Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi
21 Novembre 2021
Cari Fratelli,
Sono davvero lieto, oggi, di condividere con voi alcune riflessioni prima che iniziate la vostra discussione sul processo
sinodale come Conferenza dei Vescovi cattolici degli Stati Uniti. "La Chiesa di Dio è convocata in Sinodo" (DP, n. 1).
Questo Sinodo è un cammino spirituale, un evento ispirato e guidato dallo Spirito. Le diverse testimonianze che abbiamo
ricevuto, la creatività con la quale le conferenze episcopali, le diocesi, le parrocchie o le associazioni stanno
organizzando la consultazione del Popolo di Dio, sono segni che confermano che lo Spirito è all'opera.
Sebbene brevemente, la possibilità di rivolgermi a voi è per me un dono e un'opportunità.
Un dono, perché posso condividere con così tanti Fratelli nell'episcopato un impegno e una preoccupazione comune per
la Chiesa. Papa Francesco ci invita a riscoprire che camminare insieme "è ciò che più attua e manifesta la natura
della Chiesa come Popolo di Dio pellegrino e missionario" (DP, n. 1). La sinodalità è un modo di essere Chiesa: è
una cultura, o forma mentis, adatta alla vita nella Chiesa, rendendo visibile i valori centrali della comunione, la
partecipazione e la missione. A mo' d'esempio, si possono evidenziare i seguenti aspetti della sinodalità:
(a) Porta alla luce il senso palpabile che tutti noi siamo in un cammino comune verso il nostro Dio, laddove la
nostra comune umanità e la dignità condivisa del Battesimo formano le fondamenta centrali di tale camminare insieme.
Alla base di questa verità siamo invitati a valutare il modo di questo "essere insieme", a riflettere sulla natura delle
nostre relazioni come battezzati, a ripensare i rapporti tra i laici, le persone consacrate e i ministeri ordinati.
(b) La sinodalità ci aiuta ad acquisire una profonda consapevolezza che in ogni momento del dialogo, della presa
di decisioni e del discernimento è la volontà di Dio che cerchiamo di discernere e scoprire, non la nostra o quella del
nostro gruppo. Ci ascoltiamo gli uni gli altri per sentire meglio la voce dello Spirito Santo che parla nel nostro mondo
oggi. Non ascoltarci gli uni gli altri significa mutilare la Chiesa al suo interno e quindi anche all'esterno. Questo ascolto
reciproco non mina in alcun modo la responsabilità specifica dei Vescovi di guidare e confermare tale discernimento;
piuttosto è la condizione indispensabile per esercitarla in modo fecondo.
(c) La sinodalità ci spinge a compiere uno sforzo costante e vigoroso per invitare tutti in una relazione più profonda
con la Chiesa, in ogni dimensione della sua vita. È uno sforzo che invita gli interlocutori a scoprire il proprio valore e
la propria importanza. Tutti sono preziosi: specialmente gli individui e le comunità ai margini, come i rifugiati, i
migranti, gli anziani, le persone che vivono in povertà, i cattolici che praticano la loro fede solo di rado o mai, e così
via.
(d) La sinodalità produce un'autentica etica dell'ascolto che cerca di imparare da tutti i membri della comunità e di
coinvolgerli in onestà e carità.
(e) Esige anche la disponibilità da parte di tutti a rinunciare a posizioni e obiettivi sostenuti con fermezza e ad
adottare una cultura di dialogo e di presa di decisioni collettiva, nella consapevolezza che possiamo ricevere doni
autentici ed essere arricchiti quando lo facciamo.
(f) La sinodalità esige l'assunzione di responsabilità e la diponibilità a riconoscere in tutta umiltà i modi in cui la
Chiesa ferisce uomini e donne, bambini e famiglie.
(g) È un invito a un approccio missionario d'impegno nel mondo in cui viviamo. Il cammino sinodale è un grande
cammino di evangelizzazione. Il pluralismo culturale, sociale e antropologico attuale dovrebbe portarci a domandare
che genere di Chiesa vogliamo presentare al mondo oggi. Che contributo possiamo offrire alle nostre società? Come
possiamo farlo?
Come ho detto prima, incontrarvi in questo particolare momento di grazia è un'opportunità, perché è un altro piccolo
passo nella direzione della reciprocità di rapporti che la Segreteria del Sinodo intende favorire.
Il processo sinodale iniziato lo scorso 10 ottobre in San Pietro, e che tutti voi avete inaugurato nella vostra Chiesa le
domeniche successive, è di fatto costruito sulla "mutua interiorità" delle Chiese particolari e della Chiesa universale. La
consultazione del Popolo di Dio e il discernimento dei pastori si svolge nelle Chiese, ed è ascoltando le Chiese che verrà
scritto l'Instrumentum laboris e consegnato ai membri dell'Assemblea sinodale nell'ottobre 2023.
Quanto questa reciprocità di rapporti sia decisiva per la Chiesa lo si può comprendere se si considera l'importanza
teologica del Popolo di Dio. Se è vero che in ogni "Chiesa particolare […] è presente e opera la Chiesa di Cristo, una,
santa, cattolica e apostolica" (CD, n. 11), è altrettanto vero che il Popolo di Dio non può mai essere inteso come una
massa di persone che trova la possibilità di esprimersi nell'ambito della dinamica di rappresentazione tipica dei sistemi
democratici
Il Popolo di Dio è la totalità dei battezzati, articolata e manifesta in portiones Populi Dei, ognuna affidata al vescovo,
assistito dal suo presbiterio. In questo modo, la Chiesa, che è "costitutivamente sinodale" è anche e sempre
"costitutivamente gerarchica". Riaffiora così l'idea dei Padri secondo cui – nelle parole di Cipriano di Cartagine – "la
Chiesa è nel Vescovo e il vescovo è nella Chiesa". Così l'intero processo sinodale dipende dal vescovo: è lui a iniziarlo,
ad accompagnarlo e a raccogliere il contributo finale sul tema del Sinodo.
Permettetemi di dirvi una cosa: penso che i contributi delle Chiese e il lavoro di sintesi delle Conferenze episcopali
siano doni che ogni Chiesa offre alle altre Chiese e alla Chiesa universale, nella logica del principio di cattolicità
formulato dal concilio Vaticano II, che afferma che "tutti i fedeli sparsi per il mondo sono in comunione con gli altri
nello Spirito Santo, e così 'chi sta in Roma sa che gli Indi sono sue membra'". La Chiesa "si ricorda infatti di dover far
opera di raccolta con quel Re, al quale sono state date in eredità le genti […], e nella cui città queste portano i loro doni
e offerte" (LG, n. 13). Questo grande scambio di doni comporterà un lavoro intenso per la Segreteria del Sinodo. Lo
svolgeremo volentieri, di modo che questa comunione tra le Chiese possa crescere e la Chiesa possa crescere come
comunione.
In questa logica di scambio di doni tra le Chiese, ogni contributo alla comprensione del processo sinodale della Chiesa
è importante. Diversamente da quanto pensano in molti, non ci sono conclusioni scritte; non c'è alcun desiderio di
imporre una linea di pensiero. C'è una disponibilità ad ascoltare lo Spirito ascoltandosi gli uni gli altri. Né pensiamo
che vi siano posizioni che valgono più di altre. La volontà della Segreteria è di incoraggiare l'ascolto a tutti i livelli della
vita della Chiesa e di impegnarsi a sua volta in questo processo di ascolto al fine di scoprire la voce del Dio Vivente.
Ripeto pertanto l'invito del Documento preparatorio: "I Pastori […] non temano perciò di porsi all'ascolto del Gregge
loro affidato" (DP, n. 14): non sarà difficile per voi iniziare la consultazione, visto che i vostri laici sono preparati e
disposti a partecipare. Di fatto, la vostra Chiesa ha già incorporato strutture sinodali in linea con i principi ecclesiologici
del Vaticano II (consigli pastorali e finanziari parrocchiali, consigli di sacerdoti e consigli pastorali diocesani), e come
mi ha detto recentemente l'Arcivescovo José Gomez, vostro caro Presidente, durante un incontro fraterno a Roma, la
Chiesa in America ha tratto enormi benefici dalle cinque esperienze su scala nazionale dell'Encuentro. Un risultato
principale del processo di Encuentro è discernere le pratiche e le priorità pastorali al fine di migliorare la qualità del
ministero tra i cattolici ispanici/latino, sotto la guida dei vescovi statunitensi. Inoltre, il V Encuentro ha fornito a molte
diocesi strutture sinodali che possono contribuire all'attuale processo sinodale.
Non abbiate paura di dirci con franchezza ciò che avete compreso ascoltando la vostra gente su quello che lo Spirito sta
dicendo alla Chiesa: alla vostra Chiesa e alla Chiesa intera. Da parte nostra, come Segreteria del Sinodo, saremo lieti di
potervi aiutare e sostenere nelle diverse fasi del processo sinodale
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