha fatto vedere qualcosa riguardo a quel Segreto. Ivanka, quasi tra le lacrime, mi ha risposto: ‘Ma sarei morta, se me l’avesse anche mostrato’”.
Marija ricevette il nono Segreto l’8 dicembre 1983 e padre Bubalo commentò: “Quando scherzando le ho detto come mi sembrava che si fosse spaventata, mi ha risposto che mi sarei spaventato anch’io se avessi sentito quello che aveva udito lei”.
Infine il nono Segreto fu rivelato a Vicka il 22 aprile 1986 e poco tempo dopo pure a Ivan. Dunque, attualmente tre dei veggenti conoscono dieci Segreti e per questo motivo non hanno più le apparizioni quotidiane (Mirjana, Ivanka e Jakov), mentre i restanti tre ne conoscono nove. In effetti, già nel 1983, già Mirjana aveva spiegato: “Penso che quando ciascuno di noi apprende il decimo Segreto, lei smette di apparire a questa persona”.
Nell’ultima apparizione quotidiana, il 25 dicembre 1982, Mirjana ricevette il decimo Segreto e la Madonna le specificò che avrebbe dovuto scegliere un sacerdote per un ruolo speciale, dandole quindi precise indicazioni: “Dieci giorni prima della datadell’avvenimento previsto nel primo Segreto dovrà comunicare a tale sacerdote cosa succederà. Poi lui e io dovremo pregare e digiunare per sette giorni e, tre giorni prima dell’evento, il sacerdote lo rivelerà al mondo. Tutti e dieci i Segreti verranno rivelati in questo modo”. 
Il sacerdote da lei prescelto, il francescano Peter Ljubicic, attualmente ha 71 anni, essendo nato il 22 ottobre 1946. In seguito, prosegue il racconto della veggente, “il 15 agosto 1984, festa dell’Assunzione, ero raccolta in preghiera, quando udii nel cuore la voce familiare della Madonna. Mi disse che sarebbe apparsa il 25 agosto successivo, così mi preparai con digiuno e la preghiera. Quel giorno rimase con me 18 minuti. Vederla solo sei mesi dopo l’apparizione annuale era come festeggiare due compleanni in un anno. Parlò dei Segreti, spiegando nei dettagli come si sarebbero verificati e preparandomi per tale ruolo. Poi, il 13 settembre 1984, apparve ancora e mi comunicò la data in cui avrei dovuto rivelare i particolari dei primi Segreti al sacerdote”.
Un particolare del tutto unico nella storia delle apparizioni mariane riguarda un oggetto che Mirjana afferma di aver ricevuto dalla Madonna al termine dell’ultima apparizione quotidiana:
“Mi porse qualcosa simile a una pergamena arrotolata, spiegando che vi esano scritti tutti e dieci i Segreti, e che avrei dovuta mostrarla al sacerdote da me scelto per rivelarli quando sarebbe giunta l’ora. La presi dalla sua mano senza guardarla …Mi accorsi di tenere ancora in mano il rotolo che mi aveva consegnato. Avendo sempre visto la Madonna come vedo qualsiasi essere umano, era naturale prendere un oggetto dalla sua mano, come avrei fatto con chiunque. Ma ora che l’apparizione era terminata, ero stupefatta nel vedere quel rotolo ancora nelle mie mani. ‘Com’è successo?’ mi chiesi, ‘Perché tengo in mano un oggetto del Cielo?’ Come tanti altri fatti verificatosi nei diciotto mesi precedenti, non potevo che considerarlo un mistero di Dio. Il rotolo, di color beige, era composto di un materiale simile alla pergamena, non proprio carta o tessuto, ma una via di mezzo. Lo svolsi con cura e vi trovai i dieci segreti scritti con un’elegante calligrafia in corsivo. Non vi erano decorazioni o illustrazioni; ogni Segreto era scritto con parole semplici e chiare, quasi come quelle utilizzate dalla Madonna quando me le spiegò la prima volta. I Segreti non erano numerati, ma riportati in ordine, uno dopo l’altro: il primo scritto in alto e l’’ultimo in basso. Erano specificate le date degli eventi futuri […]. Srotolai la pergamena e la riposi tra i miei documenti importanti, ma ero sempre preoccupata che qualcuno potesse trovarla e leggerla. Un giorno, mentre mia cugina e un’amica erano a casa nostra, qualcosa mi spinse a mostrargliela. Sulle prime resistetti, ma poi la sensazione si fece irresistibile. Tolsi la pergamena dal nascondiglio. Mia cugina la tenne in mano e disse di aver visto qualcosa simile a una preghiera o una poesia. La mia amica, invece, disse di aver visto una lettera in cui una persona chiedeva aiuto. Nessuna delle due aveva visto la stessa cosa. Mi resi conto che solo io potevo leggere quello che vi era scritto. Probabilmente questo episodio era accaduto per darmi pace: da quel giorno, infatti, non ci pensai né me né preoccupai più. La Madonna non ha mai citato questo fatto. Molti si chiedevano perché la Madonna mi avesse dato quella pergamena. Secondo alcuni lo aveva fatto per non farmi dimenticare i Segreti, ma non è esatto. Se dimenticassi i particolari, Dio Onnipotente mi farebbe il dono di ricordarli all’ultimo momento. Io ho una mia idea sulla pergamena: la sua esistenza implica che non devo essere necessariamente viva per rivelare i Segreti. Nessun essere umano è immortale, nessuno è invincibile”.
UN indizio riguardo a una data collegata al disvelamento dei Segreti è stato offerto a Mirjana, quando ha fatto riferimento all’apparizione annuale del 1983 riceve ogni 18 marzo (il girono in cui è nata nel 1965). Nel 2001 ha precisato:
“La gente pensa che la Madonna viene ogni 18 marzo perché è il mio compleanno. E’ terribile per me quando mi diocno: ‘Ecco, la Madonna è venuta per il tuo compleanno’. Ma la Madonna non mi ha detto ‘Buon compleanno’. Quando incominceranno a realizzarsi molte cose, allora si comprenderanno queste date che la Madonna ha dato e il fatto che il mio compleanno non c’entra”.
La deduzione che se ne può trarre è legata al meccanismo di comunicazione dei Segreti. Si potrebbe infatti pensare che un prossimo 18  marzo nell’apparizione annuale, Mirjana riceverà dalla Regina della Pace la conferma che dovrà dare effettivamente avvio ai sette giorni di preghiera e digiuno con padre Peter. Si giungerebbe così al 25 marzo, festa dell’Annunciazione da parte dell’arcangelo Gabriele, quando il Segreto verrebbe annunciato al mondo: anche a Lourdes, nel 1858, la Madonna scelse proprio il 25 marzo per rivelarsi a Bernardette come l’’Immacolata concezione’! Recentemente, Mirjana ha aggiunto pure la data dell’apparizione mensile presso la cosi detta ‘Croce blu’, quando la Madonna giunge a pregare con lei per i non credenti, ha un preciso significato:
La Madonna ci sta preparando a tutto ciò che avverrà nel mondo. Ci sta addestrando alla vittoria. Quando gli eventi dei Segreti si manifesteranno, sarà tutto chiaro. Capirete, ad esempio, perché la beata Vergine Maria ha scelto di apparirmi il 18 marzo di ogni anno e il 2 di ogni mese. Capirete l’importanza di tali date e perché appare da così tanto tempo. Ogni madre sa che i figli hanno bisogno di una guida costante. Attraverso i suoi messaggi, la Madonna ci ricorda in continuazione di rimanere sulla strada giusta”.
Ed ecco che il 2 agosto 1987, verso le 4 del pomeriggio, la veggente percepì la presenza della Regina della Pace:
“Mi inginocchiai nella mia stanza e lei mi apparve immediatamente. Mi disse che la mia missione consisteva nel ‘pregare per coloro che non credono,  che non hanno ancora conosciuto, esperimentato l’amore di Dio’. Quando le chiesi chi fossero questi ‘non credenti’ rispose: ‘Tutti coloro che non sentono la Chiesa come l’accadere del suo amore cioè del Regno di Dio cioè come propria casa e Dio come proprio padre’. E aggiunse: ‘Non chiamateli non credenti, perché anche dicendo questo li giudicate come persone. Dovreste considerarli vostri fratelli e sorelle per l’unica paternità divina”.
Da allora ogni 2 del mese si verifica questa apparizione, ma in particolare, ha spiegato Mirjana,
“quando le cose di cui aria mi ha parlato inizieranno a verificarsi, il mondo capirà perché lei ha scelto il 2 agosto come prima apparizione per coloro che devono ancora fare l’esperienza dell’amore paterno e fraterno di Dio”.
Non è che i praticanti abbiano sempre consapevolezza dell’amore paterno e fraterno di Dio, quindi da definire sempre credenti. Vale la pena di ricordare che proprio un 2 agosto, nel 1981, fu il giorno in cui a Medjugorje avvenne un’inconsueta e straordinaria apparizione della regina della Pace, cosìrievocata da Mirjana:
“All’improvviso apparve davanti a noi la Madonna. Alcuni ci chiesero se potevano toccarla; quando le riferimmo la richiesta, ci disse che chi voleva poteva avvicinarsi a lei. Prendemmo a uno a uno per mano le varie persone e le guidammo fino al punto in cui potevano toccare il vestito della Madonna. Fu un’esperienza strana per noi veggenti. Facevamo fatica a comprendere che solo noi potevamo vederla. Dal nostro punto di vista, accompagnare la gente a toccarla era come accompagnare un cieco. Le reazioni erano affettuose, specie quelle die bambini. Moltissimi, a quanto pareva, sentivano qualcosa senza vederla. Alcuni avvertivano una ’elettricità’, altri erano del tutto sopraffatti dall’emozione. Intanto però notai che sul vestito della Madonna, che continuava ad essere toccato, si formavano delle macchie nere, via via sempre più grandi. ‘Il suo vestito!’ gridò Marija, tra le lacrime. Le macchie, diceva la Madonna, rappresentavano i peccati non confessati.  All’improvviso scomparve. Dopo aver pregato un po’, restammo al buio a raccontare agli altri ciò che avevamo visto. Erano tutti sconvolti; come noi. Alcuni dissero che tutti avrebbero fatto bene a confessarsi. Il mattino dopo, i sacerdoti erano circondati da tanti paesano ‘pentiti’”.Questo avvenimento ha reso Medjugorje il confessionale del mondo in tutti questi anni. Il 2 agosto si celebra anche il così detto ‘Perdono della Porziuncola’, ‘il Perdon d’Assisi’, una tradizione originata da una richiesta fatta da San Francesco d’Assisi direttamente a Gesù Cristo, quando ne ricevette l’apparizione in una notte del 1216, mentre si trovava in preghiera nella chiesetta oggi custodita all’interno della basilica di Santa Maria degli Angeli ad Assisi. Il Signore gli chiese che cosa desiderasse per la salvezza delle anime e la risosta di Francesco fu pronta: “Benché io sia misero e peccatore, ti prego che a quanti – pentiti e confessati – verranno a visitare questa chiesa, tu conceda ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe con le loro conseguenze di pena”. Gesù gli indicò di chiedere al papa la conferma di questa indulgenza e il frate si recò da Onorio III per raccontargli la visione. Il Pontefice concesse l’approvazione, chiedendogli per quanti anni volesse tale indulgenza, e Francesco replicò: “Padre Santo, non domando, ma anime!”. Il 2 agosto 1216 il frate, insieme con i vescovi dell’Umbria riuniti ad Assisi, poté dire ai fedeli giunti alla Porziuncola: “Fratelli miei, io vi voglio mandare tutti i paradiso. Voi tutti che siete venuti oggi e tutti quelli che verranno, con il cuore puro e contrito, otterranno l’indulgenza per tutti loro peccati” (perdono della colpa e indulgenza per la pena). Tra le condizioni – oltre a quelle consuete della confessione, Comunione e preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice – c’è la visita a una chiesa parrocchiale o a una chiesa francescana, far mezzogiorno del primo agosto e mezzanotte del giorno dopo, con la recita del Padre nostro e la preghiera del Credo.
Vicka ha comunque chiarito che nel futuro preannuncio dei Segreti
“siamo coinvolti tutti. L’unica differenza è che Mirjana ha scelto padre Peter per annunciare i Segreti al mondo, ,ma ognuno di noi ha il suo compito”.
In particolare, un veggente non ancora precisato, Vicka stessa, Ivan e Marija, continuerà ad avere le apparizioni quotidiane anche dopo che si sarà verificato il terzo Segreto, quello relativo al Segno sulla collina del Pdbrdo, mentre Ivanka presumibilmente avrà un luogo di confronto nei confronti di Mirjana, avendo più volte ricevuto dalla Regina della Pace, durante le proprie apparizioni annuali del 25 giugno, spiegazioni e ulteriori visioni riguardo ai dieci Segreti. Nel 1986, 1994, 1995, 1998 lo ha fatto in generale. Sugli specifici Segreti si è invece soffermata nel 1987 e 20011 (il primo), nel 1987 (il secondo), nel 1988 (il terzo e il quarto), nel 1989, 1990, 1997, 2010 e 2012 (il quinto), nel 1991, 2000 e 2005 (il sesto), nel 2006 (il settimo), nel 2007 (l’ottavo), nel 2008 (il nono), nel 2009 (il decimo). A Jakov, dopo l’ultima apparizione quotidiana del 12 settembre 1998, la Madonna appare ogni 25 dicembre, ma gli ha parlato dei Segreti unicamente nel 1998, nel 1999 e nel 2010.
La consegna del silenzio fino al tempo indicato dalla Madonna vale per tutti, come ha confermato Mirjana:
“Fra noi veggenti non parliamo mai dei Segreti. L’unica parte dei Segreti che sappiamo di avere in comune è quella del Segno permanente”.
Perciò non è possibile chiarire se i dieci Segreti siano o no i medesimi per tutti e sei i veggenti. Per quello che è stato possibile ricostruire, Mirjana, Ivanka  e Marija non hanno Segreti personali; Joakov non ha mai dato indicazioni a tale riguardo, ma anche lui sembrerebbe non averne; Ivan dovrebbe averne tre e Vicka ne ha uno soltanto, esattamente il quarto.
Santa Faustina Kowalska, l’apostola della divina misericordia, ebbe da Gesù una straordinaria rivelazione sulla possibilità di pentirsi nell’ultimo momento di vita, che sintetizzò così:
“La misericordia di Dio talvolta raggiunge il peccatore all’ultimo momento, in modo singolare e misterioso. All’esterno a noi sembra che tutto sia perduto, ma non è così; l’anima, illuminata dal raggio di una vigorosa ultima grazia divina, si rivolge a Dio all’ultimo momento con un tale impegno d’amore che, in un attimo, ottiene da Dio il perdono delle colpe e delle pene. All’esterno però non ci dà alcun segno di pentimento né di contrizione, poiché essi (i moribondi) non reagiscono più alle cose esterne. Oh, quanto imperscrutabile è la divina misericordia! Ma, orrore! Ci sono anche delle anime che respingono volontariamente e consapevolmente tale grazia e la disprezzano. Sia pure durante l’agonia, Iddio misericordioso dà all’anima un lucido momento interiore, in cui, se l’anima vuole, ha la possibilità di tronare a Dio. Però talvolta nelle anime c’è una ostinazione così grande, che scelgono consapevolmente l’inferno, rendendo vane tutte le preghiere che altre anime innalzano per loro a Dio e gli stessi sforzi di Dio” 

[i]Pag.10
[ii]Carmelo di Coimbra, un cammino sotto lo sguardo di Maria, p. 75
[iii]Attingo dal libro Mistero Medjugorje di Antonio Socci
[iv]Papa San Giovanni Paolo II il 24 febbraio 1990 a Monsignor Sebastiao Maurillo Krieger, ex vescovo di Florianopolis, in Brasile. 
[v]Sui Segreti ho tratto da Le Veggenti di Saverio Gaeta pp.104-130

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