La Chiesa forma in Cristo un tutt'uno

La Chiesa è concepita  come il corpo, di cui Cristo è il capo, e forma con Lui un tutt’uno
Tra le letture bibliche dell’odierna liturgia vi è il celebre testo della Prima Lettera ai Corinti in cui san Paolo paragona la Chiesa al corpo umano. Così scrive l’Apostolo: “Come il corpo è uno e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche il Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito
in un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti siamo stati dissetati da un solo Spirito” (1 Cor 12,12-13). La Chiesa è concepita come il corpo, di cui Cristo è il capo, e forma con Lui un tutt’uno. Tuttavia ciò che all’Apostolo preme comunicare è l’idea dell’unità anche visibile nella molteplicità dei carismi, che sono i doni dello Spirito Santo. Grazie ad essi, la Chiesa si presenta come un organismo ricco e vitale, non uniforme, frutto dell’unico Spirito che conduce tutti, unici e irrepetibili come persone, ad unità profonda, assumendo le diversità senza abolirle e realizzando un insieme armonioso, come vediamo a cominciare dalla famiglia, piccola Chiesa. La Chiesa prolunga nella storia la presenza del Signore risorto che nella liturgia eucaristica ci fa rivivere rendendoli attuali tutti i tratti della sua vita terrena, in particolare mediante i Sacramenti, la Parola di Dio, i carismi e i ministeri distribuiti nella comunità. Perciò, è proprio in Cristo e nel dono del suo Spirito che la Chiesa è una e santa non anteponendo nessuno e nulla a Lui, cioè intima comunione che trascende le capacità umane e le sostiene.
Diamo importanza a questo aspetto mentre stiamo vivendo la “Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani”, che si concluderà domani, festa della conversione di san Paolo. Secondo la tradizione verranno celebrati e trasmessi in diretta i Vesperi nella Basilica di San Paolo fuori le Mura, con la partecipazione dei rappresentanti delle altre Chiese e Comunità ecclesiali presenti a Roma. Si invocherà da Dio il dono della piena unità anche visibile di tutti i discepoli di Cristo e l’impegno di essere insieme, soprattutto nella carità verso i poveri, testimoni del Signore crocifisso e risorto (Lc 24,48) di cui siamo figli in Lui Figlio e fratelli fin dal Battesimo. La comunione dei cristiani, di noi infatti, rende più credibile ed efficace l’annuncio del Vangelo cioè della presenza e dell’azione storica del Dio che ha assunto un volto umano per tutti, come affermò lo stesso Gesù pregando il Padre alla vigilia della sua stessa morte: “che siano (in famiglia, in parrocchia, nella diocesi, nelle comunità, nelle associazioni, nei movimenti, nelle nazioni e continenti, nel  concreto, in quella comunità di uomini entro la quale viviamo) una cosa sola…perché il mondo creda” (Gv 17,21).
Oggi, 24 gennaio, è anche la memoria liturgica di san Francesco di Sales. Nato nella Savoia nel 1567, studiò diritto a Padova e a Parigi e, chiamato dal Signore divenne sacerdote. Si dedicò con grande frutto alla predicazione e alla formazione spirituale dei fedeli anche con gli scritti come la Vita devota, insegnando che la chiamata alla santità cioè ad amare come Lui ci ama è per tutti e che ciascuno – come dice san Paolo con il paragone del corpo – ha il suo posto nella Chiesa. A livello educativo famoso il suo principio: “Si prendono più mosche con una goccia di miele che con un barile di aceto” fatto proprio da don Bosco fondando i salesiani. San Francesco di Sales è il patrono dei giornalisti e della stampa cattolica, oggi particolarmente importante nella Nuova evangelizzazione.
La Vergine Maria, Madre della Chiesa che nella prima Pentecoste seppe mantenere uniti nella preghiera gli Apostoli e chi era con loro, ci ottenga di progredire sempre nella comunione, per trasmettere tutta la bellezza e la gioia di essere una cosa sola nell’unità del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.


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