Domenica IV di Pasqua

L’icona più bella che, sin dai primi secoli della Chiesa, hanno raffigurato la presenza e l’azione del Crocefisso Risorto in essa è quella del Buon Pastore

La liturgia della IV Domenica di Pasqua ci presenta una delle icone più belle che, sin dai primi secoli della Chiesa, hanno raffigurato in essa la presenza e l’azione sacramentale del Signore crocefisso risorto: quella del Buon Pastore.
Il Vangelo di san Giovanni, al capitolo decimo, ci descrive i tratti peculiari del rapporto tra Cristo Pastore e il suo gregge,
noi, un rapporto talmente stretto che nessuno potrà mai rapire le pecore dalla sua mano. Esse, infatti, sono unite a Lui da un vincolo d’amore e di reciproca conoscenza, che garantisce loro il dono incommensurabile della vita veramente vita, che dura eternamente con ogni bene senza più alcun male. Nello stesso tempo, l’atteggiamento del gregge verso il buon Pastore, Crocefisso Risorto, è presentato dall’Evangelista con due verbi specifici che indicano la responsabilità di ogni persona: ascoltare e seguire cioè congiungere all’udire l’ubbidire liberamente, per amore. Questi termini designano le caratteristiche fondamentali di coloro che vivono volendo verità e amore cioè liberamente  la sequela del Signore. Innanzitutto l’ascolto della sua Parola, dal quale nasce e si alimenta la fede. Solo chi è attento alla voce del Signore è in grado di valutare nella propria coscienza le giuste decisioni per agire secondo Dio cioè secondo verità e amore cioè liberamente. Dall’ascolto deriva, quindi, il seguire Gesù: si agisce da discepoli dopo aver ascoltato e accolto interiormente gli insegnamenti del Vangelo, lasciandosi assimilare a Lui per viverli quotidianamente.
In questa domenica viene dunque spontaneo ricordare a Dio chi agisce nella persona del Buon Pastore cioè i pastori della Chiesa per il sacramento dell’Ordine, e coloro che si stanno formando in Seminario per diventare Pastori o che in questo tempo pasquale vengono ordinati. Dobbiamo pregare per i Vescovi – compreso il Vescovo di Roma, Papa Francesco e il nostro Vescovo, monsignor Giuseppe Zenti -, per i parroci, il nostro parroco don Franco, per tutti coloro che hanno responsabilità nella guida del gregge di Cristo, affinché siano fedeli e saggi nel compiere il loro ministero. In particolare, preghiamo per le Vocazioni, affinché non manchino mai validi pastori nella messe del Signore. Il Venerabile Pio XII istituì profeticamente la Pontificia Opera per le vocazioni sacerdotali, prevedendo l’attuale crisi. La profetica intuizione si fondava sulla convinzione che le vocazioni crescono e maturano nelle Chiese particolari, nelle parrocchie, facilitate da contesti familiari sani e irrobustiti da spirito di fede, di carità e di pietà. Provvidenziali sono anche i movimenti giovanili con espressioni pubbliche di fede e di carità perché la voce del Signore non venga sommersa in mezzo a tante altre voci. Anche nel nostro mondo tecnologico, nella attuale guerra alla religione c’è sempre bisogno di Dio, del Dio che possiede un volto umano di buon Pastore e quindi di Pastori che annunciano la sua Parola, la Sua presenza eucaristica di Crocefisso Risorto, l’incontro nei sacramenti, nel Sacramento della Riconciliazione, della Confessione in particolare. Alla Vergine Maria, madre di ogni vocazione perché con la sua intercessione susciti e maturi sacerdoti secondo il suo cuore.

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