Martedì XXII

Quando Gesù parlava, la gente era colpita dall’autorevolezza della sua parola che anche in questo momento l’ascoltiamo ed era contraria agli scribi e farisei che tutto puntavano nell’osservanza della legge sulle proprie forze.
Era la grande novità: Gesù parlava senza appoggiarsi sull’autorità di nessuno: Egli che nella relazione trinitaria di Dio è il Verbo del Padre, la Parola in persona la faceva risuonare in parole umane che producono ciò che
annunciano come avviene anche questa mattina alla consacrazione sul pane e sul vino invocando lo Spirito Santo. L’efficacia della parola di Gesù viene dimostrata dal suo intervento per scacciare un demonio. Egli intima al demonio di tacere e di uscire dalla persona di cui si è impossessato, impadronito; e il demonio arriva a star così male con la parola di Gesù che esce: “Il demonio uscì da lui senza fargli alcun male”. “Tutti furono presi da paura”, la paura che prende un uomo constatando una manifestazione divina soprannaturale e si dicevano l’un l’altro “Che parola è questa da liberare anche da spiriti immondi?”.
San Paolo, nella prima lettura ci ha detto: “Voi, fratelli non siete nelle tenebre di chi non sa da dove viene, a cosa è destinato…Voi siete figli della luce, figli del giorno” nel sapere che cosa è bene e che cosa è male, chi vi libera dal male, dalla morte e questo grazie alla parola di Gesù che attraverso la Bibbia ci raggiunge nei sacramenti della Chiesa non solo nelle orecchie ma nel cuore per cui – dice Paolo “Dio  non ci ha destinati alla sua collera, ma all’acquisto della salvezza per mezzo del Signore Gesù Cristo” che risorto si fa presente sacramentalmente in tanti modi. Il Dio che possiede un volto umano, che ci ha amati sino alla fine ci raggiunge con la sua parola tanto efficace: ormai ruminandola tutto il giorno possiamo essere sempre con Lui, vivere con Lui e per lui e trovarci così, in tutte le situazioni, nella più profonda pace.

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