Preghiera 53

Martedì 14  ottobre 2014

La nostra madre Chiesa ci dà la capacità di difenderci dalla presenza e dall’azione di Satana nel mondo.   San Michele, gli Angeli invocati ci difendono                                

Canti per la Liturgia eucaristica di san Michele, san Gabriele, san Raffaele:
- Inizio: 222 lodate Dio
- Comunione: 343 Sei tu Signore
- Alla fine, per l’esposizione: 196 Inni e canti 
Omelia

La Chiesa è soprannaturalmente madre per il Figlio di Dio che ha assunto un volto umano nel grembo verginale di Maria, sua madre. La maternità di Maria è certamente unica, singolare, e si è compiuta nella pienezza dei tempi, proprio quando diede alla luce il Figlio di Dio, concepito per opera
dello Spirito Santo. In lei, immacolata cioè concepita senza peccato, nulla ha potuto il Principe di questo mondo e anche la Chiesa è originariamente e perennemente immacolata pur fatta anche di peccatori.
La maternità della Chiesa si pone proprio in continuità con quella di Maria, come un suo prolungamento nella storia per tutti coloro che con l’evangelizzazione continua ne prendono coscienza e con la preghiera filiale l’accolgono, come noi questa sera qui convenuti per la preghiera di liberazione, guarigione, consolazione. La Chiesa, nella fecondità dello Spirito Santo con il dono della Parola di Dio e dell’azione sacramentale del Risorto, continua a generare, far crescere, difendere nuovi figli nel Figlio risorto, che sono il suo corpo visibile, docili al suo disegno di amore che giunge al perdono. La nascita di Gesù nel grembo di Maria, Lui l’unigenito del Padre, è il primogenito di tutti noi, di una moltitudine di fratelli (Rm 8,29). Il nostro primo fratello Gesù è nato da Maria e tutti noi siamo nati nella Chiesa originariamente immacolata, siamo il corpo visibile di Lui risorto, siamo la continuità della sua incarnazione, della presenza di Dio che possiede un volto umano, che ci ama sino alla fine, l’umanità nel suo insieme e ciascuno in particolare, che non ci abbandona nella tentazione, ci libera dal Maligno. Comprendiamo allora, come la relazione che unisce Maria, donna eucaristica, e la Chiesa, generata in continuità dalla presenza eucaristica del Crocefisso risorto sia quanto mai profonda: memorizzando Maria vediamo il volto più bello e tenero della Chiesa; guardando alla Chiesa, al “noi”  fraterno cui apparteniamo e con cui conveniamo soprattutto con la Messa di ogni Domenica, con il noi mensile della preghiera sacramentale di liberazione, come in questo momento di preghiera insieme quindi di preghiera del cuore, percepiamo la tenerezza di Maria. Noi cristiani non siamo mai soli se consapevoli della famiglia soprannaturale cui apparteniamo e nella preghiera insieme quindi del cuore viviamo: la Chiesa e quando consapevoli nella preghiera l’accogliamo, Maria è nostra Madre. Come mamma premurosa ci fa giungere la paternità universale di Dio e da lui abbracciarci con la sua Provvidenza, ci fa crescere nella fede, nella speranza, in quell’amore che viene da Dio cioè nella carità, ci difende dal Male, dal Maligno. La Chiesa ci ha partorito come figli nel Figlio fin dal Battesimo, ricrea ciò che il peccato ha ucciso o rovinato nel Battesimo di lacrime che è la Confessione possibilmente mensile. Consapevole del tesoro prezioso del Dio che possiede un volto umano presente in lei e attraverso di lei non lo trattiene per sé, lo offre generosamente a tutti, come fa una mamma. In questo servizio di annuncio, di evangelizzazione si manifesta in modo peculiare la maternità della Chiesa, impegnata come una madre, ad offrire ai suoi figli il nutrimento spirituale che alimenta e fa fruttificare la vita cristiana. Tutti, pertanto, siamo chiamati ad accogliere con mente e cuore aperto   Dio che possiede un volto umano che ci dona, attraverso la testimonianza biblica, la Sua Parola, si fa realmente, corporalmente, sostanzialmente presente nell’Eucaristia,  agisce nei sacramenti, nei sacramentali e attraverso il ministero dei suoi sacerdoti, attraverso la comunità sacerdotale dei fedeli. La Chiesa cioè il convenire dei suoi figli nella preghiera ci fa attraversare con coraggio e speranza i momenti di oscurità e i sentieri più tortuosi, ci fa vivere un’esistenza feconda di gioia e di pace anche nelle tribolazioni. La Chiesa ha il coraggio di una madre che sa difendere i propri figli dai pericoli che derivano dalla presenza continua di Satana nel mondo perché nell’azione ordinaria cioè nella tentazione non soccombiamo e nell’azione straordinaria del Principe di questo mondo: possessioni, ossessioni, vessazioni, ci libera.
 Questa difesa consiste anche nell’esortare alla vigilanza: vigilare contro l’inganno e la seduzione del Maligno. Perché se anche Dio che possiede un volto umano cioè Gesù Cristo ha vinto e Risorto, presente sacramentalmente, vince Satana, questi, fino al compimento della storia, torna sempre con la sua azione ordinaria, giornaliera delle tentazioni e con l’azione straordinaria; noi lo sappiamo, tutti noi siamo tentati ed esposti all’azione straordinaria, soprattutto i santi, i buoni. Satana viene “come leone ruggente” (1 Pt 5,8), dice l’apostolo Pietro, e sta a noi non essere ingenui, ma vigilare e resistere saldi nella fede nella presenza del Risorto e non lasciarci rubare la speranza nelle difficoltà, nelle prove, nelle malattie.
Certo la Chiesa che tutti amiamo, la Chiesa cioè Cristo che io amo, puntando a non anteporre niente, nessuno e nemmeno me stesso a Lui, non sono soltanto i preti, o i vescovi, o il papa, no, siamo tutti gerarchicamente strutturati. Siamo e restiamo sempre figli, ma anche con la paternità e la maternità verso altri cristiani: la nostra fede si rafforza donandola. Tutti i battezzati, uomini e donne, insieme siamo Chiesa e quando preghiamo liturgicamente insieme, avviene la preghiera del cuore, lo spirito materno nei confronti dei nostri fratelli, con la capacità sincera di accogliere, di perdonare, di dare fiducia e speranza. E questo ci impedisce di soccombere nell’azione ordinaria del demonio e ci offre la liberazione dall’azione straordinaria. 

 San Michele, l’angelo più vicino a Dio,  difendici
Lunedì 29 settembre abbiamo celebrato la festa dei Santi Arcangeli: Michele, Gabriele, Raffaele. San Michele Arcangelo, il comandante della milizia celeste, il capo delle schiere angeliche fedeli a Dio Onnipotente, il vincitore della battaglia primordiale contro Lucifero e i suoi seguaci, raccontata nel capitolo XII dell’Apocalisse, è sempre stato molto venerato e invocato dal popolo cristiano, sia in Oriente che in Occidente.
Nel Messale Romano il suo nome è citato due volte nel Confiteor e nel rito di benedizione dell’incenso, mentre in tempi più recenti, Papa Leone XIII inserì, dopo aver ricevuto una spaventosa visione della Chiesa, una speciale preghiera a san Michele dopo l’ultimo Vangelo che si diceva alla fine di ogni Messa non cantata. Leone XIII stabilì un rito esorcistico in cui, nella prima parte, viene invocato come “ Principe gloriosissimo delle milizie celesti”, come “custode e patrono della Santa Chiesa, affinché venga in difesa dei Cristiani contro il demonio e che ora preghiamo nella nuova forma che il nuovo Rito degli esorcismi propone per i fedeli e che tutti possiamo usare:
San Michele Arcangelo, difendici nella lotta, 
sii nostro presidio contro le malvagità e le insidie del demonio.
Capo supremo delle milizie celesti,
fa sprofondare nell’inferno, con la forza di Dio,
Satana e gli altri spiriti maligni
che vagano nel mondo
Per la perdizione delle anime.
Amen
Nell’Apocalisse il demoniaco è nominato demonio, colui che divide, satana, colui che spinge all’odio, serpente antico, colui che oscura la coscienza, dragone, colui che punta a distruggere la creazione.
La costante protezione di san Michele sulla Chiesa venne inoltre ravvivata anche attraverso alcune apparizioni, risalenti principalmente al primo millennio della Cristianità. Le più importanti, fra queste manifestazioni straordinarie, avvennero certamente sul Gargano, in Puglia, nel periodo che andò dal 490 al 493 quando, secondo la Tradizione, egli richiese di essere onorato e invocato all’interno di una grotta ipogea dove venne poi ritrovato un altare non consacrato da mani umane.
L’altra famosa apparizione dell’Arcangelo risale all’epoca del pontificato di San Gregorio Magno (590 – 604). In tale occasione il grande Papa, mentre infuriava una pestilenza, vide il Principe della Milizia Celeste sul tetto del mausoleo dell’imperatore Adriano, nell’atto di infoderare la sua spada fiammeggiante. L’evento fu interpretato come il segno di una speciale protezione e difatti, il contagio prontamente rientrò. Da quel momento quindi il mausoleo fu nominato e così viene indicato anche oggi, Castel Sant’Angelo.
Santa Madre di Dio        prega per noi (per me)
                 San Miche                        prega per noi (per me)
                 San Gabriele                    prega per noi (per me)
Nella tua misericordia                    Liberaci (liberami) Signore
Da ogni male                                    Liberaci (liberami) Signore
Dalle insidie del diavolo                 Liberaci (liberami) Signore)
Dio del cielo e della terra, Dio degli angeli e degli arcangeli. Tu sei il creatore di tutte le cose visibili e invisibili, e il tuo regno non avrà mai fine. Umilmente ci rivolgiamo alla tua maestà gloriosa: liberaci da ogni potere, inganno e perversità degli spiriti infernali, e conservaci incolumi da ogni male. Per Cristo nostro Signore. Amen

368 1. Tu sei la mia vita, altro io non ho. Tu sei la mia strada, la mia verità. Nella tua parola io camminerò finché avrò respiro, fino a quando tu vorrai.  Non avrò paura, sai, se tu sei con me: io ti prego, resta con me!
2. Credo in te, Signore, nato da Maria: Figlio eterno e santo, uomo come noi. Morto per amore, vivo in mezzo a noi: una cosa sola con il Padre e con i tuoi, fino a quando – io lo so – tu ritornerai per aprirci il regno di Dio.
3. Tu sei la mia forza: altro io non ho. Tu sei la mia pace, la mia libertà. Niente nella vita ci separerà: so che la tua mano forte non mi lascerà. So che da ogni parte tu mi libererai e nel tuo perdono vivrò.
4. Padre della vita, noi crediamo in te. Figlio Salvatore, noi speriamo in te. Spirito d’Amore, vieni in mezzo a noi: tu da mille strade ci raduni in unità e per mille strade, poi, dove tu vorrai, noi saremo il seme di Dio.

Papa Francesco in un’omelia a Santa Marta nella festa dei santi arcangeli Michele, Gabriele, Raffaele: “Gli angeli ci difendono, lottano contro il Diavolo per far vincere ogni uomo che Dio ama fino al perdono”. Questa battaglia ordinaria del Demonio “è una realtà quotidiana. Se non si lotta, saremo sconfitti”. “Satana è nemico dell’uomo ed è astuto perché presenta le cose come se fossero buone, ma la sua intenzione è distruggerlo, magari con motivazioni umanistiche”. Nel giorno in cui anche a Santa Marta il Papa celebrava la festa dei santi Arcangeli Michele, Gabriele, Raffaele ha detto: “gli angeli, invocati nella preghiera, ci difendono”. “La Chiesa – ha sottolineato il Pontefice – onora, prega gli angeli perché sono nella gloria cioè nell’amore di Dio, difendono il gran mistero nascosto di Dio: il Verbo venuto nella carne”, il Dio che possiede un volto umano, che ci ha amato sino alla fine e risorto è presente e opera nella Chiesa e attraverso la Chiesa nei sacramenti e nei sacramentali come la preghiera di questo momento. ”Compito di  tutto il popolo di Dio – ha aggiunto – è custodire in  sé l’uomo: l’uomo Gesù presente ecclesialmente risorto, custodirlo perché è l’uomo che dà continuamente vita a tutta l’umanità”. Secondo Papa Bergoglio, invece, “nei suoi progetti di distruzione, Satana inventa spiegazioni “umanistiche” che vanno però propriamente contro l’uomo, contro l’umanità e quindi contro Dio. La lotta è una realtà quotidiana, nella vita cristiana: nel nostro cuore, nella nostra vita, nella nostra famiglia, nel nostro popolo, nelle nostre chiese. Se non si lotta, se non ravviviamo la consapevolezza, saremo sconfitti”.
Il Pontefice ha fondato la sua attualizzazione della Parola di Dio cioè di Dio che ci dona la sua Parola che in questo momento riviviamo, sulle Letture bibliche con cui anche noi questa sera abbiamo celebrato, Letture che ci fanno rivivere la visione della gloria cioè dell’amore di Dio narrata dal profeta Daniele con il Figlio dell’uomo cioè con il Dio che possiede un volto umano, Gesù Cristo, davanti al Padre; la lotta dell’Arcangelo Michele e i suoi angeli contro “il grande drago, il serpente antico, colui che è chiamato diavolo” e “seduce tutta la terra abitata” ma viene battuto, come afferma l’Apocalisse; e il vangelo in cui Cristo dice a Natanaele: “Vedrete il cielo cioè la zona di Dio aperta e gli angeli salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo”. Ecco che Papa Francesco si è soffermato sul fatto che la lotta del Demonio con l’uomo è “lotta fra il demonio e Dio”: “Ma questa lotta avviene dopo che Satana cerca di distruggere la donna (Maria, la Chiesa)  che sta per partorire il Figlio (concepito verginalmente in Maria, i figli nel Figlio concepiti sacramentalmente con il Battesimo nella Chiesa). Satana sempre cerca di distruggere l’uomo, l’umano: quell’uomo che Daniele vedeva lì, in gloria cioè che Dio ama, e che Gesù diceva a Natanaele che sarebbe venuto in gloria, da risorto. Dall’inizio della Bibbia Dio ci parla di questo: di questa seduzione per distruggere, di Satana. Magari per invidia. Noi leggiamo nel salmo 8: “Tu hai fatto l’uomo superiore agli angeli (chiamati a servirlo), e quell’intelligenza tanto grande dell’angelo rischiava nella sua libertà di non accettare di portare sulle spalle questa umiliazione, che una creatura inferiore fosse fatta superiore; e cercava di distruggerla”.
Il Diavolo, quindi, prova a distruggere l’umanità: “Tanti progetti, tranne i peccati propri, ma tanti, tanti progetti di disumanizzazione dell’uomo, sono opera di lui, semplicemente perché odia l’uomo che Dio ama. E’ astuto: lo dice la prima pagina della Genesi; è astuto. Presenta le cose come se fossero buone. Ma la sua intenzione è la distruzione. E gli angeli, invocati nella preghiera, ci difendono. Difendono l’uomo e difendono l’Uomo – Dio, Dio che possiede un volto umano, Gesù Cristo che è la perfezione dell’umanità, il più perfetto. Per questo la Chiesa onora gli angeli, perché sono quelli che saranno nella gloria di Dio – perché difendono il gran mistero nascosto di Dio cioè che il Verbo è venuto in carne”.
Il Papa ha poi precisato che “il compito del popolo di Dio è custodire in sé l’uomo: il Dio che possiede un volto umano, l’uomo Gesù” perché “è l’uomo Gesù, morto, risorto e sacramentalmente presente che dà vita filiale e quindi fraterna  a tutti gli uomini”. Invece, nei suoi progetti di distruzione, il Demonio crea “spiegazioni umanistiche che vanno propriamente contro l’uomo, contro l’umanità e quindi contro Dio”.
Questa “lotta è (raramente una realtà straordinaria” ma soprattutto) una realtà ordinaria, quotidiana, nella vita cristiana: nel nostro cuore, nella nostra vita, nella nostra famiglia, nel nostro popolo, nelle nostre chiese ….Se non si lotta, se non se ne ha coscienza di dover lottare ogni giorno, saremo sconfitti. Ma il Signore ha dato questo mestiere principalmente agli angeli: di lottare e vincere. E il canto finale dell’Apocalisse, dopo questa lotta, è tanto bello: “Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il Regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo, perché è stato precipitato l’accusatore dei nostri fratelli, colui che li accusava davanti al nostro Dio giorno e notte”.  Non lasciamoci mai rubare la speranza!

238. 1. C’è una terra silenziosa dove ognuno vuol tornare …una terra e un dolce volto con due segni di violenza; sguardo intenso e premuroso, che ti chiede di affidare la tua vita e il tuo mondo in mano a lei. R) Madonna, Madonna Nera, è dolce esser tuo figlio! Oh, lascia, Madonna Nera, ch’io viva vicino a te!
2. Lei ti calma e rasserena, lei ti libera dal male, perché sempre ha un cuore grande per ciascuno dei suoi figli; lei t’illumina il cammino se le offri un po’ d’amore, se ogni giorno parlerai a lei così: R) Madonna …

  Venire processionalmente. Incominciando da quelli in fondo alla Chiesa, per l’Unzione con l’olio benedetto ed esorcizzato: è il sacramentale cioè l’essere, anche questa sera, raggiunti, toccati, attraverso il segno materiale, dalla presenza invisibile del Risorto mentre abbiamo presenti quelle speranze di liberazione, di guarigione, di consolazione per cui siamo qui convenuti in preghiera con sempre, però, all’orizzonte la grande speranza, la grande e sicura meta che giustifica anche la fatica del vivere, del cammino. Attendendo seduti possiamo ritornare, attraverso i fogli, in qualche punto che lo Spirito Santo ci ha fatto particolarmente sentire, comprendere, gustare e a cui convertirci in rapporto al vissuto personale, coniugale, verginale, comunitario, parrocchiale, sociale e quindi cantare o ascoltare il canto come preghiera.

(67) O Gesù ti adoro, ostia candida, sotto un vel di pane, nutri l’anima, solo in Te il mio cuore si abbandonerà. Perché tutto è vano se contemplo Te.
  Ora guardo l’Ostia, che si cela a me, ardo dalla sete di vedere Te: quando questa carne si dissolverà, il tuo viso luce, si disvelerà. Amen.

  Preghiamo. Dio che possiedi un volto umano, risorto sei qui eucaristiocamente presente dinnanzi a noi e ci benedici, per intercessione dell’arcangelo san Michele e di tutti gli angeli liberaci da ogni potere, inganno e perversità degli spiriti infernali, e conservaci incolumi da ogni male. Per Cristo nostro Signore.

Amen

Dio sia benedetto …

  Ed ora il sacramentale dell’acqua benedetta ed esorcizzata

  Preghiamo. Signore Dio onnipotente fonte e origine della vita dell’anima e del corpo, benedici + quest’acqua e fa che ce ne serviamo con fede per implorare il perdono dei nostri peccati e la grazia di essere sorretti in ogni infermità e difesi da ogni insidia del nemico. La tua misericordia, o Padre, faccia scaturire per noi l’acqua viva della salvezza, perché possiamo accostarci a Te, con cuore puro e fuggire ogni pericolo dell’anima e del corpo. Per Cristo nostro Signore.

Amen

Prossimo incontro martedì 11 novembre

251 Mira il tuo popolo

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