Il Papa e la nuova evangelizzazioen ai giovani libanesi‏


La Chiesa è sempre giovane! La Chiesa ha fiducia  in voi giovani. Siate giovani nella Chiesa! Siate giovani con la Chiesa! La Chiesa ha bisogno del vostro entusiasmo e della vostra creatività!

“Cari amici, voi vivete oggi in questa parte del mondo che ha visto la nascita di Gesù e lo sviluppo del cristianesimo. E’ un grande onore! Ed è un appello alla fedeltà, all’amore per la vostra terra e soprattutto ad essere testimoni e messaggeri della gioia di Cristo, perché la fede trasmessa dagli Apostoli conduce alla piena libertà e alla gioia, come hanno mostrato tanti Santi e Beati di questo Paese. Il loro
messaggio illumina la Chiesa universale. E può continuare ad illuminare le vostre vite. Fra gli Apostoli e i Santi, molti hanno vissuto periodi agitati e la loro fede è stata la sorgente del loro coraggio e della loro testimonianza. Attingete dal loro esempio e dalla loro intercessione l’ispirazione e il sostegno di cui avete bisogno!
Conosco le vostre difficoltà nella vita quotidiana, a causa della mancanza di stabilità e di sicurezza, della difficoltà di trovare un lavoro e ancora del sentimento di solitudine e di emarginazione. Anche la disoccupazione e la precarietà non devono spingervi ad assaggiare il “miele amaro” dell’emigrazione, con lo sradicamento e la separazione in cambio di un futuro incerto. Per voi si tratta di essere protagonisti del futuro del vostro Paese, e di occupare il vostro ruolo nella società e nella Chiesa.
Voi avete un posto privilegiato nel mio cuore e nella Chiesa intera perché la Chiesa è sempre giovane! La Chiesa ha fiducia in voi. Conta su di voi. Siate giovani nella Chiesa! Siate giovani con la Chiesa! La Chiesa ha bisogno del vostro entusiasmo e della vostra creatività! La giovinezza è il momento in cui si aspira a grandi ideali e il periodo in cui si studia per prepararsi ad un mestiere ed ad un futuro. Ciò è importante e richiede tempo. Cercate ciò che è bello, e abbiate il gusto di fare ciò che è bene! Testimoniate la grandezza e la dignità del vostro corpo che “è per il Signore” (1 Cor 6,13). Abbiate la delicatezza e la rettitudine dei cuori puri! Nella scia del beato Giovanni Paolo II, anch’io vi ripeto: “Non abbiate pauraAprite le porte dei vostri spiriti e dei vostri cuori a Cristo!”. L’incontro con Lui “dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva” (Deuscaritas est, 1? In Lui, troverete la forza e il coraggio per avanzare sulle strade della vostra vita, superando le difficoltà e la sofferenza. In Lui, troverete la sorgente della gioia Cristo vi dice: Vi do la mia pace! Qui è la vera rivoluzione portata da Cristo, quella dell’amore.
Le frustrazioni presenti non devono condurvi a rifugiarvi in mondi paralleli come quelli, tra gli altri, delle droghe di ogni tipo, o quello della tristezza della pornografia. Quanto alle reti sociali, esse sono interessanti ma possono facilmente trascinarvi alla dipendenza e alla confusione tra il reale e il virtuale. Cercate e vivete relazioni ricche di amicizia vera e nobile. Abbiate iniziative che diano senso e radici alla vostra esistenza, contrastando la superficialità e il facile consumismo! Voi siete sottoposti ugualmente ad un’altra tentazione, quella del denaro, questo idolo tirannico che acceca al punto da soffocare la persona e il suo cuore. Gli esempi che vi circondano non sono sempre i migliori. Molti dimenticano l’affermazione di Cristo che dice che non si può servire Dio e il denaro (Lc 16,13). Cercate dei buoni maestri, delle guide spirituali che sappiano indicarvi la strada della maturità, lasciando ciò che è illusorio, ciò che è apparenza e menzogna.
Siate portatori dell’amore di Cristo! Come? Volgendovi senza riserve verso Dio, suo Padre, che è la misura di ciò che è giusto, vero e buono. Meditate la Parola di Dio! Scoprite l’interesse e l’attualità del Vangelo. Pregate! La preghiera, i Sacramenti sono i mezzi sicuri ed efficaci per essere cristiani  e vivere “radicati e costruiti su di lui (su Cristo), saldi nella fede (Col 2,7). L’Anno della fede che sta per iniziare sarà l’occasione per scoprire il tesoro della fede ricevuta con il Battesimo. Potete approfondire il suo contenuto grazie allo studio del Catechismo, affinché la vostra fede sia viva e vissuta. Allora diventerete, per gli altri, testimoni dell’amore di Cristo. In Lui, tutti gli uomini sono nostri fratelli. La fraternità universale che egli ha inaugurato sulla Croce riveste di una luce splendente ed esigente la rivoluzione dell’amore. “Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri” (Gv 13,34). Questo è il testamento di Gesù ed il segno del cristiano. Questa è la vera rivoluzione dell’amore!.
E dunque Cristo vi invita a fare come Lui, ad accogliere l’altro senza riserve, anche se appartiene ad una cultura, religione, nazione differente. Fargli posto, rispettarlo, essere buoni verso di lui, rende sempre più ricchi di umanità e forti della pace del Signore. So che molti di voi partecipano alle diverse attività promosse dalle parrocchie, dalle scuole, dai movimenti, dalle associazioni. E’ bello impegnarsi con e per gli altri. Vivere insieme momenti di amicizia e di gioia permette di resistere ai germi di divisione, sempre da combattere! La fraternità è un anticipo del Cielo! E la vocazione del discepolo di Cristo è di essere “lievito” nella pasta, come affermava san Paolo: “Un po’ di lievito fa fermentare tutta la pasta” (Gal 5,9). Siate i messaggeri del Vangelo della vita e dei valori della vita. Resistete coraggiosamente a tutto ciò che la nega: l’aborto, la violenza, il rifiuto e il disprezzo dell’altro, l’ingiustizia, la guerra. Così facendo diffonderete la pace intorno a voi. Non sono forse gli “operatori di pace” coloro che alla fine ammiriamo di più? Non è forse la pace il bene prezioso che tutta l’umanità cerca? Non è forse un mondo di pace che vogliamo nel più profondo per noi e per gli altri? Vi do la mia pace! Ha detto Gesù. Egli ha vinto il male non mediante un altro male, ma prendendolo su di Sé ed annientandolo sulla croce mediante l’amore vissuto fino alla fine. Scoprire la verità del perdono e la misericordia di Dio, permette sempre di ripartire verso una vita nuova. Non è facile perdonare. Ma il perdono di Dio dà la forza della conversione, e la gioia di perdonare a propria volta. Il perdono e la riconciliazione sono vie di pace, ed aprono un futuro.
Cari amici, molti tra voi si chiedono certamente in modo più o meno consapevole: Che cosa Dio si aspetta da me? Qual è il suo progetto per me? Non vorrei annunciare al mondo la grandezza del suo amore mediante il sacerdozio, la vita consacrata o il matrimonio? Forse Cristo mi chiama a seguirlo più da vicino? Accogliete con fiducia queste domande. Trovate il tempo per riflettere su di esse e per chiedere luce. Rispondete all’invito, offrendovi ogni giorno a Colui che vi chiama ad essere suoi amici. Cercate di seguire con cuore e generosità Cristo che, per amore, ci ha riscattati e ha dato la vita per ciascuno di noi. Conoscerete una gioia ed una pienezza insospettate! Rispondere alla vocazione di Cristo su di sé: qui sta il segreto della vera pace…
Vorrei salutare ora i giovani musulmani che sono con noi stasera. Vi ringrazio per la vostra presenza che è così importante. Voi siete con i giovani cristiani il futuro di questo meraviglioso Paese e dell’insieme del Medio Oriente. Cercate di costruirlo insieme! E quando sarete adulti, continuate a vivere la concordia nell’unità con i cristiani. Poiché la bellezza del Libano si trova in questa bella simbiosi. Bisogna che l’intero Medio Oriente, guardando voi, comprenda che i musulmani e i cristiani, l’Islam e il Cristianesimo, possono vivere insieme senza odio, nel rispetto del credo di ciascuno, per costruire insieme una società libera e umana. Ho saputo inoltre che ci sono tra noi dei giovani venuti dalla Siria. Voglio dire che ammiro il vostro coraggio. Dite a casa vostra, ai familiari e agli amici, che il papa non vi dimentica. Dite attorno a voi che il papa è triste a causa delle vostre sofferenze e dei vostri lutti. Egli non dimentica la Siria nelle sue preghiere e nelle sue preoccupazioni. Non dimentica i mediorientali che soffrono. E’ tempo che musulmani e cristiani si uniscano per mettere fine alla violenza e alle guerre.
Concludendo, rivolgiamoci verso Maria, la Madre del Signore, Nostra Signora del Libano. Dall’alto della collina di Harissa, Lei vi protegge e ci accompagna, veglia come una madre su tutti i Libanesi e su tanti pellegrini, che vengono da ogni parte per confidarle le loro gioie e le loro pene!” (Benedetto XVI, Incontro con i Giovani, 15 settembre 2012).

Erano tutti insieme. Forse più di ventimila. Libanesi, siriani, iracheni, e chissà di quanti altri Paesi mediorientali, i giovani hanno testimoniato davanti a Benedetto XVI che vivere insieme si può. Gioire insieme si può. Ballare insieme si può. Cantare a una voce si può. Così come si può pregare insieme, con il Papa che ha offerto loro un completo programma di pensare e di vivere da cristiani in rapporto a tutte le religioni e le fedi. Quello che non si può continuare a fare lo hanno gridato con la forza della disperazione: non vogliono più soffrire a causa della violenza, della guerra. L’incontro con i giovani riuniti sabato 15 settembre nel tardo pomeriggio, nel piazzale antistante ilpatriarcato maronita, è stato forse il momento toccante di questa visita. Il Pontefice stesso è rimasto profondamente commosso. Ragazzi e ragazze hanno atteso per ore, riempiendo l’attesa con coreografie, canti, testimonianze, preghiere, E quando il Pontefice è giunto tra loro l’entusiasmo è salito alle stelle,  così come è salito verso il cielo il pittoresco rosario fatto con palloncini gialli e azzurri che sino ad allora era rimasto ancorato a terra.
Benedetto XVI non ha mancato di rivolgersi anche ai giovani musulmani uniti, ai cristiani in questa serata speciale, nel dare il segno concreto della possibilità di vivere insieme e di dare anima a un’unica festa.
E’ stato forse lo sforzo maggiore del Pontefice, da quando ha messo piede sul suolo libanese, il rinverdire la memoria della storica convivenza tra cristiani e musulmani come quella della loro collaborazione per la nascita di una cultura che potrebbe far scuola al mondo.

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