Preghiera 47

Martedì 14 gennaio 2014
Volendo riconciliare con il Creatore la natura umana, l’assunse Lui stesso in modo che il diavolo, apportatore della morte, fosse vinto con la risurrezione  da quella stessa natura che prima lui aveva reso schiava…Non sottometterti di nuovo alla schiavitù del demonio” (San Leone Magno)…Gesù Cristo, Verbo incarnato, assume il confronto con le potenze del male come punto prioritario per portare a compimento il piano di salvezza del Padre (Mt 4,1): è di
fondamentale importanza  capire pienamente il senso dell’Incarnazione, ed evitare che lo scopo della venuta di Cristo sia ridotto ad un mero “buon esempio” ma alla presenza continua di Dio con noi. Centrale il tema della lotta tra il Figlio di Dio e il Principe di questo mondo (Gv 12,31).”Gesù non è venuto per abbattere Erode, misero fantoccio, ma il Principe di questo mondo, Satana” (Papa Francesco all’Epifania)

Il Figlio di Dio si manifestò con un volto umano amandomi, amandoci sino alla fine”per distruggere le opere del diavolo” ( 1 Gv 8)
E’ questo lo scopo principale dell’Incarnazione, del Natale. E la liturgia del Natale ci appare come un tessuto prezioso composto di molteplici fili: i fili dell’Antico Testamento, principalmente dei Salmi e dei profeti che l’hanno preparata, quelli delle Lettere di Paolo che l’hanno approfondita e infine le diverse tonalità di tre evangelisti, Matteo, Luca e Giovanni.
Abbiamo ascoltato la Parola del Signore, del Risorto, di Cristo nel Vangelo secondo Giovanni della terza messa, della seconda Domenica di Natale. Quello che di amabile e di familiare si trova nella nascita di Gesù Cristo nella stalla di Betlemme sembra essersi allontanato nell’ignota dimensione del mistero. In questo vangelo non si parla del bambino e della madre, dei pastori, delle loro pecore e del canto degli angeli che annuncia la pace ad ogni uomo che Dio ama. Tuttavia esso ha delle cose in comune con gli altri vangeli. Parla della Gloria, dell’amore di Dio che possiamo vedere come grazia nel Verbo, nel Figlio che si è fatto carne, ha assunto un volto umano e parla del Signore che non è stato accolto nella sua proprietà. Tra quelle espressioni grandi e misteriose compare a un tratto la stalla nella quale  dovette nascere il figlio di Davide, perché nella sua città non c’era posto per lui.
Anche oggi l’azione malefica spinge a rifiutarlo nel perdono della confessione e nella fraternità della comunione. Luca – così Matteo – narra la storia terrena e a partire da essa apre la via a come Dio agisce con ogni uomo, come persona libera. Giovanni, l’Aquila, vede tutta la vicenda a partire dal mistero trinitario di Dio e dimostra come questo mistero della lotta contro Satana arrivi fino alla stalla, fino alla Croce, a lasciarsi uccidere, senza soccombere con la risurrezione: in concreto nell’Ultima Cena egli ha anticipato e accettato per amore la propria morte in croce, resa attuale in ogni Messa, trasformandola così nel dono di sé, quel dono che ci dà la vita, ci libera, ci guarisce e ci consola anche questa sera. Ogni giorno, soprattutto con la Messa, è Natale, è Pasqua anche seliturgicamente la Chiesa ci educa con i vari momenti dell’anno liturgico. Ma che cosa ha voluto dirci la Chiesa nel tempo natalizio per tutto l’anno, anzi per la nostra vita, per  la liberazione da tutto ciò che è malefico? Il Verbo, la Parola, il Figlio del Padre nello Spirito santo si è fatto carne, ha un volto umano come noi. “Questo bambino è il Figlio di Dio, la Ragione per cui il Padre attraverso lo Spirito santo ha tutto creato, crea e ricrea. Dio è venuto ed è sempre fra noi. Si è unito a me, ad ogni uomo in maniera così inseparabile da far sì che quest’uomo Gesù sia veramente Dio da Dio, luce da luce, il senso della nostra vita umana, l’origine da cui veniamo e dove siamo destinati. Il senso della nostra vita ci è rivelato nel Figlio di Dio nato nella stalla di Betlemme.
A molti, anche a noi, queste cose sembrano troppo belle per essere vere. Il senso della nostra vita è Dio. Dio non è un qualunque essere supremo, lontano da noi, che ci abbandona nella tentazione, che non ci libera dal Maligno, che non riusciamo mai ad avvicinare. E’ vicinissimo, più intimo a noi di noi a noi stessi, a portata di voce attraverso la testimonianza biblica, sempre raggiungibile con i sacramenti, anche, questa sera, con il sacramentale della preghiera di liberazione e dell’unzione con cui culmina il nostro incontro di preghiera. Ha tempo per me, tanto tempo da essersi coricato nella mangiatoia e da essere rimasto per sempre uomo risorto nel tabernacolo per unirsi ad ogni uomo: è sempre presente e ci aspetta. Noi, quando riflettiamo sulle domande da dove veniamo, dove siamo destinati, chi ci libera dal male, c’è un al di là anche per il mio corpo continuiamo a chiederci: è possibile una cosa del genere? E’ possibile che Dio sia un bambino, una lettura biblica, un convenire insieme per pregare, un gesto di carità, una particola, un’unzione sacramentale come quella di questa sera? Ci sembra impossibile che la verità cioè la realtà in tutti gli ambiti sia così uno splendore. In base alla nostra esperienza con tanti limiti, tentazioni, vessazioni, malattie alla fine, la verità, la realtà il più delle volte ci appare crudele e sporca. Da ciò il dileggio del Natale, la derisione della nostra gioia di fede. “I suoi non lo accolsero”: in fondo, tentati, sedotti da Satana, preferiamo spesso la nostra caparbia disperazione alla bontà, che fin dai tempi di Betlemme vorrebbe toccare il nostro cuore. Siamo troppo superbi, impuri, egoisti per vedere Dio così vicino, in circostanze semplici. Ci succede la stessa cosa che è successa ad Erode e ai suoi esperti in Bibbia e teologia. A quel livello ci si sente solo minacciati e annoiati di Dio, non si vuole più essere “la sua proprietà”, si vuole appartenere solo a se stessi, illudendoci così di poter essere liberi. Per coglierlo e accoglierlo dovremmo cambiare, coglierci e accoglierci nella verità di essere suo dono e nel farci fraternamente continuamente dono per realizzarci.
Egli è venuto come bambino, viene nei segni visibili dei sacramenti come la comunione e sacramentali come l’unzione di questa sera, in ogni volto soprattutto nel volto dei poveri per vincere la nostra superbia. Forse ci arrenderemmo più facilmente di fronte alla potenza, alla saggezza. Ma egli non vuole la nostra resa, vuole il nostro amore. Vuole liberarci dalla schiavitù della nostra superbia e renderci veramente liberi. La verità, la realtà in tutti gli ambiti – la più alta, la più autentica – è uno splendore pur tra tutte le difficoltà e miserie. Ed è buona. Incontrarla fa bene agli uomini. La verità parla con le parole semplici del bambino che è Figlio di Dio, che si lascia uccidere per amore in Croce.
“Abbiamo visto la sua gloria”. Potrebbero essere le parole dei pastori che tornano a casa dalla stalla e riassumono quello che hanno visto in profondità nella precarietà di un bambino adagiato in una mangiatoia con i panni preparati dalla mamma. Lasciamoci aprire gli occhi da quello che celebriamo, che in questo momento preghiamo certi per fede che Lui è qui con noi, in noi, per noi e insieme preghiamo:

Dio del cielo e della terra,
Dio degli angeli e degli arcangeli,
Dio dei patriarchi e dei profeti,
Dio degli apostoli e dei martiri,
Dio dei sacerdoti e delle vergini,
Dio di tutti i santi e di tutte le sante,
Dio che hai il potere
di dare la vita dopo morte e il riposo dopo la fatica:
non c’è altro Dio fuori di te.
Tu sei il creatore di tutte le cose visibili e invisibili,
e il tuo regno non avrà mai fine.
Umilmente ci rivolgiamo alla tua maestà gloriosa:
liberaci da ogni potere,
inganno e perversità degli spiriti infernali,
e conservaci incolumi da ogni male.
Per Cristo nostro Signore. Amen


Per l’esposizione:
(136) 1. Dio s’è fatto come noi, per farci come lui. R)Vieni, Gesù, resta con noi!Resta con noi!
2. Viene dal grembo d’una donna, la Vergine Maria. R) Vieni,
3. Tutta la storia lo aspettava: il nostro Salvatore. R) Vieni…
4. Egli era uomo come noi e ci ha chiamato amici. R) Vieni….
5.Egli ci ha dato la sua vita,insieme a questo pane. R) Vieni…
6. Noi, che mangiamo questo pane, saremo tutti amici. R) Vieni…
7. Noi, che crediamo nel suo amore, vedremo la sua gloria. R) Vieni…
8. Vieni, Signore, in mezzo a noi: resta con noi per sempre. R) Vieni…

Abbiamo rivissuto nella liturgia di Natale il grande evento dell’Incarnazione del Verbo, del Figlio di Dio che ora possiede un volto umano come noi e con noi, del suo concepimento e della sua nascita verginale dalla beata Vergine Maria, Madre di Dio. Negli esorcismi straordinari cioè nelle preghiere imperative che solo i sacerdoti esorcisti possono guidare e negli esorcismi ordinari cioè  in quelle preghiere invocative che tutti i fedeli personalmente possono e devono ogni giorno fare (non abbandonarci alla tentazione, liberaci dal Male, dal Maligno), emerge spessissimo, come Satana e gli angeli ribelli al suo servizio considerino un’offesa inaudita alla propria orgogliosa dignità angelica il progetto che il Donatore divino di ogni essere dono cioè Dio Uno e Trino ha realizzato: quello, cioè,del Figlio di prendere carne cioè assumere nella storia dalla Vergine Maria un volto umano con quello divino eterno dal Padre nello Spirito santo. La gran parte degli Angeli con la guida di san Michele riconobbe e accettò il progetto divino dell’Incarnazione divenendo persone purissime, lasciandosi interamente penetrare da Dio e quindi totalmente aperte al nostro servizio, al servizio della storia, del mondo; altri, accecati da un orgoglioso e disordinato amore di sé e della propria superiorità angelica sull’uomo, considerarono nel loro libero arbitrio tale progetto divino un “abbassamento” della loro natura angelica rispetto alla natura umana e guidati da Satana come satelliti si ribellarono distruggendo totalmente in se stessi il desiderio della verità, del bene cioè di Dio e la disponibilità all’amore. Tutto in loro è diventato menzogna, vivono per l’odio e calpestano in se stesse l’amore.  Sono anche all’origine della prima disgrazia dell’umanità e divenuti esseri oscuri con proditoria astuzia agiscono ancora, non più, però, come prima della Incarnazione. E’ questo un rischio terribile anche con il nostro libero arbitrio. Anzi alcune figure della nostra stessa storia, come alcune tentazioni della nostra stessa vita, lasciano discernere in modo spaventoso profili di tal genere. Nei demoni non c’è più niente di rimediabile e la distruzione del bene sarebbe irrevocabile: è questo che si indica con la parola inferno. Nessun male viene da Dio, da Lui solo il bene. Anima del nostro ascolto di Dio che come ha parlato ci parla continuamente suscitando una fede ragionevole è la testimonianza biblica da interpretare come il soggetto Chiesa in continuità dinamica o Tradizione la propone, oggi con il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica. Al n. 74, nel quadro dell’insegnamento biblico ed ecclesiastico,  dice che i demoni sono “angeli creati buoni da Dio, (i quali) si sono trasformati in malvagi, perché con libera scelta, hanno rifiutato Dio e il suo Regno, dando così origine all’Inferno”. Propagare, in mezzo agli uomini, lo stesso atteggiamento di rivalità, di insubordinazione e di opposizione a Dio, è quasi diventata la motivazione di tutta la loro esistenza. La Conferenza Episcopale Italiana, presentando il RITO DEGLI ESORCISMI (PER I SACERDOTI ESORCISTI) e le preghiere per circostanze particolari (personalmente per i fedeli)dice : “Il vangelo descrive l’opera di Gesù come una lotta contro Satana (cfr. Mc 1,23-28; 32-34.39; 3,22-30 e passim). Anche la vita dei suoi discepoli comporta una battaglia che “non è contro creature fatte di sangue e di carne, ma contro i Principati e le Potestà, contro di dominatori di questo mondo di tenebra, contro gli spiriti del male” (Ef 6,12).

(140) 1. Di quale immenso amore Iddio ci ha amati, da darci il Figlio suo e far di noi suoi figli. R) Godiamo ed esultiamo: per noi il Cristo è nato, andiamo al redentor.
2. Dall’albero di Iesse è germogliato il fiore, s’innalza tra le genti, vessillo di salvezza. R) Godiamo ed esultiamo…
3. Il Re dell’universo in un presepe nasce: Colui che regna in cielo vagisce in una grotta. R) Godiamo ed esultiamo…
4. I vigili pastori, dall’Angelo avvertiti, accorrono al presepe, adorano il Bambino. R) Godiamo ed esultiamo…
5. Il Sole di giustizia s’eleva sovra il mondo: la Luce dell’Eterno risplende sulla terra. R)Godiamo ed esultiamo…
6. I Magi dall’oriente, al segno di una stella, raggiungono Betlemme, recando i loro doni. R) Godiamo ed esultiamo…
7. Nel Verbo fatto uomo la Trinità lodiamo: Al Dio uno e Trino sia lode sempiterna. R) Godiamo ed esultiamo…

Proprio per non aver paura, per essere preparati, dobbiamo recuperare l’aspetto della vita cristiana come ascesi cioè come lotta con Cristo e in Cristo contro Satana e non attribuire mai nessun male a Dio o solo al libero arbitrio, alla responsabilità dell’uomo. Da chi viene il male, infatti (Cristo è venuto con l’Incarnazione completa con la passione, morte, risurrezione cioè sempre ecclesialmente, sacramentalmente con noi) se non da colui che attraverso il peccato lega l’uomo, che si lascia sedurre, a sé, lo contrappone a tutti e a tutto e lo porta alla perdizione eterna cioè da Satana e dai suoi satelliti?
I passi del Vangelo che riportano le tentazioni di Gesù nel deserto rivelano chiaramente l’esistenza e l’azione ordinaria del demonio, che è la tentazione; le pagine, invece, che presentano Gesù mentre compie esorcismi e i riferimenti degli Atti degli Apostoli agli esorcismi fatti dagli apostoli stessi e dai discepoli di Gesù, rivelano chiaramente anche l’esistenza e l’azione straordinaria del demonio, che è la possessione diabolica, l’infestazione, la vessazione, l’ossessione.
Gesù, nella sua vita terrena e quindi oggi da Risorto nella e attraverso la Chiesa, si è confrontato e si confronta, ha lottato e lotta contro queste due forme di azione del demonio: quella ordinaria della tentazione, e quella straordinaria  della infestazione, della vessazione, dell’ossessione, della possessione; quest’ultima, contrastata attraverso gli esorcismi veri e propri o preghiere imperative. Gesù stesso rivela il significato e l’importanza fondamentali degli esorcismi. Dicendo: “Se (invece) io scaccio i demoni con il dito di Dio, allora è giunto a voi il regno di Dio”, cioè la presenza storica e l’amore da Dio (Lc , 11,20). Con queste parole Gesù afferma che la sua attività di cacciare il Maligno è il segno dell’Incarnazione cioè della venuta, del continuo accadere della presenza, del Regno di Dio tra gli uomini. Piegando immediatamente la prepotenza di chi è forte verso l’uomo cioè dei demoni, Gesù conferma l’origine divina  della sua natura umana, della nuova creazione, del suo potere più forte del demonio, del Male, e della Sua Parola  e dimostra, rendendo ragionevole la fede, di essere il messia Salvatore, venuto e che, risorto, continuamente viene a portare il regno di Dio, Dio che è liberamente accolto con amore e nell’amore sulla terra, per infrangere la tirannia del Male cioè del demoniaco sulla ‘umanità: Demonio, colui che divide, Satana, colui che spinge all’odio, Serpente antico, colui che oscura la coscienza, Dragone , colui che punta a distrugger la grammatica della creazione, della natura, come lo presenta l’Apocalisse. Gli stessi demoni sono costretti, loro malgrado, a confermarlo, confessando che egli, Gesù Cristo, è venuto a distruggere il loro regno. Nonostante, dopo l’incarnazione culminante nella passione, morte, risurrezione cioè continua presenza sacramentale nel mondo, i Maligni continuino tuttora ad essere attivi nel mondo, per la rovina degli uomini e del creato, la loro sconfitta è già assicurata. Arriverà, infatti, come il Signore stesso ci ha preannunciato, il giorno e l’ora della loro disfatta totale: il futuro è del Regno di Dio, della Verità, del Bene, dell’Amore. Chi crede nella Verità e nell’Amore con la sola forza della Verità e dell’Amore trionferà per sempre sul regno di Satana, dell’errore, del male, dell’odio, che oggi sembrano prevalere, trionferà e sorgerà un cielo nuovo e un mondo nuovo. Gesù Cristo nel suo ministero di esorcista allora e oggi risorto nella Chiesa, ci fa intravedere i primi bagliori dell’avvento di quell’alba radiosa, in cui gli spiriti demoniaci non avranno più alcun potere sugli uomini.

(150) 1. E’ nato il Salvatore, Dio ce lo donò. E’ nato da Maria, Ella ce lo portò. Egli è nato in mezzo noi: Gesù, Signore nostro, noi crederemo in te.
2. Appare nella notte la nostra povertà. Appare, ed è un bambino, uomo che soffrirà. Un bambino in mezzo a noi: Gesù, fratello nostro, noi spereremo in te.
3. Angeli del tuo cielo cantano gloria a te; cantano: pace in terra, per chi ti accoglie in Sé. Ti accogliamo in mezzo a noi: Gesù, che vivi in cielo, fa che viviamo in te.

 Gli esorcismi ai posseduti, come le preghiere di liberazione ai maleficiati, pur rappresentando un aspetto parziale della lotta di Gesù contro Satana – ben più estesa e non limitata nell’ambito specifico della possessione diabolica – tuttavia nei Vangeli rivestono un’importanza fondamentale. Grazie agli esorcismi imperativi o invocativi Satana, infatti, è smascherato, è costretto a uscire allo scoperto, a manifestarsi apertamente contro la sua tendenza a nascondersi, ad agire facendo credere la sua non esistenza, a rivelare la sua reale identità e le sue vere intenzioni: tentare l’uomo, al fine di sottrarlo a Dio e al suo amore, attraverso il consenso all’odio, alla guerra, al male, all’errore cioè al peccato. Gli esorcismi di Gesù, quindi, come pure oggi Lui risorto presente e operante nella e attraverso la Chiesa, attraverso il sacerdote esorcista, ricordano sia alla società contemporanea secolarizzata che non ne vuol neppure sentir parlare, sia agli uomini di ogni tempo, che il demonio c’è, da dove viene il male e che la sua continua attività, a nostro danno è principalmente quella della tentazione. Il rituale degli esorcismi, al paragrafo 7 delle note di Presentazione: “La tentazione è il pericolo più grave e dannoso in quanto si oppone direttamente al disegno salvifico di Dio e all’edificazione del regno. Satana riesce ad impadronirsi davvero dell’uomo in ciò che ha di più intimo e prezioso quando questi, con atto libero e personale, si mette in suo potere con il peccato. Per questo il credente vigila per non essere ingannato e prega ogni girono con le parole suggerite da Gesù: “Padre, non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal Male (Mt 6,13)”. Inoltre in un documento commissionato dalla Congregazione per la Dottrina della fede si afferma: “Commettere il peccato dopo il battesimo è”abbandonarsi in potere del demonio”. Questa è  infatti la fede primitiva della Chiesa, attestata fin dai primi secoli nella liturgia della iniziazione cristiana, quando i catecumeni, sul punto di essere battezzati, rinunciavano a Satana, professavano la loro fede nella Santissima Trinità e aderivano a Cristo loro Salvatore”.
Oggi siamo giunti, invece, a livello di una cultura secolarizzata dominante, a un tale ottenebramento delle coscienze che il peccato viene esaltato come fosse una cosa buona, una manifestazione di libertà, un modo di essere adulti cioè disobbedienti: addirittura ciò che distrugge l’uomo, moralmente e spiritualmente fin dalla coscienza del bambino, viene definito “conquista di civiltà”. Nel libro del profeta Isaia (cap. 5 v. 20), Dio dice ai satelliti di Satana: “Guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene”. Il criterio di riferimento per riconoscere il bene dal male è l’incontro con Cristo nel suo corpo, che è la Chiesa: “IO ( memorizzato nei Vangeli e sacramentalmente presente Risorto nella  e attraverso la mia Chiesa)  sono la via  alla Verità e alla Vita. Chi crede in me non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”, anche tribolato, ammalato, moribondo. Cristo è la luce che illumina il mondo. Ed è nella sua luce che l’uomo sa distinguere il bene dal male e camminare nella via della verità e dell’amore. Senza la Sua continua luce l’uomo viene facilmente catturato dal falso portatore di luce, Satana.

(112) 1. Credo in te, Signor, credo in te! Grande è quaggiù il mister, ma credo in te. R) Luce soave, gioia perfetta sei. Credo in te, Signor, credo in te.
2.Spero in te, Signor, spero in te: debole sono ognor, ma spero in te. R) Luce…
3. Amo te, Signor, amo te: o crocifisso Amor, amo te. R) Luce…
4. Resta con me, Signor, resta con me: pane che dai vigor, resta con me. R) Luce…

Venire processionalmente, incominciando da quelli in fondo alla Chiesa, per l’unzione con l’olio benedetto, è il sacramentale cioè l’essere, anche questa sera, raggiunti, toccati attraverso il segno sensibile dal Risorto mentre abbiamo presenti quelle speranze di liberazione, di guarigione, di consolazione, per cui siamo qui convenuti in preghiera con sempre, però, all’orizzonte la grande speranza, la speranza affidabile, la grande e sicura meta che giustifica anche la fatica del cammino. Attendendo seduti possiamo tornare, attraverso i fogli, su qualche punto che lo Spirito santo ci ha fatto particolarmente comprendere, gustare e a cui convertirci in rapporto al vissuto personale, coniugale, verginale,comunitario, parrocchiale, sociale e quindi cantare o ascoltare il canto proposto come preghiera, il primo Ave Maria, splendore del mattino.

(67) O Gesù ti adoro, ostia candida, sotto un vel di pane, nutri l’anima, solo in Te il mio cuore si abbandonerà. Perché tutto è vano se contemplo Te.
Ora guardo l’ostia, che si cela a me, ardo dalla sete di vedere Te: quando questa carne si dissolverà, il tuo viso luce, si disvelerà. Amen

Preghiamo. Infondi nel nostro spirito la tua grazia, o Padre, tu, che nell’annunzio dell’angelo ci hai rivelato l’incarnazione del Figlio contro Satana, per la sua passione e la sua croce guidaci alla gloria della risurrezione.

Amen

Dio sia benedetto…

Ed ora il sacramentale dell’acqua benedetta ed esorcizzata

Preghiamo. Signore Dio onnipotente fonte ed origine della vita dell’anima e del corpo, benedici + quest’acqua e fa’ che ce ne serviamo con fede per implorare il perdono dei nostri peccati e la grazia di essere sorretti in ogni infermità e difesi da ogni insidia del nemico. La tua misericordia, o Padre, faccia scaturire per noi l’acqua viva della salvezza, perché possiamo accostarci a te, con cuore puro e fuggire ogni pericolo dell’anima e del corpo. Per Cristo nostro Signore.

Amen


Prossimo incontro martedì 11 febbraio, Immacolata di Lourdes

(187) Immacolata…

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