Domenica ventesima

La Messa non è una Rappresentazione dell’Ultima Cena, ma è proprio l’Ultima Cena; è proprio vivere oggi un’altra volta la passione e la morte redentrice del Signore.

Il Signore si fa presente sull’altare per essere offerto con noi al Padre per La salvezza del mondo nella libertà, uguaglianza, fraternità Nelle scorse domeniche abbiamo meditato il discorso sul “pane di vita”, che Gesù pronunciò nella sinagoga di Cafarnao dopo aver sfamato miglia di
persone con cinque pani e due pesci. Oggi, il Vangelo presenta la reazione dei discepoli a quel discorso, una reazione che fu Cristo stesso consapevolmente a provocare. Anzitutto, l’evangelista Giovanni – che era presente insieme agli altri Apostoli – riferisce che “da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui” Gv 6,66). Perché? Perché non credettero alle parole di Gesù che diceva: Io, il Figlio di Dio che possiede un volto umano morto e risorto, continuo a farmi presente in tutti luoghi e in tutti i tempi, nel pane vivo disceso dal Cielo, chi mangia la mia carne e beve il mio sangue vivrà in eterno (Gv 6;51-54); parole in quel momento difficilmente accettabili e comprensibili. Vedendo che molti dei suoi discepoli se ne andavano, Gesù si rivolse agli Apostoli dicendo: “Volete andarvene anche voi?” (Gv 6.67). Pietro a nome degli altri: “Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio (Gv 6,68-69) perché solo Dio può sfamare 18 mila persone con cinque pani e due pesci e avanzarne dodici sporte. Perché, sotto ispirazione dello Spirito Santo, Pietro ha capito quello che è avvenuto? Perché ha visto, incontrato e creduto. Tu ci dai la vita veramente vita offrendoci il tuo corpo (risorto) e il tuo sangue (te stesso sulla croce). E noi abbiamo creduto e quindi conosciuto. Non dice: abbiamo conosciuto e poi creduto, ma abbiamo creduto dopo aver visto il miracolo e incontrato chi l’ha fatto e poi conosciuto. Abbiamo creduto ragionevolmente per quello che abbiamo visto e incontrato e quindi capito che tu sei il Cristo, Dio che possiede un volto umano e amandoci sino alla fine nella carne data e nel sangue versato ci dai te stesso per farci figli in te figlio del Padre per opera dello Spirito santo e quindi uguali in dignità e fratelli nell’amore. Nella Messa almeno di ogni domenica il Signore ci parla attraverso la sua parola, raccolta nel Vangelo e nella Bibbia, e attraverso la catechesi,l’omelia. Non solo ci parla ma si fa presente in mezzo al suo popolo, in mezzo alla sua Chiesa per tutti e per tutto. E’ la presenza del Signore. Il Signore che si avvicina al suo popolo; si fa presente, rende liberi, uguali, fratelli, meta che le varie ideologie moderne non sono riuscite a realizzare. Questo è ciò che avviene durante la celebrazione eucaristica. Non è una riunione di credenti per pregare insieme. Nella liturgia eucaristica Dio si fa presente, si fa vicino. La Messa non è una rappresentazione dell’Ultima Cena. E’ proprio l’Ultima Cena; è proprio vivere qui e ora l’Ultima Cena; è proprio vivere un’altra volta, rendere attuale la passione e la morte redentrice del Signore. Il Signore si fa presente, pane vivo sull’alta0re per essere offerto con noi al Padre per la salvezza del mondo. Non si può essere altri cristi, cristiani senza l’Eucarestia almeno della Domenica, meglio più volte la settimana, magari,potendolo, ogni giorno.

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