Renato

"…Si va maturando la certezza della presenza di Dio in quella rivelazione" della Regina dell'Amore
"Egregio Sig. Renato …  Approfitto dell'occasione per informarla con grande gioia, che nell'ultima mia visita fatta a Roma nell'incontro con il Cardinale Ratzinger ho avuto modo di parlare di Lei e dei fatti di Schio (le presunte apparizioni della Regina dell'Amore sono iniziate il 25 marzo 1985 fino al 15 agosto 2004 ), in particolare non posso non riportarLe le affermazioni di Sua Eminenza che disse: "dobbiamo rispetto e attenzione per quanto, ormai da tempo, avviene in diocesi
di Vicenza, a Schio, al contrario di altre innumerevoli presunte rivelazioni 'soprannaturali' qui si va maturando la certezza della presenza di Dio in quella rivelazione'".
La lettera è del 13 maggio 2001 da Quixada da parte dell'allora Vescovo Mons. Adelio Tomasin cui mi lega un'amicizia come Casante (Superiore Generale) dell'Opera San Giovanni Calabria. Ma quello che mi ha colpito in un incontro con lui è tutto il discorso del Prefetto della Congregazione della Fede. Questa accentuazionecatechetica antropocentrica di Gesù come Jesus Superstar da imitare, anteponendo kantianamente l'Ethos alla Fede nella sua presenza sacramentale, al Logos, ha portato negli anni '70 e '80 alla mentalità ariana dei tempi del Concilio di Nicea per quanto riguarda la figura di Gesù e ai problemi del Concilio di Efeso per la figura di Maria. E' l'epoca in cui visse  il carisma di Sant'Atanasio, un momento di grande crisi della ortodossia del credo apostolico. Siamo nel 325 e intorno al 360. In quel periodo, analogamente agli anni 1980 nostri, la Verità cattolica rischiava di scomparire. Celebre è la frase di san Girolamo che descriveva quei tempi: "E il mondo, sgomento, si ritrovò ariano". E oggi, come richiama spesso anche Papa Francesco, pelagiano e gnostico. Da parte del ministero petrino ci sono stati due interventi significativi: l'Evangelii nuntiandi di Paolo VI che  alla discussione partire dall'uomo o partire da Dio propone di partire da Cristo, dal Gesù morto  Risorto presente e operante sacramentalmente nella sua Chiesa per tutti che mi rivela contemporaneamente sia chi è Dio  e sia chi è l'uomo e a cosa è destinato; La Redemtoris mater di San Giovanni Paolo II quale Madre del Figlio del Padre che ha assunto un volto umano nel suo grembo verginale e continua come donna liturgica nella mediazione di tutte le grazie. Un patrimonio che necessita di carismi per diventare di popolo.
A me sembra utile per cogliere nella modalità della tradizione semplice e continuadelle apparizioni private, in quelle presunte a Renato Baron  con i Messaggi della Madonna  Regina dell'Amore e della Parola del Maestro, rifarmi al conteso diSant'Atanasio che non si piegò contro chi non accettava il Credo apostolico di Nicea e di Efeso. Egli era un giovane vescovo di Alessandria d'Egitto in amicizia con Sant'Antonio del deserto per non perdere la tradizione apostolica della fede. Rimase talmente solo a difendere la purezza della Dottrina cattolica che per quasi mezzo secolo la sopravvivenza della fede autentica in Gesù Cristo e nella Madre di Dio si trasformò in una diatriba tra chi era per e chi non per Atanasio.
Qualche cenno biografico: sant'Atanasio nacque ad Alessandria nel 295. Nel 325 presenziò al celebre Concilio di Nicea, in qualità di diacono di Alessandro che era vescovo di Alessandria. Concilio fondamentale per la continuità apostolica della Tradizione quello di Nicea perché fu lì che venne solennemente proclamata la fede nella divinità di Cristo, Persona divina incarnata consustanziale al Padre. Fu lì che fu stabilita dogmaticamente la definizione per intendere l'uguaglianza del Figlio, che ha assunto il volto umano nel grembo verginale di Maria, con il Padre: homoousion, che vuol dire "della stessa sostanza del Padre". E quindi a Efeso la Vergine Maria non semplicemente madre di Gesù, ma Madre di Dio per l'umanità assunta in lei e che appartiene alla Persona divina del Verbo del Padre.
Il 17 aprile del 328 morì il vescovo Alessandro e il popolo di Alessandria di Egitto chiese a gran voce Atanasio come vescovo. Fu vescovo per ben 46 anni, ma furono 46 anni durissimi, 46 anni di lotta contro l'eresia ariana degli ariani. Questi ovviamente rifiutavano proprio ciò che il Concilio di Nicea di Gesù sulla stessa sostanza del Padre e il Concilio di Efeso sulla Vergine Maria come Madre di Dio.
Il comportamento degli ariani di quel tempo ci aiuta a capire quanto le vicende che toccarono sant'Atanasio siano straordinariamente attuali di fronte al dono a Renato Baron del presunto carisma a servizio della Chiesa. Sant'Ilario di Poitiers (315-367)racconta che gli ariani ebbero sempre la scaltrezza di rifiutare ogni scontro dogmatico in merito alla questione della natura di Gesù perché sapevano che le loro tesi non potevano essere fondate sulla Tradizione né sul Magistero dogmaticamente definito. Si limitavano a fare ciò che solitamente fa chi non sa controbattere in una discussione: invece di rispondere sugli argomenti, la calunnia. La discussione dottrinale veniva spesso trasformata su questioni personali per togliere autorevolezza. Il povero sant'Atanasio fu accusato di aver imbrogliato, di minare all'unità della Chiesa. Un metodo che non  passa nemmeno oggi con due processi intentati controRenato Baron, giudicato innocente. Il Demonio è sempre lo stesso e ha sempre la stessa monotona fantasia.
Gli ariani però non si limitarono a questo. Operarono anche con grande astuzia. Prima di tutto cercarono di occupare quante più sedi episcopali e poi lanciarono quello che successivamente è stato definito come semi arianesimo. Altra tecnica tipica delle eresie: una volta condannate, riemergono proponendo un compromesso pastorale tra la verità e l'errore. Gli ariani propagandarono la necessità di sostituire il termine dogmatico stabilito dal Concilio di Nicea, homoousion, con il termine homoiousion ritenuto più vicino al dato biblico. Differenza di una sola lettera, minimale, ma che cambiava tutto. Infatti il primo termine dogmatico (homoousion) significa "della stessa sostanza", il secondo termine (homoiousion) significa "simile in essenza". Traducendo si capisce quanto la differenza non sia di poco conto anche per le conseguenze pastorali, antropologiche.
Mentre molti vescovi si lasciarono convincere da questo compromesso terminologico, che era un cedimento sulla Dottrina dogmatica, per accontentare il potere dell'imperatore Costanzo, sant'Atanasio tenne fermo, resistette come un leone con questi interventi: "Volete essere figli della luce, ma non rinunciate ad essere figli del mondo. Dovreste credere alla penitenza, ma voi credete alla felicità dei tempi nuovi. Dovreste parlare della Grazia, ma voi preferite parlare del progresso umano. Dovreste annunciare Dio, ma preferite predicare l'uomo e l'umanità. Portate il nome di Cristo, ma sarebbe più giusto se portaste il nome  di Pilato. Siete la grande corruzione, perché state nel mezzo. Volete stare nel mezzo tra la luce e il mondo. Siete maestri del compromesso e marciate con il mondo. Io vi dico: fareste meglio ad andarvene con il mondo ed abbandonare il Maestro, il cui regno non è di questo mondo".
Intanto anche il potere politico si accaniva contro di lui: l'imperatore Costanzo l'odiava. Fu convocato un concilio ad Arles e qui si costrinsero i vescovi a sottoscrivere una condanna di sant'Atanasio. Chi si opponeva difendendolo veniva mandato in esilio, fu il caso di Paolino di Treviri. Stessa sorte toccò anche al Papa legittimo Liberio, che venne sostituito da un antipapa Felice. Fu allora che accadde ciò che viene ricordato come "caduta" di un Papa. Liberio, per ottenere il potere e tornare a Roma come papa legittimo, decise anch'egli di accettare l'ambigua definizione semiariana, eppure fino ad allora si era distinto per una convinta definizione dell'homoousion del Concilio di Nicea. Ma era prevedibile che per come era stato trattato sant'Atanasio e soprattutto per come era stata rinnegata la vera fede dogmatica le conseguenze fossero alle porte. All'imperatore Costanzo, morto nel 360, successe il figlio Giuliano detto "l'apostata" (330-363), che arrivò a ripudiare il Battesimo cercando di restaurare il paganesimo: è il rischio quando si rifiuta la fedeautentica della tradizione cattolica.
Non passò molto tempo e il nuovo imperatore Valente, così come il nuovo papa Damaso, capirono che sant'Atanasio aveva ragione e lo riabilitarono. L'intrepido difensore della fede cattolica morì il 2 maggio del 373.
Due cose vanno messe in rilievo per comprendere la Tradizione della Chiesa nella comprensione  della fede. La prima: ai tempi di sant'Atanasio a difendere la fede ci fu il dono del suo carisma e una piccola comunità creativa, i vescovi dell'Egitto e della Libia. Seppero mantenere accesa in continuità la luce nicena della fede apostolica. La seconda: è significativo che colui che denunciò l'eresia ariana non fu un teologo. La sua grande sapienza teologica, più che dagli studi, gli venne dall'incontro con i suoi maestri cristiani che testimoniarono il martirio durante le persecuzioni di Diocleziano  e soprattutto dall'incontro con il carisma del grande sant'Antonio. Ario, invece, raccoglieva grande consenso per la sua enorme preparazione biblica e teologica. Era insomma, come rischiano tanti teologi che oggi vanno per la maggiore nei dibattiti, nelle prime pagine dei quotidiani e nelletelevisioni. Atanasio era consapevole dell'insidia del serpente antico che oscura la coscienza. Nella sua celebre Vita di Antonio egli riporta un insegnamento del suo grande maestro:  " […] i demoni sono astuti e pronti a ricorrere ad ogni inganno e ad assumere altre sembianze. Spesso fingono di cantare i salmi senza farsi vedere e citano le parole della Scrittura. […] A volte assumono sembianze di monaci, fingono di parlare come uomini di fede per trarci in inganno mediante un aspetto simile al nostro e poi trascinano dove vogliono le vittime dei loro inganni".
Avendo accompagnato spiritualmente Renato per tanti anni fui colpito dal carattere trinitario fin dai primi messaggi del 7, 8, 10, 11, 12, 24 aprile, 1 2 maggio:
"Ama con tutto il cuore il Padre. Fallo amare perché Lui vi ama".
"Prega per la Chiesa. Non disperdetevi ma unitevi e fate in Cristo un solo pane(eucaristico)Il Padre vi ama e io vi protegge".
"Nulla andrà perduto di quello che offrirete al Padre. Cercate la giustizia e amatevi. Pregate insieme e cercate le cose belle. Ricordati dei sacerdoti".
"L'egoismo, la superbia, l'incomprensione portano le anime alla perdizione. Il Padre tutti vi aspetta ma troppo pochi arrivano".
"Cercate il Padre e trovandoLo sarete nella vera gioia. Vivete santamente e gusterete da subito Il Regno (cioè l'Amore) del Padre. Abbandonate le stoltezze, prodotto del male. Immergetevi di grazia; abbiate coraggio, non fatevi succubi dei demoni".
"L'immenso amore del Padre vi salverà. RingraziaLo con tutto te stesso. Lui è amore infinito. Amatevi anche voi in tal misura".
"Non preoccuparti delle difficoltà. Passeranno e te ne scorderai. Perché sono le sofferenze offerte al Padre che santificano e portano alla gioia eterna. Qui non ci sarà mai notte, né sofferenza, né fame; ma una gioia eterna. Venite tutti! Il Padre vi ha invitato tutti. Ti benedico".
"Non dividete la Chiesa. Ma unitevi e fate una sola famiglia".
A servizio dei consacrati nell'ascolto dei Messaggi della Madonna Regina dell'Amore il Maestro per anni dopo la Comunione con voce esterna ha dettato le sue Lettere a Renato. Quella più significativa ripropone oggi con il secolarismo quello che è avvenuto ai tempi di sant'Atanasio con l'arianesimo e il semi arianesimo, al tempo di sant'Agostino con il pelagianesimo e il semi pelagianesimo. 1 agosto 1991: "La lotta di Satana e dei suoi coadiutori, invisibili e visibili, si dirige verso Dio, una lotta nella quale sacerdoti infedeli e senza la fede, da cui sono decaduti, diventano i più abili aiutanti  di Satana. Essi non riconoscono più il Padre e la sua creazione ma si inorgogliscono in folle superbia e credono e si vantano di costruire, con il proprio potere, un mondo più perfetto, e si mettono in bocca la più spaventosa parola che mai sia stata inventata e detta: -Dio è morto! – "Gli stessi rinnegati vogliono spogliare Me, Gesù, Figlio di Dio, della divinità e vorrebbero ridurmi a un semplice uomo, a un riformatore, anzi a un rivoluzionario. Una tale degradazione produce la più grande menzogna che mai sia stata pronunciata e scritta". Miei cari, in verità io vi dico, i progetti e le opere dei senza-Dio e dei rinnegati saranno distrutte davanti agli occhi di Dio, ma voi dovete sapere che il giudizio di Dio non sarà vicino e che i senza-Dio e i rinnegati, i falsi profeti preparano la loro propria catastrofe ancora prima della catastrofe. Già sapete voi che gli Angeli e i Martiri sono dalla parte mia; essi sono l'invisibile esercito che dai cieli combattono la battaglia assieme a coloro che nel mondo sono miei amici. Siate e rimanete anche voi fra questi".
Benedetto XVI al IV Convegno Ecclesiale Nazionale di Verona (19 ottobre 2006):"Dio rimane escluso dalla cultura e dalla vita pubblica, e la fede in Lui diventa difficile, anche perché viviamo in un mondo che si presenta quasi sempre come opera nostra, nel quale, per così dire, Dio non compare più direttamente, sembra divenire superfluo ed estraneo. In stretto rapporto con tutto questo, ha luogo una radicale riduzione dell'uomo, considerato un semplice prodotto della natura, come tale non realmente libero e di per sé suscettibile di essere trattato come ogni altro animale. Si ha così un capovolgimento del punto di partenza di questa cultura, che era una rivendicazione della centralità dell'uomo e della sua libertà. Nella medesima linea, l'etica viene ricondotta entro i confini del relativismo e dell'utilitarismo, con l'esclusione di ogni principio morale che sia valido e vincolante per se stesso. Non è difficile vedere come questo tipo di cultura rappresenti un taglio radicale e profondo non solo con il cristianesimo ma più in generale con le tradizioni religiose e morali dell'umanità: non sia quindi in grado di instaurare un vero dialogo con le altre culture, nelle quali la dimensione religiosa è fortemente presente, oltre a non poter rispondere alle domande fondamentali sul senso e sulla direzione della nostra vita. Perciò questa cultura è contrassegnata da una profonda carenza, ma anche da un grande e inutilmente nascosto bisogno di speranza". Su quest'ultimo autorevole giudizio si fonda il dono del presunto carisma della Regina dell'Amore per quelle piccole comunità creative  in continuità con la tradizione cattolica come è avvenuto nel IV e V secolo.

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