I dieci comandamenti


Dio ci ha donato i Comandamenti per educarci alla vera libertà e all’amore autentico, così che possiamo essere davvero felici. Sono un segno dell’amore di Dio Padre, del suo desiderio di insegnarci il retto discernimento del bene e del male, del vero e del falso, del giusto e dell’ingiusto.

“Il Decalogo ci riporta al Monte Sinai, quando Dio entra in modo particolare nella storia del popolo ebreo e tramite questo popolo nella storia dell’intera umanità, donandoci le “Dieci Parole” che esprimono la sua volontà e che sono una sorta di “codice etico” per costruire una società in cui il rapporto di alleanza con il Dio Santo e Giusto illumini i rapporti tra le personeE Gesù viene a dare compimento a queste parole, innalzandole e riassumendole nel duplice comandamento dell’amore: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente…Amerai il prossimo tuo come te stesso” ( Mt 22,37-40).
Ma domandiamoci: che senso hanno queste Dieci Parola per noi, nell’attuale contesto culturale, in cui
secolarismo e relativismo rischiano di diventare i criteri di ogni scelta e in questa nostra società che sembra vivere come se Dio non esistesse? Noi rispondiamo che Dio ci ha donato i Comandamenti per educarci alla vera libertà e all’amore autentico, così che possiamo essere davvero felici. Essi sono un segno dell’amore di Dio Padre, del suo desiderio di insegnarci il retto discernimento del bene e del male, del vero e del falso, del giusto dall’ingiusto. Essi sono comprensibili da tutti e proprio perché fissano i valori fondamentali in norme e regole concrete, nel metterli in pratica l’uomo può percorrere il cammino della vera libertà, che lo rende saldo nella via che conduce alla vita e alla felicità. Al contrario, quando nella sua esistenza l’uomo ignora i Comandamenti, nonsolo si aliena da Dio e abbandona l’alleanza con Lui, ma si allontana anche dalla vita e dalla felicità duratura. L’uomo lasciato a se stesso, indifferente verso Dio, fiero della propria autonomia assoluta, finisce per seguire gli idoli dell’egoismo, del potere, del dominio, inquinando i rapporti con se stesso e con gli altri e percorrendo non sentieri di vita, ma di morte. Le tristi esperienze della storia, soprattutto del secolo scorso, rimangono un monito per tutta l’umanità.
“Quando l’Amore dà senso alla tua vita…”. Gesù porta a pienezza la via dei Comandamenti con la sua Croce e Risurrezione; porta al superamento radicale dell’egoismo, del peccato e della morte, con il dono di Se stesso per amore. Solo l’accoglienza dell’amore infinito di Dio, l’avere fiducia in Lui, il seguire la strada che Eglo ha tracciato, dona senso profondo alla vita e apre a un futuro di speranza.
Cari amici, auguro che questa iniziativa susciti un rinnovato impegno nel testimoniare che la via dell’amore tracciata dai Comandamenti e perfezionata da Cristo è l’unica capace di rendere la nostra vita, quella degli altri, quella delle nostre comunità più piena, più buona e più felice” (Benedetto XVI, Videomessaggio per l’iniziativa “10 Piazze per 10 Comandamenti”, 8 settembre 2012).

Le quattro parti del Catechismo della Chiesa Cattolica e del suo Compendio, in sintonia con tutta la Tradizione della Chiesa, sono incentrate attorno ai quattro pilastri della nostra fede e quindi della stessa catechesi:
-         il Credo
-         i Sacramenti
-         i Comandamenti letti alla luce delle Beatitudini, delle Virtù, dei Doni dello Spirito Santo
-         il Padre nostro
Circa la struttura quadripartita del Catechismo così si esprime il card. Carlo Maria Martini in Popolo in cammino,OR, 1983, p. 141-142: “Ogni pagina della Scrittura può essere letta in riferimento al Credo, ai Sacramenti, ai Comandamenti, al Padre nostro. Così è sempre stata letta dalla Chiesa. Nella “lectio divina” noi troviamo nella Bibbia  tutti i riferimenti al costume cristiano, alla preghiera, alla Chiesa, ai Sacramenti, mentre proclamiamo le opere di Dio nella Scrittura. Quindi: Credo, Sacramenti, Comandamenti e Padre Nostro (intesi come formule semplici) sono anche una chiave di lettura, di interpretazione biblica. Da qui risulta che non esiste dualità o opposizione tra Catechesi e Scrittura, pur se esistono tempi e metodi diversi. E’ forse giunto il momento di ricondurre ad unità i diversi movimenti biblico, liturgico, morale, catechistico, che si sono sviluppati come linee distinte. Tuttavia occorre una mente formata, da una parte alla ‘lectio divina’ e, dall’altra, a una struttura catechistica solida e ordinata, in modo da saper leggere le coordinate fondamentali della Scrittura e della esperienza cristiana. Ricordo di avere, tempo fa, offerto una ipotesi di lavoro sulla quale vi invito a tornare: i quattro Vangeli possono essere visti come quattro gradi o momenti della formazione cristiana. Marco: il vangelo della prima istruzione in relazione al battesimo, che contiene soprattutto il Kerigma; Matteo: il Vangelo della prima istruzione morale con i Comandamenti e il Discorso della montagna che presenta le caratteristiche dell’uomo nuovo in Cristo (in rapporto alla nuova esistenza, nuova natura di Risorto maturata attraverso la passione); Luca il vangelo della formazione ulteriore cristiana, della speranza, della preghiera e della testimonianza; Giovanni il Vangelo del presbitero, della visione globale, sacramentale della realtà cristiana. Se riflettiamo alle analogie, dobbiamo riconoscere che Marco è molto vicino alla linea del Credo, Giovanni all’intuizione della vita in Cristo, della Chiesa e dei Sacramenti, Matteo alla linea morale dell’uomo nuovo, Luca al tema del Padre Nostro”.
E’, alla luce del Concilio Vaticano II, l’unità del mistero di Cristo che il Catechismo di prefigge di presentare. Nella terza parte abbiamo la presenza di Gesù Cristo nella logica dell’incarnazione cioè di Dio che possiede un volto umano che continua nei Sacramenti, che ci assimila a sé, al Suo Amore, ascoltato, seguito e imitato nell’osservanza della sua Parola, dei Comandamenti nello spirito delle Beatitudini, delle Virtù e dei Doni dello Spirito, così da rendere la nostra vita, una vita di comunione, di carità, di amore, di solidarietà universale in comunione con il Dio vivente, Padre, Figlio e Spirito santo e con tutti gli uomini, i poveri in particolare.

Commenti

Post popolari in questo blog

Anglicani

I peccati che mandano più anime all'inferno

Sulla bellezza della Messa “Tridentina”