Domenica XIV

C'è lavoro per tutti nel campo di Dio. Ma Cristo non si limita a  inviare: Egli dà anche ai missionari chiare e precise regole di comportamento
Oggi il Vangelo (Lc 10,1-12.17-20) presenta Gesù che dopo aver inviato i Dodici invia settanta due discepoli nei villaggi dove sta per recarsi, affinché predispongano l'ambiente alla sua missione, alla sua presenza, all'incontro con Lui. Il numero "settantadue" ha un valore simbolico, vuol indicare
tutte le nazioni. Nel libro della Genesi si menzionano settantadue nazioni diverse. Così questo invio di settantadue prefigura la missione a tutte le genti. Non si tratta ancora della missione effettiva, perché prima della risurrezione di Gesù la missione è limitata a Israele nell'incontro storico dell'incarnazione, tuttavia ora viene indicata già la prospettiva universale per l'incontro sacramentale nella Chiesa. E' poi una particolarità dell'evangelista Luca, il quale sottolinea che la missione non è riservata ai dodici postoli, ma estesa anche ad altri discepoli. Infatti dice Gesù –"la messe è molta, ma gli operai sono pochi" (Lc 10,2). C'è bisogno di tanti operai, c'è lavoro per tutti nel campo di Dio. Perciò egli invita a pregare perché il padrone della messe possa, passando attraverso il libero arbitrio, mandare operai nella sua messe, in tutto il mondo. Questa domanda di Gesù alla preghiera è sempre valida. La Chiesa deve pregare sempre il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe, e ciascuno di noi, sapendo che il Padre non può storicamente intervenire senza la nostra preghiera, lo deve fare con cuore aperto per la bellezza e necessità della missione, con una atteggiamento missionario perché la propria fede si rafforza donandola. La nostra preghiera non deve essere limitata ai nostri bisogni, alle nostre necessità personali: una preghiera è cristiana soltanto se ha una dimensione missionaria, universale. Nel Padre nostro Gesù ci fa chiedere: "Venga il tuo regno"; così ci fa pregare per una missione universale.
Ma Cristo non si limita ad inviare: Egli dà anche ai missionari chiare e precise regole di comportamento. Anzitutto li invia non da soli ma "a due a due", perché si aiutino a vicenda dando testimonianza di amore fraterno. Li avverte che saranno "come agnelli in mezzo ai lupi". Dovranno cioè essere pacifici nonostante tutto e recare in ogni situazione un messaggio di pace; non porteranno con sé né vestiti né denaro per vivere di ciò che la Provvidenza offrirà loro perché la loro missione non ha niente a che fare con una missione militare, di conquista con mezzi umani. La fede si propone, si testimonia fin al martirio senza mai costringere: senza libertà non accade l'amore alla rivelazione dell'amore del Padre attraversa il Figlio nello Spirito Santo. Dovranno essere pacifici nonostante tutto e recare in ogni situazione un messaggio di pace; si prenderanno cura dei peccatori, dei poveri, dei malati, degli emarginati, come segno della misericordia di Dio; dove saranno rifiutati, se ne andranno, limitandosi a mettere in guardia circa la responsabilità di respingere il Regno di Dio, che non è un al di là immaginario, posto in un futuro che non arriva mai; il suo regno si fa presente là dove Egli è amato e dove il suo amore ci raggiunge. Solo il suo amore ci dà la possibilità di perseverare con ogni sobrietà giorno per giorno, senza perdere lo slancio della speranza, in un mondo che, per sua natura, è imperfetto. E il suo amore, allo stesso tempo, è per noi garanzia che esiste ciò che solo vagamente intuiamo  e, tuttavia, nell'intimo aspettiamo: la vita che è "veramente" vita.
San Luca mette in risalto l'entusiasmo dei discepoli per i buoni frutti della missione perché la fede cresce, si rafforza donandola, e registra questa bella espressione di Gesù sui frutti immediati: "Non rallegratevi perché i demoni si sottomettono a voi: rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli" (Lc 10,20) cioè nell'al di là dell'anima e del corpo per una vita con ogni bene senza più alcun male. E' un Vangelo che ha risvegliato e può sempre risvegliare in tutti i battezzati la consapevolezza della gioia di essere missionari di Cristo con tutti e sempre, chiamati a preparargli la strada come fedeli laici, come genitori all'incontro sacramentale con Lui attraverso il ministero sacerdotale dei successori degli Apostoli.
La Vergine Maria susciti in noi, fedeli laici, questa consapevolezza missionaria per vivere in famiglia, in parrocchia, nella società con frutto e con gioia.

Commenti

Post popolari in questo blog

Anglicani

I peccati che mandano più anime all'inferno

Sulla bellezza della Messa “Tridentina”