Papa Francesco e il principe di questo mondo

C’è l’azione ordinaria e straordinaria del Maligno. L’azione straordinaria che avviene attraverso il tormento dei corpi, pur essendo una realtà sconvolgente e drammatica e che necessita il ministero dell’esorcista, non è l’attività primaria dell’azione demoniaca. L’attività più subdola, deleteria e devastante è altra. Le possessioni, che oltretutto sono rare, le vessazioni, le ossessioni sono la punta di un immenso iceberg. E’ della massa sommersa dell’iceberg che dobbiamo anche preoccuparci. E Papa Francesco nelle sue omelie a Santa Marta ce ne offre una panoramica

15 aprile 2013: 
“Stefano, il primo martire della Chiesa, è una vittima della calunnia. E la calunnia è peggio di un peccato: la calunnia è un’espressione diretta di Satana. La lettura degli Atti degli Apostoli  presenta Stefano, uno dei diaconi nominati dai discepoli, che viene trascinato davanti al Sinedrio per via della sua testimonianza del Vangelo, accompagnata da segni straordinari. E davanti al Sinedrio – si legge nel testo – compaiono ad accusare Stefano “falsi testimoni”. Poiché “non andava bene la lotta pulita, la lotta tra
uomini buoni”, i nemici di Stefano hanno imboccato “la strada della lotta sporca: la calunnia”. 
Noi tutti siamo peccatori: tutti. Abbiamo peccati. Ma la calunnia è un’altra cosa. E’ un peccato, sicuro, ma è un’altra cosa. La calunnia vuole distruggere l’opera di Dio; la calunnia  nasce da una cosa molto cattiva: nasce dall’odio. E chi fa l’odio è Satana. La calunnia utilizza la menzogna per andare avanti. E non dubitiamo: dove c’è calunnia c’è Satana, proprio lui”.

30 aprile 2013
“Si può custodire la Chiesa, si può curare la Chiesa e noi dobbiamo farlo con il nostro lavoro, ma più importante è quello che fa il Signore: è l’Unico che può guardare in faccia il Maligno e vincerlo. Viene il “principe di questo mondo, contro di me non può nulla: se vogliamo che il principe di questo mondo non prenda la Chiesa nelle sue mani, dobbiamo affidarla all’Unico che può vincere il principe di questo mondo. E qui la domanda? Noi preghiamo per la Chiesa, ma per tutta la Chiesa? Per i nostri fratelli che non conosciamo, dappertutto nel mondo? E’ la Chiesa del Signore e noi nella nostra preghiera diciamo al Signore: Signore, guarda la tua Chiesa. La tua Chiesa sono i nostri fratelli. Questa è una preghiera che noi dobbiamo fare dal cuore, sempre di più”.

4 maggio 2013
“La strada dei cristiani è la strada di Gesù. Se noi vogliamo essere seguaci di Gesù, non c’è altra strada: quella che Lui ha segnato. E una delle conseguenze di questo è l’odio, è l’odio del mondo, e anche del principe di questo mondo. E l’origine dell’odio è questa: siamo salvati. E quel principe  che non vuole, che non vuole che noi siamo salvati, odia…Con il principe di questo mondo non si può dialogare: questo sia chiaro! Oggi il dialogo è necessario fra noi, è necessario per la pace. Il dialogo è un’abitudine, è proprio un atteggiamento che noi dobbiamo avere tra noi per sentirci, capirci…ma quello deve mantenere sempre. Il dialogo nasce dalla carità, dall’amore. Ma con quel principe non si può dialogare: soltanto rispondere con la Parola di Dio che ci difende, perché il mondo ci odia. E come ha fatto con Gesù, farà con noi. “Ma guarda, fai questo, una piccola truffa… non c’è niente, è piccola …”, e incomincia a portarci su una strada un po’ non giusta. Questa è una pia bugia: “Fallo, fallo, fallo: non c’è problema”, e incomincia da poco, sempre, no? E: “Ma …  tu sei bravo, tu sei bravo: puoi farlo”. E’ lusinghiero, e con le lusingue ci ammorbidisce. Fa così. E poi noi cadiamo nella trappola”.

28 maggio 2013
“Il cristiano segue Gesù per amore, l’invidia del Diavolo fa tante cose”.

1 giugno 2013
“Il problema che scandalizzava questa gente era quello che i demoni gridavano a Gesù: “Tu sei il Figlio di Dio, Tu sei il Santo!”. Questo “è il centro”, questa scandalizza di Gesù: “Lui è Dio che si è incarnato, che possiede un volto umano, che ama l’umanità nel suo insieme e ciascuno in particolare”. Anche a noi ci tendono trappole nella vita”, ma ciò che scandalizza della Chiesa è il mistero dell’Incarnazione del Verbo”. E “questo non si tollera, questo il demonio non lo tollera”…chiediamo la saggezza di non lasciarci intrappolare dallo spirito del mondo, che sempre ci farà proposte educate, proposte civili, proposte buone ma dietro a quelle c’è proprio la negazione del fatto che il Verbo è venuto nella carne, dell’incarnazione del Verbo, di Dio che possiede un volto umano. Che alla fine è quello che scandalizza quelli che perseguitano Gesù, è quello che distrugge l’opera del diavolo”.

2 settembre 2013
“L’apostolo Giovanni, nella Prima Lettera, capitolo III, versetto 15, ci dice questo: “Quello che odia nel suo cuore suo fratello, è un omicida”. Noi siamo abituati alle chiacchere, ai pettegolezzi. Ma quante volte le nostre comunità, anche la nostra famiglia, sono un inferno dove si gestisce questa criminalità (satanica) di uccidere il fratello e la sorella con la lingua!”. “Una comunità, una famiglia viene distrutta per questa invidia, che semina il diavolo nel cuore e fa che uno parli male dell’altro, e così si distrugga”.

3 settembre 2013
La luce di Gesù “non fa spettacolo, è una luce che viene nel cuore”. Tuttavia “è vero che il diavolo tante volte viene travisato da angelo di luce: a lui piace imitare Gesù e si fa buono. Ci parla tranquillamente, come ha parlato a Gesù dopo il digiuno nel deserto”. Ecco perché dobbiamo chiedere al Signore “la saggezza del discernimento per conoscere quando è Gesù che ci dà la luce e quando è proprio il demonio, travestito da angelo di luce”: “Quanti credono di vivere nella luce e sono nelle tenebre, ma non se ne accorgono. Come è la luce che ci offre Gesù? La luce di Gesù possiamo conoscerla, perché è una luce umile, non è una luce che si impone: è umile. E’ una luce mite, con la fortezza della mitezza. E’ una luce che parla al cuore ed è anche una luce che ti offre la Croce. Se noi nella nostra luce interiore siamo uomini miti, sentiamo la voce di Gesù nel cuore e guardiamo senza paura la Croce: quella è la luce di Gesù” Ma se invece, viene una luce che ti “rende orgoglioso”, una luce che “ti porta a guardare gli altri dall’alto”, a disprezzare gli altri, “alla superbia, quella non è la luce di Gesù: è la luce del diavolo, travestito da Gesù, da angelo di luce”. E il modo di distinguere la vera luce da quella falsa è questo: “Sempre dove è Gesù c’è umiltà, mitezza, amore e Croce”. Mai “troveremo un Gesù che non sia umile, mite, senza amore e senza Croce”. Dobbiamo allora andare dietro di Lui, “senza paura”, seguire la sua luce perché la luce di Gesù “è bella e fa tanto bene”. Nel Vangelo odierno Gesù scaccia il demonio e la gente è presa da timore di fronte ad una parola che scaccia gli spiriti impuri: “Gesù non ha bisogno di un esercito per scacciare via i demoni, non ha bisogno della superbia, non ha bisogno della forza, dell’orgoglio. “Che parola è mai questa che comanda con autorità e potenza agli spiriti impuri ed essi se ne vanno?” Questa è una parola umile, mite, con tanto amore; è una parola che ci accompagna nei momenti di Croce. Chiediamo al Signore che ci dia oggi la grazia della sua luce e ci insegni a distinguere quando la luce è da Lui e quando è una luce artificiale, fatta dal nemico, per ingannarci”. 

20 settembre 2013
“Nessuno può salvarsi con il denaro!” Tuttavia “il diavolo prende sempre questa strada di tentazioni: la ricchezza, per sentirti sufficiente; la vanità, per sentirti importante; e, alla fine, l’orgoglio, la superbia: è proprio il suo linguaggio la superbia”: Ma, Padre, io leggo i Dieci comandamenti e nessuno parla male del denaro. Contro che comandamento si pecca quando uno fa un’azione solo per il denaro?” “Contro il primo! Pecchi di idolatria! Ecco il perché: perché il denaro diventa idolo e tu dai culto!” E per questo Gesù ci dice: “non si può servire all’idolo denaro e al Dio vivente:  o uno o l’altro”. I primi Padri della Chiesa – parlo del Terzo secolo, più o, meno anno 200, anno 300 – dicevano una parola forte: “Il denaro è lo sterco del diavolo”. E’ così, perché si fa idolatri e ammala la nostra mente con l’orgoglio e ci fa maniaci di questioni oziose e ci allontana dalla fede, corrompe”.

11 ottobre 2013
Gesù scaccia i demoni e qualcuno comincia a dare spiegazioni “per diminuire la forza del Signore”. Sempre c’è la tentazione di voler sminuire la figura di Gesù come fosse “al massimo un guaritore”, da non prendere “tanto sul serio”. Un atteggiamento che è “arrivato ai nostri giorni”: “Ci sono alcuni preti che quando leggono questo brano del Vangelo, questo e altri, dicono: “Ma, Gesù ha guarito una persona da una malattia psichica”. Non leggono questo qui, no? E’ vero che in quel tempo si poteva confondere un’epilessia con la possessione del demonio; ma è anche vero che c’era il demonio! E noi non abbiamo diritto di fare tanto semplice la cosa, come per dire: “Tutti questi non erano indemoniati; erano malati psichici”. No! La presenza del demonio è nella prima pagina della Bibbia e la Bibbia finisce anche con la presenza del demonio, con la vittoria di Dio sul demonio”. Per questo “non dobbiamo essere ingenui”. Il Signore ci dà alcuni criteri per “discernere” la presenza del male e per andare sulla “strada cristiana quando ci sono le tentazioni”. Uno dei criteri è di “non seguire la vittoria di Gesù sul male” solo “a metà”. “O sei con me – dice il Signore – o sei contro di me”. Gesù è venuto a distruggere il demonio, “a darci la liberazione” dalla “schiavitù del diavolo su di noi”. E non si può dire che così “esageriamo”. “In questo punto non ci sono sfumature. C’è una lotta e una lotta dove si gioca la salute, la salute eterna, la salvezza eterna” di tutti noi. C’è il criterio della vigilanza. “Dobbiamo sempre vigilare, vigilare contro l’inganno. Contro la seduzione del maligno”. “ Noi possiamo farci la domanda: “Io vigilo su di me, sul mio cuore, sui miei sentimenti, sui miei pensieri? Custodisco il tesoro della grazia? Custodisco la presenza dello Spirito Santo in me? O lascio così, sicuro, credo che vada bene?” Ma se tu non custodisci, viene quello che è più forte di te. Ma se arriva uno più forte di lui e lo vince, gli strappa via le armi nelle quali confidava  e ne spartisce il bottino. La vigilanza! Ma, tre criteri. Non confondere la verità. Gesù lotta contro il diavolo: primo criterio. Secondo criterio: chi non è con Gesù, è contro Gesù. Non ci sono atteggiamenti a metà. Terzo criterio: la vigilanza sul nostro cuore, poiché il demonio è astuto. Mai è scacciato via per sempre! Soltanto l’ultimo giorno lo sarà”. Quando lo spirito impuro esce dall’uomo, “si aggira per luoghi deserti, cercando sollievo e non trovandone dice: “Ritornerò nella mia casa, da cui sono uscito”. E quando la trova “spazzata e adorna” allora va, “prende altri sette spiriti peggiori di lui, vengono e prendono dimora”. E. così, “l’ultima condizione di quell’uomo diventa peggiore della prima”. “La vigilanza, perché la strategia di lui è quella: “Tu ti sei fatto cristiano, vai avanti nella tua fede, io ti lascio, ti lascio tranquillo. Ma poi quando ti sei abituato e non fai tanta vigilanza e ti senti sicuro, io torno”. Il Vangelo di oggi incomincia con il demonio scacciato e finisce con il demonio che torna! San Pietro lo diceva: “E’ come un leone feroce, che gira intorno a noi”. E’ così. “Ma, Padre, lei è un po’ antico! Ci fa spaventare con queste cose…”. No, io no! E’ il Vangelo! E queste non sono bugie: è la Parola del Signore! Chiediamo al Signore la grazia di prendere sul serio queste cose. Lui è venuto a lottare per la nostra salvezza. Lui ha vinto il demonio! Per favore, non facciamo affari con il demonio! Lui cerca di tornare a casa, di prendere possesso di noi…Non relativizzare, vigilare! E sempre con Gesù!”.

8 novembre 2013
“Quando noi pensiamo ai nostri nemici, davvero pensiamo prima al demonio, perché è proprio quello che ci fa male. L’atmosfera, lo stile di vita piace tanto al demonio, è questa mondanità (satanica): vivere secondo i valori – fra virgolette – del mondo”.

12 novembre 2013
“Dio ha creato l’uomo per l’incorruttibilità” ma “per l’invidia del diavolo è entrata la morte nel mondo”. Un passo del Libro della Sapienza ci ricorda la nostra creazione. L’invidia del diavolo ha fatto sì che iniziasse questa guerra, “questa strada che finisce con la morte”. Quest’ultima “è entrata nel mondo e ne fanno esperienza coloro che gli appartengono”. E’ un’esperienza che tutti facciamo. “Tutti dobbiamo passare per la morte, ma una cosa è passare per questa esperienza con una appartenenza al diavolo e un’altra cosa è passare per questa esperienza dalla mano di Dio. E a me piace sentire questo: “Siamo nelle mani di Dio dall’inizio”. La Bibbia spiega la Creazione. Usando una immagine bella: Dio che, con le sue mani, ci fa dal fango, dalla terra a Sua immagine e somiglianza. Sono state le mani di Dio che ci hanno creato: il Dio artigiano. Come un artigiano  ci ha fatto. Queste mani del Signore…Le mani di Dio, che non ci hanno abbandonato”.

18 novembre 2013
Il Popolo di Dio preferisce allontanarsi dal Signore davanti a una proposta di mondanità (satanica). La Prima lettura, un passo del Libro die Maccabei, offre lo spunto per soffermarsi sulla “radice perversa, (satanica)” della mondanità. Le guide del popolo non vogliono più che Israele sia isolato dalle altre nazioni e così abbandonano le proprie tradizioni per andare a trattare con il re. Vanno a “negoziare” e sono entusiasti per questo. E’ come se dicessero “siamo progressisti, andiamo con il progresso dove va tutta la gente”. Si tratta dello “spirito del progressismo adolescente” che “crede che andare avanti in qualsiasi scelta è meglio che rimanere nelle abitudini della fedeltà”. Questa gente, dunque, negozia con il re “la fedeltà al Dio sempre fedele”. “Questo si chiama apostasia”, “adulterio”. Non stanno, infatti, negoziando alcuni valori, “negoziano proprio l’essenziale del suo essere: la fedeltà al Signore”. “E questa è una contraddizione: non negoziano i valori ma negoziano la fedeltà. E questo è proprio il frutto del demonio, del principe di questo mondo, che ci porta avanti con lo spirito di mondanità. E poi accadono le conseguenze. Hanno preso le abitudini dei pagani, poi un passo avanti: il re prescrisse in tutto il suo regno che tutti formassero un solo popolo e ciascuno abbandonasse le proprie usanze. Non è la bella globalizzazione dell’unità di tutte le nazioni, ognuna con le proprie usanze ma unite, ma è la globalizzazione dell’uniformità egemonica, è proprio il pensiero unico. E questo pensiero unico è frutto della mondanità” (satanica). E dopo questo, “i popoli si adeguarono agli ordini del re; accettarono anche il suo culto, sacrificarono agli idoli e profanarono il sabato”. Passo dopo passo, “si va avanti su questa strada”. E alla fine “il re innalzò sull’altare un abominio di devastazione”. “Ma, Padre, questo succede anche oggi? Sì. Perché lo spirito della mondanità (satanica) anche oggi c’è, anche oggi ci porta con questa voglia di essere progressisti nel pensiero unico. Se presso qualcuno veniva trovato il Libro dell’Alleanza e se qualcuno obbediva alla Legge, la sentenza del re lo condannava a morte: e questo l’abbiamo letto sui giornali, in questi mesi. Questa gente ha negoziato la fedeltà al suo Signore; questa gente, mossa dallo spirito satanico del mondo, ma negoziato la propria identità, ha negoziato l’appartenenza a un popolo, a un popolo che Dio ama tanto, Che Dio vuole popolo suo”. Il padrone del mondo , romanzo di inizio Novecento, si sofferma proprio su “quello spirito di mondanità che ci porta all’apostasia”. Oggi si pensa che “dobbiamo essere come tutti, con questo progressismo adolescente”. E poi, “segue la storia”: “le condanne a morte, i sacrifici umani”. “Ma voi pensate che oggi non si facciano, i sacrifici umani? Se ne fanno tanti! E ci sono leggi che li proteggono”. “Ma quello che ci consola è davanti a questo cammino che fa lo spirito del mondo, il principe di questo mondo, il cammino di infedeltà. Sempre rimane il Signore che non può rinnegare se stesso, il Fedele: Lui sempre ci aspetta, Lui ci ama tanto e Lui ci perdona quando noi, pentiti per qualche passo, per qualche piccolo passo in questo spirito di mondanità, andiamo da Lui, Il Dio fedele davanti al suo popolo che non è fedele. Con lo spirito di figli della Chiesa preghiamo il Signore perché con la sua bontà, con la sua fedeltà ci salvi da questo spirito mondano, (satanico) che negozia tutto; che ci protegga e ci faccia andare avanti, come ha fatto andare avanti il suo popolo nel deserto, potandolo per mano, come un papà porta il suo bambino. Alla mano del Signore andremo sicuri”.

28 novembre 2013
Nella lotta finale tra Dio e il Male c’è una grande insidia: “La tentazione universale”. La tentazione di cedere alle lusinghe di chi vorrebbe averla vinta su Dio, avendo la meglio su chi crede in Lui. Ma proprio chi crede ha un riferimento limpido cui guardare.  E’ la storia di Gesù, con le prove patite nel deserto e poi le “tante” sopportate nella sua vita pubblica, condite da “insulti” e “calunnie”, fino all’affronto estremo, la Croce, dove però il principe del mondo perde la sua battaglia davanti alla Risurrezione del Pri8ncipe della Pace. Nello sconvolgimento finale del mondo, descritto nel Vangelo, la posta in gioco è più alta del dramma rappresentato dalle calamità naturali: “Quando Gesù parla di questa calamità in un altro brano, ci dice che sarà una profanazione del tempio, una profanazione della fede, del popolo: sarà la abominazione, sarà la desolazione della abominazione. Cosa significa quello? Sarà il trionfo del principe di questo mondo: la sconfitta di Dio. Lui sembra che in quel momento finale di calamità, sembra che si impadronirà di questo mondo, sarà il padrone del mondo. Ecco il cuore della “prova finale”: la profanazione della fede. La “desola

10 gennaio2014
E questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede! La nostra fede può tutto! E’ vittoria! E questo sarebbe bello che lo ripetessimo, anche a noi, perché tante volte siamo cristiani sconfitti. Ma la Chiesa è piena di cristiani sconfitti, che non credo in questo, che la fede è vittoria; che non vivono questa fede, perché se non si vive questa fede, c’è la sconfitta e vince il mondo, il principe del mondo…La fede è confessare Dio, ma il Dio che si è rivelato a noi, dal tempo dei nostri padri fino ad ora; il Dio della storia. E questo è quello che noi recitiamo nel Credo. E una cosa è recitare il Credo dal cuore e un’altra come papagalli, no? Credo, credo in Dio, credo in Gesù Cristo, credo…IO redo in quello che dico? Questa confessione di fede è vera o io la dico un po’ a memoria, perché si deve dire? O credo a metà? Confessare la fede! Tutta, non una parte! Tutta! E questa fede custodirla tutta, come è arrivata a noi, per la strada della tradizione: tutta la fede! E come posso sapere se io confesso la fede? C’è un segno: chi confessa bene la fede, e tutta la fede, ha la capacità di adorare, adorare Dio”. “L’uomo e la donna che ha fede si affida a Dio: si affida! Paolo, in un momento buio della sua vita, diceva: “Io so bene a chi mi sono affidato”. A Dio! Al Signore Gesù! Affidarsi: e questo ci porta alla speranza. Così come la confessione della fede ci porta all’adorazione e alla lode di Dio, l’affidarsi a Dio ci porta ad un atteggiamento di speranza. Ci sono tanti cristiani con una speranza con troppa acqua, non forte: una speranza debole. Perché? Perché non hanno la forza e il coraggio  di affidarsi al Signore…E questa è la vittoria che ha vinto il mondo, il principe del mondo: la nostra fede!”

23 gennaio 2014
“La gelosia porta ad uccidere. L’invidia porta ad uccidere. E’ stata proprio questa porta, la porta dell’invidia, per la quale il diavolo è entrato nel mondo. La bibbia dice: “Per l’invidia del diavolo è entrato il male nel mondo”. La gelosia e l’invidia aprono le porte a tutte le cose cattive. Anche divide la comunità. Una comunità cristiana, quando soffre – alcuni dei suoi membri – di invidia, di gelosia, finisce divisa: uno contro l’altro. E’ un veleno forte questo. E’ un veleno che troviamo nella prima pagina della Bibbia con Caino”… La libertà cristiana e l’obbedienza cristiana sono docilità alla Parola di Dio, è avere quel coraggio di diventare otri nuovi, per questo vino nuovo che viene continuamente. Questo coraggio di discernere sempre: discernere, dico, non relativizzare. Discernere cosa fa lo Spirito nel mio cuore, dove mi porta lo Spirito nel mio cuore. E obbedire. Discernere e obbedire”.

6 febbraio 2014
“Santa Teresina di Gesù Bambino diceva che, nei suoi ultimi tempi, nella sua anima c’era una lotta e quando lei pensava al futuro, a quello che l’aspettava dopo la morte, incielo, sentiva come  una voce che diceva: “Ma no, non essere sciocca, ti aspetta il buio. Ti aspetta soltanto il buio del niente!”. Così dice. E’ la voce del diavolo, del demonio, che non voleva che lei sia affidasse a Dio”.

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