Solennità della Santissima Trinità

Dio non è solitudine infinita, ma comunione di luce e di amore, vita donata e ricevuta in un eterno dialogo tra il Padre, l’Amante, e il Figlio, l’Amato, nello Spirito Santo, l’Amore


Dopo il tempo pasquale, culminato nella festa di Pentecoste, la liturgia prevede queste tre solennità del Signore: oggi, la Santissima Trinità; domenica prossima quella del Corpus Domini; e infine il venerdì successivo, le festa del Sacro Cuore di Gesù e il sabato del Cuore Immacolato i Maria. Ciascuno di questi appuntamenti liturgici evidenzia una
prospettiva dalla quale si abbraccia l’intero contenuto della fede cristiana: e cioè rispettivamente la realtà di Dio Uno e trino, la continua presenza del Crocifisso risorto nell’Eucaristia e il centro divino-umano del Cuore di Cristo e di Maria. Sono in verità aspetti dell’unica realtà divino-umana cioè della Verità di Cristo che riassumono tutto l’itinerario della rivelazione, dall’incarnazione del Figlio di Dio alla morte e risurrezione fino all’ascensione e al dono continuo dello Spirito Santo.
In questa Domenica che segue la Pentecoste celebriamo al solennità della Santissima Trinità. Grazie allo Spirito santo, che aiuta a comprendere le parole di Gesù e guida alla verità tutta intera (Gv 14,26; 16,13), i credenti, noi in questo momento, pocciamo conoscere, per così dire, l’intimità di Dio stesso, scoprendo che Egli non è solitudine infinita, solo Essere come visto dai filosofi con la ragione, ma comunione di luce e di amore, vita donata e ricevuta in un eterno dialogo tra il Padre, l’Amante, e il Figlio l’Amato, nello Spirito santo l’Amore in persona, per riecheggiare sant’Agostino alla luce della rivelazione. In questo mondo nessuno può vedere Dio, ma Egli stesso si è fatto conoscere così che, con l’apostolo Giovanni, possiamo affermare che non solo il Dio  vivente ama ma “Dio è amore” (1 Gv 4,8.16), “noi abbiamo riconosciuto l’amore che Dio ha per noi, (per me) e vi abbiamo creduto (Deus caritas est, 1; Gv 4,16). Chi incontra nella presenza eucaristica della Domenica e nella azione dei sacramenti, della confessione mensile in particolare, il Cristo ed entra con Lui in un rapporto di intimità, di amicizia, accoglie la stessa comunione trinitaria nella propria anima, secondo la promessa di Gesù ai discepoli: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi (Padre, Figlio, Spirito Santo) verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui”  (Gv 14,23).
Tutto l’universo parla di Dio Uno e Trino, come ha sottolineato Sant’Agostino. Dagli spazi interstellari fino alle particelle microscopriche, tutto ciò che esiste rimanda ad un essere che si comunica nella molteplicità e varietà degli elementi, come una immensa sinfonia.  Tutti gli esseri, come Galileo aveva affermato dicendo che il libro della natura è scritto in linguaggio matematico, sono ordinati secondo un dinamismo armonico che possiamo analogamente chiamare “amore”. Ma solo nella persona umana, libera e ragionevole, questo dinamismo diventa spirituale, diventa amore responsabile, come libera risposta a Dio e al prossimo in un dono sincero di sé, amando gli altri più di se stesso. In questo amore che viene dalla famiglia trinitaria dell’unico essere divino l’essere umano trova la sua verità e la sua felicità. Tra le diverse analogie dell’ineffabile mistero di Dio Uno nell’Essere e Trino nelle Persone che i credenti sono in grado di intravvedere, vorrei sottolineare quella della famiglia. Essa è chiamata ad essere una comunità di amore dove ognuno ama l’altro più di se stesso, nella quale le diversità concorrono a formare una “parabola cioè una icona di comunione”.
Capolavoro della Santissima Trinità, tra tutte le creature, è la Vergine Maria: nel suo cuore umile e pieno di fede, di amore agli altri più di se stessa, Dio ha preparato nella famiglia di Nazareth una degna dimora, per portare a compimento il mistero della salvezza. L’Amore trinitario ha trovato in Lei corrispondenza perfetta e nel suo grembo il Figlio Unigenito si è fatto uomo rivelando chi è Dio e come fu inteso l’uomo a immagine della filiale nella creazione. Con fiducia filiale, al termine del mese di maggio, rivolgiamoci a Maria, perché con il suo aiuto, possiamo progredire nell’amore vissuto in famiglia e fare della nostra vita un canto di lode al Padre per mezzo del Figlio nello Spirito Santo.

Commenti

Post popolari in questo blog

Anglicani

I peccati che mandano più anime all'inferno

Sulla bellezza della Messa “Tridentina”