Santa Famiglia di Gesù Maria Giuseppe

Ritrovato nel Tempio dopo tre giorni di affannosa ricerca Gesù risponde che non devono meravigliarsi, perché quello è il suo posto, quella la sua casa, presso il Padre, che è Dio
Oggi è la festa della Santa Famiglia di Nazareth. Nella liturgia il brano del Vangelo di Luca ci presenta la Vergine Maria e san Giuseppe che, fedeli alla tradizione, salgono a Gerusalemme per la Pasqua insieme con Gesù dodicenne. La prima volta in cui Gesù era entrato nel Tempio del Signore era stata quaranta giorni dopo la sua nascita, quando i suoi genitori avevano offerto per lui "una coppia di tortore o di
giovani colombi" (Lc 2,24), cioè il sacrificio dei poveri. "Luca, il cui intero Vangelo è pervaso da una teologia dei poveri e della povertà, fa capire che la famiglia di Gesù era annoverata tra i poveri di Israele,  ci fa capire che proprio tra loro poteva maturare l'adempimento della promessa" (L'infanzia di Gesù, 96). Con Gesù Cristo riviviamo oggi l'avvenimento della Famiglia di Nazareth di nuovo nel Tempio, ma questa volta ha un ruolo differente dei quaranta giorni, un ruolo che lo coinvolge visibilmente come in prima persona della Trinità in rapporto al Padre. Egli compie, con Maria e Giuseppe che pure rimandano al Padre attraverso lo Spirito santo, il pellegrinaggio a Gerusalemme  secondo quanto prescrive la Legge ( Es 23,17;34,23ss), anche se non aveva ancora compiuto il tredicesimo anno di età: un segno della profonda religiosità della Santa Famiglia. Quando, però, i suoi genitori ripartono per Nazareth, avviene qualcosa di inaspettato: Egli Persona divina, senza dire nulla, rimane nella Città. Per tre giorni Maria e Giuseppe lo cercano e ,lo ritrovano nel Tempio, dove lo voleva il Padre a colloquio nello Spirito santo con i maestri della Legge (Lc 2,46-47); quando gli chiedono spiegazioni, Gesù, da unica persona divina pur in tutto umanamente uguale nella natura umana ai dodicenni, risponde che non devono meravigliarsi, perché quello è il suo posto, quella la sua casa, presso il Padre, che è Dio (L'infanzia di Gesù, 143). "Egli – scrive Origene – professa di essere nel tempio di suo Padre, quel Padre che ha rivelato a noi e del quale ha detto di essere Figlio" (Omelia sul Vangelo di Luca, 18,5).
Umanamente la preoccupazione di Maria  e Giuseppe per Gesù è la stessa di ogni genitore che educa un figlio, lo introduce alla vita e alla comprensione della realtà divino-umana dei figli battezzati, altri Cristi. Oggi pertanto è doverosa una speciale preghiera al Signore per tutte le famiglie del mondo con figli molti non ancora battezzati. Rivivendo liturgicamente la santa Famiglia di Nazareth, i genitori non possono non preoccuparsi seriamente del Battesimo e quindi della crescita, dell'educazione dei propri figli, perché possano maturare, anche in una società secolarizzata cioè culturalmente drammaticamente non cristiana, come uomini responsabili e onesti cittadini, senza mai dimenticare che la fede è un dono prezioso da far accadere con il Battesimo e gli altri Sacramenti dell'iniziazione cristiana, e da alimentare nei propri figli con l'attrattiva personale. Nello stesso tempo occorre ravvivare la preghiera perché ogni bambino, fin dal concepimento, venga accolto nel proprio e altrui essere dono del Donatore divino, sia sostenuto dall'amore di un padre e di una madre, per poter crescere da creatura divina e nella Chiesa come il Signore Gesù "in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini" (Lc 2,52). L'amore, la fedeltà e la dedizione di Maria e Giuseppe sono icone perenni per tuti gli sposi cristiani, che non sono gli amici e i padroni della, vita dei loro figli, ma i custodi di questo dono incomparabile di Dio cui tutto nell'attrattiva erotica rimanda per un amore agapico.
Il silenzio di Giuseppe, uomo giusto e sempre presente (Mt 1,1), e l'esempio attivo di Maria, che custodiva ogni avvenimento nel suo cuore comunicandolo in seguito alla comunità ebraico-cristiana, ai Vangeli, alla Chiesa perenne (Lc 2,51), ci facciano entrare oggi convenuti nell'attualizzazione della Messa nel mistero pieno di fede e di umanità della Santa Famiglia. Di fronte al Risorto, primo incontro perché accada la fede, fin dall'inizio i cristiani si sono chiesti da dove proviene e dove ci conduce nella vita e hanno trovato risposta nei Vangeli anche dell'infanzia. Che tutte famiglie, pregando comprendendo anche i Vangeli dell'infanzia, vivano alla presenza di Dio almeno con la Messa di ogni Domenica con lo stesso amore e con la stessa gioia della famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe.

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