XXV Domenica

 

Scaltrezza è condividere il denaro e le ricchezze materiali con i poveri procurandosi così la loro amicizia, in vista del Regno dei cieli nel momento terminale di questa vita. "Procuratevi amici con la disonesta ricchezza – ci dice anche oggi Gesù rivolgendoci la Sua Parola – perché quando essa verrà a mancare, vi accolgano nelle dimore eterne, in Paradiso" (Lc 16,9). Il denaro non è "disonesto" in sé stesso, ma più di ogni altra cosa può chiudere l'uomo in un cieco egoismo. Si tratta dunque della scaltrezza di operare una sorta di "conversione" dei beni economici: invece di usarli solo per interesse proprio, occorre pensare anche alle necessità dei poveri la cui carità unica ci accompagna nella morte, imitando Cristo stesso, il quale – scrive san Paolo – "da ricco che era come Figlio di Dio si fece povero per arricchire noi con la sua povertà" (2 Cor 8,9). Sembra un paradosso questa scaltrezza: Cristo da Figlio di Dio incarnato non ci ha arricchiti, attirati con la sua ricchezza, ma con la sua povertà, cioè con il suo amore che lo ha spinto a darsi totalmente a noi per la meta del Paradiso.

Qui potrebbe aprirsi oggi un vasto e complesso campo di Dottrina sociale cristiana sul tema della ricchezza e della povertà, anche su scala mondiale, in cui si confrontano fino alla pazzia di una distruzione atomica due logiche economico-finanziarie: la logica del profitto e quella della equa distribuzione dei beni, che non sono in contraddizione l'una con l'altra, purché il loro rapporto sia bene ordinato e in occasione del voto politico lo dovremmo tenere presente nelle scelte. Scaltri i politici ma anche i votanti fra una settimana. La Dottrina sociale cattolica, dallo sviluppo mondiale del novecento, ha sempre sostenuto che l'equa distribuzione dei beni è prioritaria per la pace e il bene di tutti. Il profitto è culturalmente legittimo e, nella giusta misura, necessario allo sviluppo economico …L'emergenza della fame che oggi investe miliardi di persone e quella ecologica stanno a denunciare poca scaltrezza anche politica, con crescente evidenza, che la logica dell'idolatria del profitto, se prevalente, incrementa pericolosamente la sproporzione tra ricchi e poveri e un rovinoso sfruttamento del pianeta. Quando invece prevale con scaltrezza la logica della condivisione e della solidarietà, a cominciare dai rapporti personali e sociali, è possibile correggere la rotta e orientarla verso uno sviluppo equo e sostenibile tra Occidente e oriente, tra nord e sud. I problemi sono diventati così gravi che accanto allo sforzo umano occorre l'aiuto trinitario.

Maria Santissima, che nel Magnificat proclama: Il Signore "ha ricolmato di beni gli affamati, / ha rimandato i ricchi a mani vuote" (Lc 1,53), aiuti i cristiani partecipi alla Messa di questa Domenica ad accogliere l'invito di Gesù alla scaltrezza, ad usare con saggezza evangelica, cioè con generosa solidarietà, i beni terreni in vista del Paradiso, ed ispiri ai governanti e agli economisti strategie lungimiranti favoriscano l'autentico progresso di tutti i popoli. E perché avvenga a livello mondiale, occorre che avvenga a livello personale, familiare e sociale.   

 

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