La Chiesa è apostolica e la nostar fede non è semplicemente religiosa ma teologica cioè apostolica


La fede cattolica non è semplicemente una fede religiosa, come da Kant in poi la cultura moderna ha voluto imporre, ma una fede teologica, apostolica perché la risurrezione di Cristo è un fatto avvenuto nella storia, di cui gli apostoli sono stati testimoni e non certo creatori. Essa non è  un semplice ritorno alla nostra vita terrena; è invece la più grande “mutazione” mai accaduta, il “salto” decisivo verso una dimensione di vita profondamente nuova, l’ingresso in un ordine decisamente diverso, che riguarda anzitutto Gesù di Nazareth, ma con Lui anche noi, tutta la famiglia umana, la storia e l’intero universo: per questo la risurrezione di Cristo è il centro della predicazione e della testimonianza apostolica, dall’inizio e fino alla fine dei tempi.

“Quando recitiamo il Credo diciamo “Credo la Chiesa unasanta, cattolica e apostolica”. Non so se avete mai riflettuto sul significato che ha l’espressione “la Chiesa è apostolica”. Forse qualche volta, venendo a Roma, avete pensato all’importanza degli Apostoli Pietro e Paolo che qui hanno donato la loro vita per portare e testimoniare il Vangelo.
Ma è di più. Professare che la Chiesa è apostolica significa sottolineare il legame costitutivo che essa ha con gli Apostoli, con quel piccolo gruppo di dodici uomini che Gesù un giorno chiamò asé, li chiamò per nome, perché rimanessero con Lui
e per mandarli a predicare (Mc 3,13-19). “Apostolo”, infatti, è una parola greca che vuol dire “mandato”, “inviato”. Un apostolo è una persona che è mandata, è inviata a fare qualcosa e gli Apostoli sono stati scelti, chiamati e inviati da Gesù, per continuare la sua opera, cioè pregare – è il primo lavoro di un apostolo – e, secondo, annunciare il Vangelo (non un dio qualsiasi, una fede religiosa, ma quel Dio che possiede un volto umano e che ci ha amati sino alla fine: ogni singolo e l’umanità nel suo insieme: questa è la fede teologica, apostolica). Questo è importante, perché quando pensiamo agli Apostoli potremmo pensare che sono andati soltanto ad annunciare il Vangelo, a fare tante opere. Ma nei primi tempi della Chiesa c’è stato un problema perché gli Apostoli dovevano fare tante cose e allora hanno costituito i diaconi, perché vi fosse per gli Apostoli più tempo per pregare e annunciare la Parola di Dio. Quando pensiamo ai successori degli Apostoli, i vescovi, compreso il papa poiché anch’egli è Vescovo, dobbiamo chiederci se questo successore degli Apostoli per prima cosa prega e poi se annuncia il vangelo: questo è essere Apostolo e per questo la Chiesa è apostolica. Tutti noi, se vogliamo essere apostoli come spigherò adesso, dobbiamo chiederci: io prego per la salvezza del mondo? Annuncio il Vangelo? Questa è la Chiesa apostolica! E’ un legame costitutivo che abbiamo con gli Apostoli (testimoni e non certo creatori dell’avvenimento storico della risurrezione che ha cambiato la storia del mondo).

Partendo proprio da questo vorrei sottolineare brevemente tre significati dell’aggettivo “apostolica” applicato alla Chiesa.

1.        La Chiesa è apostolica perché è fondata sulla predicazione e la preghiera degli Apostoli,sull’autorità (sacramentale) che è stata data loro da Cristo stesso (attraverso la quale Lui continua a farsi presente e ad operare). San Paolo scrive ai cristiani di Efeso: “Voi siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra d’angolo lo stesso Cristo Gesù” (2,19-20); paragona, cioè, i cristiani a pietre vive che formano un edificio che è la Chiesa, e questo edificio è fondato sugli Apostoli, come colonne, e la pietra che sorregge tutto è Gesù stesso. Senza Gesù non può esistere la Chiesa! Gesù è proprio la base della Chiesa, il fondamento! Gli Apostoli hanno vissuto con Gesù, hanno ascoltato le sue parole, hanno condiviso la sua vita, soprattutto sono stati testimoni della sua Morte e Risurrezione. La nostra fede, la Chiesa che Cristo ha voluto, non si fonda su un’idea.. Non si fonda su una filosofia, (su una religione nei puri limiti della ragione cioè solo su una fede religiosa come ce ne sono tante), si fonda su Cristo stesso. E la Chiesa è come una pianta che lungo i secoli è cresciuta, si è sviluppata, ha portato frutti, ma le sue radici sono ben piantate in Lui e l’esperienza fondamentale di Cristo che hanno avuto gli Apostoli, scelti e inviati da Gesù, giunge fino a noi. Da quella pianta piccolina ai nostri giorni: così la Chiesa è in tutto il mondo.
2.        Ma chiediamoci: come è possibile per noi collegarci con quella testimonianza, come può giungere fino a noi quello che hanno vissuto gli Apostoli con Gesù, quello che hanno ascoltato da Lui? Ecco il secondo significato del termine “apostolicità”. Il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma che la Chiesa è apostolica perché “custodisce e trasmette, con l’aiuto dello Spirito santo che abita in essa, l’insegnamento, il buon deposito, le sane parole udite dagli Apostoli” (n. 857). La Chiesa conserva lungo i secoli questo prezioso tesoro, che è la Sacra Scrittura, la dottrina, i Sacramenti, il ministero dei Pastori, così che possiamo essere fedeli a Cristo e partecipare alla sua stessa vita. E’ come un fiume che scorre nella storia, si sviluppa, irriga, ma l’acqua che scorre è sempre quella che parte dalla sorgente, e la sorgente Cristo stesso: Lui è il Risorto (presente), Lui è il Vivente, e le sue parole non passano, perché Lui non passa, Lui è vivo, Lui oggi è fra noi, Lui ci sente e noi parliamo con Lui ed Egli ci ascolta, è nel nostro cuore. Gesù è con noi, oggi! Questa è la bellezza della Chiesa: la presenza di Gesù Cristo fra noi. Pensiamo mai  a quanto è importante questo dono che Cristo ci ha fatto, il dono della Chiesa, dove lo possiamo incontrare? Pensiamo mai a come è proprio la Chiesanel suo cammino lungo questi secoli – nonostante le difficoltà, i problemi, le debolezze, i nostri peccati – che ci trasmette l’autentico messaggio di Cristo? Ci  dona la sicurezza che ciò in cui crediamo è realmente ciò che Cristo ci ha comunicato?
3.         L’ultimo pensiero: la Chiesa è apostolica perché è inviata a portare il vangelo a tutto il mondo. Continua nel cammino della storia la missione stessa che Gesù ha affidato agli Apostoli: “Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro ad osservare tutto ciò che vi ho comandatoEd ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28, 19-20). Questo è ciò che Gesù ci ha detto di fare! Insisto su questo aspetto della missionarietà, perché Cristo invita tutti ad “andare” incontro agli altri, ci invia, ci chiede di muoverci per portare la gioia del Vangelo! Ancora una volta chiediamoci: siamo missionari con la nostra parola, ma soprattutto con la nostra vita cristiana, con la nostra testimonianza? O siamo cristiani chiusi nel nostro cuore e nelle nostre chiese, cristiani di sacrestia? Cristiani solo a parole, ma che vivono da pagani? Dobbiamo farci queste domande, che non sono un rimprovero. Anch’io lo dico a me stesso: come sono cristiano, con la testimonianza davvero?
La Chiesa ha le sue  radici nell’insegnamento degli Apostoli, testimoni autentici di Cristo, ma guarda al futuro, ha la ferma coscienza di essere inviata – inviata da Gesù -, di essere missionaria, portando il nome di Gesù con la preghiera, l’annuncio e la testimonianza. Una Chiesa che si chiude in se stessa e nel passato, una Chiesa che guarda soltanto le piccole regole di abitudini, di atteggiamenti, è una Chiesa che tradisce la propria identità; una Chiesa chiusa tradisce la propria identità! Allora riscopriamo oggi tutta la bellezza e la responsabilità di essere Chiesa Apostolica! E ricordatevi: Chiesa apostolica perché preghiamo – primo compito  - perché annunciamo il vangelo con la nostra vita e con le nostre parole” (Papa Francesco, Udienza Generale, 16 ottobre 2013).

Papa Francesco lo aveva rilevato ad Assisi davanti ai giovani che la fede cattolica non è semplicemente la fede religiosa in un dio qualsiasi ma un Dio che possiede un volto umano e che ci ha amati sino alla fine: ogni singolo e l’umanità nel suo insieme, un Dio che morto e risorto è presente in continuità dinamica o Tradizione nella sua Chiesa per tutti e per tutto. E’ come un fiume che scorre nella storia di Dio storicamente con noi, si sviluppa, irriga, ma l’acqua che scorre è sempre quella che parte dalla sorgente, e la sorgente è Cristo stesso: Lui è il Risorto, Lui è il Vivente, e le sue parole non passano, perché Lui non passa, Lui è vivo, Lui oggi è fra noi qui, Lui ci sente e noi parliamo con Lui ed Egli ci ascolta, è nel nostro cuore. Gesù è con noi attraverso al Scrittura, i Sacramenti, l’Eucaristia in particolare, il ministero dei Pastori uniti al Vescovo, unito al Vescovo di Roma, il Papa, la testimonianza della carità. Gesù è storicamente con noi, oggi, come lo è stato e lo sarà sempre! Questa è la bellezza della Chiesa: la presenza di Gesù Cristo fra noi, questa è la fede teologica ,apostolica.
Ma nella modernità con l’illuminismo, da ciò che era avvenuto in Francia ci sono due scritti di Immanuel Kant, in cui egli riflette e lancia la fede religiosa che nasce da una filosofia, sostitutiva della fede teologica, apostolica. (La vittoria del principio buono su quello cattivo e la costituzione di un regno di Dio sulla terra). In essa gli dice: “Il passaggio graduale dalla fede ecclesiastica (teologica apostolica), al dominio esclusivo della pura fede religiosa costituisce l’avvicinamento del regno di Dio”.  Ci dice anche che le rivoluzioni possono accelerare i tempi di questo passaggio dalla fede ecclesiastica,teologico- apostolica alla fede razionale. Il “regno di Dio”, di cui Gesù aveva parlato ha qui ricevuto una nuova definizione e assunto anche una nuova presenza; esiste, per così dire, una nuova “attesa immediata: il “regno di Dio” arriva là dove la “fede ecclesiastica”, teologico – apostolica, viene superata e rimpiazzata dalla “fede religiosa”, vale a dire dalla semplice fede razionale nella centralità di ogni uomo, nella libertà, nella uguaglianza, nella fraternità, valori che sono il cuore della modernità. Ma nel 1795, dopo l’eccidio della Vandea, Nello scritto “La fine di tutte le cose appare un’immagine  mutata. Ora Kant prende in considerazione la possibilità che, accanto alla fine naturale di tutte le cose, se ne verifichi anche una contro natura, perversa. Scrive al riguardo: “Se il cristianesimo un giorno dovesse arrivare a non essere più degno di amore (…) allora il pensiero dominante degli uomini dovrebbe diventare quello di un rifiuto e di un’opposizione contro di esso, e l’anticristo (…) inaugurerebbe il suo, pur breve, regime fondato presumibilmente sulla paura e sull’egoismo. In seguito, però, poiché il cristianesimo, pur essendo stato destinato ad essere la religione universale, di fatto non sarebbe stato aiutato dal destino a diventarlo, potrebbe verificarsi, sotto l’aspetto morale, la fine perversa di tutte le cose”. In questo Kant è profeta del disastro di sostituire la fede teologica, apostolica, ecclesiastica con una fede religiosa in un dio qualsiasi anziché nel Dio che possiede un volto umano, morto e risorto, presente storicamente nella e attraverso la sua Chiesa. Però anche tra i cattolici è diffuso il pensiero che la fede in Cristo si fondi su un’idea, su una filosofia, una morale e non su un incontro centrale per evangelizzare. Incontro significa ingresso della Persona viva di Cristo in noi, tale per cui siamo trasformati in Lui, viviamo in Lui e di Lui. Perché un incontro del genere possa accadere, Lui risorto, presente storicamente in continuità nella sua Chiesa, infonde nell’uomo ciò che di più intimo, di più proprio c’è in Lui, il suo stesso Spirito. E’ Lui , lo Spirito, che realizza nella Chiesa e attraverso la Chiesa l’incontro dell’uomo col Verbo incarnato, crocifisso risorto: fa accadere la fede teologale, ben diversa da una fede solo religiosa.

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