Ogni uomo ha diritto al Vangelo


Ogni uomo e ogni popolo ha diritto a ricevere il Vangelo della verità

“L’evangelizzazione, che ha sempre carattere di urgenza, in questi tempi spinge la Chiesa ad operare con passo ancora più spedito per le vie del mondo, per portare ogni uomo alla conoscenza di Cristo. Solo nella Verità, che è Cristo stesso, l’umanità può scoprire il senso dell’esistenza, trovare salvezza, e crescere nella giustizia e nella pace. Ogni uomo e ogni popolo ha diritto a ricevere il Vangelo della verità. In questa prospettiva, assume particolare significato il vostro impegno a celebrare
l’Anno della Fede, ormai prossimo, per rafforzare l’impegno di diffusione del Regno di Dio e di conoscenza della fede cristiana. Questo esige da parte di coloro che già hanno incontrato Gesù Cristo “un’autentica e rinnovata conversione al Signore, unico Salvatore del mondo” (Lett. Ap.Porta fidei, 6). Le comunità cristiane “infatti hanno bisogno di riascoltare la voce dello Sposo, che le invita alla conversione, le sprona all’ardimento di cose nuove e le chiama a impegnarsi nella grande opera della nuove evangelizzazione” (Giovanni Paolo II, Es. apPostsinEcclesia in Europa, 23). Gesù, il Verbo incarnato, è sempre il centro dell’annuncio, il punto di riferimento per la sequela e per la stessa metodologia della missione evangelizzatrice, perché Egli è il volto umano di Dio che vuole incontrare ogni uomo e ogni donna per farli entrare in comunione con Lui, nel suo amore. Percorrere le strade del mondo per proclamare il Vangelo a tutti i popoli della terra e guidarli all’incontro con il Signore (Lett. ApPorta Fidei7), esige allora che l’annunciatore abbia un rapporto personale e quotidiano con Cristo, lo conosca e lo ami profondamente.
La missione oggi ha bisogno di rinnovare la fiducia nell’azione di Dio; ha bisogno di una preghiera più intensa perché venga il suo Regno, perché sia fatta la sua volontà come in Cielo, così in terra. Occorre invocare luce e forza dallo Spirito Santo, e impegnarsi con decisione e generosità per inaugurare, in un certo senso, “una nuova epoca di annuncio del Vangelo…perché dopo duemila anni, una grande parte della famiglia umana ancora non riconosce Cristo, ma anche perché la situazione in cui la Chiesa e il mondo si trovano presenta particolari sfide alla fede religiosa” (Gioanni Paolo II, Es. apPostsinEcclesia in Asia, 29). Sono pertanto lieto di incoraggiare il progetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e delle Pontificie Opere Misisonariein sostegno dell’Anno della Fede. Tale progetto prevede una campagna mondiale, che, attraverso la preghiera del Santo Rosario, accompagni l’opera di evangelizzazione nel mondo e per tanti battezzati la riscoperta e l’approfondimento della fede.
Cari amici, voi sapete bene che l’annuncio del Vangelo non poche volte comporta difficoltà e sofferenze; la crescita del Regno di Dio nel mondo, infatti non di rado avviene a prezzo del sangue dei suoi servi. In questa fase di cambiamenti economici, culturali e politici, dove spesso l’essere umano si sente solo, in preda all’angoscia e alla disperazione, i messaggeri del Vangelo, anche se annunciatori di speranza e di pace, continuano ad essere perseguitati come il loro Maestro e Signore. Ma nonostante i problemi e la tragica realtà della persecuzione, la Chiesa non si scoraggia,rimane fedele al mandato del suo Signore, nella consapevolezza che “come sempre nella storia cristiana, i martiri, cioè i testimoni, sono numerosi e indispensabili al cammino dell’evangelo” (Giovanni Paolo II, Redemptoris missio45). Il messaggio di Cristo, oggi come ieri, non può adeguarsi alla logica di questo mondo, perché è profezia e liberazione, è sempre di umanità nuova che cresce, e solo alla fine dei tempi avrà la sua piena realizzazione.
A voi è affidato, in maniera particolare, il compito di sostenere i ministri del Vangelo, aiutandoli a “conservare la gioia di evangelizzare, anche quando occorre seminare nelle lacrime” (Paolo VI,EsorApEvangelii nuntiandi,80). Vostro peculiare impegno è anche quello di tenere viva la vocazione missionaria di tutti i discepoli di Cristo, perché ciascuno, secondo il carisma ricevuto dallo Spirito Santo, possa prendere parte alla missione universale consegnata dal Risorto alla sua Chiesa. La vostra animazione e formazione missionaria fa parte dell’anima e della cura pastorale, perché la missio ad gentes costituisce il paradigma di tutta l’azione apostolica della Chiesa. Siate sempre più espressione visibile e concreta della comunione di persone e mezzi tra le Chiese, che, come vasi comunicanti, vivono la stessa vocazione e tensione missionaria, e in ogni angolo della terra lavorano per seminare il Verbo di Verità in tutti i popoli e le culture. Sono certo che continuerete ad impefnarvi, affinché le Chiese locali assumano sempre più generosamente, la loro parte di responsabilità della misisone universale della Chiesa” (Benedetto XVI, Ai Direttori Nazionali delle Pontificie Opere Missionarie, 11 maggio 2012).

Come ai tempi da Nerone fino a Domiziano, delle grandi dittature del nazismo e la dittatura di Stalin, oggi c’è una dittatura di un potere internazionale per il quale Dio non compare più, sembra divenuto superfluo ed estraneo. Di nuovo, in forme diverse vi è il Dragone rosso fortissimo, con una manifestazione impressionante ed inquietante del potere senza grazia, sena amore, dell’egoismo assoluto, della violenza utilitarista che sembra dissolvere la grammatica della creazione. In stretto rapporto con tutto questo sarebbe oggi assurdo pensare a Dio, al diritto naturale; assurdo osservar ei comandamenti di Dio; è cosa del tempo passato. Vale soltanto vivere la vita per sé. Prendere in questo breve momento della vita quanto ci è possibile vivere. Dallo scientismo ha luogo una radicale riduzione dell’uomo, considerato un semplice prodotto della natura, come tale non realmente libero e di per sé suscettibile di essere trattato come ogni altro animale. L’etica viene ricondotta entro i confini del relativismo e dell’utilitarismo, con l’esclusione di ogni principio morale che sia valido e vincolante per se stesso. Vale solo il consumo, l’egoismo, il divertimento. Questa è la vita. Così è imposto di vivere. E sembra assurdo opporsi a questa mentalità dominante, con tutta la forza finanziaria e mediatica, propagandistica. Sembra impossibile oggi pensare a un Dio che ha creato l’uomo e che si è fatto volto umano, bambino e che sarebbe il vero dominatore del mondo. Anche adesso questo Dragone appare invincibile, ma anche adesso resta vero, e le presunte apparizioni attuali della Madonna lo ricordano come in tutta la modernità scientista e tecnicista, che Dio è più forte del Dragone, che l’amore vince e non l’egoismo. Perciò questa attuale cultura da evangelizzare è contrassegnata da una profonda carenza, ma anche da un grande e inutilmente nascosto bisogno di speranza. E nella storia della fede alla fine con i martiri e i testimoni ha vinto la donna inerme, Maria, la Chiesa, ha vinto non l’egoismo, non l’odio; ha vinto l’amore di Dio e l’impero romano si è aperto alla fede cristiana. Così quando la fede al tempo del nazismo, della dittatura di Stalin sembrava non poter sopravvivere davanti a questo Dragone così forte, che voleva divorare il Dio fattosi bambino e la donna, e la Chiesa. Ma in realtà l’amore di Dio in noi, anche pochi per i molti, fu più forte dell’odio.

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