Bagnasco
Il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, interviene su alcuni problemi
Il Corriere della Sera di Domenica 18 ottobre riporta un’intervista del Presidente della Cei Angelo Bagnasco su alcune questioni dibattute.
Il caso Boffo, direttore di Avvenire, e la presunta mancanza di sintonia tra Cei e Segreteria di Stato
“Personalmente non vedo in atto degni scontri nella Chiesa, tanto meno tra la Cei e la Santa Sede. So piuttosto che c’è una sorta di divisione dei compiti che corrisponde alla diversa fisionomia delle due realtà che assolvono a compiti asimmetrici, essendo noi solo una espressione locale a differenza dell’altra che ha invece una vocazione universale.
La Cei, come del resto ogni Conferenza episcopale del mondo, ha come compito, secondo le indicazioni esplicite della lettera apostolica Apostolos suos, al numero 15, ‘la promozione e la tutela della fede e dei costumi, la traduzione dei libri liturgici, la promozione e la formazione delle vocazioni sacerdotali, la messa a punto dei sussidi per la catechesi, la promozione e la tutela delle università cattoliche e di altre istituzioni educative, l’impegno ecumenico, i rapporti con le autorità civili, la difesa della vita umana, della pace, dei diritti umani, anche perché vengano tutelati dalla legislazione civile, la promozione della giustizia sociale, l’uso dei mezzi di comunicazione sociale’. Differente e decisamente con un respiro più internazionale è il lavoro della Santa Sede che si fa carico sul piano diplomatico dei rapporti con i singoli Stati”.
Non esiste una Chiesa dell’era Ruini e oggi una Chiesa dell’era Bagnasco
“Come ebbe modo di scrivergli personalmente lo stesso Benedetto XVI il 23 marzo 2007, alla fine del suo mandato, il cardinale Ruini ‘ha guidato i vescovi italiani in una fase delicata e cruciale della storia del popolo italiano ’ e ‘con tenacia e coraggio ’ ha così ‘reso un servizio non solo al Popolo di Dio ma all’intera Nazione italiana ’. La stagione del mio predecessore va interpretata però non semplicemente come una vicenda legata alla sua persona, ma come una fedele interpretazione della linea di Giovanni Paolo II prima e poi di Benedetto XVI.
Non esiste una Chiesa dell’era Ruini e oggi una Chiesa dell’era Bagnasco perché la Chiesa anzitutto appartiene solo a Gesù Cristo e, nel caso specifico, la Chiesa che è in Italia intende essere vicina al magistero del Papa, di cui tradurre le istanze nel nostro contesto. Questa a me pare la prospettiva da privilegiare: senza operare riduzioni troppo personalistiche e lasciando emergere che se una linea c’è è quella che si lascia ispirare dalla vicinanza non solo geografica con il Santo Padre”.
La Chiesa non è conosciuta realmente per quello che è e quello che fa
“La Chiesa non è conosciuta realmente per quello che pensa e per quello che fa. Spesso si va avanti per luoghi comuni, rieditando interpretazioni superate dalla storia. Ad esempio, continuare a presentarci sempre come parte politica e non invece come una istanza religiosa e culturale che ha tutto il diritto di entrare nei dibattiti pubblici che hanno a che fare con l’uomo e con la società, è riduttivo. Così come perpetuare pregiudizi di vario genere che tendono a fare una caricatura delle nostre posizioni piuttosto che cercare di porsi in dialogo con esse è ugualmente riduttivo. Penso che anche oggi, come in ogni epoca storica, la Chiesa sia portatrice di una visione della vita alternativa e spesso in controtendenza che non vuole imporre: chiede solo di essere lasciata libera di proporla, nella ferma convinzione di contribuire al bene comune”-
La scelta del nuovo Direttore di Avvenire è vicina
“La scelta è vicina, trattandosi di una persona che deve incarnare il sentire cattolico dentro le trame delle vicende quotidiane, con uno sguardo capace di far emergere la realtà ancor prima delle sue interpretazioni.
E’ una illazione ( che ci siano candidati considerati graditi alla Segreteria di Stato guardati con sospetto dalla Cei) che non gode del conforto della realtà. I rapporti sono improntati a grande stima, affetto e collaborazione, nel rispetto delle responsabilità asimmetriche di cui ciascuno si fa carico per il bene della Chiesa, del Paese e del mondo”.
Il problema dell’immigrazione non può essere risolto nel chiuso del nostro Paese
“Perché si tratta di un fenomeno globale che esige una risposta concertata. Penso che l’Europa non possa rinnegare le sue radici cristiane che ne hanno fatto storicamente una terra di passaggio e di progressiva integrazione, attraverso una politica che sappia rigorosamente tenere insieme il principio dell’accoglienza e quello della legalità. La storia è lì per ricordarci, casomai la memoria fosse svanita, che neanche in epoche molto più statiche e lontane, il mondo è sempre stato attraversato dalle persone e dalle merci. Perché proprio quando il mondo si è fatto ancora più piccolo dovremmo bloccare questo processo di sempre?”.
“Deriva mediatica” che altera le parole di Benedetto XVI
“Si preferisce talvolta una lettura parziale che tende a distorcere il messaggio evangelico perché appaia e risuoni come incoerente e anacronistico, e la Chiesa venga dipinta come animata solo dalla volontà ‘di alzare muri e scavare fossati ’, soprattutto in materia di etica. In realtà, a ben guardare, dietro ogni ‘no’ della Chiesa c’è sempre e ancor prima un ‘sì’, ben più grande e impegnativo”.
Si vuole imporre per legge la nutrizione e l’idratazione forzata, ma non è forse la coscienza il luogo ultimo delle decisioni etiche?
“La coscienza retta e formata resta sempre l’ultima frontiera davanti a cui arrestarsi, ma solo una visione individualistica potrebbe ridurla a soliloquio. In realtà nessuna decisione è umana se vissuta nell’isolamento e non aperta la confronto con gli altri e, prima ancora, con la verità delle cose. E’ innegabile che il momento della prova estrema è oggi vissuto sempre più in solitudine, ma questo è più l’effetto di un degrado umano che non la prova della nostra civiltà”.
La Chiesa non è contro nessuno, tanto meno contro le persone, di qualsiasi orientamento sessuale esse siano
“La violenza e l’aggressione sono sempre gratuite e inaccettabili. La Chiesa ritiene poi che la sessualità sia l’incontro tra persone di sesso diverso in un contesto stabile e fecondo. Si può non condividere questa lettura del dato antropologico, ma la Chiesa non può venire meno a questo che è un dato non solo religioso o culturale, ma profondamente naturale, e che essa propone a tutti senza discriminare nessuno”.
L’ora di religione islamica nelle scuole italiane?
“L’ora di religione cattolica, nelle scuole di Stato, si giustifica in base all’articolo 9 del Concordato, in quanto essa è parte integrante della nostra storia e della nostra cultura. Pertanto, la conoscenza del fatto religioso cattolico è condizione indispensabile per la comprensione della nostra cultura e per una convivenza più consapevole e responsabile. Non si configura, quindi, come un catechismo confessionale, ma come una disciplina culturale nel quadro delle finalità della scuola. Non mi pare che l’ora di religione ipotizzata corrisponda a questa ragionevole e riconosciuta motivazione”.
Il cardinale Martini afferma: “Io ritengo che la Chiesa debba intervenire poco e solo quando è veramente necessario”
“Credo che il problema non sia il molto o il poco intervenire sulla scena pubblica, pur apprezzando personalmente una certa sobrietà sia nel parlare che nello scrivere. Penso che il criterio vero sia l’uomo e il suo destino: specie quando è messo in crisi, la Chiesa, che dell’uomo è amica e alleata, non può tacere. Sarebbe peccato di omissione. Essa è inviata ad annunciare a tutti la grande speranza che è il Signore Gesù”.
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