Le rivelazioni private mi hanno aiutato a vivere la Rivelazione definitiva di Cristo in modo più umano nei vari momenti della mia storia

Catechismo della Chiesa Cattolica: "Nel corso dei secoli ci sono state rivelazioni dette 'private', alcune delle quali sono state riconosciute dall'autorità della Chiesa. […] Il loro ruolo non è […] 'complementare' la Rivelazione definitiva di Cristo, ma aiutare a viverla in modo più pieno in una determinata epoca della storia" (n. 67)


La prima esperienza di una storica "apparizione privata" che a 21 anni, già in Seminario, mi ha aiutato nel cammino vocazionale al sacerdozio è avvenuta a Lourdes nell'aprile del 1955 il giovedì dell'ottava di Pasqua.

Nella mia parrocchia di Cavalcaselle del lago di Garda eravamo un bel gruppo di giovani di Azione Cattolica, con una forte fraternità e amicizia. La mamma di uno (la mia memoria di 86 anni non ricorda tanti nomi) si è ammalata gravemente e noi, con amicizia fraterna abbiamo deciso di partecipare insieme ad un pellegrinaggio a Lourdes dal lunedì di pasqua del 1955. Il medico ce lo sconsigliava ma il parroco ci incoraggiava. Il giovedì oltre alla processione aux flambeaux alla sera, nel pomeriggio quella eucaristica con il vescovo che benediceva con l'ostensorio davanti ad ogni ammalato. La mamma da immobile si è alzata seduta sulla barella e subito portata in infermeria tra la gioiosa sorpresa di fede di tutti noi. E dopo dieci anni di salute è stata riconosciuta come il 64° miracolo di Lourdes. 

Nel giorno della mia prima Messa ha voluto narrarlo. "Io sono l'Immacolata Concezione", portando avanti l'apparizione del 1830 a Parigi "O Maria concepita senza peccato…" soprattutto la proclamazione dogmatica, pubblica da parte di Pio IX dell'Immacolata Concezione nel 1854. La rivelazione "privata" di Lourdes mi ha aiutato a non perdere fiducia anche nell'anno della tubercolosi

Un altro appuntamento è avvenuto nel luglio del 1870 guidando un pulmino fiat a otto posti fino a Fatima. Alla sera del 12 alla processione e quindi alla Messa fino a dopo mezzanotte. Ma di questo, dell'importanza della consacrazione all'Immacolato Cuore di Maria ne parlerò dopo.

 Nel settembre del 1981 a Megiugorye, con le meraviglie della Regina della pace.

Nel 1985 un'altra esperienza a Schio con Renato Baron, la Regina dell'Amore. Padre Pellegrino, grande esorcista e Padre spirituale del veggente, mi ha aiutato a cogliere nell'attuale epoca della storia l'aiuto a vivere la Rivelazione definitiva di Cristo attraverso la Regina dell'amore. Alla morte di Padre Pellegrino divenni per 19 anni, su suggerimento della Madonna, Padre Spirituale di Renato Baron.

Nel 2005, la Wilma che nel 1997 ha iniziato a Castel d'Azzano ad esperimentare pubblicamente, mi chiese la direzione spirituale che continuo ancora. "Madre del lungo cammino, sta a noi vicino, Gesù di amo". È un richiamo della rivelazione definitiva di Cristo sulla meta di ogni persona umana, della comunione coi i santi e soprattutto con i defunti che hanno bisogno ancora dei noi, un richiamo a vivere in modo più umano questo rapporto in un momento storico tentati di idolatrare questa vita dimenticando i novissimi e umanamente i nostri defunti.

Rifacendomi a tutti i messaggi di queste rivelazioni private che hanno segnato tutta la mia vita e il ministero sacerdotale di sessant'anni ma soprattutto alla luce del messaggio di Fatima, il più incisivo nel vissuto cattolico di fede e che ho potuto approfondire alla luce del magistero di Benedetto XVI.

I veggenti di Fatima hanno visto, con totale gratuità, il messaggio di Dio della Luce, che vuole illuminare le tenebre umane dei suoi figli e delle sue figlie in questo difficile e drammatico momento storico. Ho attinto da Joaquin Carreira das Neves in "Enciclopedia di Fatima" pp. 288-292, che condivido totalmente.

Il fenomeno di Fatima con tutte le apparizioni "private", alcune riconosciute dall'autorità della Chiesa o non escluse, che hanno segnato la mia spiritualità sacerdotale, sono una grande sfida per l'intelligenza e la pastorale cattolica di fede e per la teologia della Chiesa. […] Si tratta di fatti storicamente documentati nella loro verità semplice, complessa e di sfida.

Fatima e tutte le altre esperienze soprattutto quelle vissute da me sono un fenomeno di cui solo tardivamente si è "appropriata" la Chiesa Cattolica Romana. Neanche i preti, i teologi, i vescovi, i papi, gli intellettuali o il Vaticano hanno accettato Fatima fin dall'inizio. Gli eventi sono stati studiati ed esaminati da una commissione canonica i cui lavori si sono protratti dal 3 maggio 1929 al 14 aprile 1930. Il vescovo di Leiria, D. José Alves da Silva, insediatosi nella "nuova" diocesi dopo le apparizioni, ne dichiarò la soprannaturalità in seguito ad un esame molto rigoroso e soltanto il 13 ottobre 1930, con la Carta magna, autorizzò il culto pubblico della Vergine di Fatima. L'Episcopato portoghese il 13 maggio 1931 avallò il fenomeno come soprannaturale.

Fatima appartiene a un genere letterario, teologico ed ecclesiale specifico come tutte le apparizioni private. Come scrisse a suo tempo il cardinale Josef Ratzinger nel suo commentario teologico alla terza parte del segreto di Fatima, "la dottrina della Chiesa distingue 'rivelazione pubblica' e 'rivelazioni private'; tra le due realtà c'è una differenza essenziale e non soltanto di grado. La nozione di 'rivelazione pubblica' indica l'azione rivelatrice di Dio, destinata all'intera umanità ed è letterariamente espressa nelle parti della Bibbia: Vecchio e Nuovo Testamento. Si definisce 'rivelazione' perché in essa la persona di Dio si è fatto conoscere progressivamente (agli uomini), fino al punto di diventare Lui stesso uomo verginalmente in Maria, per opera dello Spirito Santo per attrarre a riunire in Sé, (nella Sua Persona) il mondo intero attraverso il Figlio incarnato, Gesù Cristo. […] Ma non significa che adesso la Chiesa possa soltanto guardare al passato, restando condannata a una fredda ripetizione. Ecco quel che dice il Catechismo della Chiesa Cattolica: 'Nonostante la Rivelazione sia finita, non significa che sia del tutto esplicitata. Ed è riservato alla fede cristiana apprendere gradualmente tutta la porta nel corso dei secoli' (n. 66). Questi due aspetti – il vincolo con l'unicità dell'evento e il progresso della sua comprensione – sono perfettamente illustrati nei discorsi di addio del Signore quando dichiara ai discepoli: "Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé […]. Egli mi glorificherà, perché prenderà del mio e ve l'annunzierà" (Gv 16,12-14). Ascoltiamo che cosa dice il Catechismo della Chiesa Cattolica su questo punto: "Nel corso dei secoli ci sono state rivelazioni dette 'private', alcune delle quali sono state riconosciute o non escluse dall'autorità della Chiesa. […] Il loro ruolo non è […] 'complementare' la Rivelazione definitiva di Cristo, ma aiutare a viverla in modo più pieno in una determinata epoca della storia" (n. 67).

Quello di Fatima e delle altre apparizioni private, non è mai stato, e mai sarà, un messaggio dogmatico cui credere. Il cardinale Prospero Lambertini, più tardi Benedetto XIV, che trattò ex professo questo tema, rimase esempio nella Chiesa Cattolica, ha scritto sulle apparizioni private: "A tali rivelazioni approvate non è dovuta un'adesione di fede cattolica; non è possibile. Queste rivelazioni richiedono, prima un'adesione di fede umana dettata da regole di prudenza, che ce le presentano probabili e religiosamente credibili" (ivi, 225).

Il messaggio di Fatima e di altre rivelazioni 'private' non contengono nulla che non sia presente nella Bibbia.  Ma la Bibbia non è l'ultima parola di Dio (Dei Verbum). Qui risiede uno dei problemi più interessanti e di sfida su Fatima e le altre rivelazioni private. Che il messaggio provenga dalla persona dell'Angelo, dalla madonna o da Gesù, non fa mai riferimento alla Bibbia. Non stupisce che protestanti ed evangelici considerino Fatima e le rivelazioni private come un ostacolo al movimento ecumenico inter cristiano. In questa prospettiva, Fatima rappresenterebbe un ostacolo al movimento ecumenico inter cristiano. Ma nel leggere la Documentazione critica di Fatima e le Memorie di Lucia, non possiamo non concludere che le apparizioni sono avvenute a causa della Chiesa Cattolica. Fatima è più della Chiesa cattolica, catechismo cattolico, dogma cattolico, gerarchia cattolica. La "stranezza" delle apparizioni continua a suscitare e incitare movimenti di cattolici a favore o contro, semplicemente a indurre all'abbandono del fenomeno, considerato privo di interesse. Per molti cattolici, Fatima, con i suoi richiami alla conversione, ma soprattutto per la pratica dei sacrifici in favore della conversione dei peccatori e, ancor di più, in riparazione all'Immacolato Cuore di Maria e di suo Figlio, Gesù Cristo, costituisce un regresso nel pensiero teologico attuale ed ecclesiale. Che cosa ha a che vedere il Concilio Vaticano II con Fatima? 

D'altro canto, Fatima è comprensibile solo a partire dalla Chiesa Cattolica, nella misura in cui l'agente principale non è Dio né Gesù Cristo, ma proprio la Madonna, la Madre di Dio incarnato presente nella e attraverso la Chiesa. La dottrina della "riparazione" e della "consacrazione" è tipicamente cattolica. Una figura che emerge sempre dal messaggio è il papa, il terzo segreto, rivelato solo nel 2000, presente, in maniera simbolica, i papi, le guerre mondiali, le persecuzioni subite dalla Chiesa, l'azione della Russia. Giovanni Paolo II, suscitando grande scandalo fra i cattolici, obbedì alle richieste di Lucia sulla forma di consacrare la Russia all'Immacolato Cuore di Maria. Ma lo stesso Giovanni Paolo II si è visto allo specchio "del vescovo vestito di bianco" della terza parte del segreto, ferito mortalmente all'uscita dalla Chiesa per il calvario dell'umanità. Per questi motivi Fatima contiene un messaggio che supera la Chiesa cattolica, ma che non può essere compreso in ermeneutica letteraria, storica e religiosa senza tener conto del suo rapporto con la Chiesa cattolica. È una sfida alla Chiesa e all'umanità – un grido strano, paradossale, storico e apocalittico, profetico ed ecclesiale. San Paolo, nella sua prima lettera ai Tessalonicesi afferma: "Non spegnete lo Spirito, non disprezzate le profezie; esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono" (1 Ts 5,19-21). Fatima come le apparizioni private appartengono alla persona trinitaria dello Spirito di Dio, l'Amore sempre attento all'umanità, e questo tipo di profezia con cui Lui interviene, di espressioni, simboli e immagini sconcertanti. Dopo molto pensare al fenomeno – come penarono la madre di Lucia, l'allora parroco di Fatima, i politici repubblicani, i sacerdoti, i vescovi, gli intellettuali e il popolo semplice e credente, a cui "piacevano" i veggenti - la Chiesa Cattolica si è occupata del fenomeno. Come ha affermato il cardinale Cerejeira, che spesso ha dichiarato di non credere alla soprannaturalità del fenomeno, è stata Fatima a imporsi alla Chiesa e non la Chiesa a Fatima. La Chiesa, dopo avere "esaminato tutto", come suggeriva san Paolo, ha finito per ricever Fatima come dono di Dio alla Chiesa nel mondo in questo momento storico.

In questo contesto, si rivelò molto audace l'affermazione del cardinale Angelo Sodano quando, riguardo al terzo segreto di Fatima, proprio a Fatima dichiarò, il 13 maggio 2000 : "Questo testo rappresenta una visione profetica paragonabile a quelle delle sacre Scritture, che non descrivono in modo fotografico i dettagli degli eventi futuri ( non c'è solo l'azione di Dio ma anche il libero arbitrio di chi accoglie o rifiuta), ma sintetizzano e condensano sulla stessa linea di fondo fatti che si prolungano nel tempo in una successione e durata non specifiche".

  • A nostro parere, è proprio in questa linea profetica e teologica che risiede il messaggio di Fatima. Essa definisce bene l'essere di Dio come Persona, Creatore e Signore della storia: la cultura filosofica greca, accolta nel rapporto fede ragione, è arrivata alla verità dell'Essere ma non come Persona, rivelata. Già nel Vecchio Testamento la fede nell'Essere come Persona Dio unico "Io sono Colui che sono", Signore e Creatore, che stabilisce la sua alleanza o storia di amore con un piccolo popolo, povero, nato in schiavitù, mai come Persona abbandona il popolo di Israele, anche nelle tempeste, nelle infedeltà e nelle sventure. La fede monoteista di Israele induce questo popolo a concludere che l'Io sono di Dio come Persona, rivelatosi a Mosè, è il suo pastore, che continuamente gli parla attraverso il testo ispirato o nuovo, la sua ragione di essere persone a sua immagine, la sua identità. Perfino ai tempi dell'esilio di Babilonia, il popolo credente, guidato dai sacerdoti, profeti e re, credeva che l'Essere come Persona era unico per Israele. Gli orizzonti teologici si sono aperti al mondo interno e all'Universo (Deutero Isaia, in Is 40-50). Il Dio di Israele come Persona, pienamente rivelato nel Verbo incarnato, il Creatore e il Signore di tutta la Storia. Anche se gli uomini, per persone ad immagine di Lui persona, dotate di libero-arbitrio cioè della possibilità di amare nel rischio di non amare lo abbandonassero, Egli non lo farà mai, mai. La metafora del "ceppo", proveniente dal terebinto e dalla quercia, come "progenie santa" (Is 6,13), legata al "resto" di Israele (Is 10,21.21;28,5; 37, 4.3132)., rappresentano la realtà teologica di questo Dio come Persona sempre presente nella Storia. Con l'avvento di Gesù Cristo, l'Emmanuele, o il "Dio come Persona sempre con noi", o "Verbo-Dio" (Gv 1,1) "si fece carne venne ad abitare in mezzo a noi, abita in mezzo a noi" (Gv 1,14). "Figlio unigenito, che è nel seno del padre, (l'Amante Lui l'Amato nell'Amore lo Spirito Santo), lui lo ha rivelato" (Gv 1,1), la storia di Dio uno nell'Essere e trino nelle Persone riceve questo plus valore in seno all'umanità. Ma non si tratta soltanto di un Dio, Signore e Creatore dell'Universo, ma di un Dio "umanizzato in Gesù", "storicizzato", che risponde a tutti gli individui come persone soprattutto ai poveri, ai malati, ai peccatori consapevoli, agli emarginati dalla religione, dalla politica e dal potere economico oggi senza misura in mano di pochi a livello mondiale.  Le parabole del "figliol prodigo" )Lc 5,11-32), del "buon samaritano" (Lc 10,29-37), di "lazzaro" (Lc 16,19-31), come i "Beati" (Mt 5,1-12; Lc 6,20-26), ma soprattutto la grande parabola della Croce del Calvario, attualizzabile sacramentalmente in ogni luogo e in ogni tempo, sono il segno massimo, sempre paradossale, di questa continua presenza divina in mezzo agli uomini che anche peccatori, possono lasciarsi sacramentalmente riconciliare nella Confessione. A dominare adesso, è la legge del cuore e non solo la legge di Mosè senza di Lui. E questo "cuore" cioè il divino nell'unità con l'umano di Gesù non ha a che vedere con il cuore di Dio-Padre-nello Spirito santo, ma anche con il cuore di Maria, Sua Madre da dove ha attinto l'umano del Suo Cuore. Elisabetta esclamò: "A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?" (Lc 1,43) e Simeone dice di questa madre: "Perché siano svelati i pensieri di moti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima" (Lc 2,35). Le apparizioni di Fatima come di tutte le apparizioni, in questo orizzonte di fede, come quelle di Parigi, della Salette, di Lourdes, come le attuali di Schio, di Castel d'Azzano considerate credibili e non escluse dalla Chiesa, non sono altro che il progetto realizzato – e sempre dinamicamente da realizzare anche e soprattutto nell'attuale drammatico secolarismo – nella storia della proclamazione di Elisabetta e Simeone.  Che impoverimento ridurre il fondamento della fede alla sola ragione capace di cogliere l'Essere trascendente non come Persona (la fede), peggio ancora nella modernità da Cartesio, Kant, Hegel, Heidegger, Rhaner la dinamica trascendentale verso l'essere, come pure il solo libro ispirato senza l'ecclesialmente Ispirante, drammatica la posizione ideologica o nichilista oggi culturalmente egemone a livello mondiale.      

Possiamo chiederci: perché Dio, in tempi storici recenti, ha voluto presentare, soprattutto dal 1830 con la Medaglia miracolosa, la sua serva Maria di Nazareth, madre di suo Figlio-Dio in un volto umano morto e sacramentalmente presente e pastoralmente operante da risorto, al nostro povero genere umano culturalmente molto secolarizzato?  Non abbiamo una risposta metafisica, scientifica, democratica. Solo la fede dei semplici può illuminarci e darci una risposta. E perché Maria di Nazareth ha scelto povere suore, bambini, uomini e donne semplici e non teologi, scienziati? Il salmo 8,3 recita: "Con la bocca dei bimbi e dei lattanti affermi la tua potenza contro i tuoi avversari, per ridurre al silenzio nemici e ribelli", e Gesù loda il Padre in questi termini: "Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a Te" (Mt 11,25-26). Se Fatima ha i suoi segreti perché anche Dio li ha. E il maggior segreto di Fatima come di tante rivelazioni private, ossia la provenienza del messaggio, alberga nel cuore dei veggenti, bimbi e pastori di sette (Jacinta), nove (Francesco) e dieci anni (Lucia) e così anime semplici – la luce di Dio che li inondò totalmente a partire dalla luce emanata dalla Madonna. I veggenti parlano ininterrottamente È stata questa la "Luce" che li ha illuminati anche sensibilmente nella apparizione, rinforzati, ha dato loro tutte le certezze del Cielo e della Terra. Dio è Luce e, dal momento in cui i figli e le figlie di Dio ne sono colpiti, vedono tutto alla luce di questa Luce, Tutto il resto -sofferenze, incomprensioni, dubbi, provenienti dalle entità più amate come la mamma di Lucia o dei responsabili della Chiesa costretti alla non facile verifica – è ombra. In questo modo i messaggi privati sulla riparazione e la consacrazione al Cuore immacolato di Maria, gli annunci di un'altra guerra, la profezia della Russia  quella del terzo segreto sulla Chiesa dei martiri – che comprende l'intero genere umano – e il "vescovo vestito di bianco" non sono altro che "segnali" di catechesi cristiana, di tipologia cattolica o di profezia di tipologia biblica -  si vedano le visioni di Gr 1,11-19; Am 7,1-9; Zc2,6.

La Luce di Dio tutto illumina, tutto il temporale relativizza, tutto brucia, tutto scopre. In questa Luce, i veggenti scoprono il mistero della Santissima Trinità tri personale dell'unico Dio annunciato dall'Angelo, l'orrore di vivere senza Dio (linferno), il peccato di un mondo in guerra, frutto del libero arbitrio-umano che anziché l'amore sceglie l'odio, il mistero del Male cioè del Maligno che si scatena sui credenti (a cominciare sui papi), la realtà di una Chiesa di santi  peccatori che esigono penitenza (ripetuta tre vote nella terza parte del segreto), sacrificio, vita oblativa o sacrificale con la conversione dei peccatori e in riparazione a Dio, nelle persone della Madre e del Figlio redentore. A questa Luce, i veggenti esperimentano e sanno che Dio è veramente Persona, come si è rivelato a Mosè, che è amata e offesa dalle persone umane, e che il mistero di Dio, incarnato nel segno dei cuori della Madre e del Figlio, chiama a una vita in conformità con la santità. La Luce è Santità e la tenebra il peccato Le guerre, le persecuzioni dei credenti, i peccati dei credenti stessi sono frutto del mondo del Male, del maligno e delle tenebre. Il messaggio di Fatima come di altre rivelazioni private realizza e attualizza storicamente il messaggio del Vangelo di una Madre e di un Figlio che hanno vissuto e Persone presenti vivono oggi il dramma del genere umano diviso tra Luce e tenebra, la Verità-Santità e l'orrore del peccato. Le formulazioni concrete di atti di sacrificio per la riparazione dei cuori del Figlio e della Madre o con la conversione dei peccatori possono molto dipendere dalla catechesi dei veggenti, in armonia con la spiritualità popolare e cristiana cattolica di allora. Come affermò il cardinale Ratzinger, "il soggetto, il veggente ha un'influenza ancora più forte [nella visione/apparizione 'divina' paragonata alla visione normale esterna]; vede secondo le proprie capacità concrete, con le modalità di rappresentazione e conoscenza che gli sono accessibili. Nella visione interiore, c'è, in modo ancora più accentuato che in quello esteriore, un processo di traduzione, perché il soggetto ha un ruolo essenziale nella formazione dell'immagine di quanto appare. L'immagine può essere captata soltanto secondo le proprie misure e possibilità. Così tali visioni non sono in alcun modo 'fotografia' pura e semplice dell'Aldilà, ma portano con sé anche possibilità e limiti del soggetto che le coglie". Riguardo al terzo segreto scrive. "La conclusione del 'segreto' ricorda immagini che Lucia può aver visto sui libri di pietà e il cui contenuto deriva da antiche intuizioni di fede. È una visione consolatrice che vuole rendere permeabile alla forza santificante di Dio una storia di sangue e lacrime".

Il messaggio di Fatima e di altre rivelazioni private è questa storia di lacrime e sangue che comincia nei cuori di Gesù e di sua Madre e prosegue in quella dei martiri del Novecento ed è l'attualizzazione della vera storia della salvezza di Dio stesso, fonte di tutta la Luce e Verità, tradotta in immagini, concetti, catechesi, e orizzonte "cattolico" o mistero dell'Incarnazione che finisce nella risurrezione attraverso la passione e morte per la continua presenza sacramentale nella e attraverso la Chiesa. Il Dio o Essere Persona della Bibbia, pur accettando il contributo della ragione, non è il Dio Essere della sola metafisica o della filosofia di concetti puramente logici e razionali, tanto meno della cultura moderna antimetafisica, ma il Dio della storia di uomini e donne obbedienti o disobbedienti alla sua Persona che parla e agisce, Ordine, Alleanza cioè Storia di amore del Vangelo del Figlio di Dio, Logos eterno, l'Amato del Padre, l'Amante nell'Amore dello Spirito e presenza dell'Emmanuele (Dio con noi e noi in Lui) nella storia della salvezza tramite una donna chiamata Maria di Nazareth. Come scrive san Paolo: "Ma quando venne la pienezza del tempo. Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge" (Gal 4,4).  

Gli occhi della fede vedono, nei segni del tempo, lo sguardo misericordioso di Dio. Fatima e le attuali rivelazioni private moderne sono un segno di grandezza superiore che oltrepassa il semplice sguardo umano o la mera razionalità del miracolo di essere come persone uomo e donna. I veggenti Fatima e delle attuali apparizioni private hanno visto, con totale gratuità, il messaggio di Dio della Luce, che vuole illuminare le tenebre umane e storiche dei suoi figli e delle sue figlie.

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