Un mondo che non crede in Dio, non ne vuol sapere di Dio
Nella presunta apparizione del 28 maggio 2023 al Castel d'Azzano (VR) il messaggio della Madre del Lungo Cammino: "Portate in tutto il mondo la mia presenza: "Un mondo che non crede in Dio, non ne vuol sapere di Dio…Lo sapete che non siete da soli perché Gesù, con il vostro aiuto salverà il mondo: un mondo disordinato, un mondo peccatrice, un mondo che spreca il tempo prezioso".
Il Cardinale Robert Sarah nel "Catechismo della vita spirituale Cantagalli" (pp.289-202: A tutte le latitudini e in ogni epoca, l'uomo si orienta esclusivamente verso il possesso e l'uso dei benimateriali. Il progresso delle scienze e delle tecnologieha dato origine alla società dei consumi, nella quale i beni materiali non sono più solo al servizio delle attività creative e utili dell'uomo, ma anche e sempre più il mezzo per soddisfare ed eccitare i suoi sensi, per sperimentare tutti i piaceri e tutte le gioie possibili.
Così, le preoccupazioni dominanti dei nostri contemporanei si declinano principalmente in termini di avere e raramente in termini di essere: accumulare i beni, il sapere, il potere, a costo dell'oblio collettivo di Dio, del puro e semplice rifiuto del povero che non ha nulla, della deificazione del denaro, della scienza e della tecnologia. Ecco ciò che l'Europa esporta oggi nel mondo attraverso la sua potenza economica, tecnologica, mediatica, politica, militare e culturale. Un paganesimo materialista e secolarizzato, in cui "l'indifferenza religiosa e la totale insignificanza pratica di Dio per i problemi anche gravi della vita non sono meno preoccupanti ed eversivi rispettoall'ateismo dichiarato" (Giovanni Paolo II); un paganesimo ben più pericoloso di quello tradizionale di molti popoli dell'Africa, dell'Asia, dell'Oceania o dell'America Latina che rimane comunque segnato dalla ricerca della trascendenza e si nutre di valori spirituali. Questa sterilizzazione religiosa della cultura occidentale presenta delle conseguenze umane drammatiche, perché non offre risposte alle grandi domande sulla vita umana, le quali, rimanendo appunto senza risposta, "espongono l'uomo contemporaneo alla delusione sconsolata o alla tentazione di eliminare la stessa vita umana che quei problemi pone" (Giovanni Paolo II).
Anche sul piano intellettuale, sotto lineava Giovanni Paolo II, i frutti di questa antropologia senza Dio sono frutti avvelenati:
"Questo tipo di pensiero ha portato a considerare l'uomo come il "centro assoluto della realtà, facendogli così artificiosamente occupare il posto di Dio e dimenticando che non è l'uomo che fa Dio ma Dio che fa l'uomo. L'aver dimenticato Dio ha portato ad abbandonare l'uomo, per cuinon c'è da stupirsi se in questo contesto si è aperto un vastissimo spazio per il libero sviluppo del nichilismo in campo filosofico, del relativismo in campo gnoseologico e morale, del pragmatismo e finanche dell'edonismo cinico nella configurazione della vita quotidiana. La cultura europea dà l'impressione di una "apostasia silenziosa" da parte dell'uomo sazio che vive come se Dio non esistesse.
Dio è stato escluso dalla coscienza pubblicapoiché la sua esistenza è considerata come non dimostrabile e, dunque, incerta, appartenente all'ambito delle scelte soggettive e insignificanti per la vita pubblica. L'esclusione di Dio porta con sé il rifiuto di ogni autorità, la ribellione contro ogni costrizione, contro ogni valore morale universale e contro il fondamento stesso di tali valori, ossia l'idea di natura umana, e sfocia nei ben noti parossismi: la rivendicazione di poter scegliere il proprio sesso o di poter modificare il proprio corpo per diventare un "uomo aumentato", con il sogno di una signoria assoluta sulla vita fino alla produzione di un uomo immortale, uomo-oggetto, a sua volta consumatore e produttore, perfetto ingranaggio, obbediente e silenzioso, di una gigantesca macchina economica. Quella dell'uomo-macchina è una prospettiva ancor più alienante rispetto a tutte le schiavitù di cui la storia ci ha offerto il triste spettacolo.
Infatti, le conquiste biomediche di cui l'uomo si sente, si ritiene o si immagina capace, gli danno l'illusione di poter fare a meno degli interrogativi metafisici dell'essere e della questione di Dio. Una volta respinte la metafisica e la teologia, è spianata la strada per la decostruzione dell'uomo quali discipline lo hanno mostrato, e per l'emergenza di una tecnica sovrana. Spetta all'uomo ricostruire sé stesso e il mondo cancellando ogni riferimento a qualunque trascendenza che lo superi, come pure a tutto ciò che potrebbe rammentargli l'impronta di Dio sul suo operato, in particolare il modello familiare, troppo evocativo della paternità di Dio rispetto al mondo, e del mistero della Santissima Trinità; di qui, la pubblicità martellante in difesa delle diverse "forme di famiglia", e l'urgenza di assegnare uno statuto giuridico alle unioni condannate dalla Chiesa perequipararle matrimonio tra l'uomo e la donna. La teoria del gender, che nega ogni oggettiva complementarietà tra uomo e donna, inscritta nella natura stessa del loro corpo, è uno degli strumenti di questa distruzione.
Tutto ciò è una conseguenza del rifiuto di Dio: "La creatura senza il Creatore svanisce […]. Anzi l'oblio di Dio priva di luce la creatura stessa" (Giovanni Paolo II) "L'uomo – scriveva san Giovanni Paolo II -, non riesce più a percepirsi "misteriosamente altro" rispetto alle diverse creature terrene; egli si considera come uno dei tanti esseri viventi, come un organismo che, tutt'al più, ha raggiunto uno stadio molto elevato di perfezione.Chiuso nel ristretto orizzonte della sua fisicità, si riduce in qualche modo a "una cosa" e non coglie più il carattere "trascendente" del suo "essere come uomo". Non considera più la vita come uno splendido dono di Dio, una realtà "sacra" affidata alla sua responsabilità e quindi alla sua amorevole custodia, alla sua "venerazione". Essa diventa come sua esclusiva proprietà, totalmente dominabile e manipolabile.
La libertà, concepita come diritto e possibilità per ciascuno di fare ciò che vuole, è ricercata come un assoluto che porta al rifiuto di ogni forma di dipendenza riguardo a Dio, mentre la nozione di verità viene paradossalmente respinta nel campo della relatività e della soggettività. Questo divorzio tar verità e libertà priva quest'ultima del proprio contenuto e lascia soltanto un'apparenza fragile e ingannevole. Abbiamo così voltato le spalle a Dio per preferirgli il benessere materiale, panem et circenses.
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