Domenica II di Pasqua o della Divina Misericordia, nell'ottava di Pasqua

Il cuore di Cristo crocefisso Risorto, attraverso la misericordia divina, raggiunge gli uomini. E non è forse la misericordia un "secondo nome" dell'amore, colto nel suo aspetto più profondo e tenero, nella sua attitudine a farsi carico per noi oggi della pandemia corona virus, soprattutto nella sua immensa capacità di perdono nel sacramento pasquale della Confessione?


"Celebrate il Signore perché è buono, perché eterna è la sua misericordia" (Sal 118,1). Così canta la Chiesa nell'Ottava di Pasqua, quasi raccogliendo, dalle labbra di Cristo queste parole del Salmo; sacramentalmente dalle labbra di Cristo risorto, che allora nel Cenacolo porta il grande annuncio della misericordia divina più grande di ogni peccato e ne affida agli apostoli il ministero soprattutto nel Sacramento del Battesimo di acqua e in quello di lacrime della Confessione: "Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi…Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimettete i peccati saranno rimessi e chi non li rimetterete, resteranno non rimessi" (Gv 20,21-23). Nella creazione degli angeli e degli uomini a somiglianza di Lui che è amore fino al perdono ha donato il libero arbitrio cioè la possibilità di amare, di essere felici, permettendo naturalmente il rischio di non volere il bene, nemmeno del perdono con tutte le conseguenze di male.

Prima di pronunciare queste parole, Gesù mostra le mani e il costato. Addita cioè le ferite della Passione, soprattutto la ferita del cuore, sorgente da cui scaturisce la grande onda di misericordia che si riversa sull'umanità. Da quel cuore Santa Faustina vedrà partire due fasci di luce che in continuità, anche oggi, illuminano il mondo: "I due raggi – le spiegò un giorno Gesù stesso -rappresentano il sangue e l'acqua" (Diario p. 132).

Sangue ed acqua! Il pensiero corre alla testimonianza dell'evangelista Giovanni che, quando un soldato sul Calvario colpì con la lancia il costato di Gesù, vide uscirne "sangue ed acqua" (Gv 19,34). E se il sangue evoca il sacrificio della croce e il dono eucaristico di ogni Messa almeno della domenica, nella simbologia giovannea, ricorda non solo il battesimo, ma anche il dono dello Spirito santo soprattutto nel Sacramento della Riconciliazione (Gv  3,5; 4, 14; 7, 37-39).

Attraverso il cuore di Cristo crocifisso la misericordia divina raggiunge gli uomini: "Figlia mia, dì che sono l'Amore e la Misericordia in persona", chiederà Gesù a Suor Faustina (Diario, 374). Questa misericordia Cristo effonde sull'umanità mediante l'invio dello Spirito che, nella Trinità, è la Persona – Amore. E non è forse la misericordia un "secondo nome" dell'amore (Dives in misericordia, 7), colto nel suo aspetto più profondo e tenero, nella sua attitudine a farsi carico di ogni bisogno, soprattutto nella sua immensa capacità di perdono attraverso il sacramento del perdono? "Dio Padre – la formula dell'assoluzione , che ha riconciliato il mondo nella morte e risurrezione del suo Figlio e ha effuso lo Spirito Santo per il perdono dei peccati, ti conceda il perdono e la pace".

Dalla divina Provvidenza la vita di questa umile figlia della Polonia è stata legata la storia terribile del ventesimo secolo. È, infatti, tra la prima e la seconda guerra mondiale, preannunciate a Fatima, che Cristo le ha affidato il suo messaggio di misericordia per chi, consapevole del proprio peccato, si lascia perdonare. Coloro che ricordano otto milioni di morti nella prima guerra mondiale, 40 nella seconda, che furono testimoni e partecipi degli eventi di quegli anni e delle orribili sofferenze che ne derivarono per milioni di uomini (per la febbre spagnola dai cinquanta ai cento milioni di morti), sanno bene quanto il messaggio della misericordia fosse necessario anche per la vita civile.

Disse Gesù a Suor Faustina: "L'umanità non troverà pace, finché non si rivolgerà con fiducia alla divina misericordia" (Diario, 132). Attraverso l'opera della religiosa polacca, questo messaggio si è legato sempre al secolo ventesimo, ultimo del secondo millennio e ponte verso il terzo millennio che stiamo vivendo. Non è un messaggio nuovo, ma si può dire un dono di speciale illuminazione del Vangelo, che ci aiuta a rivivere più intensamente in questo momento il vangelo della Pasqua, per offrirlo come raggio di luce a noi, colpiti dalla pandemia mondiale del corona virus.

Ci stiamo chiedendo: che cosa ci porteranno gli anni che sono davanti a noi? Come potrà essere, se potrà ancora essere, l'avvenire sulla terra? A noi non è dato saperlo. Ma come ha richiamato il Papa nella benedizione Urbi et Orbi c'è il rischio di una serie di devastanti conseguenze strutturali a motivo del pensiero unico della globalizzazione che annienta le identità culturali e quindi la Chiesa, le diverse esperienze storiche e familiari.

Occorre che l'umanità, a cominciare da ciascuno di noi, come gli Apostoli allora, accolga nel cenacolo della storia il darsi sacramentale, ecclesiale del Cristo risorto, che mostra le ferite della sua crocefissione e ripete: Pace a voi colpiti da Corona virus! Occorre lasciarsi raggiungere e pervadere dallo Spirito che Cristo risorto dona ad ogni persona per tutti. È sempre lo Spirito che risana le ferite del cuore, abbatte le barriere che ci distaccano da Dio e ci dividono tra noi, restituisce insieme la gioia dell'amore del padre e quelle dell'unità fraterna che richiede anche l'impegno nostro per un umanesimo, ma senza di Lui niente è possibile.

È importante allora che raccogliamo per intero il messaggio che ci viene dalla Parola di Dio in questa seconda Domenica di pasqua, "Domenica della Divina Misericordia". Nelle diverse letture la liturgia sembra disegnare il cammino della misericordia che, mentre ricostruisce il rapporto di ciascuno di noi con Dio, suscita anche tra gli uomini nuovi rapporti di fraterna solidarietà senza della quale anche l'unione europea si dissolve. Cristo ci ha insegnato che "l'uomo non soltanto riceve e sperimenta la misericordia di Dio, ma è pure chiamato a "usare misericordia" verso gli altri: "beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia" (Mt5,7) (Dives in misericordia,14). Egli ci ha poi indicato le molteplici vie della misericordia, che non perdona soltanto i peccati, ma viene incontro a tutte le necessità degli uomini. Gesù si è chinato su ogni miseria umana, materiale e spirituale e in questo momento anche l'Italia, come altre nazioni, è a rischio.

Il suo messaggio di misericordia continua a raggiungerci attraverso il gesto delle sue mani tese verso ogni uomo che soffre. E così lo ha visto e lo ha annunciato agli uomini di tutti i continenti suor Faustina, che nascosta nel suo convento in Cracovia, ha fatto della sua esistenza un canto alla misericordia per tutti: Misericodias Domini in aeternum cantabo.

Si tratta di conoscere sempre meglio il vero volto di Dio e il valore di grazia di ogni atto personale, anche chiusi in famiglia, per tutti. Amore di Dio nell'amore ai fratelli, anche da eremiti, sono infatti indissociabili, come ci ricorda la prima Lettera di Giovanni: "Da questo conosciamo di amare i figli di Dio: se amiamo Dio rispondendo al suo amore ne osserviamo i comandamenti" (5,2). L'Apostolo qui ci richiama alla verità dell'amore, additandocene nell'osservanza dei comandamenti la misura e il criterio.

Non è facile, infatti, amare di un amore profondo da renderci felici in tutte le tribolazioni. Questo amore si apprende solo alla scuola di Dio, al calore della sua carità. Innalzando continuamente mente e cuore a Lui, sintonizzandoci col suo cuore di Padre, di Abba, di babbo mio come Gesù l'ha invocato nel Getzemani, diventiamo sempre più capaci di guardare ai fratelli con occhi nuovi, in atteggiamento di gratuità e di condivisione, di generosità e di perdono non solo interpersonale, ma sociale, addirittura mondiale. Tutto questo è misericordia.

Nella misura in cui l'umanità saprà apprendere il segreto di questo sguardo misericordioso, si rivela anche oggi una prospettiva realizzabile del quadro proposto nella prima lettura: "La moltitudine di coloro che erano venuti alla fede aveva un cuor solo e un'anima sola e nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune" (At 4,32). Qui la misericordia in ogni singolo cuore è divenuta tensione anche nei rapporti di famiglia, di comunità, di condivisione sociale di beni fra i sette miliardi di persone. Storicamente sono fiorite le "opere della misericordia", spirituali e corporali. Qui la misericordia divenuta concreto farsi "prossimo" verso i fratelli più indigenti e storicamente anche l'Europa delle nazioni.

Suor Faustina ha lasciato scritto nel suo meraviglioso Diario: "Provo un dolore tremendo quando sento la notizia delle sofferenze del prossimo. Tutti i dolori del prossimo si ripercuotono nel mio cuore; porto nel mio cuore le loro angosce, in modo tale che mi annientano anche fisicamente. Desidererei che tutti i dolori ricadessero su di me, per portare sollievo al prossimo" (Diario, p.365). Ecco a quale punto di condivisione conduce l'amore quando è misurato sull'amore di Dio.

È a questo amore che l'umanità, nell'attuale pandemia, deve ispirarsi per affrontare la crisi di senso, le sfide dei più diversi bisogni, soprattutto con l'esigenza di coscienza di salvaguardare la dignità divina di ogni persona umana. Il messaggio della divina misericordia sviluppa una coscienza, uno sguardo sul valore di ogni uomo dal concepimento al termine naturale. Ogni persona è preziosa agli occhi di Dio, per ciascuno Cristo ha dato e dà la sua vita, a tutti il padre fa dono del suo Spirito o offre l'accesso alla sua intimità.

 Questo messaggio consolante si rivolge soprattutto a chi, afflitto da una prova particolarmente dura come il corona virus o schiacciato al peso dei peccati commessi, ha smarrito ogni fiducia nella vita ed è tentato di cedere alla disperazione. A lui si presenta il volto dolce di Cristo, su di lui arrivano quei raggi che partono dal suo cuore e illuminano sulla gravità del proprio peccato, riscaldano per il suo perdono, indicano il cammino da ricominciare e infondono speranza. Quante anime ha già consolato l'invocazione "Gesù, confido in Te!" che la Provvidenza ha suggerito attraverso Suor Faustina! Questo semplice atto personale di abbandono a Gesù squarcia le nubi più dense e fa passare un raggio di luce nella vita di ciascuno.

Alla voce di Maria Santissima, la "Madre della misericordia", alla voce di Santa Faustina, che nella Gerusalemme celeste canta la misericordia insieme con tutti gli amici di Dio, uniamo anche noi, Chiesa pellegrinante in un momento così difficile, la nostra voce fiduciosa.


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