Vinci l'indifferenza e conquista la pace

La liturgia ci fa fissare lo sguardo sul Volto di Dio che si rivela Bambino di Betlemme, sulla sua Madre, Madre di Dio. Grazie al suo generoso “sì’” è stata riaperta la via della pace, oggi XLIX Giornata Mondiale della Pace

Nella liturgia di questo primo giorno dell’anno risuona la triplice benedizione biblica: “Ti benedica il Signore e ti custodisca (in quest’anno). Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda la pace” (Nm 6,24-26). Il volto di Dio noi lo
possiamo contemplare, si è fatto visibile in un volto umano, si è rivelato in Gesù: Egli è l’immagine visibile del Dio invisibile. E questo grazie anche alla Vergine Maria, della quale oggi celebriamo il titolo più grande, quello con cui partecipa in modo unico alla storia della salvezza: essere Madre di Dio. Nel suo grembo verginale il Figlio dell’Altissimo ha assunto la nostra carne, il nostro volto, e noi in Lui possiamo contemplare la sua gloria divina (G 1,14), sentire la sua presenza, la sua vicinanza di Dio-con-noi.
Iniziamo così il nuovo anno civile 2016 fissando lo sguardo sul Volto di Dio che si rivela Bambino di Betlemme, e sulla sua Madre Maria, che ha accolto con umile abbandono il disegno divino. Grazie al suo generoso sì” è apparsa nel mondo la luce vera che illumina ogni uomo (Gv 1,9) e ci è stata riaperta la via della pace.
Celebriamo quest’oggi la XLIX Giornata Mondiale della Pace con il Messaggio del Santo Padre Francesco che inizia così: “Dio non è indifferente! A Dio importa dell’umanità, Dio non l’abbandona! All’inizio del nuovo anno, vorrei accompagnare con questo mio profondo convincimento gli auguri di abbondanti benedizioni e di pace, nel segno della speranza, per il futuro di ogni uomo e ogni donna, di ogni famiglia, popolo e nazione del mondo, come pure dei Capi di Stato e di Governo e dei Responsabili delle religioni. Non perdiamo, infatti la speranza che il 2016 ci veda tutti fermamente e fiduciosamente impegnai, a diversi livelli, a realizzare la giustizia e operare per la pece. Sì, quest’ultima è dono di Dio e opera degli uomini del suo compiacimento.. La pace è dono di Dio (da invocare con la preghiera), affidato a tutti gli uomini e a tutte le donne, che sono chimate a realizzarlo”.
Sempre il Santo Padre Francesco: “Con il Giubileo della Misericordia voglio invitare la Chiesa a pregare e lavorare perché ogni cristiano possa maturare un cuore umile e compassionevole, capace di annunciare e testimoniare la misericordia, di “perdonare e di donare”, di aprirsi “a quanti vivono nelle più disparate periferie esistenziali, che spesso il mondo moderno crea in maniera drammatica”, senza cadere “nell’indifferenza che umilia, nell’abitudinarietà che anestetizza l’animo e impedisce di scoprire la novità, nel cinismo che distrugge”. La prima forma di indifferenza nella società umana è quella verso Dio, verso il Donatore del proprio e altrui essere dono come di tutto il mondo che circonda: da questa indifferenza  scaturisce anche l’indifferenza verso il prossimo e verso il creato…Consapevoli della minaccia di una globalizzazione dell’indifferenza, non possiamo non riconoscere che, nello scenario tanto da assumere le fattezze di quelle che si potrebbero chiamare una “terza guerra mondiale a pezzi”, si inseriscono anche numerose iniziative ed azioni positive che testimoniano la compassione, la misericordia e la solidarietà di cui l’uomo è capace…La prima verità della Chiesa è l’amore di Cristo. Di questo amore che giunge fino al perdono e al dono di sé, la Chiesa si fa serva ..pertanto, dove la Chiesa è presente, là deve essere evidente la misericordia del Padre. Nelle famiglia, nella nostre parrocchie, nelle comunità, nelle associazioni e nei movimenti, insomma, dovunque vi sono dei cristiani, chiunque deve poter trovare un’oasi di misericordia”, di pace. Regina della pace, prega per noi, per le nostre famiglie, per il mondo intero.

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