Filiazione battesimale, perdono sacramentale, convenire eucaristico domenicale fondamento di Fratelli tutti

"Fratelli tutti" è l'orizzonte continuo nell'ascolto della Parola di Dio in questi giorni e anche oggi giovedì della XXVII settimana, memoria di san Giovanni Calabria, il testimone della paternità divina e quindi della fraternità a cominciare dai più poveri. Mi ha aiutato questa mattina la lettura di Galati 31-5 e ve la propongo


Ho sentito attuale quello che per san Paolo era il gravissimo errore dei Galati, perché riguardava e riguarda un atteggiamento fondamentale di fronte all'enciclica "Fratelli tutti".

Volevano ottenere la salvezza fraterna per mezzo delle loro opere, compiendo le opere meravigliose della legge, osservando tutti la legge di Mosè; si convincevano che su questa conoscenza, su questa gnosi si fondasse la realizzazione fraterna. E Paolo lotta con forza contro questo errore, contro questa illusione, che inficia tutta la vita spirituale e quindi ogni rapporto con la paternità di Dio come figli nel Figlio e quindi fratelli per opera dello Spirito Santo. Fondamento della salvezza fraterna non è la conoscenza delle opere ma la fede non solo personale ma pubblica. Per la fraternità si tratta di ottenere lo Spirito Santo da figli e non lo si ottiene con opere umane, non lo si conquista con le forze umane: è solo un dono che si ottiene sacramentalmente con la fede personale e pubblica e la preghiera. Gesù ha detto e ce lo ripete nell'ascolto della Sua Parola: "Il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo (da figli e quindi da fratelli) a coloro che glielo chiedono" da evangelizzati; è un dono gratuito di Dio da annunciare continuamente a tutti, senza imporlo a nessuno.

Certamente le opere, l'aiuto della fratellanza umana anche minima con tutte le religioni sono utili, ma il problema è dove mettiamo il fondamento della nostra fraternità. L'unico fondamento è la fede da accettare attraverso l'evangelizzazione e il libero -arbitrio nell'accoglierla; la fraternità segue, è conseguenza della fede, non viene prima, non è realizzabile senza la fede. Divenuti, per opera dello Spirito Santo figli nel Figlio di Dio che è Padre contiamo su di Lui, sappiamo che il suo amore è più grande di ogni peccato e non mettiamo noi stessi prima di Lui. È solo nel dono della fede da annunciare a tutti che sentiamo di rinascere come fratelli, capaci di tendere alla fraternità con tutti e non certo con le nostre forze, con le nostre iniziative, ma con la sua grazia.

Storicamente l'illuminismo nel 1789, in alternativa alla fede cristiana, ha puntato all'uguaglianza, alla libertà e alla fraternità, valori che ogni cuore umano desidera. E oggi con l'enciclica "Fratelli tutti", umanamente con elementi positivi, rischiamo l'illusione nella quale vivevano i Galati, cioè di mettere la speranza di fraternità con tutti in noi stessi, di pensare che risolutiva è la volontà sociale e politica, il nostro sforzo, lo sforzo di tutte le religioni senza l'annuncio pubblico di Cristo. No, solo la paternità divina in Cristo nello Spirito Santo e quindi la fede può fondare per tutti la fraternità, grazia di Dio e  il nostro sforzo ecclesiale deve essere quello di accoglierla, di ricevere il suo gratuito amore di figli nel Figlio, non illudendosi di quel minimo di fratellanza naturale che non ha impedito il fallimento dell'illuminismo alternativo al cristianesimo e che oggi, come è avvenuto in molti cattolici allora, si sta imponendo nell'egemonia secolare relativista e nichilista che può raggiungere politicamente addirittura un nuovo Ordine Mondiale. Finiremmo soltanto di vivere accartocciati su noi stessi e inutilmente, perché, a conti fatti, negheremmo il vero fondamento della fraternità. Sapere che prima della pandemia solo il 10° dei battezzati partecipava alla fraternità sacramentale della Messa domenicale e oggi di quel 10° il 30° la segue alla televisione diventa il primo impegno pastorale per "Fratelli tutti". 





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