La verità di fede della Corredenzione Mariana

È stato proprio Gesù a volere sicuramente che la Sua e nostra Madre cooperasse alla missione dell'unico Redentore, quale unica Corredentrice per la salvezza dell'umanità


Quando l'Angelo Gabriele rivelò alla "piena di Grazia" che il suo Figlio sarebbe stato Gesù, ossia il Messia divino Redentore, La Madonna non poteva non comprendere che come Mamma di tale Figlio aveva il dovere di assistere e cooperare unitamente al suo Figlio Gesù, il "Primogenito fra molti fratelli" (Rom 8,29) con il quale doveva portare avanti, sino al compimento la missione della salvezza per tutti i suoi fratelli, salvare i propri figli, soprattutto nel bisogno così grave come quello del pericolo della dannazione nell'inferno eterno per tutti i suoi figli non redenti dalla missione salvifica dell'Incarnazione redentrice.

Ecco qui un pensiero di papa San Giovanni Paolo II che conferma magnificamente questo punto affermando che "la sollecitudine della Madre del Salvatore è la sollecitudine per l'opera della salvezza: l'opera del suo Figlio. È sollecitudine per la salvezza, per la salvezza eterna di tutti gli uomini". 

La Preghiera mariana più antica – il "Sub tuum praesidium"- , che risale al secondo e terzo secolo – approfondita più accuratamente, di recente, quale "Singolare preconio dei misteri mariani", tratta anche con grande finezza di acume del valore specificamente "soteriologico" di questo prezioso tropario mariano, che costituisce davvero una valida conferma e sostegno della verità di Maria Santissima quale nostra amatissima Madre Immacolata, "ab antico" "Sede della Sapienza", unica "Corredentrice Universale".

Le sublimi pagine della Sacra Scrittura – Siracide (24,3-1) e libro dei Proverbi (8,22-35), -dalla Chiesa sono state riferite, liturgicamente, a Maria Santissima fin dal secolo VII per la celebrazione della solennità dell'Assunzione e per la festa della sua Natività, In particolare nella pagina del libro dei Proverbi (8,22-35), nella sua meraviglia di contenuti altissimi e di mirabile dettato del pensiero eterno di Dio Creatore, come ha scritto il biblista A. Romeo, la "Sapienza" "si traspone per riflesso e partecipazione a Maria, la Madre del Verbo di Dio". Maria Santissima fu da Dio predestinata fin dall'eternità "uno eodemque decreto" con il darsi del Verbo Incarnato. Come dice luminosamente la Bolla Dogmatica Ineffabilis Deus, con esplicita applicazione a Maria delle parole della Sapienza. E ancora, lo stesso biblista A. Romeo continua ad affermare che "a causa della sua intima partecipazione attiva all'Incarnazione del Verbo di Dio, Maria riveste in certa misura la missione e le prerogative della Sapienza ipostatica che "ha posto la sua abitazione, la sua presenza fra noi" (Gv 1,14) …La Sapienza increata, incarnandosi in Maria, fa di essa il centro della Verità e della Vita (Sedes Sapientiae)".

Se Maria è la Madre naturale che, soprannaturalmente, per opera dello Spirito santo, ha concepito e generato verginalmente Gesù, che è Persona divina fatto uomo, è essa, per questo, Madre anche divina.

"A gloria dunque della Vergine e a nostro conforto, noi proclamiamo Maria Santissima Madre della Chiesa" cioè di tutto il Popolo di Dio, tanto dei fedeli quanto dei Pastori, che la chiamano Madre amorosissima; e vogliamo che con tale titolo soavissimo la Vergine d'ora innanzi venga ancor più onorata e invocata dal popolo cristiano". 

Questa fu, esattamente, la solenne proclamazione di Maria Santissima, quale Madre della Chiesa, fatta pubblicamente a Roma dal Sommo Pontefice San Paolo VI, il giorno 21 novembre 1964, alla fine della terza sessione del Concilio Ecumenico Vaticano II.

È indubbio, dunque, che la proclamazione di Maria Santissima "Madre della Chiesa" fu un evento di grandissima importanza per l'intera Chiesa figlia di Dio e di Maria. Il fondamento del titolo "Madre della Chiesa" si lega alla Eva novella, Madre di tutti i membri della Chiesa cioè dei figli nel Figlio, secondo l'espressione di Sant'Ireneo, grande Padre della Chiesa, che vede in Maria Santissima la Chiesa quale "grembo materno che fa rinascere gli uomini in Dio". Nella grande Patristica furono molto importanti anche i riferimenti altissimi di Sant'Atanasio, uniti agli scritti sublimi di grandi Santi Padri, quali furono, nel quarto secolo, sant'Efrem, sant'Ambrogio, sant'Agostino, san Pier Crisologo.

Nonostante la solenne definizione di San Paolo VI, durante la celebrazione del Concilio Vaticano II, si sente ancora definire la Madonna Madre "nella" Chiesa e non Madre "della" Chiesa. È una vicenda che risale al Concilio e aveva messo in difficoltà Paolo VI.

Si sa bene, infatti, che il papa Paolo VI voleva fare approvare come atto solenne dell'intero Concilio Vaticano II la verità di fede di Maria Santissima Madre "della" Chiesa, ma non gli fu possibile ottenere il consenso da parte dell'intero Concilio Ecumenico, e dovette perciò rassegnarsi a compiere un atto personale di Sommo Pontefice nel presentare e approvare la verità di fede della maternità Divina di Maria quale Madre "della" Chiesa.

Si sa, infatti, che il titolo Madre "della" Chiesa è stato sempre evitato in ogni punto della discussione conciliare, e il padre Meo, mariologo di alto prestigio, ne spiega con chiarezza il vero motivo, ossia: il Concilio "evitò di nominarla quale madre della Chiesa, perché non si pensasse che Maria avesse in qualche modo generato la Chiesa, che questa fosse nata da Lei (LG 60-62)".

Queste parole del padre Meo sono di particolare gravità e vogliono far ben capire come, secondo il Concilio, la Maternità spirituale di Maria nei riguardi della Chiesa non abbia pressoché nessuna reale consistenza e si riduca in effetti, ad una maternità 'sterile'! Ma questa non può essere affatto una vera "maternità". Sarebbe, semmai, una maternità in contraddizione con sé stessa.

Secondo lo stato delle cose, purtroppo, "il Papa Paolo VI si vide perciò costretto a proclamare Maria "Madre della Chiesa" soltanto di propria iniziativa pontificia, il 21 novembre del 1964 – festa della Presentazione di Maria Santissima al tempio -, pur avendo, comunque il favore di molti Vescovi presenti al Concilio. Fu un gesto di immenso valore, in ogni caso, da parte di papa Paolo VI, e il Padre Bertetto – altro grande mariologo – precisa che papa Paolo VI ha tributato a Maria tale titolo di "Mater Ecclesiae" "in forza del suo supremo magistero ordinario, che nessun Concilio ecumenico può annullare".

Ed è evidente la portata teologica fatta da Papa Paolo VI contro il nefasto minimalismo mariano di parecchi mariologi modernisti che finiscono col rovinare la realtà più preziosa della Maternità Divina di Maria, che è l'unica vera Madre divina dell'intero Corpo mistico di Cristo, ossia la vera Madre della Chiesa, - costituita dal Capo e Corpo con tutte le singole membra – da Lei misticamente generata per opera dello Spirito santo. Nell'Incarnazione redentrice del Divin Verbo, divenuto Gesù, il divino Figlio "Primogenito" di Maria Santissima, il divino Figlio "Primogenito in rapporto ai figli nel Figlio, fratelli".

Gli evangelisti, nei loro Vangeli, hanno parlato molto poco della Madonna pur dicendo l'essenziale. Si sa bene che la Madonna stessa voleva che si parlasse e si scrivesse soltanto di Gesù-Dio, per l'evangelizzazione cristiana del mondo, mentre il parlare di Lei avrebbe fatto continuare sulla terra l'aberrazione delle numerose false divinità pagane inesistenti, sia maschili che femminili. Ma si parla tanto della sua presenza nella realtà più sublime della nostra Fede, ossia dell'atroce Passione e Morte di Gesù, unito alla sua santissima Madre, per la salvezza eterna dell'intera umanità. Si evidenzia la missione materna salvifica di Maria che s'immola con il Figlio Crocifisso come un brigante per la nostra salvezza. È evidente il voler soffrire con il Figlio Crocifisso per la salvezza dell'umanità: è la tragica missione redentrice operata dal Figlio con la Madre, sul Calvario, per la tremenda disfatta del peccato delle origini che ha fatto precipitare l'intera umanità, bisognosa quindi della salvezza eterna dalla condanna terrificante alle pene dell'inferno per tutti. È la redenzione operata dal redentore con sua Madre Corredentrice, che era "a Lui unita da uno stretto e indissolubile vincolo", come si esprime lucidamente la Lumen gentium (53) del Concilio Vaticano II.

Ancora più esplicito, inoltre, è stato il Concilio Vaticano II nel garantire la missione di Maria Corredentrice, unita al Figlio Redentore "da uno stretto e indissolubile vincolo" (LG 53), quando afferma che la Madre di Gesù "abbracciando con tutto l'animo e senza peso alcuno di peccato, la volontà salvifica di Dio, consacrò totalmente se stessa quale Ancella del Signore alla persona e all'opera del Figlio suo, asservendo al mistero della redenzione sotto di Lui e con Lui" (LG 56). Maria Santissima "serbò fedelmente la sua unione col Figlio fino alla croce, dove non senza un disegno divino se ne stette (Gv 19,25) soffrendo profondamente col suo Unigenito e associandosi con animo materno al sacrificio di Lui, amorosamente consenziente all'immolazione della vittima da lei generata" (LG 58).

Il Concilio vaticano II ha parlato e scritto in termini di grazia grandissima e preziosissima per l'intera umanità peccatrice: si tratta, infatti, della missione salvifica svolta dalla divina Madre Corredentrice unita con uno "stretto e indissolubile vincolo" (LG 53) al suo Divin Figlio Redentore. Come è spiegato benissimo in un breve testo della Lumen gentium, la Madonna, sul monte Calvario, in pieno strazio materno "soffrendo col Figlio suo morente in croce, cooperò in modo tutto speciale all'opera del salvatore […] per restaurare la vita soprannaturale delle anime. Per questo fu per noi madre nell'ordine della grazia" (LG 61). Si comprende bene l'importanza della missione materna di Maria Santissima Corredentrice, impegnata a "restaurare l'intera vita soprannaturale delle anime" di tutta l'umanità che è sua figlia, da condurre in paradiso salvandola dalla perdizione eterna dell'inferno. È stato bene scritto, infatti, che: "Non si può restare più che convinti che la Redenzione sia stata operata in simbiosi, "per modum unius", da Gesù Redentore unico, e da Maria Corredentrice unica, a Gesù associata e consociata "sotto di Lui e con Lui" (LG 61).

Leggiamo la visione soprannaturale e radiosa che aveva la Serva DI Dio, Suor Lucia di Fatima, la grande veggente di Fatima, che così scrive con penna agile e delicata:

"L'opera della nostra Redenzione è iniziata nel momento in cui il Verbo è sceso dal cielo per assumere un corpo umano nel grembo di Maria. Da quell'istante e per nove mesi. Il sangue di Cristo era il sangue di Maria colto alla fonte del suo Cuore Immacolato, i battiti del Cuore di Cristo battevano all'unisono con i palpiti del Cuore di Maria".

"Da Maria Cristo ha ricevuto il corpo e il sangue che dovevano essere immolati e versati per la salvezza del mondo. Perciò Maria, diventata una con Cristo, è la Corredentrice del genere umano: con Cristo nel suo grembo, con Gesù Cristo fra le sue braccia, con Cristo a Nazareth, nella sua vita pubblica …

…e negli ultimi giorni della Passione e Morte di Gesù Crocifisso, la Divina Madre Corredentrice "con Lui ha percorso la via stretta della vita, la strada scabrosa del calvario; con Lui ha agonizzato ricevendo nel suo cuore le ferite dei chiodi, il colpo della lancia e gli insulti della moltitudine ribelle […] per realizzare la missione che Egli le aveva affidato di Corredentrice dell'umanità con Cristo".

(Ho preso gran parte da wwwmarcotosatti.com/…/maria-corredent…)


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