L'Immacolata

In Maria Immacolata, noi contempliamo il riflesso della Bellezza che salva il mondo: la bellezza e la bontà di Dio che risplendono sul volto di Cristo

Il mistero dell’Immacolata Concezione di Maria, che oggi solennemente celebriamo, ci ricorda due verità fondamentali della nostra fede: il peccato originale innanzitutto, e poi la vittoria su di esso della grazia di Cristo, vittoria che risplende in modo sublime in Maria Santissima e a cui anche la Chiesa, anche noi siamo chiamati.
L’esistenza di quello che la Chiesa chiama “peccato originale” o originale tendenza al male di ogni essere umano
è purtroppo di un’evidenza schiacciante, se solo guardiamo intorno a noi e prima di tutto con sincerità dentro di noi. L’esperienza del male è così consistente, da imporsi da sé e da suscitare in noi la domanda: da dove proviene? Specialmente per un credente, l’interrogativo è ancora più profondo: se Dio, che è Bontà assoluta, ha creato tutto, da dove viene il male? Le prime pagine della Bibbia (Gn 1-3) rispondono proprio a questa continua domanda fondamentale, che interpella ogni generazione umana, con il racconto della creazione e della caduta dei progenitori: da Dio viene solo il bene e ha creato tutto per l’esistenza, in particolare ha creato l’essere umano a propria immagine, intelligente e libero proprio perché senza libertà non è possibile amare com’è Dio Amore. Ma il libero arbitrio in esseri creati hanno il rischio anche del no. Dio non ha creato la morte, ma questa, ci ricorda il libro della Sapienza, è entrata nel mondo per invidia del diavolo (Sap 1,13-14; 2,23-24) il quale, ribellatosi a Dio, ha attirato nell’inganno anche gli uomini, inducendoli alla ribellione. E’ il dramma della libertà, che Dio accetta fino in fondo per amore, promettendo però che ci sarà un figlio di donna che schiaccerà la testa all’antico serpente (Gn 3,15), come abbiamo ascoltato nella prima lettura.
Ed ecco la Donna predestinata a diventare la madre del Redentore, del Dio che possiede un volto umano, di Colui che si è umiliato fino all’estremo per ricondurre noi alla nostra originaria dignità. Questa Donna, agli occhi di Dio, ha da sempre un volto e un nome: “piena di grazia” (Lc 1,28), come la chiamò l’Angelo visitandola a Nazareth. E’ la nuova Eva, sposa del nuovo Adamo, destinata ad essere madre di tutti i redenti. Maria rappresenta il nuovo Israele, che le Scritture dell’Antico Testamento  descrivono con il simbolo della sposa. E san Paolo riprende questo linguaggio nella lettera agli Efesini là dove parla del matrimonio e dice che “Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei, per renderla santa, purificandola con il lavacro dell’acqua mediante la parola, e per presentare a se stesso la Chiesa tutta gloriosa, senza macchia e senza ruga o alcunché di simile, ma santa e immacolata” (5,25-27). I Padri della Chiesa hanno sviluppato questa immagine e così la dottrina dell’Immacolata è nata prima in riferimento alla Chiesa vergine-madre, e successivamente a Maria.
La dottrina dell’Immacolata Concezione di Maria esprime la certezza di fede che le promesse di Dio si sono realizzate: che la sua alleanza non fallisce, ma ha prodotto una radice santa, da cui è germogliato il Frutto benedetto di tutto l’universo, Gesù, il Salvatore. L’Immacolata sta a dimostrare che la Grazia è capace di suscitare una risposta, che la fedeltà di Dio sa generare una fede vera e buona anche con un lungo cammino.

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