Domenica XXX

Umiltà, fiducia e perdono  sono atteggiamenti che dobbiamo sempre coltivare nella preghiera

Nel Vangelo Gesù dà ora molti insegnamenti sulla preghiera, insiste sulla necessità delle preghiere di ogni giorno e della continua preghiera cioè di innalzare mente e cuore continuamente a Lui. In questa domenica richiama le
disposizioni interiori necessarie per pregare bene ed essere esauditi.
Nella parabola sono messe a confronto due persone che pregano: il fariseo e il pubblicano. I loro sentimenti e atteggiamenti sono in completo contrasto tra loro: il fariseo sta in piedi, il pubblicano invece si ferma a distanza, non osa neppure alzare gli occhi al cielo e si batte il petto. 
Il fariseo è èieno di sé e ringrazia Dio di non essere come gli altri. È pieno di disprezzo per le altre persone, e dice: "O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri, e neppure come questo pubblicano".
Egli si separa da tutti gli altri passando dal giudizio sul comportamento sbagliato al giudizio sulla persona come vedesse la piena consapevolezza e il totale consenso che solo il Padre vede. Poi presenta a Dio i suoi meriti: "digiuno due volte la settimana, il mercoledì e il venerdì, e pago le decime di quanto possiedo". Cosìpensa di essere sempre esaudito da Dio.
Il pubblicano, invece, non fa una lunga preghiera, ma una preghiera umile, consapevole delle proprie colpe: Si batte il petto, dicendo: "O Dio, abbi pietà di me peccatore".
Gesù conclude: "Questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell'altro". Si tratta di due atteggiamenti religiosi molto diversi. Gesù ci mette in guardia contro la tentazione di pregare come il fariseo che presume di essere giusto e giudica, esclude le altre persone. Se nel momento terminale della vita non escludo nessuno non sarò escluso dal Paradiso, pur dovendo passare dalla purificazione del pre-paradiso cioè dal purgatorio.
Quanto è importante nella preghiera essere pieni di misericordia, di bontà, di comprensione, non giudicando, tanto meno escludendo anche una sola persona. Perciò è necessario rivolgersi al Padre per mezzo di Gesù vivo con il dono dello Spirito in unione fraterna con gli altri, non separarsi da loro, anche constatando comportamenti negativi. Così corrispondiamo alla rivelazione di Dio che Gesù ci ha dato: Dio è Padre con un amore sempre più grande di ogni peccato. Alla fine della parabola Gesù dice: "Chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato". 
I tre insegnamenti sulla preghiera di questa domenica:
  1. Il primo è quello dell'umiltà Bisogna rapportarsi con Dio in umiltà e solidarietà verso le altre persone con un atteggiamento fraterno senza mai giudicare le persone pur giudicando i comportamenti.
  2. La fiducia proviene dall'umiltà. Il Signore è pieno di bontà verso gli umili e quindi chi prega con umiltà può essere sicuro di essere esaudito.
  3. IL terzo insegnamento è quello del perdono. Gesù nella preghiera del Padre nostro ha inserito una domanda in cui ci impegniamo a perdonare come Lui ci perdona.
Maria la cui preghiera ha reso possibile l'incarnazione del Verbo ci sia sempre vicina.

Commenti

Post popolari in questo blog

Anglicani

I peccati che mandano più anime all'inferno

Sulla bellezza della Messa “Tridentina”