Movimenti ecclesiali
Non è più possibile pensare alla vita della Chiesa del nostro tempo senza ricomprendere in essa i doni di Dio dei Movimenti
“Con coraggio e creatività (Lettera inviata da Benedetto XVI al Cardinale Josepf Cordes, Presidente Pontificio Consiglio “Cor Unum”) al principio della Tua attività romana hai aperto nuove strade per condurre i giovani a Cristo. Dietro le case di Via della Conciliazione hai trovato la vecchia Chiesa di san Lorenzo in Piscibus che allora serviva da atrio di una scuola – un vecchio edificio sacro che hai fatto riportare alla sua pura bellezza e ne hai fatto un centro dell’incontro dei giovani con Cristo.
Anche alla genesi e alla crescita delle Giornate Mondiali della Gioventù hai dato un contributo. Particolarmente caratteristico per il Tuo slancio pastorale è e rimane il Tuo impegno per i “movimenti”: il Movimento Carismatico, Comunione e Liberazione ed il Cammino Neocatecumenale hanno motivi di gratitudine nei Tuoi confronti. Mentre gli organizzatori e i pianificatori nella Chiesa al principio avevano molte riserve nei confronti dei movimenti, Tu hai subito fiutato la vita che lì erompeva – la forza dello Spirito Santo che dona vie nuove e in modo imprevedibile mantiene sempre giovane la Chiesa.
Hai riconosciuto il carattere pentecostale di questi movimenti e Ti sei impegnato appassionatamente per ottenere che fossero accolti dai pastori della Chiesa. Certo, per quello che riguarda l’organizzazione e la pianificazione c’erano spesso buoni motivi per scandalizzarsi perché erompevano cose nuove ed impreviste che non sempre si lasciavano ricondurre senza problemi nelle forme organizzative esistenti.
Tu hai visto che ciò che è organico è più importante di ciò che è organizzato. Tu hai visto che qui degli uomini erano stati toccati nel profondo dallo spirito di Dio e che in tal modo crescevano nuove forme di autentica vita cristiana e nuovi modi autentici di essere Chiesa. Certo, questi movimenti devono essere ordinati e ricondotti all’interno della totalità; devono imparare a riconoscere i loro limiti e a diventare parte della realtà comunitaria della Chiesa nella sua costituzione propria insieme con il Papa e i Vescovi. Hanno pertanto bisogno di guida e anche di purificazione per poter raggiungere la forma della loro vera maturità.
Essi, tuttavia, sono doni dei quali bisogna essere grati. Non è più possibile pensare alla vita della Chiesa del nostro tempo senza ricomprendere in essa questi doni di Dio” (Benedetto XVI, Lettera al Cardinale Joseph Cordes, 10 docembre 2009).
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