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IV Domenica di Pasqua

IV  Domenica  ( Gv  10,11-18) "Il buon pastore dà la vita per le pecore"   Il pastore dà la sua vita per le pecore. Il mistero della Croce sta al centro del servizio di Gesù quale pastore:  è il grande servizio che Egli rende a tutti noi, a me che  celebro, a  ciascuno di voi in ascolto . Egli dona s é  stesso, e non solo in  un passato lontano. Nella sacra Eucaristia ogni giorno realizza questo , dona s é  stesso mediante le nostre mani, mediante le mie mani di consacrato sacerdote , dona sé a noi che partecipiamo alla Messa.  Per questo, a buona ragione, al centro della vita sacerdotale  e di cristiani sta la sacra Eucaristia , nella quale il sacrificio di Gesù sulla croce rimane continuamente presente , realmente , quotidianamente o alme n o settiman a lmente  tra di noi. E a partire da ciò impariamo anche che cosa significa celebrare  e partecipare all'Eucaristia in modo adeguato: è un incontrare  quotidianamente o almeno settimanalmente  il Signore che per noi si spo

Decreto Valditara, la controposta dell'estate 'parentale'

Il finanziamento dell'apertura delel scuole durante l'estate e la pretesa dello Stato che fa la mamma. Urge una  contro-proposta parentale Stefano Fontana in "La Nuova Bussola" -16 aprile 2024 Il decreto con cui il ministro (della pubblica istruzione e del merito) Giuseppe Valditara ha finanziato l'apertura delle scuole di istruzione primaria e secondaria durante l'estate avrà senz'altro ottenuto molti apprezzamenti. Lo Stato che fa la mamma anche d'estate, dato che le mamme vere non cessano di lavorare l'8 giugno quando termina l'attività scolastica, piace senz'altro a molti. A me invece non piace e penso che le famiglie dovrebbero starne alla larga ed eventualmente pensare a soluzioni alternative.   Le attività previste e finanziate dal decreto Valditara riguardano percorsi "di aggregazione e formazione". I destinatari e i contenuti potranno essere fissati anche in collaborazione con università, enti locali e organismi del terzo

Sarah come Solzenieyn 'Non cedere alla menzogna'

Cinquant'anni dopo la denuncia dello scrittore russo riecheggia nelle parole del cardinale africano. Un monito contro la tentazione di assecondare l'ateismo "fluido", penetrato nella Chiesa, anche in vista del prossimo Sinodo Luisella Scrosati in "La Nuova Bussola" -12 aprile 2024 Cinquant'anni fa, il 12 febbraio 1974, nel giorno del suo arresto, preludio della sua espulsione dall'allora Unione Sovietica, Aleksandr Solženicyn metteva nero su bianco un potente appello per scardinare il sistema totalitario, in tutte le sue più disparate forme.   Un appello potente, concreto, lontano dalla dannosa e nauseante retorica di voler rovesciare il sistema, a condizione che siano sempre gli altri a dover cambiare: «Non tutti i giorni né su tutte le spalle la violenza abbatte la sua pesante zampa: da noi esige solo docilità alla menzogna, quotidiana partecipazione alla menzogna: non occorre altro per essere sudditi fedeli. Ed è proprio qui che si trova la chiave

III Domenica

III  Domenica  "Lc 24 , 35 -48) "Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno "   In questa terza Domenica del Tempo pasquale, la Chiesa ci accoglie nel Cenacolo per vivere, insieme agli Apostoli, la visita del Signore Risorto. È questa una visita specialissima, inaspettata, capace di dischiuderci qualche "raggio" del Mistero divino e di chiamarci, con rinnovata forza, a conversione.   Ci vengono rivelate oggi, infatti, alcune "caratteristiche" della nuova Presenza del Signore Risorto. Ne enumeriamo tre: il realismo, "l'eccedenza" e la divina pazienza.   Anzitutto la Presenza del Risorto si mostra assolutamente "reale". Di fronte all'incredulità dei discepoli, Cristo si limita a compiere due semplicissimi gesti. Egli, dapprima, mostra loro le mani e i piedi, invitando a  toccarLo . Quale meravigliosa semplicità! Solo nel fatto cristiano, è data una tale immediatezza: un Dio che, standoci davanti,

San Stanislao e Wojtyla, un legame speciale

Karol Wojtyla aveva una particolare venerazione per san Stanislao , vescovo e martire dell'XI secolo, patrono della Polonia. Una venerazione che avrebbe espresso  più volte anche da papa. Antonio  T anollo  in "La Nuova Bussola " – 11 aprile 2024 San Giovanni Paolo II e la sua Polonia: un binomio inscindibile. Così come quello tra il pontefice e il santo patrono del suo Paese d'origine: san Stanislao (1030-1079), del quale oggi – per la Chiesa universale – ricorre la memoria liturgica. In Polonia viene festeggiato l'8 maggio.   Il legame tra i due santi comincia da lontano, da ancor prima che il cardinal  Wojtyła  divenisse papa Giovanni Paolo II. Le radici di questo legame indissolubile si ramificano nell'anima del pontefice polacco già da quando era studente di seminario fino ad arrivare a una data molto significativa: l'8 maggio 1979, quando papa Giovanni Paolo II pubblicava la lettera apostolica  Rutilans   Agmen , indirizzata al cardinale Stefano  Wys

Per Paglia 'tutto si tiene', al di là del bene e del male

La filosofia di Francesco secondo il suo più "autorevole" interprete non prevede contrapposizioni né tanto meno  principi non negoziabili  che arrechino disturbo a una visione naturalistica dell'esistenza che può fare a meno del cristianesimo Stefano Fontana in "La Nuova Bussola" – 12 aprile 2024 Chissà se monsignor Vincenzo Paglia esprime correttamente la "filosofia" di Francesco? Anche perché la filosofia di Francesco si presta poco ad essere espressa correttamente... È una filosofia esistenziale ed è proprio dell'esistenza, se separata dalle essenze che ci dicono cosa le cose sono e quali sono i loro fini, avere al proprio interno tutto e il contrario di tutto, come condannare il gender e lodare padre James Martin. Anche l'espressione «tutto si tiene», intesa in senso esistenziale e senza riferimento alle essenze, è solo la constatazione di plurime relazioni di fatto, prive di gerarchia e dentro le quali bisogna aprirsi a tutti, tutti, tutti

Sarah come Solzenieyn 'Non cedere alla menzogna'

Cinquant'anni  dopo la denuncia dello scrittore russo riecheggia nelle parole del cardinale africano. Un monito contro la tentazione di assecondare l'ateismo "fluido", penetrato nella Chiesa, anche in vista del prossimo Sinodo Luisella Scrosati in "La Nuova Bussola" -12 aprile 2024 Cinquant'anni fa, il 12 febbraio 1974, nel giorno del suo arresto, preludio della sua espulsione dall'allora Unione Sovietica, Aleksandr Solženicyn metteva nero su bianco un potente appello per scardinare il sistema totalitario, in tutte le sue più disparate forme.   Un appello potente, concreto, lontano dalla dannosa e nauseante retorica di voler rovesciare il sistema, a condizione che siano sempre gli altri a dover cambiare: «Non tutti i giorni né su tutte le spalle la violenza abbatte la sua pesante zampa: da noi esige solo docilità alla menzogna, quotidiana partecipazione alla menzogna: non occorre altro per essere sudditi fedeli. Ed è proprio qui che si trova la chiav